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Fuoco nel cuore: Mistici, saggi e guaritori nel mondo di Daskalos.
Fuoco nel cuore: Mistici, saggi e guaritori nel mondo di Daskalos.
Fuoco nel cuore: Mistici, saggi e guaritori nel mondo di Daskalos.
E-book378 pagine5 ore

Fuoco nel cuore: Mistici, saggi e guaritori nel mondo di Daskalos.

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Info su questo ebook

Parte di una trilogia che comprende Il Mago di Strovolos e Omaggio al Sole, Fuoco nel cuore è tuttavia un testo indipendente, perfettamente accessibile anche a chi non ha letto i precedenti. Gli argomenti già trattati in precedenza vengono approfonditi con cura e con un linguaggio diretto, capace di arrivare al cuore di chi legge. Fuoco nel cuore è un libro penetrante e spiritualmente illuminante, un viaggio nel mondo delle personalità psichiche e magiche, un'esplorazione della coscienza umana unica nel suo genere, condotta alla presenza di mistici e guaritori dalle doti straordinarie. Kyriacos Markides descrive con abilità le pratiche segrete e le esperienze straordinarie di mistici ciprioti che vivono nella società contemporanea e spiega come le pratiche sciamaniche, spesso identificate esclusivamente con l'induismo, il buddismo o le tradizioni dei Nativi Americani, siano in realtà parte integrante del patrimonio mistico del cristianesimo.Markides, professore universitario che si interessa di sociologia delle religioni, compie in questo libro un ulteriore viaggio a Cipro alla scoperta di mistici e guaritori cristiani, accostandovisi con maestria conoscenza metafisica e capacità d'analisi. In questo senso, Fuoco nel cuore è un viaggio, da intendersi non solo in senso fisico. Markides si reca a Cipro, ma nel contempo si addentra anche, spiritualmente, nel mondo del paranormale, della mistica e di tutto ciò che trascende la logica e la realtà sensoriale. Ma il viaggio più profondo, più toccante e più importante è quello che l'autore indica al lettore: l'erevna, la ricerca della verità attraverso la contemplazione, la meditazione e l'osservazione di sé. 'Scopri la verità e la verità ti renderà libero'.
LinguaItaliano
Data di uscita18 nov 2014
ISBN9788868201333
Fuoco nel cuore: Mistici, saggi e guaritori nel mondo di Daskalos.

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    Anteprima del libro

    Fuoco nel cuore - Kyriacos C. Markides

    ’Αληδειαζ

    1. L’Erevna

    Ero appena arrivato a Nicosia nel maggio del 1987 e Stephanos mi chiamò al telefono: Devo mostrarti una cosa, disse. Riguarda Daskalos, devo vederti subito. Dalla sua voce traspariva uno stato di eccitazione e un senso di urgenza e anche se la notte precedente non avevo dormito a causa del lungo volo dal Maine, gli dissi di venire subito, senza badare alla stanchezza. Ero molto contento di vedere il mio caro e intimo amico Stephanos.

    Le cose stanno sfuggendo di mano, disse sorridendo e facendo un profondo respiro mi passò un giornale con un articolo di due pagine su Daskalos.

    Scossi la testa costernato. Malgrado la mia promessa di proteggere la privacy di Daskalos, non sembrava più possibile mantenere segreta la sua identità. Avevo già scritto due libri su di lui e Cipro è un’isola troppo piccola perché qualcuno possa rimanere anonimo, in particolar modo una persona come Daskalos. Quando operò un miracolo di guarigione alla presenza di alcuni giornalisti sbigottiti, subito dopo fu inevitabile la comparsa di questa storia sui giornali. Stephanos era presente quando avvenne la straordinaria guarigione e quindi era in grado di fare un resoconto.

    Stavo chiacchierando con Daskalos, disse Stephanos, mentre ci mettevamo comodi davanti a due tazze di tè ghiacciato, quando entrarono alcuni giornalisti con videocamere e registratori chiedendo di avere un incontro con lui. Erano venuti a conoscenza di quel che faceva e desideravano porgli alcune domande. Daskalos li invitò a entrare e parlò con loro per più di un’ora.

    Un atteggiamento completamente diverso, pensai meravigliato. Sapevo che fino ad allora Daskalos non aveva mai concesso alcuna intervista ai giornalisti.

