Fantacomics
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Anteprima del libro
Fantacomics - Fabio Lastrucci
Milena.
Prefazione
Sì, è una macchina del tempo…
di Michele Tetro
Magari c’è qualche altro appassionato di fumetti che come me (condividendo almeno la mia età anagrafica, classe 1969) ha cominciato a farsi un po’ le ossa
nella conoscenza dei personaggi dei comics di tutto il mondo con quella mitica pubblicazione che è stata, nel 1976, il Manuale dei fumetti di B. P. Boschesi (della collana mondadoriana cui appartenevano gli infiniti Manuali delle Giovani Marmotte), copertina gialla con Popeye, Topolino, Li’l Abner, Tex a cavallo (era Tex? Forse addirittura Pecos Bill, mi viene un dubbio…), centottanta pagine di schede sui protagonisti principali dei baloons
. La mia prima enciclopedia dopo I Quindici, conservata religiosamente ancora oggi nella mia libreria, forse un segno del destino, visto che io stesso sono diventato, col tempo, uno scrittore che ha stilato opere dal taglio enciclopedico in campo cinematografico. Negli anni Settanta, comunque, non è che fosse poi così facile mettere mano su tutti gli albi a fumetti che avevano come personaggi eponimi i fantastici eroi di ogni genere incasellati sulle mezze colonne, con immagine singola, a loro dedicate nel Manuale. Certo, si trovavano i più celebri: Paperino, Topolino, ancora Flash Gordon, gli eroi Marvel, Braccio di Ferro, i Peanuts, qualche cowboy come appunto Tex o Blueberry, Corto Maltese… ma inevitabilmente altri erano già più difficilmente rintracciabili, vuoi perché non appartenenti a uscite regolari da edicola in corso, o nascosti e già raccolti in costosi volumi da libreria, o semplicemente non più ristampati in quel periodo. Ho letto mille volte quel volume basilare per la mia cultura, ne so quasi a memoria le singole voci… ma ancora oggi riconosco di non aver ancora MAI letto davvero singole avventure di determinati personaggi, specificatamente appartenenti a generi non tanto nelle mie corde (spionaggio, poliziesco) ma anche di quelli per cui impazzisco (fantascienza, avventura, western). Insomma, ne conosco autori, vita, morte e miracoli… ma non li ho mai letti. E se durante quarant’anni si è magari avuta la fortuna inaspettata di mettere mano su qualche albo, in modo rocambolesco, troppi personaggi sono rimasti perduti in un limbo irraggiungibile, ancorati alla mia memoria solo grazie alle pagine di quel datatissimo manuale. Una cassa di fumetti di Topolino lasciata dal vicino di casa poteva contenere (ah, miracolo!) chicche straordinarie come i Dardo Pocket, mischiati con altri albi di scarso interesse. Ricordo ancora quel giorno, quando mi venne consegnata quella scatola e cominciai a esplorarne il contenuto, febbrimente. E questo tizio biondo e muscoloso in copertina chi è? Garth? Ah, Garth, sì, lo conosco, era nel capitolo fantascienza del Manuale, vediamo un po’… però! Astronavi! Razzi! Extraterrestri! Ragazze con le poppe fuori! E questo alieno sferoidale con gli occhioni… era in un episodio della serie UFO della Edifumetto! Ma allora si copiano l’un l’altro… e qui cos’abbiamo? Alley Oop? Il cavernicolo che viaggia nel tempo, benissimo, anche questo volto noto! E poi? Jim Brown, l’ho già sentito? Ah, poliziesco, sì, non mi attira molto… però già che ci siamo, leggiamolo. E si scoprivano dei tesori… Rammento ancora certe buste di fumetti nelle edicole-bazar delle località di villeggiatura, anche da quelle saltavano fuori sorprese inaspettate. In sommario a un non tanto interessante Gatto Silvestro (bah, per bambini) mi ritrovavo tra le mani l’ottimo bianco e nero di L’occhio di Zoltec, pura fantascienza avventurosa, un fantomatico Misterix, un adattamento del King Kong cinematografico che già mi permetteva di riconoscere il tratto giolittiano che avevo amato nelle avventure di Turok e Andar degli Albi Spada. In tempi molto più recenti, uscite in volume da edicola, abbinate ai quotidiani in ottime collane antologiche, hanno permesso di conoscere e recuperare altri personaggi famosi e meno noti, ma tutti già nella mia memoria nei loro tratti salienti, grazie a quel vecchio manuale alla base della mia formazione. E così ho recuperato (spaventosamente in ritardo) le saghe complete di Corto Maltese, Blueberry, Comanche, anche se sogno ancora di beccare ristampe di personaggi come Buck Danny o Dan Cooper, senza doverle cercare in grossi volumoni da libreria o in edizioni originali (per ebook et similia, ahimè, non sono ancora troppo portato). Ed ecco che un amico, Fabio Lastrucci, mi sottopone in lettura la sua opera, questa che avete tra le mani (o su uno schermo), che fin dal titolo mi fa riecheggiare in mente eterei campanellini e mi rimanda a cose lasciate in sospeso per troppi anni, appuntamenti mancati con certi personaggi dei fumetti che stanno ancora aspettando, bramosi di essere scoperti o (ri)scoperti, quasi una persistente sirena di avvertimento (Ehi, ma quanto aspetti ancora, è ora di saldare i conti col passato!
