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Omaggio al sole: La saggezza di Daskalos
Omaggio al sole: La saggezza di Daskalos
Omaggio al sole: La saggezza di Daskalos
E-book335 pagine3 ore

Omaggio al sole: La saggezza di Daskalos

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Info su questo ebook

Parte di una trilogia che comprende Il Mago di Strovolos e Fuoco nel cuore, Omaggio al sole è il secondo libro su Daskalos, il Mago di Strovolos, mistico e taumaturgo dai poteri eccezionali. Il testo si riallaccia al precedente, Il Mago di Strovolos, ma al tempo stesso costituisce un testo indipendente, che permette anche a chi non ha letto il libro precedente di addentrarsi in un percorso fatto di profondi e illuminanti insegnamenti, dai quali la voce di Daskalos si fa sentire in maniera cristallina.Ripercorrendo le tappe dei suoi incontri con il maestro, Kyriacos C. Markides ci propone un coinvolgente resoconto delle esperienze vissute in questo mondo fantastico. Markides ha conosciuto Daskalos nel 1978 e da allora, fino alla morte del maestro, ne ha seguito con assiduità le orme. Ne emerge un quadro stupefacente, che mette in risalto gli straordinari poteri di una persona dall'atteggiamento umile, capace di mettersi da parte per far parlare, attraverso i suoi gesti, l'essenza divina.Grazie a un linguaggio diretto e in grado con la sua profondità di catturare l'attenzione del lettore, abbiamo modo di esplorare realtà e dimensioni straordinarie in cui il misticismo di Daskalos si esprime concretamente attraverso l'amorevole disponibilità che egli ha sempre offerto, senza accettare ricompense, a tutti coloro che si sono rivolti a lui per ottenere consigli, guarigioni o aiuto spirituale.
LinguaItaliano
Data di uscita8 ago 2014
ISBN9788868201357
Omaggio al sole: La saggezza di Daskalos

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    Anteprima del libro

    Omaggio al sole - Kyriacos C. Markides

    lavorare.

    CAPITOLO I

    Il guaritore

    Nel corso degli anni ho realizzato che la reputazione di Spyros Sathi quale uomo dalle straordinarie abilità psichiche era ben fondata. All’inizio ero profondamente scettico sulle prodezze che gli venivano attribuite, come le guarigioni miracolose, i viaggi fuori del corpo, la telepatia e simili forme di fenomeni paranormali. Avevo letto di questi fenomeni, raccontati da osservatori degni di fede, ma non potevo esserne convinto personalmente.

    Ho studiato sociologia nell’ambito di una tradizione positivista, una disciplina all’apice della cultura razionale e moderna. Per i loro stessi presupposti teorici e metodologici, i fenomeni come quelli descritti da Spyros Sathi sono screditati dalla sociologia e vengono considerati come favole, fantasie di una mente debole e indisciplinata, residui di un passato lontano preda di superstizioni.

    Nel corso del mio addestramento imparai ben presto che Dio è morto, che la religione è una proiezione nevrotica di paure inconsce, un’illusione destinata all’oblio dall’avvento della scienza, della psicanalisi e dell’illuminazione.

    Appresi, e più tardi insegnai, che la società genera le divinità di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza. Perciò, quando gli esseri umani adorano quegli dei, in realtà adorano la loro società. Da noi, scienziati della società, ci si aspettava che considerassimo assiomatica la nozione che la religione non è altro che un riflesso della società, che spesso serve da diversivo per le masse oppresse e ignoranti. Perciò, per far parte dell’avanguardia intellettuale, si doveva essere, se non atei dichiarati, almeno gnostici e deridere qualunque affermazione che suggerisse anche alla lontana che nel misticismo, nella spiritualità o nella religione esistesse un autentico potere. Una volta che Dio era stato dichiarato morto e sepolto sotto il peso del Positivismo, toccava all’Uomo (e alla Donna) soffrire un simile destino. Fummo informati del fatto che la natura umana non esisteva. L’umanità è determinata dal condizionamento o da altre forze sociali al di là del suo controllo. La libertà, assieme a Dio, veniva mostrata come null’altro che un’invenzione dell’immaginazione, un’altra illusione transitoria. Le guide della cultura contemporanea cantavano con entusiasmo l’epitaffio della mente. L’Uomo, diceva un celebre filosofo francese, è morto. A metà del XX secolo, l’homo sapiens non era che un foglio bianco su cui la società scriveva ciò che voleva.