    "Facevano ogni sorta di domande, riguardo la vita dopo la morte, la reincarnazione, la guarigione, la chiaroveggenza e così via. Non penso che queste persone abbiano mai avuto informazioni riguardo questi argomenti, perciò ascoltavano con un’espressione affascinata negli occhi.

    Nel momento in cui erano pronti ad andare, continuò Stephanos, entrò una donna inglese con in braccio il figlio di tre anni. Quel che accadde dopo è più o meno quel che è descritto nel giornale.

    Guardai di nuovo il settimanale che avevo davanti a me e lessi il titolo in greco a grossi caratteri: Davanti ad alcuni testimoni Spyros Sathi (Daskalos) guarisce un bambino inglese di tre anni malato di polio. Andando avanti lessi: È stato un miracolo? Si è trattato solo di suggestione? Non so proprio cosa dire. So soltanto quello che ho visto con i miei occhi: un piccolo bimbo, che pochi minuti prima non poteva reggersi in piedi, poteva correre su e giù per la stanza. Il giornalista continuava con la descrizione di come Daskalos operò la guarigione.

    Guardai con curiosità la donna inglese che reggeva il suo bimbo. Soltanto quando pose il bambino nelle braccia di Spyros Sathi notai che la gamba sinistra aveva un pesante sostegno di plastica. Era atrofizzata e visibilmente più corta dell’altra gamba... Spyros Sathi si sedette su una sedia con il bambino tra le braccia e cominciò a parlargli con un tono di voce molto, molto dolce. Mentre faceva questo, dava dei leggeri colpetti alla gamba malata. ‘Che problema ha tuo figlio?’, sussurrò un mio collega alla donna. ‘Ha la polio’, lei disse. ‘Non può reggersi in piedi. Se lo lasciamo in piedi da solo cade’. Nel frattempo Spyros Sathi continuava a dare colpetti alla gamba atrofizzata. La tirò alcune volte come per allungarla... Dovevano essere passati dieci, venti minuti, non ricordo. Avevo gli occhi incollati un po’ sul bimbo e un po’ su Spyros Sathi. Improvvisamente il bimbo fece una smorfia di dolore. A quel punto egli lo mise in piedi, gli diede una leggera pacca sul sedere e disse: ‘Ora corri, figliolo’. E il bimbo cominciò a correre per la stanza! È stato un miracolo? È stata suggestione? Si può giungere a qualunque conclusione, ho descritto soltanto quello che ho visto.

    Il tempo dell’anonimato è finito, dissi a Stephanos che aveva condiviso con me le esperienze con Daskalos per quasi un decennio.

    Durante l’estate del 1978 avevo incontrato per la prima volta Spyros Sathi, un dipendente statale in pensione. Era un uomo alto dall’aspetto comune, non molto diverso da qualunque suo compatriota. Se ne potevano trovare in abbondanza nelle caffetterie di Cipro frequentate solo da uomini impegnati ad ammazzare il tempo giocando a backgammon o a carte, a leggere il giornale, a chiacchierare o a sorseggiare pigramente caffè turco.

    Ma Spyros Sathi non era un uomo comune e non frequentava spesso le caffetterie. Durante il tempo libero preferiva curare le sue piante e i suoi cactus, dipingere strani paesaggi fuori dal mondo e ascoltare Beethoven.

    Se fosse vissuto in Siberia o in Nepal o in qualche villaggio africano, gli antropologi lo avrebbero probabilmente considerato uno sciamano e se fosse nato in Messico o in Perù avrebbe avuto certamente il titolo di curandero. Gli indiani e i tibetani lo avrebbero venerato come uno yogi o un lama.

    Spyros Sathi è un guaritore e un maestro di conoscenza metafisica dotato di inimmaginabili poteri psichici. Afferma di avere la capacità di staccarsi dal suo vecchio corpo a piacimento e in compagnia di altri aiutanti invisibili viaggiare in posti lontani e in altre dimensioni allo scopo di essere a disposizione di coloro che si trovano in difficoltà. Può fare questo in piena coscienza e, come fanno i veri sciamani, racconta ai seguaci la sua esperienza di exomatosi (esperienza fuori dal corpo).

    Dopo che la medicina convenzionale aveva esaurito la sua efficacia, persone di tutte le estrazioni sociali si rivolgevano timidamente a lui per operare esorcismi e per curare il corpo e l’anima affetti da ogni tipo di malattia fisica e psicologica.

