Tutto ciò che non so dire: Le parole di Pietro
Di David Noero
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Info su questo ebook
Pietro scrive e dentro questo romanzo, vi sono incastonate delle perle. Racconti, poesie, che lui scrive.
Un modo tutto suo di comunicare al meglio possibile, con la madre e con il mondo.
Un pó romanzo, un pó raccolta. Questo libro lega entrambi i generi, li amalgama.
Ne esce fuori un brandello della vita del suo protagonista. Appunto Pietro.
É lui che non sa dire. É lui a scrivere le sue parole.
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Anteprima del libro
Tutto ciò che non so dire - David Noero
intera
PROLOGO
La stanza di Pietro venne creata gialla e per sempre così sarebbe rimasta.
Il giallo infatti, era da sempre il colore preferito di Virginia, sua mamma.
Secondo lei donava solarità, emanava allegria e gioia di vivere.
Infondeva serenità... Ed a lei era sempre parso fosse questo, il segreto di una vita felice.
Ed era esattamente questo, ciò che augurava di più a suo figlio... Serenità ed una vita felice!
Era una stanza curata nei minimi dettagli, ognuno pensato per lo stesso scopo; creare armonia.
Innanzitutto, appunto, la parete gialla alle spalle della sponda del letto.
Abbinata ad essa, tutti quegli oggetti, utili o meno, di quello stesso giallo così luminoso.
Per non esagerare, però, aveva scelto il copriletto ed il piumone, in base alla stagione, sui toni del bianco, al pari dello scendiletto e delle pantofoline appena comprate per Pietro.
Libreria sempre in ordine, ma qualche gioco qua e là, anche un po’ a caso, perché qualche gioco per la stanza mette buon umore.
L'orologio a cucù, bellissimo e divertente, ma anche l'orologio digitale, che se no Pietro non avrebbe saputo leggere l'orario da solo... Ma presto lei gli avrebbe insegnato!
Quadretti di simpatici e teneri cuccioli alle pareti, alternati a qualche sua foto e qualche suo disegno. Era sempre stato molto bravo a disegnare.
Alle finestre delle tendine sottili, di un giallo trasparente, con ricamati dei passerotti.
Il lampadario, la piantana e gli abat jour tutti uguali, col tema del loro cartone animato preferito, di Pietro e di Virginia.
Insomma... Una stanza che fosse un piacere da abitare, da vivere; ovviamente finché sei un bambino!
Virginia era stra soddisfatta del lavoro che aveva fatto a suo tempo.
Il suo cucciolo, vi era cresciuto dentro, vi aveva imparato a parlare, a ridere e a giocare.
Vi aveva gattonato e poi imparato a camminare.
Che emozione unica fu per Virginia, vedergli muovere i suoi primi passi.
Nei riflessi ancor più gialli del sole che entrava dalle finestre, lo vide crescere giorno dopo giorno, farsi un bambino grande e poi correre verso l'adolescenza.
Sorrise ripensando al frugoletto che era, vedendosi innanzi quel baco lungo e secco
che era adesso.
Decise così di fargli un altro regalo: un nuovo angolo per la sua camera.
Con impegno, gioia e tanto amore, iniziò a disegnare.
Dopo un paio d'ore, la scrivania che desiderava per Pietro, era nera su bianco.
La sua parte di lavoro era quasi terminata.
Non la avrebbe certo saputa costruire lei, si sarebbe rivolta ad un falegname che conosceva.
Dopo la morte del marito, quando Pietro era molto piccolo, aveva dovuto imparare suo malgrado molte cose, tra cui doversela cavare, arrangiandosi da sé in molte occasioni; ma non aveva imparato la spirituale ed antica arte della falegnameria.
Però aveva il legno. Magico per giunta.
Si trattava del legno dell'albero che era nel giardino dei suoi genitori. Era stato un grande amico della sua infanzia, ci aveva giocato sotto, sopra... Vi si era arrampicata e vi si era addormentata tra le sue radici protetta dalle sue fronde.
Suo padre le aveva sempre detto fosse magico... Raccontandole una storia di elfi, fate, castelli lontani e sogni da realizzare.
Per questo motivo, Virginia con il legno di suo padre, aveva disegnato una scrivania altrettanto magica, per suo figlio.
La quale una volta realizzata, fosse forte resistente e magnifica... Tanto da sostenere il peso della cultura, della tecnologia, della musica, dell'arte e sopratutto la grandezza dei sogni, dell'immaginazione e della meraviglia.
Una volta che fu pronta, posizionata sotto la finestra e arredata, era una meraviglia!
Pietro ne rimase estasiato.
Sua madre donandogliela, con non poca commozione mal celata, gli raccontò di legni magici, di elfi, fate, castelli lontani e sogni da realizzare…
Pietro non fece attendere quella meravigliosa scrivania.
Tra divertenti filastrocche sciocchi racconti da bambini, un pomeriggio invernale, quando ormai era un ragazzo fatto, scrisse questo testo...
CHARLIE E ZIG ZAG
Charlie non era mai stato robusto; da sempre infatti era di corporatura addirittura gracile, molti nel tempo lo avevano considerato ammalato.
Giammai! Charlie era sano come un pesce, mai avuta una malattia in vita sua...solo era molto...esile!
Charlie era un cervo esile!... Ma assai furbo!
Sin da quando era solo un cerbiatto, ebbe da confrontarsi coi fratelli, che già di nascita erano il doppio di lui.
Avrebbe potuto morire se i fratelli lo avessero prevaricato durante l'allattamento.
Non Charlie!
Lui sapeva come attirare l'attenzione della madre; aveva escogitato uno stratagemma...vincente!
Difatto era sempre il primo e il più comodo a puppare!
Adesso era un cervo adulto, ma niente a prima vista lo dimostrava; né la stazza, né di certo le corna.
Anch'esse avevano seguito l'esempio del corpo ed erano rimaste minute.
Era bruttino come cervo...ma a