    Forte di questa armatura intellettuale e della mia incerta relazione con essa, entrai nel mondo di Daskalos (il Maestro), com’era chiamato Spyros Sathi dai suoi seguaci e discepoli. Non mi sono mai trovato a mio agio con il materialismo scientifico. Lo accettavo come un costo tragico, forse inevitabile, della vita intellettuale moderna. Dentro di me si annidava un’assopita e non moderna idea dostoievskiana secondo la quale, se non ci fosse Dio, non funzionerebbe nulla.

    A causa del mio scontento ero forse più aperto ad ascoltare la sacra versione di Daskalos sulla realtà, con un minimo di interferenza teorica da parte mia. Semplicemente osservai Daskalos durante le varie sessioni di guarigione, ascoltai i suoi discorsi e le sue conversazioni e lo impegnai in dialoghi usando il suo linguaggio e le sue stesse categorie di comprensione. Diventai un osservatore partecipe nel vero senso della parola, praticando anche gli esercizi di meditazione che egli assegnava per lo sviluppo dei poteri psicocinetici, oltre alla sistematica autoanalisi per la trasformazione e la trascendenza dell’ego.

    Daskalos mi accettò così com’ero, scettico, un Tommaso Dubbioso, come soleva chiamarmi ironicamente. Apprezzava e ogni tanto incoraggiava il mio scetticismo. Una volta mi disse: Non accettare nulla per fede. Devi diventare un punto interrogativo rovente, fiammeggiante, che esamina tutto, avendo sempre come obiettivo la padronanza del Sé.

    I miei dubbi sulle presunte capacità di Daskalos cominciarono a recedere quando ebbi modo di osservarlo in azione di persona. Dapprincipio fui impressionato dalla guarigione di una giovane donna ebrea, che affermava di essere posseduta da demoni. Gli psichiatri e i rabbini che l’avevano visitata al suo Paese non avevano potuto aiutarla e per un po’ era stata anche ricoverata in un manicomio. I demoni continuavano a infastidirla al punto da renderla incapace di vivere o di dormire normalmente.

    Dopo aver diagnosticato il suo problema come possessione, non da parte di demoni, ma di due spiriti umani, nazisti per la precisione (una coppia che era morta durante il bombardamento di Amburgo), Daskalos procedette con l’esorcismo basato su formule derivate dalla Cabbala. Nel corso di un solo incontro con Daskalos, la paziente fu liberata dal suo problema. Le voci che la tormentavano furono zittite e la ragazza fu in grado di vivere un’esistenza normale.

    In un’altra occasione Daskalos guarì una donna cipriota di mezz’età che soffriva di dolori alla spina dorsale. Era paralizzata e i medici, sia a Cipro che all’estero, le avevano consigliato di imparare a convivere con il suo problema, perché non potevano fare nulla. Nel giro di pochi minuti, dopo averle toccato e strofinato la schiena, Daskalos la fece scendere dal letto su cui era rimasta sdraiata negli ultimi sei mesi. Le sue vertebre erano state allineate nuovamente nella posizione corretta e la donna fu perfino in grado di eseguire degli esercizi. La cosa stupefacente di quella guarigione fu che la paziente, non credendo possibile un tale miracolo, fissò per quello stesso giorno un appuntamento con il suo radiologo. I raggi X della settimana precedente evidenziavano in modo inequivocabile un danno alla spina dorsale, mentre le nuove lastre rivelavano che la colonna vertebrale era perfettamente a posto.

