Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Bro: Mariani, #1
Bro: Mariani, #1
Bro: Mariani, #1
E-book140 pagine1 ora

Bro: Mariani, #1

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Quando il bullismo tra i banchi di scuola e una serie interminabile di dubbi determinata da una situazione familiare intrisa di menzogne prendono il controllo totale della mente di Alessandro, il ragazzo decide di far affidamento sul suo migliore amico Massimiliano. La travolgente voglia di dare una svolta alla sua vita lo porta a smettere di essere l'alunno modello appassionato di Letteratura, per fargli trovare nel taccheggio la prima scossa di vita. Amando il Rap, pur di registrare le sue prime canzoni, è disposto a rubare di tutto, capendo ben presto che la microcriminalità sia per lui più appassionante. L'amicizia per Massimiliano è così forte da porre essa al di sopra dell'amore: da sempre innamorato segretamente di Angelica, reprime i propri sentimenti al fine di non essere sommerso dai pregiudizi della società. Quando le bravate cominciano a essere molto gravi, diventa inevitabile per Alessandro fare i conti con un'amara verità.

LinguaItaliano
Data di uscita6 dic 2023
ISBN9798215785300
Bro: Mariani, #1

Correlato a Bro

Titoli di questa serie (4)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa letteraria per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Bro

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Bro - Nicolas Mariani

    ER FIJO DELLA RICCI

    Io che ho chiuso fuori il bene e ho fatto entrare i guai: questa è la colonna sonora della mia vita fino a questo momento.

    Tuttavia non è che ci si potesse aspettare chissà che storia innovativa e rivoluzionaria da un ragazzo di 16 anni. O forse sì... A chi sta leggendo rimbalzerà certamente in mente la solita caratterizzazione del protagonista della serie Netflix di successo e di scalpore, e non avrà mica tutti i torti! Mi rode giusto un po’ il culo per il fatto che questa storia avrà qualcosa di molto affine, visto che ho sempre sperato di sentirmi speciale in mezzo a una folla e tra non molto sarò costretto a vedermi rassomigliante a molti altri. Molti altri che concretamente non esistono, poiché sono solo personaggi inventati di sana pianta. Ma io non sono uno di questi, ve lo assicuro.

    Mi chiamo Alessandro De Angelis e in me di angelico non c’è proprio nulla. Vivo a Tor Lupara, che non è affatto un barrio sudamericano catapultato nella realtà periferica romana, bensì una frazione di uno dei comuni più sfigati della provincia, Fonte Nuova, in pratica il classico posto dimenticato dal mondo, tra l’altro con un nome di merda. Non ho mai avuto amici, perché i miei genitori non me l’hanno mai consentito. Qui a Tor Lupara la maggior parte delle persone proviene dalla Penisola Balcanica, molto spesso lavora in nero e per ambientarsi in questo hinterland ha frequentato subito posti come la sala giochi con slot machines, in cui diviene agevole relazionarsi con depressi ubriachi fradici che, al posto del sangue, vantano la caratteristica di avere circolante nelle loro vene una Strong Lager dal colore chiaro e con una gradazione alcolica pari al 9%: in pratica il loro corpo contiene 6 litri di Tennent's Super! Non si capisce ancora come mai sia così speciale in Italia, visto che tra l’altro si parla di una birra inglese, ma vabbè. I miei genitori mi hanno sempre proibito di far amicizia con i figli di questi balcanici, che molto spesso diventano i migliori amici di quella che viene definita Polvere d’angelo, così sono rimasto per anni a giocare solo con me stesso, finché non ho conosciuto Max, il mio miglior amico. Dopo il compimento dei suoi 13 anni, nei weekend andavo sempre con lui ad ascoltare musica Hip Hop Underground dal vivo al Mind The Flow, il locale notturno per antonomasia di questa frazione desolata.

    Sebbene i molti divieti, la mia è una di quelle che viene definita famiglia semplice, ma non troppo, perché di semplice nel dialogo tra di noi non c’è proprio nulla. Sarò l’unico che si trova in questa situazione? Sicuramente no, però non immaginate nemmeno quanto mi rincresce sapere che i miei genitori pensano che non sia in grado di fare nulla. Loro riescono a farmi sentire l’esito di un preservativo bucato, benché abbia sempre portato a casa i risultati scolastici che mi hanno chiesto, anche se si sta rivelando solo tempo sprecato, considerando che non mi ricompensano mai, neppure con un sorriso. Vorrei così tanto che i miei genitori siano come quelli dei miei compagni, appagati dai loro figli, che premiano tempestivamente con regali super costosi, e che la sera vanno in giro per la città tutti uniti rendendo un’uscita di famiglia non un motivo per cui vergognarsi ma un’esposizione di quanto quel nucleo familiare sia cool. La mia famiglia non è così, e mi va bene. Non è che la mia prerogativa sia avere i genitori cool, ma averli felici insieme e con me. Lo so che è qualcosa di irrealizzabile che non potrò avere mai; vorrei solo che i miei genitori capiscano che ogni giorno il mio sorriso diventa sempre più fasullo.

