Il Fenomeno Dubai. Dove l'impossibile diventa possibile
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Info su questo ebook
Città nata solo da pochi decenni dal deserto e che si è guadagnata il posto di città dei record.
Una città intrigante, piena di fascino……Piena di sorprese sbalorditive.
Una città in cui tradizioni, cultura araba e innovazione ogni giorno si combinano in mille modi tanto da aver bisogno di una guida per meglio capire come affrontarla e sapere cosa fare e cosa assolutamente evitare.
Da qui nasce l’idea di scrivere a quattro mani Fenomeno Dubai dove l’impossibile diventa possibile.
Due international business developer manager, Loredana Bocchieri e Valeria Al- Heureithi raccontano di Dubai in un libro che vuole essere una guida per chi vuole fare business, per chi vuole trasferirsi o semplicemente per chi è curioso di conoscere questa magnifica città.
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Anteprima del libro
Il Fenomeno Dubai. Dove l'impossibile diventa possibile - Loredana Bocchieri e Valeria Al
633/1941.
1.1 Cenni storici e principali indicatori economici degli Emirati Arabi Uniti
Gli Emirati Arabi Uniti sono uno Stato a sud-est della penisola araba, nell’Asia sud occidentale, composto da 7 Emirati, che prima del 1971 erano conosciuti come lo Stato della tregua, dove per tregua si intendeva il blocco che avevano imposto gli inglesi ad alcuni sceicchi arabi che incoraggiavano
atti di pirateria ai danni delle navi che transitavano nelle acque antistanti il loro Paese. Soltanto nel 1971 gli Emirati Arabi Uniti diventeranno uno Stato indipendente dalla Gran Bretagna.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno un governo federale composto da diversi organi: il presidente e il suo vice, il Consiglio supremo, il gabinetto, il Consiglio nazionale federale e una magistratura indipendente con una corte suprema federale.
Il Consiglio Supremo ha sia poteri legislativi sia poteri esecutivi e comprende i governanti dei sette emirati. Il gabinetto è composto da ministri provenienti principalmente dalle famiglie dominanti degli emirati.
Il fatto che il tradizionale sistema tribale di governo di ciascun emirato fosse basato su principi politici simili, ha facilitato la creazione degli Emirati Arabi Uniti.
Il dominio familiare ereditario dinastico opera ancora in ogni emirato come un sistema di governo locale sotto l’egida del sistema federale. I membri delle famiglie dominanti occupano le posizioni più importanti nelle loro amministrazioni politiche. Il sistema politico è stato in grado di tenere il passo con i cambiamenti economici e sociali.
Gli sceicchi sono molto apprezzati per il duplice ruolo di modernizzatori e guardiani del patrimonio culturale. Hanno ancora majlis tradizionali in cui i cittadini hanno accesso ai loro leader.
I due emirati più importanti sono Abu Dhabi e Dubai e sono anche gli unici ad avere potere di veto nelle questioni di rilevanza nazionale.
Abu Dhabi è la capitale degli Emirati Arabi Uniti ed è una delle città più ricche al mondo; a solo 150 chilometri di distanza si trova Dubai, famosa per i suoi grattacieli e tra questi Burj Khalifa e Burj Al Arab.
Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha condotto 4 censimenti dal primo nel 1980. Nel 2005 Abu Dhabi era l'emirato con il maggior numero di abitanti. Da allora, Dubai è cresciuta rapidamente fino a diventare la città più popolata negli Emirati Arabi Uniti.
Attualmente gli emiri regnanti sono:
Abu Dhabi Khalifa Bin Zayed Al Nahyan
Ajman Humad Bin Rashid Al Nuaimi
Dubai Mohammed Bin Rashid Al Maktoum
Fujairah Hamad Bin Mohammed Al Sharqi
Ras al Khaimah Saud Bin Saqr al Qasimi
Sharjah Sultan III Bin Muhammad al Qasimi
Umm al Qwain Saud Bin Rashid Al Mu’alla
La superficie su cui si estendono gli Emirati Arabi Uniti è di 83.600 Kmq.
Con una popolazione stimata di 9,68 milioni nel 2019, l'attuale densità di popolazione è di 114 individui per kmq. Inoltre, i tre maggiori emirati, Abu Dhabi, Dubai e Sharjah, ospitano quasi l'85% della popolazione.
Fonte: World Population Prospects 2017 Revision.
La lingua ufficiale è l’arabo; l’inglese è la lingua commerciale e sono parlati anche hindi, urdu, farsi e filippino.