    Dopo quell’episodio e molti altri che potei testimoniare, non ebbi più alcun dubbio sul fatto che Daskalos possedesse insolite doti di guaritore, che non potevano essere scambiate per suggestione né spiegate da altre teorie mediche o psicologiche convenzionali.

    Daskalos possedeva altre strane abilità, che mi attirarono lentamente verso il suo mondo. Un giorno, mentre ero in viaggio con lui, cominciò a descrivermi in dettaglio l’interno della nostra casa nel Maine. Mi piace la tua casa, commentò di sfuggita; ha carattere. Scherzando suggerì persino che avremmo dovuto installare un telefono nella nostra camera, che era in cima alle scale, per evitare di rotolare dagli scalini ogni volta che ci affrettiamo giù verso la cucina per rispondere alle chiamate. Daskalos non era mai venuto a farci visita nel Maine, almeno a livello corporeo, e io non gli avevo mai descritto l’interno della nostra casa o il particolare del telefono. Quando pensi a me con intensità, io sono con te, mi informò. Egli ci ‘aveva fatto visita’ nel Maine, disse, parecchie volte con il suo ‘corpo psiconoetico’, in stato di exomatosi. Ecco come aveva appreso quei dettagli.

    Quando ritornammo nel Maine, Emily, mia moglie, ebbe dei problemi al ginocchio destro. Aveva dei dolori acuti che non le permettevano di piegarlo neanche un po’, specialmente se cercava di sedersi in auto. Un mattino ricevemmo una lettera da Iacovos, il giovane apprendista di Daskalos. Emily dovrebbe consultare un medico e farsi controllare il ginocchio, ci esortò. Nella lettera affermava che lui e Daskalos avevano notato che c’era qualche problema al ginocchio destro di Emily. Iacovos ci disse che lui e Daskalos stavano facendo del loro meglio per guarirla, ma che comunque lei avrebbe dovuto consultare un medico.

    I dolori di Emily scomparvero tre giorni dopo l’arrivo della lettera di Iacovos.

    Un’ulteriore opportunità di osservare le insolite doti di Daskalos giunse nell’estate del 1984, durante un altro dei nostri prolungati soggiorni a Cipro. Un mio caro amico, lo psicologo professor Emeritus di una Università della Ivy League (lega delle più antiche università private statunitensi), venne a trovarci per aiutarci a organizzare un ‘programma intercomunitario’, nella speranza di contribuire alla distensione fra Greci e Turchi nell’isola. Per sua sfortuna, prima di arrivare sull’isola, fu morso alla gamba da un cane, un pastore tedesco, durante un’escursione sulle Alpi italiane. Dato che era anziano, la guarigione della ferita fu lenta e si temeva un’infezione. Comunque, il mio amico non era eccessivamente allarmato e i medici italiani furono rassicuranti. Quando arrivò sull’isola, zoppicante, gli suggerii di sfuggita che oltre ai medici, avrebbe dovuto consultare Daskalos. Conosceva vagamente le mie attività di ricerca con Daskalos e più di una volta, con i suoi modi gentili e sottili, aveva espresso la sua preoccupazione paterna per le conseguenze cui poteva essere soggetta la mia reputazione accademica nel trattare questi argomenti. Lo rassicurai, dicendogli che il mio approccio di studio al mondo di Daskalos era fenomenologico, non propagandistico e che non consideravo quelle esperienze dalla prospettiva di un vero credente. Annuì con approvazione accademica e, dopo aver parlato della mia ricerca più in dettaglio, espresse il desiderio di incontrare ‘il guaritore’, come egli stesso definì Daskalos.

    Era l’inizio di agosto, un mercoledì pomeriggio, quando facemmo visita a Daskalos, a Strovolos, un sobborgo di Nicosia. Egli ci diede il benvenuto in un momento in cui aveva appena terminato una riunione con i membri del suo ‘circolo interno’. Erano ancora nello Stoa, una stanza sul retro della casa di Daskalos nella quale si tenevano gli incontri e le meditazioni. Ci presentò ai suoi discepoli mentre si stavano sfilando la Veste bianca e uscivano dal Sanctum. Quando gli altri se ne furono andati, entrammo nel salotto di Daskalos per bere un caffè e parlare. Con voce esitante il mio collega avviò la conversazione. Sono uno psicologo, esordì, perciò abbiamo un reciproco interesse per queste faccende. Dopo alcuni scambi di opinione sullo stato della conoscenza psicologica, con termini decisi Daskalos espresse il suo rifiuto nei confronti della psicologia tradizionale, affermando che si trovava ancora a uno ‘stadio di sviluppo infantile’.