    Nell’isola per molto tempo il suo nome fu sinonimo di occultismo e i fedeli religiosi lo evitavano come un mago di natura mefistofelica. Non nominare neppure il suo nome nella mia casa, mi disse una volta una zia profondamente religiosa. I tentativi di scomunicarlo da parte della gerarchia ecclesiastica fallirono grazie alla ferma opposizione dell’Arcivescovo Makarios. Si mormorava che Sua Beatitudine fosse egli stesso una sorta di discepolo che segretamente riceveva da Sathi discorsi e lezioni registrate su nastro. Il prelato certamente riconosceva che l’uomo non era una minaccia per la cristianità e certamente non era un minaccioso stregone. In effetti deve essersi reso conto, come avevo fatto io, che questo singolare uomo di Strovolos era un mistico cristiano.

    Per le persone sofisticate e non credenti, Spyros Sathi non era da prendere sul serio. Forse era un farabutto, certamente un ciarlatano. O al massimo una curiosità divertente, un innocuo anacronismo tra l’ingenuo e il naif, una cosa adatta a persone sciocche e poco istruite e qualcosa che si poneva agli antipodi di una riflessione ponderata e dell’oggettività scientifica. Vuoi veramente perdere tempo con quest’uomo?, mi chiese preoccupato un cugino che aveva studiato scienze sociali, scuotendo la testa quando gli parlai per la prima volta della mia intenzione di trascorrere un periodo sabbatico a studiare il mondo di Spyros Sathi. Perché non studi la struttura delle classi sociali di Cipro e la relazione tra il comportamento nel voto e l’affiliazione ai partiti politici? Nessuno ha mai fatto uno studio del genere.

    Spyros Sathi passò la maggior parte della sua vita a vivere come un paria nella sua stessa società, visto con profondo sospetto da credenti e non credenti. Naturalmente, non era il caso delle persone che avevano cercato il suo aiuto, oppure di chi entrava nel cerchio sempre più vasto dei discepoli che mettevano a repentaglio la loro reputazione per partecipare alle lezioni nello Stoa, una stanza trasformata in santuario sul retro della casa. Si riunivano là e praticavano le arti mistiche, compresi gli esercizi di meditazione che lui assegnava per lo sviluppo psiconoetico e spirituale. Per questo gruppo di persone Spyros Sathi era non solo il Mago di Strovolos, ma Daskalos, maestro e insegnante di saggezza esoterica.

    Dissi a Stephanos che sarei andato a trovare Daskalos il mattino seguente dopo un sonno ristoratore. Quando l’indomani arrivai a casa sua, c’erano alcuni visitatori che come di consueto volevano la sua assistenza per una ragione o per l’altra. Era di umore gioviale ed era contento di rivedermi dopo un’assenza di più di otto mesi dalla nostra ultima visita nell’agosto 1986.

    Non era per niente contrariato dal fatto che la stampa lo avesse scoperto, era invece contento e ancor più soddisfatto della meraviglia dei giornalisti. Non c’è stato nulla di miracoloso o di straordinario riguardo a quel che è accaduto, ridacchiò. Sono soltanto diventato un veicolo per lo Spirito Santo, tutto qui. Ribadì quello che mi aveva detto molte volte, quel che rende miracolo un miracolo è la nostra ignoranza. Se noi sapessimo come funziona la Natura, non chiameremmo miracoli questi fenomeni. L’unico miracolo che esiste, disse con enfasi. È la vita stessa. Null’altro.

    Col suo caratteristico modo di fare malizioso, Daskalos scherzò sull’episodio suscitando l’ilarità tra le poche persone presenti. Poiché era in compagnia ed era indaffarato, rimasi solo per poco. Ci mettemmo d’accordo per incontrarci più avanti durante la settimana. Nel frattempo passai alcuni giorni nella fiorente città portuale di Limassol. Là ripresi contatti con Kostas, il discepolo più avanzato di Daskalos e suo successore designato.

    L’articolo sul giornale aveva creato eccitazione in tutta l’isola, anche tra quelli che normalmente ignorano cose come la guarigione, le facoltà psichiche e così via. Poiché ero considerato una specie di esperto sull’argomento, venivo avvicinato da amici e conoscenti per la mia opinione di esperto. Tra di loro vi era Sofia, una sociologa di origine cipriota che lavorava in una università canadese. Era venuta sull’isola per una visita estiva e dopo aver saputo della mia presenza mi contattò.