L’unità monetaria degli Emirati Arabi Uniti è il Dirham (Dh) suddiviso in 100 fils e dal 2002 il dirham degli Emirati Arabi Uniti è ufficialmente agganciato al dollaro USA.
Il 29 novembre 2014 il Governatore della Banca Centrale degli Emirati Arabi Uniti ha dichiarato che il tasso di cambio della valuta locale resterà ancorato al Dollaro USA, in quanto tale politica valutaria ha contribuito a mantenere la stabilità economica del paese e a favorire l’afflusso di investimenti.
Il dirham è stato introdotto nel maggio 1973, meno di due anni dopo che gli Emirati diventarono una nazione indipendente. La nuova valuta degli Emirati Arabi Uniti, il cui nome deriva in realtà dall’espressione greca di afferrare una manciata
, sostituì una varietà di valute che erano state utilizzate nella regione del Golfo Persico negli anni precedenti all’indipendenza.
In tutti gli Emirati, la cosiddetta rupia del Golfo, fu ampiamente utilizzata dal 1959 al 1966. In seguito tutti gli emirati tranne Abu Dhabi, optarono prima per il riyal saudita, poi per il riyal del Qatar e di Dubai. Ad Abu Dhabi, il dinaro del Bahrain era legale prima che il dirham fosse presentato e adottato ufficialmente per tutto il territorio nazionale. Oggi circolano voci per un’unione monetaria pianificata tra gli stati membri del GCC. Il Gulf Cooperation Council (GCC) è un'alleanza politica ed economica di sei paesi della penisola arabica: Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Fondato nel 1981, il GCC promuove la cooperazione economica, di sicurezza, culturale e sociale tra i sei Stati e tiene ogni anno un vertice per discutere della cooperazione e degli affari regionali.
A causa della loro vicinanza geografica, di sistemi politici simili e di posizioni socioculturali comuni, l'obiettivo immediato era che questi paesi si proteggessero dalle minacce dopo la guerra Iran-Iraq.
Mentre esiste effettivamente un Consiglio monetario del GCC, non c’è stato alcuno sviluppo concreto verso una moneta unificata per gli stati arabi del Golfo Persico.
Gli Emirati Arabi Uniti si erano già ritirati dalle discussioni su una potenziale moneta comune quando il nuovo Consiglio Monetario doveva essere situato a Riyadh piuttosto che a Dubai. Tutto fa dunque sembrare che il dirham rimarrà la moneta ufficiale degli Emirati Arabi Uniti.
1.2 Il conio monetario
1 AED è uguale a 100 fils. Le monete sono disponibili per 1 fil, 5 fils, 10 fils, 25 fils, 50 fils e 1AED. Tuttavia, mentre le monete più piccole per 1, 5 e 10 fils esistono tecnicamente, sono piuttosto rare nella circolazione e nell’uso effettivo, specialmente le monete di 1 fils. Le banconote per la valuta degli Emirati Arabi Uniti includono 5AED (marrone), 10AED (verde), 20AED (azzurro), 50AED (viola), 100AED (rosa), 200AED (giallo-marrone), 500AED (blu marino) e 1.000 AED (verde chiaro e blu).
È possibile, trovare in circolazione anche banconote da 200AED verde-marrone e certamente non si tratta di denaro contraffatto, ma solo della serie emessa nel 1989, mentre le banconote gialle più recenti sono entrate in stampa dal 2008 in poi. Le banconote di solito rappresentano edifici di riferimento negli Emirati Arabi Uniti (ad esempio la famosa Moschea Jumeirah a Dubai), animali tipici della regione del Golfo Persico (come un’antilope o un falco) e oggetti tradizionalmente associati alla vita negli Emirati Arabi (ad esempio un pugnale khanjar o una nave a vela dhow).
Mentre l’inflazione negli Emirati Arabi Uniti è diminuita considerevolmente rispetto al massimo storico del 12,3% nel 2008, la valuta degli Emirati Arabi Uniti è ancora soggetta a un certo deprezzamento annuale. Secondo la Banca Mondiale il tasso annuale di inflazione variava dallo 0,9% (2010) al 2,3% (2014), alcune altre fonti presumono che l’inflazione annuale sia aumentata nuovamente, portandola ad una stima del 4% o più nel 2015.