    La ragione per cui gli psicanalisti hanno fallito, disse con forza Daskalos, è che non studiano se stessi. Bisogna scavare nel profondo di se stessi. Non limitare la tua ricerca e le tue osservazioni agli altri, ai pazienti, ma allargale a te, continuò Daskalos puntando minacciosamente il dito verso il suo visitatore. Fortunatamente l’ego del mio amico era ben saldo ed egli non si offese per i commenti irriverenti di Daskalos sulla sua professione. Anzi, a giudicare dalle sue reazioni, avevo la sensazione che non fosse totalmente in disaccordo con le affermazioni di Daskalos. Egli stesso, psicologo rinomato e buon ascoltatore, con decenni di esperienza nel campo della ricerca, era più interessato ad ascoltare il punto di vista di Daskalos che a difendere la sua disciplina o la tradizione intellettuale all’interno della quale aveva costruito la sua carriera e la sua reputazione.

    Daskalos continuò a spiegare che il mondo interiore in cui egli vive e lavora è parte della natura. Le persone perciò chiamano a torto la sua ‘scienza’ metafisica. Non è vero, insisté, ogni cosa è fisica. Solo perché non possiamo vedere l’idrogeno, non significa che non esista. Noi impieghiamo, continuò, una concezione della realtà più vasta, al di là dei sensi, tuttavia essa è del tutto tangibile ai fini della ricerca. Questo è il motivo per cui ci chiamiamo ‘Ricercatori della Verità’. La maggior parte degli scienziati oggi si considera materialista; ma essi sanno realmente cos’è la materia? La loro comprensione della materia è limitata, perché operano soltanto al livello grossolano materiale. Ora, noi la chiamiamo materia grossolana, perché l’altra parte, all’interno della quale lavoriamo, è anch’essa materiale. L’aria è materia, anche se invisibile. L’etere una volta fu scoperto dalla scienza convenzionale e poi fu scioccamente lasciato in disparte. Per noi è reale come l’elettricità e lo usiamo per la terapia.

    Spiegai al mio amico che ciò a cui Daskalos si riferiva, cioè la nozione di energia eterica, è per molti aspetti simile all’‘elan vital’ di Bergson, all’‘energia orgonica’ di Reich, al ‘magnetismo animale’ di Mesmer e al concetto indù di ‘prana’.

    Capisco, disse pensierosamente il mio amico strofinandosi il mento.

    La differenza fra coloro che si definiscono ‘materialisti’ e noi è questa: il nostro laboratorio è più vasto, affermò Daskalos con un ampio sorriso.

    Quindi dici, rispose lentamente il mio amico, che dopotutto trattiamo il cervello umano, che è a sua volta materiale.

    Un momento, reagì Daskalos, quello che tu chiami cervello non è altro che materia grossolana chiusa nel cranio. Ma c’è un altro elemento: la Mente.

    Bene. Qual è la differenza secondo te?, chiese il mio amico.

    È la differenza che c’è tra un generatore e l’elettricità. L’elettricità è ovunque, rispose Daskalos allargando le braccia, mentre quello strumento ci prova che l’elettricità esiste, ma non la crea di per sé.

    Daskalos continuò a spiegare che tutta la materia è Mente in diverse forme di ‘vibrazione’. La Mente, disse, non è l’Assoluto, come preferiva chiamare ciò a cui la gente si riferiva con il termine ‘Dio’, ma i mezzi con i quali l’Assoluto immanifesto si manifesta. La Mente è la ‘supersostanza’ con la quale vengono creati gli ‘universi’. Non c’è materia morta.