    Ci accordammo per vederci la sera del sabato all’Elefthere Karpasia, un ristorante vicino alla Linea Verde, il confine tracciato dalle Forze delle Nazioni Unite a Cipro (UNFICYP) per mantenere la pace tra i ciprioti greci e turchi. Era un edificio governativo costruito in arenaria durante il periodo coloniale britannico e poi abbandonato in seguito a un bombardamento. Mi piaceva il posto anche se ricordava la tragica condizione in cui si trovavano i due gruppi etnici e la catastrofica invasione dell’isola da parte della Turchia nell’estate 1974.

    Il ristorante era composto praticamente da quattro mura ed era coperto dal tetto soltanto per metà perché l’altra metà era stata demolita dal bombardamento. C’era uno spazio all’aperto, un cortile con gelsomini e palme e vecchi archi veneziani che guardavano la parte di Nicosia occupata dai turchi. I rifugiati dalla penisola di Karpasia, ora occupata dalla Turchia, presero possesso dell’edificio e il pomeriggio e la sera durante le calde serate estive lo facevano funzionare temporaneamente come un piccolo locale. Era un posto frequentato da alcuni esponenti dell’intellighenzia locale e alcuni attivisti politici radicali, era un buon posto per lunghe e quiete conversazioni.

    Francamente non riesco a capire cosa hai fatto durante tutti questi anni, iniziò Sofia con un sorriso mentre prendevamo posto in un tavolo sotto uno degli archi veneziani. Devo essere sincera con te; questi argomenti che tu tratti mi mettono a disagio. Sono contrari alla mia preparazione e ai miei valori.

    Sono pienamente d’accordo con te. Risi e la rassicurai sul fatto che tali reazioni non mi davano alcun disturbo. Ero quasi certo che Sofia conosceva le mie ricerche soltanto vagamente. Mi conosceva come sociologo politico; in varie occasioni avevamo partecipato a seminari sulla soluzione del problema di Cipro. Per lei era difficile comprendere come avessi potuto fare un cambiamento così radicale, nella carriera di scrittore, occupandomi della vita e del lavoro di oscuri mistici e guaritori. Considerando la mia istruzione in scienze sociali tradizionalmente scientifica e positivistica, che mi aveva abituato a interpretare qualunque forma di religione come espressione di un bisogno della società o di una condizione psicopatologica, Sofia mise in dubbio istintivamente le mie simpatie per Daskalos, Kostas e la loro cerchia di discepoli. Posso immaginare quel che le passava per la mente: povero Kyriacos, ha le migliori intenzioni di questo mondo, ma in che pasticcio si è cacciato?

    Quando incominciai la mia ricerca con Daskalos circa dieci anni fa, come te ero molto scettico, dissi. Ma dopo tutti questi anni riconosco che c’è qualcosa di autentico che non può essere messo da parte con leggerezza.

    Ma come la mettiamo con l’oggettività scientifica?, chiese Sofia, con un tono amichevolmente ironico.

    Ti assicuro che il mio approccio non è contrario agli scopi della scienza. In questo studio particolare ho soltanto impiegato un metodo più fenomenologico. Le dissi che il mio scopo non era quello di spiegare (o meglio spiegare esaurientemente) come sperimentano il mondo le persone del tipo di Daskalos e Kostas.

    Invece di prendere in considerazione il punto di vista dell’accademico americano, dissi, che entra nel mondo di Daskalos con pregiudizi e idee preconcette sulla sua realtà, ho scelto che fosse lui a raccontarmi di se stesso. In situazioni in cui la realtà del soggetto di studio è radicalmente diversa dalla tua non è saggio imporre il proprio punto di vista, per quanto scientifico possa sembrare, prima di offrire all’interlocutore l’opportunità di esporre il suo caso nel suo linguaggio e con il suo tipo di comprensione. Sono stato attento a non imporre i miei pregiudizi e i miei limiti.

    Non pensi Kyriaco, chiese Sofia pensierosa che il metodo da te usato e che apparentemente continui a usare, abbia degli inconvenienti? In altre parole, non è un inconveniente che il tuo metodo sia descrittivo e non basato su un’impostazione critica?.

