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Il grande libro di Ho'oponopono: Saggezza hawaiana di guarigione
Il grande libro di Ho'oponopono: Saggezza hawaiana di guarigione
Il grande libro di Ho'oponopono: Saggezza hawaiana di guarigione
E-book175 pagine2 ore

Il grande libro di Ho'oponopono: Saggezza hawaiana di guarigione

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Info su questo ebook

Ho'oponopono, letteralmente mettere le cose al posto giusto, è una filosofia hawaiana e al tempo stesso una potente tecnica che aiuta a eliminare tutti gli elementi consci e inconsci (credenze, ricordi, programmazioni mentali) che ti ostacolano e ti controllano, permettendoti di ritrovare serenità e libertà d'azione. Ho'oponopono è la chiave per diventare artefice della tua felicità. Ogni situazione che vivi, ogni incontro, ogni azione generano in te una traccia. Nel corso del tempo, queste tracce diventano un intricato sistema che prende il sopravvento sulla tua libertà, costringendoti ad agire e a pensare secondo schemi fissi senza che te ne renda conto. Il più delle volte, si tratta di schemi negativi che portano infelicità, depressione e malattie. La pratica di Ho'oponopono ti consente di spezzare queste catene: le vibrazioni che mette in moto daranno luogo a strabilianti cambiamenti a livello interiore, che non mancheranno di riflettersi all'esterno. Che cos'è e come si pratica Ho'oponoponoIl perdono quale via di serenità e felicità interioreHo'oponopono e la PNL: il potere delle paroleHo'oponopono come tecnica di guarigione della psiche: l'influenza dei ricordiSpiritualità quotidiana: la presenza di Ho'oponopono nelle grandi religioni
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2014
ISBN9788868200930
Il grande libro di Ho'oponopono: Saggezza hawaiana di guarigione

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    Anteprima del libro

    Il grande libro di Ho'oponopono - Luc Bodin

    interiore.

    Capitolo 1

    DALLE ORIGINI ALLA PRATICA ODIERNA

    Jean Graciet

    Entrare nel processo di Ho’oponopono è tutto sommato piuttosto semplice. Quando qualcosa ci disturba, quando sopraggiunge una piccola seccatura nella vita quotidiana oppure un evento molto più grave, è sufficiente ripetere le quattro piccole frasi, che in realtà sono delle paroline: Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo. Attraverso queste quattro frasi ripetute varie volte nell’arco di un certo periodo, accade qualcosa, talvolta addirittura un miracolo. Niente appare più semplice e alla portata di tutti. In realtà, vedremo ora che integrare e mettere in pratica Ho’oponopono non è così semplice come sembra.

    Definizione e storia di Ho’oponopono

    Ho’oponopono è una filosofia, uno stato d’animo. Aderire a questo processo richiede l’integrazione di certe idee e di certi concetti assai diversi da quelli cui le nostre tradizioni giudaico-cristiane ci hanno abituati. Con Ho’oponopono ci avviciniamo a un altro modo di vedere le cose, un modo che ci spinge a rivolgere uno sguardo del tutto diverso o addirittura opposto alla vita, agli altri e a se stessi. In questo senso, la pratica di Ho’oponopono diventa molto meno semplice e, di fatto, si rivela necessario per ciascuno compiere un profondo cambiamento a livello di credenze e di valori.

    Ho’oponopono è un processo di pentimento o riconciliazione tra le persone di una medesima comunità, di una medesima famiglia.

    Ho’oponopono proviene da un’ancestrale tradizione hawaiana e significa: Raddrizzare, armonizzare, correggere ciò che è sbagliato, rimettere a posto. Nel momento in cui in seno a una comunità sorgevano controversie tra persone o problemi relazionali, ci si radunava in presenza di tutti i protagonisti e, sotto la guida di un sacerdote, ci si concedeva il perdono.

    Morrnah Simeona

    È poi entrata in scena Morrnah Simeona, sciamana, guaritrice ed erborista. Ha pensato che il processo di Ho’oponopono potesse essere semplificato eliminando la presenza della guida o del sacerdote, cosicché ciascuno lo praticasse da solo. Lo ha proposto insegnando l’Ho’oponopono che conosciamo oggi: da soli, ci concediamo il perdono, l’amore e la pace. Non è più necessario essere in presenza degli altri né avere una guida o un sacerdote per concedersi il perdono, giacché è innanzitutto essenziale concederlo a se stessi. Si tratta di un aspetto importante, perché dimostra fino a che punto il processo è stato adattato all’epoca in cui viviamo attualmente, nella quale ognuno viene sempre più spinto a prendersi cura di se stesso.