    Su richiesta del mio collega, Daskalos spiegò che il mondo materiale grossolano, all’interno del quale opera la scienza convenzionale, si trova al più basso livello di vibrazione della Mente. Ci sono anche i mondi psichici della quarta dimensione dell’esistenza, nella quale non esiste lo spazio come lo conosciamo, e il mondo noetico, la quinta dimensione, in cui tempo e spazio vengono trascesi. Al di là di quello ci sono i mondi noetici superiori, i mondi degli ‘archetipi’ e delle forme pure. Uno di questi archetipi è l’Idea di Uomo. Una volta che un’emanazione da una ‘Santa Monade’ passa attraverso questo archetipo, l’esistenza umana ha inizio. L’anima eterna viene rivestita di un corpo noetico, di un corpo psichico e alla fine, con il concepimento e con la nascita, di un corpo materiale grossolano.

    I tre corpi che ogni essere umano vivente possiede sono corpi ‘materiali’ a diversi livelli di vibrazione, spiegò Daskalos. La tragedia della scienza convenzionale, inclusa la psicologia, è che essa ne riconosce solo uno, quello materiale grossolano; tutte le teorie scientifiche sulla natura umana e il Sé sono relegate al livello di esistenza più grossolano. Daskalos allora affermò che la sua conoscenza di queste altre dimensioni è basata sulla sua stessa esperienza. Egli è in costante comunicazione con questi altri mondi in cui lavora con altri ‘aiutanti invisibili’ e maestri.

    Daskalos spiegò che, quando si muore, si continua a vivere pienamente consci all’interno di queste altre dimensioni come una ‘personalità presente’, con il proprio corpo psiconoetico, il corpo dei sentimenti, dei desideri e dei pensieri, fino alla successiva incarnazione, nella quale l’ego costruirà una nuova ‘personalità presente’, fatta di un nuovo corpo psichico, un nuovo corpo noetico e uno materiale grossolano. Attraverso il sé interiore, o la ‘personalità permanente’, l’essenza di tutte le esperienze delle vite precedenti verrà trasferita alla nuova incarnazione.

    Rispondendo ad altre domande del mio collega, Daskalos affermò che lo scopo dei cicli di incarnazione è quello di acquisire esperienze e sviluppare l’‘individualità’ all’interno dell’Unità. Attraverso il Karma, la legge di causa ed effetto, l’ego cresce spiritualmente fino al conseguimento della Teosi, lo stato in cui si realizza che si è parte integrante di Dio, dell’Assoluto.

    A quel punto l’entità umana viene liberata dalla necessità dei cicli di esistenza e dalla discesa nei ‘mondi della separazione’ e della materia grossolana. Daskalos fece notare che non esiste il ‘peccato’ come tale, poiché non c’è eterna punizione. C’è soltanto l’esperienza. Tutte le anime umane alla fine saranno redente tramite la legge del Karma, della maturazione e dell’assimilazione della conoscenza e della saggezza. L’assassino di oggi, dichiarò una volta, diventerà il maestro dell’illuminazione di domani. La parabola di Cristo sul Figliol prodigo rivela in modo occulto all’umanità il suo stesso destino: il ritorno a casa, dal padre amorevole, dopo le prove e le tribolazioni delle vite terrene.

    Daskalos continuò a spiegarci la sua cosmologia. Secondo lui, alla base di tutto ci sono dei maestri ‘dall’altra parte’, entità che vivono all’interno della Teosi. Il più importante di questi è Yohannan, o Giovanni l’Evangelista, che si serve del corpo di Daskalos per offrire all’umanità le lezioni necessarie sulla natura della realtà e dell’esistenza.

    Il mio amico settantacinquenne ascoltò con interesse, ma senza mostrare alcun segno che rivelasse se era impressionato o meno dall’erudizione cosmologica di Daskalos. Dopo una pausa di quindici minuti, durante i quali Daskalos si occupò di alcuni visitatori che chiedevano consiglio su un problema familiare, il mio amico proseguì nella sua indagine.