    Al contrario, nei miei incontri con Daskalos così come in quelli con Kostas ho sempre avuto il ruolo del San Tommaso. Ho sempre mantenuto un atteggiamento critico, a volte più di quel che le circostanze richiedevano. In altre parole, mi sono sentito costretto a indagare sulla validità di quello che loro dicevano riguardo la natura della realtà. In effetti, la mia relazione con loro è stata facile proprio perché sono stato accettato come scettico.

    Lei insisteva. D’altra parte però, il tuo approccio implica il fatto di non mettere in dubbio la loro versione della realtà. Tu non li metti davanti a una visione alternativa.

    Se mi fossi fermato al livello del confronto, non sarei andato molto lontano. Non sarei stato in grado di raccogliere tutto il voluminoso materiale sul mondo straordinario in cui vivono e lavorano questi mistici, che da parte loro mi avrebbero già rifiutato come un rigido dogmatico senza speranza.

    Però, insisteva Sofia, "non c’è il rischio che tu ti sia identificato con queste persone, quel che in sociologia chiamiamo ‘assumere i costumi indigeni’ e hai dimenticato il ruolo critico di sociologo?

    Ma questo è un rischio o un pregiudizio?, ribattei. Il rischio di essere identificato con loro implica che come ricercatore rifiuti di entrare nella situazione per comprendere realmente il tuo soggetto. Preferisci invece mantenere un distacco scientifico trattando gli altri come oggetto di studio. Non penso che in questi casi un approccio del genere porti a dei risultati concreti o a qualche comprensione reale. Al contrario, porta a distorcere e a far mancare una visione vera della materia su cui si vuole investigare.

    Il nostro breve e amichevole dibattito sulla metodologia terminò all’avvicinarsi del cameriere al nostro tavolo. Sofia ordinò del tè e io un bicchiere di birra. Il sole era tramontato da almeno un’ora e si stava facendo buio, ma potevamo ancora vedere le persone che si muovevano sulle balconate dall’altra parte dell’ampio fossato asciutto che ci separava dai turchi residenti all’interno delle mura della città, fortificazioni costruite dai veneziani nel sedicesimo secolo quando regnavano sull’isola.

    Kyriaco, stai dicendo, chiese Sofia mentre guardava la parte turca della barriera, che questo Daskalos ha delle cosiddette capacità metafisiche?

    "Ti dirò quel che lui stesso dice e quel che in effetti dicono tutti i mistici autentici, che in realtà al mondo non c’è niente di metafisico. È la limitazione della nostra consapevolezza che classifica certi fenomeni o certe capacità come metafisica. Se la nostra consapevolezza fosse diversa, forse certe cose come le guarigioni operate senza l’aiuto della medicina, i poteri psichici e così via, sarebbero considerate perfettamente normali e naturali.

    "In effetti, sono giunto alla conclusione che la nostra consapevolezza riguardo a quel che è in realtà la Natura è grossolanamente limitata. Tutto ciò che sta al di fuori di queste grossolane limitazioni tendiamo a chiamarlo metafisico e a definirlo come qualcosa al di là dello scopo della scienza e della ragione. Una volta fatte queste categorie nella nostra mente, consciamente o inconsciamente, rifiutiamo quel che abbiamo etichettato in questo modo. Lo consideriamo irreale o al massimo non riconducibile alla comprensione umana. Il messaggio che sta sotto è: ‘non te ne occupare’. In altre parole, consideriamo naturale e reale solo quel che è accessibile alla nostra visione ordinaria, all’udito, al tatto, al gusto e all’odorato. Ma se noi fossimo dotati di ‘supersensi’ come affermano i mistici e anche alcuni scienziati di oggi? E se potessimo sviluppare e essere padroni di questi supersensi e impiegarli per una più profonda comprensione del mondo?

    Siamo ormai convinti, continuai, mentre Sofia ora ascoltava con evidente interesse che l’evoluzione della coscienza umana è passata dal punto di assenza di coscienza alla superstizione e alla magia primitiva per poi passare alla ragione e arrivare al culmine nel trionfo del pensiero scientifico nel secolo diciannovesimo e ventesimo. Ma non c’è una base logica per sostenere che la crescita della coscienza abbia raggiunto il suo traguardo finale con la scienza meccanicistica di oggi. Forse, come ci hanno sempre detto i mistici di tutti i tempi, ci sono stadi al di là del razionale e dello scientifico che devono essere ancora raggiunti dalla specie umana. In effetti, questo è esattamente quel che oggi affermano gli psicologi transpersonali.