    Morrnah aggiungeva che subiamo il peso dei nostri ricordi. L’obiettivo di Ho’oponopono è pertanto quello di liberarci da questi ricordi affinché, strappando il velo, possiamo scoprire la Divinità dentro di noi. In questo modo, avremo la possibilità di capire chi siamo davvero, un aspetto essenziale.

    Con questo processo, i ricordi vengono liberati e trasformati in energia pura dalla Divinità. Si tratta in un certo qual modo di un vero e proprio processo alchemico, una trasmutazione dei ricordi e delle paure in amore puro.

    Secondo Morrnah Simeona, la pace inizia con me e nessun altro. Morrnah ha proposto dei corsi e il dottor Len è diventato il suo allievo più noto, perché è grazie a lui e alla sua straordinaria testimonianza che Ho’oponopono si è diffuso nel mondo.

    Il dottor Ihaleakala Hew Len

    La storia del dottor Len ha fatto il giro del mondo e tutti più o meno la conoscono. Un giorno al dottor Len, psicologo clinico, fu proposto di diventare il responsabile dell’ala psichiatrica di un carcere delle Hawaii. Va detto che nell’edificio l’atmosfera era pesante, odiosa, e che nella quotidianità il pericolo era talmente presente che il personale vi lavorava in preda a una viscerale paura. Le assenze erano frequenti e gli psicologi non duravano a lungo.

    Nonostante ciò, il dottor Len accettò l’incarico. Chiese di poter consultare le cartelle di tutti i pazienti e, prima di rinchiudersi nel suo ufficio, insistette che non lo si disturbasse, giacché non gli era necessario vedere i malati. Era un atteggiamento strano per uno psicologo, ma fu rispettato.

    Il dottor Len spiegò che puliva i ricordi che aveva condiviso con ciascun paziente, ripetendo semplicemente: Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo.

    I giorni trascorsero e, dopo circa tre mesi, ci si accorse che poco a poco l’atmosfera e i rapporti con i malati erano diventati migliori, cosa che venne fatta notare al medico. Gli fu poi chiesto che cosa facesse, da solo, nel suo ufficio, perché quell’atteggiamento seguitava a destare curiosità.

    Il dottor Len allora spiegò che puliva i ricordi che aveva in comune o, per essere più precisi, che aveva condiviso con ciascun paziente consultandone la cartella.

    In che modo?.

    "Pronuncio semplicemente queste quattro frasi, ripetendole: ‘mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo’ ", rispose.

    Tutto qui?.

    Tutto qui.

    Portò così avanti l’incarico per quasi quattro anni, al termine dei quali l’ala psichiatrica del carcere chiuse i battenti. Non c’erano più pazienti. Erano completamente guariti o comunque la loro presenza in quel luogo non era più necessaria.

    Che cos’era successo?

    Parlando di tutte le persone che erano guarite, il dottor Len spiega di aver guarito quella parte di se stesso che le aveva create. Aggiunge che ogni cosa nella vita, tutto ciò che ci succede è responsabilità nostra. In altre parole, tutto quello che ci appare davanti ai cinque sensi, il mondo che ci circonda... è una nostra creazione. Di conseguenza, se qualcosa all’esterno non ci piace, è responsabilità nostra guarire dentro di noi i ricordi che hanno creato tale situazione.

    La realtà fisica è una creazione della mente

    Ciò che è al di fuori di noi di fatto è soltanto una proiezione di qualcosa che nasce da dentro, che potremmo chiamare credenze, pensieri o ricordi. Ecco un concetto che si oppone a quanto in genere ci è stato insegnato in Occidente, dove la pressione delle antiche tradizioni giudaico-cristiane è onnipresente. Ci risulta infatti molto più facile attribuire agli altri la responsabilità e rivestire il ruolo della vittima, perché è decisamente più comodo.

    E invece no! Indipendentemente da quanto ci accade, non siamo vittime e d’altro canto non lo siamo mai stati. Siamo semplicemente gli unici creatori di tutto ciò che ci succede.

    Si tratta di un concetto che in effetti sembra difficile da accettare di primo acchito. Eppure, costituisce la chiave dell’intero processo di Ho’oponopono. È assolutamente indispensabile integrare fino in fondo quest’idea prima di affrontare in maniera adeguata la pratica di Ho’oponopono.

    Un pensiero erroneo creerà una realtà erronea. Se coltivo un pensiero corretto, creerò invece una realtà di pace e armonia. È necessario rendersi conto che tutto si svolge dentro di sé. Nulla è esterno.