). Con brio, allegria, competenza e passione (soprattutto quest’ultima… è questa che fa girare le cose e fa prendere decisioni importanti) Fabio mi ricorda (anche severamente, con dito ammonitore sotto il naso) che devo ancora accogliere nei miei archivi mentali amici di carta ormai impazienti di essere conosciuti (sì, Luc Orient, lo so, mi sei sempre sfuggito e ora sei uno dei primi che il buon Lastrucci affronta nel suo testo, calma, rimedierò!). E allora ti accorgi che questo libretto è una macchina del tempo, fatta appositamente per te, pronta a riportarti indietro, a correggere gli errori e ovviare alle dimenticanze, a farti conoscere gli amici dimenticati e a darti le giuste indicazioni per ritrovarli. Sì, è una macchina del tempo, e funziona. Fatevi un viaggio anche voi, ne varrà la pena.
Nota biografica
Michele Tetro (Novara, 1969) è uno scrittore e giornalista, ha pubblicato racconti di SF sulle riviste OMNI, Futura, L'Eternauta, Futuro Europa, Yorick Fantasy Magazine. Del 2001 è l’antologia H. P. Lovecraft-Sculptus in Tenebris: saggi ed iconografia lovecraftiana (Nuova Metropolis), e assieme a Roberto Chiavini e Gian Filippo Pizzo ha scritto Il grande cinema di fantascienza: da 2001 al 2001, Il grande cinema di fantascienza: aspettando il monolito nero, Il grande cinema fantasy (Gremese, 2001-2004), Contact! Tutti i film degli alieni (Tedeschi, 2006). A sua sola firma sono apparsi Conan il barbaro: l'epica di John Milius (Falsopiano, 2005), il romanzo L'occhio ardente di Mbatian (ispirato al serial TV Spazio 1999, Cosmic Group 2005) e il saggio A Word from Outer Dark: The Poetical Works of Robert E. Howard nel volume Two Gun Bob– A Centennial Study of REH (New York, 2007). Sempre con Pizzo e Chiavini, esce anche Mondi paralleli: storie di fantascienza dal libro al film (Della Vigna, 2011). I suoi ultimi lavori sono la partecipazione alla Guida al cinema di fantascienza, alla Guida alla letteratura horror e alla Guida al cinema horror (Odoya, 2014-2015).
Capitolo 1
Finché c’è spazio c’è espérance
Intorno al 1945, per fare della sf a fumetti non era indispensabile scrutare le stelle ma andavano altrettanto bene le stelle e strisce degli Usa. Laggiù, dalle Rocky Mountains ai grattacieli di New York, giganteggiava un solo modello, il Flash Gordon di Alex Raymond. Con quel suo fascino condito di esotismo e fiaba, Flash conquistava lettori e testate, per questo anche l’editoria europea ne ricalcava le orme producendo eroi come Raff pugno d’acciaio (della premiata ditta Cossio e Guerri), mentre in Francia nascevano le avventure spaziali di Les pionniers de l'Espérance.
Creata dallo sceneggiatore Roger Lécureux su disegni di Raimond Poïvet, la serie prende vita nel dicembre 1945 sulle pagine del settimanale Vaillant – diventato poi Pif Gadget nel ’69 – per terminare nel 1973 con l’episodio 81, dal titolo emblematico La grande sépulture.
Il plot originale della vicenda parte dal collaudato modello Mongo
, ovvero: un pianeta bastardo e bellicoso minaccia la Terra (ricorda niente?) costringendo le autorità del pianeta a fermarne la corsa inviando un drappello cosmopolita di astronauti. È interessante notare che questo equipaggio così etnicamente variopinto, anticipa di parecchio l’ecumenismo galattico di Star Trek, così come finiranno a richiamarlo anche le trame, sempre più orientate a uno spirito pacifista. I sei