    Ho una domanda sulla parapsicologia, disse e, dopo essersi schiarito la voce alcune volte e avendo ricevuto un cenno d’incoraggiamento da Daskalos, proseguì: Non si tratta di una sfida. Sto semplicemente cercando di esplorare il tuo modo di pensare.

    Vai avanti, disse Daskalos sorridendo, mentre incrociava le braccia.

    Prendiamo un esperimento tradizionale sulle percezioni extrasensoriali. Ci sono cinque carte, disse il mio collega indicando le carte immaginarie sul tavolino di fronte a noi.

    Una presenta un cerchio, un’altra un quadrato e così via. Grazie a numerosi esperimenti sappiamo che alcune persone sono in grado di dire quale carta ho in mano. Dal tuo punto di vista, come da ogni altro, potremmo non sapere come avviene la trasmissione.

    Ma non lo sappiamo, protestò Daskalos ridendo.

    No, lasciami finire. Secondo i parapsicologi, ci sono alcune persone che da un punto di vista statistico hanno più probabilità di indovinare. Dalle persone ordinarie ci si aspetta che indovinino una volta su cinque, il che equivale al venti per cento delle volte, mentre queste altre persone indovinano dal settanta all’ottanta per cento delle volte. Quindi, ciò non può accadere per caso, disse il mio collega con eccitazione e con l’indice puntato in avanti. Questo prova, continuò, la realtà della percezione extrasensoriale. Ora siamo d’accordo sui fatti. Alcune persone sono in grado di farlo e altre no e possiamo accettarlo scientificamente come qualcosa di materiale, nel senso che quando ti vedo ci sono delle onde luminose che si spostano da me a te.

    Giusto, annuì Daskalos.

    E sappiamo anche che le onde radio possono oltrepassare i muri e così via.

    Anche quelle sono materiali, disse Daskalos sorridendo e con un filo di ironia nella voce.

    Quindi, tutto ciò avviene a livello materiale. Tuttavia, la mia conoscenza della letteratura mi dice che i parapsicologi non sono stati in grado di addestrare nessuno su come sviluppare tali abilità. Ora, dal tuo punto di vista, basato sulla tua pratica ed esperienza, sei in grado di addestrare qualcuno ad aumentare le sue abilità parapsicologiche?.

    Innanzitutto, mio caro professore, trovo sciocchi gli esperimenti che hai citato. La parapsicologia si trova anch’essa a uno stadio infantile. Non siamo interessati allo sviluppo di poteri psiconoetici fine a se stessi, per amore del creare fenomeni. Vogliamo sviluppare tali poteri solo allo scopo di guarire, per essere utili ai nostri compagni esseri umani. Sì, abbiamo un metodo, insegniamo alle persone come usare la Mente.

    Cosa significa?.

    Guarda, come ho detto prima, la Mente, quale supersostanza, è ovunque. Le onde radio esistono e, se con il dovuto materiale costruiamo un apparato ricevente, una radio, saremo in grado di ricevere qualunque musica o trasmissione desideriamo, sintonizzandoci sul giusto canale. Il nostro scopo è quello di diventare adeguati apparati riceventi di onde pensiero.

    Sì, ma come fai a diventare un ricevitore?.

    "Attraverso determinati esercizi di meditazione o concentrazione insegniamo alle persone come adoperare questa supersostanza amorfa della Mente, per trasformarla in forme pensiero o immagini mentali. Le forme pensiero, ciò che noi chiamiamo gli elementali, hanno sostanza, sono costituite di Mente e qualcuno dotato di chiaroveggenza può vederle.

    Gli esseri umani ordinari, continuò Daskalos, non sanno come usare la mente. La mente della maggior parte delle persone è a un livello embrionale. Non riescono a concentrarsi nemmeno un minuto.

    E cosa ne dici degli scienziati?, chiesi io. Anche loro non sanno come concentrarsi?.