    È questa un’idea che spesso risulta assai difficile da integrare. Fino a oggi abbiamo alimentato la convinzione che il responsabile sia l’altro e che gli eventi vissuti provengano ovviamente dall’esterno. Con Ho’oponopono il punto di vista si inverte. In realtà, non cambia nulla. Semplicemente, prima non ci rendevamo conto di aver sempre creato in maniera inconscia la nostra realtà.

    Quando qualcosa si manifesta davanti a noi, dice il dottor Len, possiamo chiederci che cosa stiamo vivendo nel nostro intimo. Occorrerà poi assumersi tutta la responsabilità di quanto proviamo e stiamo creando. In seguito, una volta accettata la situazione (da noi creata per intero), possiamo intraprendere il processo di pulizia di tutti i ricordi alla base dei nostri fastidi. I ricordi infatti non ci lasciano nessuna tregua. A livello inconscio guidano la nostra vita e impediscono al libero arbitrio di esprimersi.

    La realtà fisica è una creazione della nostra mente, cioè i creatori di tutto ciò che ci succede siamo noi.

    Non siamo la somma dei nostri ricordi, non siamo i nostri ricordi, siamo qualcosa di più, affermava Morrnah Simeona.

    Ciò che accade nella nostra vita, gli eventi, gli incontri, i luoghi dove abitiamo, i viaggi, tutto è creato dai nostri ricordi. Siamo in realtà quasi telecomandati dai ricordi. Ci fanno credere di essere diversi dagli altri e, in definitiva, sono loro a trasmetterci l’illusione della separazione. Ecco perché è utile rammentarci che non siamo i nostri ricordi. Così facendo, arriviamo a una domanda fondamentale che si è posta Morrnah, che si pone il dottor Len e che ciascun essere umano ha il diritto di porsi: Chi sono io in realtà?.

    In parole semplici, i nostri ricordi ci impediscono di essere noi stessi. Liberandoci da questa ingombrante eredità, rimuovendoli pazientemente uno dopo l’altro come faremmo con gli strati di una cipolla, saremo condotti a scoprire chi siamo davvero. Tutto ciò che di esteriore ci disturba, ci destabilizza e ci fa soffrire è un ricordo. La sofferenza che vediamo nell’altro è un ricordo che si riattiva dentro di noi.

    L’origine di tutto ciò che ci accade e ci colpisce è un ricordo.

    Ho’oponopono ci permette di ripulire tutti i nostri ricordi. In realtà, però, non esistono ricordi buoni o ricordi cattivi. È la mente a giudicare, decidendo quello che è bene e quello che è male. La realtà è tutt’altro. Esistono semplicemente dei ricordi, dei quali alcuni ci sembrano sbagliati, mentre altri ci sembrano giusti. Esistono semplicemente dei ricordi che dobbiamo ripulire per liberarcene. Ho’oponopono ce lo consente.

    Le diverse parti dell’identità

    I ricordi sono immagazzinati nel subconscio, che gli hawaiani chiamano Unihipili o Bambino interiore. È la sede delle emozioni e dei ricordi. Per questo motivo il processo di Ho’oponopono invita a chiedere al Bambino interiore di lasciar andare le sue paure e liberare i ricordi che sono stati la causa del problema o della situazione. È infatti in questa parte del sé che sono conservati tutti i ricordi. Il Bambino interiore ha un grande bisogno di essere rassicurato e amato, giacché è proprio attraverso l’amore che riuscirà ad alleggerirsi di questo fardello liberando i ricordi.

    Al contrario il conscio o Uhane, che per gli hawaiani significa madre, è la parte che rappresenta la mente o l’intelletto, la parte che può scegliere se pulire i ricordi o evitare di intraprendere il processo e continuare così ad alimentare l’illusione del controllo. Il suo è un ruolo importante. Richiede parecchia umiltà, perché compiendo la scelta di pulire i ricordi la mente deve abbandonare i comandi. Deve riporre fiducia e annullarsi davanti alla Divinità.

    Vi è infine il superconscio, anima o Sé superiore, che gli hawaiani chiamano Aumakua, ossia padre. Questa parte è in collegamento diretto con la Divinità interiore e a essa chiediamo di pulire i ricordi nel momento in cui vengono liberati dal subconscio. La richiesta è rivolta al Sé superiore o all’anima, che subito passa il comando alla Divinità interiore, il cui ruolo consiste nel pulire e purificare la causa o le cause del problema. È pertanto possibile rivolgersi direttamente alla Divinità interiore.

    Come fare pulizia?

    Per fare pulizia si utilizzano le quattro frasi chiave di Ho’oponopono: "mi dispiace, ti chiedo perdono, ti ringrazio, ti amo".

    La regolare pratica del processo permette di ridurre queste frasi a un semplice mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo o anche grazie, ti amo. Ci lasceremo

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