Principali indicatori economici degli UAE
1.3 Non solo Petroldollari
Sono trascorsi 50 anni dalla scoperta dei giacimenti petroliferi offshore degli Emirati Arabi Uniti e l'oro nero
ha trasformato gli Emirati in uno dei paesi più ricchi del mondo. Il settore petrolifero e del gas rappresenta oggi ancora oltre il 25% del PIL del paese, in particolare Abu Dhabi si affida ai petrodollari come principale fonte di reddito. Gli Emirati Arabi Uniti stanno anche cercando di intensificare una strategia di diversificazione economica, per sopperire al calo dei prezzi del petrolio che ha recentemente influito sulla loro stessa crescita economica.
Per quanto riguarda l'economia, la prima cosa che viene in mente è il petrolio, tuttavia il settore petrolifero e del gas in forte espansione sono di data relativamente recente. Prima che gli Emirati diventassero indipendenti dal Regno Unito, la loro economia si basava principalmente sull'agricoltura a livello di sussistenza, sulla pesca, sul commercio marittimo nel Golfo Persico e sulla pesca delle perle. La scoperta dei giacimenti petroliferi offshore avvenuta nel 1966, solo cinque anni prima che lo stato degli emirati come protettorato britannico finisse, cambiò drasticamente la situazione economica.
Oggi l'economia degli Emirati Arabi Uniti è tra le maggiori economie nazionali del mondo arabo, seconda solo all'Arabia Saudita confinante ed è il più grande mercato al consumo in Medio Oriente. Le sue risorse naturali hanno anche trasformato gli Emirati Arabi Uniti in uno dei paesi più ricchi del mondo, con un alto reddito pro capite; ha ancora alcune delle più grandi riserve di petrolio e gas in tutto il mondo e continua ad alimentare letteralmente l'economia degli Emirati Arabi Uniti.
La dipendenza del paese dal settore petrolifero è anche il suo punto più debole. Non solo le riserve, non importa quanto abbondanti, sono destinate a esaurirsi a un certo punto, ma i prezzi del petrolio in calo negli ultimi anni hanno danneggiato l'economia degli Emirati Arabi Uniti. Ecco perché è stato avviato, negli ultimi anni, un processo di diversificazione economica volto ad aumentare il contributo all’economia del settore non oil e a garantire un maggior equilibrio nella politica fiscale. Tra gli elementi centrali del processo di diversificazione economica c’è il sempre più crescente interesse per il settore delle risorse rinnovabili.
La Dubai Clean Energy Strategy 2050, che prevede entro il 2050 di fare investimenti per 150 miliardi di AED, ossia circa 38 miliardi di euro, mira a rendere l’emirato di Dubai un polo mondiale dell’energia pulita e della green economy. L’obiettivo è di fornire il 75% dell’energia dell’Emirato da fonti pulite entro il 2050.
In linea con la strategia di diversificazione economica, il governo sta anche implementando una strategia di maggiore sostegno alle PMI con l’obiettivo di portare il loro contributo al PIL dal 40% al 45% entro il 2021.
Sul fronte della sostenibilità dei conti pubblici, gli Emirati Arabi Uniti hanno in questi anni progressivamente aumentato la tassazione, soprattutto quella indiretta, al fine di ridurre la dipendenza del gettito fiscale dagli introiti petroliferi. In particolare, all’inizio del 2018 è stata introdotta l’imposta sul valore aggiunto con un’aliquota del 5%; da ottobre 2017 un’accisa del 100% su tabacco e del 50% sulle bibite energetiche.
Dall’ultimo biennio, invece, è stata introdotta una tassazione pari al 25% dei servizi nel settore turistico alberghiero e dal 2016 un’imposta comunale sul valore delle proprietà immobiliari e dei contratti d’affitto.
Gli Emirati Arabi Uniti possiedono un’enorme massa finanziaria che investono all’estero attraverso fondi sovrani. La destinazione degli investimenti si sta sempre più diversificando e una crescente quantità di portafoglio viene tramutata in investimenti diretti e quote sempre più crescenti sono dirette verso Asia e Africa.
La Banca Centrale degli Emirati Arabi Uniti e l’Economist Intelligence Unit stimano che gli investimenti esteri si aggirino tra i 500 e gli 800 miliardi di dollari americani di cui almeno 250/300 miliardi sono gestiti da Abu Dhabi Investment Authority, il Fondo Sovrano di Abu Dhabi.
A tutto questo si devono anche aggiungere gli investimenti dei patrimoni privati dei principali Sceicchi del Paese.
Gli Emirati stanno già aumentando la varietà di settori, prodotti e servizi economici, tuttavia la posizione strategica del paese come centro commerciale per