    Sofia, pensierosa e in silenzio, sorseggiava il suo tè. Mi stai suggerendo dunque, disse infine, che persone come i tuoi amici Daskalos e Kostas hanno delle abilità straordinarie al di là e oltre i cinque sensi?.

    Tutto quel che ti posso dire, le dissi con un sorriso, "è quel che io ho sperimentato con queste persone durante l’ultimo decennio. Dopodiché puoi trarre le tue conclusioni. Ho cominciato questo progetto diffidando di ogni pretesa di cosiddette facoltà paranormali. Comunque, l’aver frequentato Daskalos e Kostas durante questi anni e le letture su questo argomento, mi hanno portato e rivedere i miei vecchi preconcetti positivistici. Per ora sono giunto alla conclusione che certe facoltà non solo sono possibili, reali e normali, ma possono essere il retaggio filogenetico della nostra specie. Esse sono sicuramente dormienti nella psiche dell’umanità media, ma si manifestano all’interno di alcuni elementi dotati come Daskalos e Kostas. Persone come loro sono state bollate con nomi tipo: sensitivi, chiaroveggenti, sciamani, mistici e così via.

    Devo ammettere che il mio iniziale scetticismo col tempo diminuì considerevolmente per la serie di straordinarie guarigioni e coincidenze che avvennero davanti ai miei occhi. Vedi, quel che è accaduto l’altro giorno davanti ai giornalisti, per me non è affatto sorprendente, perché ho osservato tali fenomeni così spesso che ormai li considero normali.

    Puoi farmi qualche esempio?, chiese Sofia.

    "C’è stata quella guaritrice inglese che è venuta l’altra estate a tenere dei ‘seminari’ sulla sua specialità. È stato quando mi stavo preparando a ritornare nel Maine. Si è recata a visitare Daskalos dopo aver letto i miei libri. Alla fine della conversazione, Daskalos e Kostas guarirono i suoi problemi cronici alla schiena. Quando lei si rese conto di cosa le era capitato, passò un po’ di tempo a piangere da sola nello Stoa. Più tardi, quella notte, chiamò mia moglie Emily per dirle che andando a dormire s’era accorta che le sue gambe erano diventate uguali. Non aveva più problemi nel camminare. E continuò a piangere al telefono.

    ‘Eccomi qua’, disse. ‘Sono venuta a Cipro per tenere corsi sulla guarigione e invece io stessa sono stata guarita’".

    Poi descrissi a Sofia una serie di altri casi, compreso quello spettacolare della signora Katina, che era paralizzata a letto da mesi, anche lei sofferente per problemi alla spina dorsale. Daskalos la guarì davanti ai nostri occhi. Da quel momento, la donna ha vissuto una vita normale senza avere ricadute. La cosa notevole di questo caso è che, dopo la sua improvvisa guarigione, la signora fece una visita dal radiologo per fare delle lastre alla spina dorsale. Le nuove lastre mostravano una colonna vertebrale normale, mentre quelle fatte una settimana prima mostravano una colonna vertebrale malata.

    In un’altra occasione ero in macchina con Daskalos. Inaspettatamente cominciò a descrivere l’interno della nostra casa nel Maine e scherzò sul fatto che dovevamo installare un altro telefono al piano superiore. ‘Quando corri giù per prendere la telefonata, potresti romperti il collo, Kyriaco’, disse. Nessuno gli aveva mai descritto l’interno della nostra casa nel Maine, tanto meno dove era situato il telefono.

    Forse, sostenne Sofia con un po’ di scetticismo nella voce, tutto questo può essere spiegato come una pura coincidenza.

    Per me sarebbe difficile accantonarle come semplici coincidenze. Quando cose del genere accadono frequentemente cominci a prestarvi attenzione e così l’idea che possano essere solo coincidenze perde forza.

    Le feci poi ulteriori esempi. "Una mia studentessa aveva problemi fisici da almeno vent’anni. I dottori non potevano capirne l’origine. Portai la sua fotografia a Daskalos. Dopo averla tenuta in mano per alcuni secondi, la diagnosi fu che il suo problema stava nel cervello. Suggerì un elettroencefalogramma. Lei seguì il consiglio e si fece fare un costoso esame del cervello. In effetti c’era un problema in quell’area. Evitò di dire ai dottori come le era venuta l’idea di farsi fare un esame del cervello.