    Mio padre si chiama Leonardo, lavora come geometra in uno studio a Testaccio, e credo che tradisca mia madre più o meno da quando sono nato. La loro relazione è basata unicamente su uno dei classici motivi italiani di sposalizio: la convenienza, più per lui probabilmente. Ciò che è certo è che papà odia sia me che lei. A volte mio padre non mi parla più per settimane. Ad esempio, ieri m’implorava di guardare il TG per sapere cosa stesse succedendo a Milano, e gli ho risposto che non m’interessa ciò che accade dall’altra parte dell’Italia - tra l’altro gentilmente e con un sorriso - quindi da ieri, per via di questa quasi innocente frase, non mi parla. Se lo saluto non risponde, se gli parlo non risponde, posso provare a parlargli tutti i giorni, ma non risponderà! Fa sempre così. L’unico modo per sentirlo parlare è quando torna la domenica mattina ubriaco e si esibisce nei suoi lunghi monologhi in cui evidenzia il suo odio per le donne che paga e che scopa. Anche quando è lucido e guarda una presentatrice in TV, trova sempre qualcosa da criticarle. Adora all’infinito vantarsi di sé stesso. Si sente il papà più figo al mondo.

    Mia madre era un’impiegata statale, insegnava Francese alle scuole medie, quindi aveva lo stipendio assicurato ogni mese. Perché dico aveva? Beh, ovviamente non è morta. Purtroppo, cadendo in depressione, mia madre ha richiesto molti giorni di malattia... Sì, esatto, la depressione è una malattia, però lei non si è messa a contare i giorni e nemmeno a osservare le regole. Naturalmente il Ministero della Pubblica Istruzione, dopo qualche segnalazione di più d’una collega invidiosa, non ci ha pensato due volte... così l’ha spedita a casa! Fortunatamente mia madre aveva una passione fortissima per il make-up e non solo: quindi ha aperto un suo centro estetico che soddisfaceva tutte le clienti. L’unico problema era dato dal fatto che le clienti erano poche. Perciò in un paesino piccolo come Fonte Nuova, in cui gli abitanti lavorano a Roma dalla mattina alla sera, il fallimento è stato inevitabile, così mia madre dopo due esperienze lavorative ha iniziato un suo periodo sempre più in down. Le voglio tantissimo bene e credo che se guardasse queste esperienze solo nella loro parte positiva (ovvero gli alunni e le clienti che la amavano), potrebbe risollevarsi da un momento all’altro. Non so se essere arrabbiato a vita anche con lei o no, perché ha affrontato veramente una sciagura dopo l’altra, dai tradimenti di mio padre al fallimento del suo centro estetico, passando per una gamba rotta da una collega in una rissa dopo una discussione molto accesa nata dalla gelosia dell’amore delle mamme degli alunni per la professoressa Ricci dopo un GLH (che in teoria dovrebbe essere un Gruppo di Lavoro sull'Handicap, non un Gruppo di Lavoro provocante Handicap). D’altronde quand’ero piccolo mi faceva sorridere entrare in un bar e ricevere come benvenuto Questo è er fijo della professoressa Ricci, quella der Francese, trattatemelo bene. Quella Tatiana non esiste più, ha perso anche la forma fisica smagliante, con cui aveva conquistato mio padre, da quasi dieci anni. A differenza di mio padre, visto che non lavora più, si ubriaca tutti i giorni, non solo nei weekend. È difficile vederla sobria, ma nel mio cuore so che se lo fosse mi tratterebbe diversamente rispetto a come fa ora, magari mi darebbe più abbracci. Fa meno male di mio padre.

    Non ho mai avuto un fratello, anche se lo desideravo tanto: mi sarebbe piaciuto guardare Serie TV con lui, giocare a pallone in piazzetta e insegnargli qualche skill vista su Youtube, ma il motivo sta nel fatto che mi riecheggia sempre nella testa quel verso di Massimo Pericolo, in cui canta: I miei si sono amati solo prima che nascessi. Ad essere sinceri forse neanche in quel periodo, ma a entrambi andava bene così, altrimenti mamma avrebbe abortito e mio padre non avrebbe deciso di sposare una professoressa di Francese... O forse mio padre ha saputo illuderla, conscio del fatto che all’epoca mia madre aveva già una carriera e lui ancora doveva finire l’Università.

    La mia passione più grande è il Rap, e mi piacerebbe diventare il beatmaker di Max, che è molto bravo a fare freestyle, l’arte d’improvvisare rime sui beats. I miei genitori però non mi hanno mai incoraggiato a seguire ciò che amo. Anche perché comprare una tastiera migliore o dei monitor da studio seri costerebbe un bel po’, quindi per adesso uso delle cuffie comprate dal cinese e FL Studio crackato per comporre le mie produzioni. Finora niente di che, ma con un po’ più di fiducia in me stesso e offrendo meno tempo allo studio - che tanto faccio per i miei ma i miei non fanno nulla per me - potrei diventare il nuovo Dr. Dre!

    Ho sempre avuto buoni voti a scuola, dalle elementari fino all’anno scorso. Per via del bullismo, però, è sempre stato un luogo infernale per me, con un accesso al Purgatorio solo quando ammiravo dei 10 e lode. Mi sono sempre sentito come se fossi un alieno, e ora sembra come se la mia galassia fosse ancora più lontana da quella degli altri. Frequento il Liceo Classico Giovan Battista Marino di Roma, e quello che risuona sempre nella mia mente è Unico: oltre a pesarmi il fatto che sia figlio unico, mi

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1