    "In un’altro caso simile portai a Daskalos la fotografia di una donna di New York. Aveva problemi fisici cronici e anche in questo caso i dottori non sapevano indicarne la causa. Daskalos mi disse di dirle che il problema stava nei suoi denti guasti. Doveva estrarli tutti, disse, perché infettavano e avvelenavano tutto il corpo. Con grande esitazione le scrissi quello che Daskalos aveva prescritto e spedii la lettera da Cipro. Sei mesi dopo ricevetti una telefonata. Era il marito di questa donna. Disse che desiderava soltanto comunicarmi quel che era successo. Sua moglie non prese seriamente il consiglio di Daskalos e naturalmente non andò da un dentista per farsi estrarre i denti. In sei mesi quattro denti letteralmente si frantumarono e caddero. Il muco infetto le gocciolava dalla bocca. A questo punto andò dal dentista che estrasse tutti i denti. I problemi fisici scomparvero.´

    Se quelli che mi hai raccontato sono casi reali, disse Sofia, con uno sguardo perplesso, escludendo le coincidenze, come ti spieghi questi fenomeni?.

    Nel corso della storia, grandi filosofi, mistici e scienziati hanno affermato che in realtà non esistono le coincidenze. Carl Jung per esempio, sviluppò la sua famosa e controversa teoria della sincronicità sostenendo proprio questa tesi, che non esistono le coincidenze. Daskalos e Kostas lavorano all’interno di un sistema di conoscenza altamente sviluppato che può spiegare la natura delle coincidenze.

    In quel momento intravidi sulla porta un vecchio amico e gli feci un cenno con la mano. Ci rivedevamo dopo anni e dopo esserci salutati, lui si unì ai suoi amici seduti a un’altro tavolo. Poi, Sofia e io ci preparammo a una buona cena. Tutti i tavoli dell’Elefthere Karpasia si erano riempiti e i camerieri erano indaffarati e andavano avanti e indietro dalla cucina esterna ai tavoli portando i tipici mezedes, un assortimento di vari antipasti greci e turchi, accompagnati da birra e vino locale ghiacciati.

    Sono pronta ad ascoltare dell’altro su come vedono il mondo i tuoi amici, disse Sofia dopo che avevamo trascorso un po’ di tempo a mangiare e a scambiarci notizie personali.

    I pensieri e i sentimenti sono energie che proiettiamo nell’ambiente. Cominciai il mio tentativo di spiegare a Sofia i principi basilari degli insegnamenti. Questi sono gli elementali che ogni essere umano crea incessantemente.

    Cosa intendi per elementali?.

    Gli elementali sono forme pensiero che hanno varie forme e colori, un mistico avanzato che sia chiaroveggente può percepirli quando vengono originati dal subconscio di una persona. Questi elementali hanno potere, energia e vita propria. La loro energia può essere positiva o negativa. Per esempio, un pensiero e un sentimento benevolo verso un’altra persona creano un elementale carico di energia positiva. Allo stesso modo, un sentimento o un pensiero negativo sono un elementale negativo.

    Dove vanno questi elementali?, chiese Sofia.

    La natura degli elementali è di vivere all’interno di quel che Daskalos e Kostas chiamano la dimensione psiconoetica dell’esistenza e di influenzare in modo subconscio le persone che vibrano sulla stessa frequenza di quegli elementali. Prima o poi essi ritornano alla loro fonte. Quindi, qualunque elementale noi proiettiamo nell’ambiente, buono o cattivo che sia, alla fine ci torna indietro sette volte più forte. Questo è il modo in cui funziona il karma.

    "Karma?".

    Sì, la legge di causa ed effetto. Essi sostengono che nulla nella vita è casuale. Tutta l’esistenza è governata dalla legge del karma, da causa ed effetto. Qualunque cosa facciamo, buona o cattiva, in realtà la facciamo a noi stessi.

    Spiegai che la legge del karma opera nel contesto di ripetute incarnazioni. Gli elementali che proiettiamo all’esterno ci tornano indietro in questa o in una vita futura. Questo è il modo in cui forgiamo il nostro destino".

    Loro sostengono che siamo totalmente responsabili del nostro destino?, chiese Sofia.

    Questo è proprio quel che dicono. I pensieri, i desideri e le emozioni sono elementali che costituiscono il nostro subconscio. In effetti sono questi elementali che strutturano il nostro subconscio. Noi trasportiamo la somma totale delle nostre forme subconsce da una vita all’altra.

    Guarda che questa idea della reincarnazione per me è difficile da mandar giù, disse Sofia con un risolino nervoso.

    Daskalos sostiene che questi concetti non sono cose in cui credere o no, che ci piacciono o no, ma sono fatti della vita. E con una seria investigazione sulla natura dell’esistenza si può scoprire che sono veri.

    Vai avanti. Dimmi di più. Cosa ci accade da una vita all’altra? Cosa dicono i tuoi amici?.

    Per capire quello che ci accade dopo la morte devi comprendere che non abbiamo soltanto un corpo; in realtà ne abbiamo tre.

    Tree?, l’espressione incredula sul volto di Sofia mi fece sorridere.

    Sì, tre, confermai. "Oltre al corpo grossolano materiale abbiamo anche un corpo psichico e un corpo noetico. Il corpo psichico è il corpo dei sentimenti, emozioni e desideri che ha come centro il cuore. Il corpo noetico è il corpo dei pensieri e ha alla sua base il centro della testa. Ognuno di questi tre corpi esiste in differenti dimensioni della realtà e presi insieme costituiscono la nostra personalità attuale.

    Il corpo materiale grossolano esiste all’interno del mondo tridimensionale, il corpo psichico all’interno del mondo della quarta dimensione e il corpo noetico all’interno di un mondo pentadimensionale. Sono tre corpi in uno, insieme compongono la nostra personalità attuale.

    Questi corpi sono interconnessi dal loro corrispondente doppio eterico, il campo di energia che li permea e mantiene la loro vitalità. Daskalos e Kostas affermano che in punto di morte è soltanto il corpo grossolano materiale che muore. In quanto personalità autocoscienti, continuiamo a esistere all’interno della dimensione psiconoetica con tutti i nostri sentimenti, emozioni, simpatie, antipatie. Ci è possibile fare questo perché siamo dotati degli altri due corpi: psichico e noetico.

    Quindi che differenza c’è tra la vita all’interno di questa dimensione e la vita dopo la morte?, la voce di Sofia continuava a tradire un profondo scetticismo misto a un certo fascino per gli argomenti che stavamo trattando.

    "L’unica differenza riguarda le leggi che governano queste altre dimensioni. Daskalos e Kostas affermano che esistono mondi all’interno di mondi e che tutti i mondi sono diversi secondo la loro frequenza vibratoria. Per esempio, il mondo grossolano materiale ci appare solido perché, quando siamo all’interno del corpo materiale grossolano, vibriamo alla stessa frequenza della materia grossolana. Gli altri mondi sono anch’essi mondi di materia, ma hanno livelli vibratori più elevati. Per esempio, all’interno del corpo psichico lo spazio viene trasceso e ci si può muovere istantaneamente da una parte all’altra della terra.

    Essi affermano che se impariamo a elevare il livello vibratorio mentre viviamo ancora nel corpo fisico grossolano, possiamo lasciarlo e viaggiare nelle altre dimensioni con il corpo psiconoetico. Il corpo grossolano materiale e il mondo grossolano materiale non saranno più un ostacolo nello stato che essi chiamano exomatosi o viaggio fuori dal corpo. La coscienza può viaggiare istantaneamente non soltanto in queste altre realtà, ma può anche muoversi sul piano materiale grossolano e acquisire informazioni e conoscenza riguardo altre parti del mondo, come l’interno della mia casa nel Maine, dissi ridendo.

    Sofia ascoltò con uno sguardo perplesso sul viso. Mi resi conto che quel che le avevo raccontato poteva sembrarle una favola affascinante. La sua insistenza nel porre domande mi ricordò il modo in cui mi ero messo in relazione con Daskalos durante i primi tempi della mia ricerca, quasi dieci anni addietro.

    Vorresti dire che il corpo psiconoetico è quel che la gente intende di solito con anima?, chiese.

    No, niente affatto, dissi. "I corpi psichico e noetico sono anch’essi corpi materiali a livelli vibratori più elevati. Quando abbandoniamo il corpo materiale grossolano nel momento che noi chiamiamo morte, continueremo a vivere con gli altri due corpi, con le emozioni e con i pensieri. Avremo un aspetto molto simile

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