    No. Nemmeno gli scienziati sanno come concentrarsi veramente. Il tipo di concentrazione di cui sto parlando è particolare. Si tratta dell’abilità di tenere nella mente un’immagine per un certo lasso di tempo, senza che altri pensieri interferiscano. Non è facile. Gli scienziati si concentrano, ma la loro concentrazione è del tipo in cui un pensiero si succede all’altro, senza una focalizzazione assoluta e fissa su un singolo punto o un’immagine. Se gli scienziati sapessero veramente come meditare e concentrarsi in modo assoluto e senza distrazioni, la loro creatività aumenterebbe decine di volte e sperimenterebbero ciò che io chiamo ‘un’irrompere di comprensione’, qualcosa che non posso spiegare se non dicendo che in un solo momento sarebbero in grado di comprendere ciò che gli altri capiscono solo dopo anni di duro lavoro.

    Quando si acquisiscono queste abilità senza svilupparsi contemporaneamente come esseri spirituali, non si diventa pericolosi per se stessi e per gli altri?, chiesi.

    Naturalmente. Questo è il motivo per cui insegniamo alle persone non solo come sviluppare i propri poteri psiconoetici, ma anche, attraverso l’autoanalisi, come sopraffare l’egotismo e ripulire il subconscio dai pensieri e dai desideri distruttivi.

    Daskalos continuò affermando che le persone ordinarie con uno stato di coscienza ‘normale’ vivono in una condizione di semi-ipnosi, uno stato di esistenza meccanico. E quando dico stato ‘normale’ , sottolineò, intendo una situazione in cui la propria attenzione è sugli oggetti esterni e si è dimentichi della propria realtà interiore. Questa mancanza di consapevolezza, o alienazione dal proprio sé autentico, secondo Daskalos rende le persone degli automi in preda a suggestioni esterne che molto spesso assumono forme distruttive. La gente crede di vivere, ma in effetti non è così, affermò. Le persone cominceranno a vivere veramente solo quando scopriranno se stesse e invece di usare i loro corpi, di muovere le mani e gli arti, soffermandosi su questioni piccole e insignificanti, saranno in grado di usare realmente il loro divino retaggio della mente, diventando maestri del mondo e Daskalos strinse il pugno in un simbolico gesto di potere.

    Devo partire presto, disse il mio amico dopo aver ponderato le affermazioni di Daskalos, e voglio dirti qualcosa sulle ricerche di un mio amico. Ha a che fare con la chimica delle lacrime. Ha scoperto che, se le lacrime non sono genuine, come quando si taglia una cipolla, la loro composizione chimica è diversa da quella delle lacrime che nascono dal dolore. Ha scoperto che c’è un autentico veleno nelle lacrime prodotte dalla sofferenza, mentre non c’è alcun veleno in quelle fasulle. La sua teoria è legata al fatto che nella nostra società si suppone che gli uomini non debbano piangere quando sono tristi, mentre alle donne ciò è concesso. Egli pensa che questo veleno abbia a che fare con l’ulcera allo stomaco e crede sia questo il motivo per cui l’incidenza dell’ulcera sia maggiore negli uomini che nelle donne. Le donne esprimono le loro emozioni più facilmente ed espellono il veleno dal loro organismo, mentre dagli uomini ci si aspetta che siano ‘uomini’. Questa è ancora una teoria, ma penso che ti possa interessare.

    Accetto le scoperte del tuo collega. Sono molto sensate, rispose Daskalos e si accinse a fare le sue osservazioni sull’argomento. Le lacrime possono essere definite una forma di sangue bianco. Sono l’equivalente di un’emorragia. Ora, supponiamo che io mi tagli un dito e ne esca del sangue. La composizione chimica del sangue dipenderà dallo stato psichico in cui mi trovo. Se esaminiamo il sangue di una persona quando è sotto stress o irata e poi in condizioni di pace e calma, scopriremo che c’è una marcata differenza nella chimica dei due tipi di sangue. È qualcosa di simile a ciò che il tuo collega ha scoperto sulle lacrime. Devo aggiungere che la sintesi e la composizione di tutti i liquidi e i fluidi corporei, non solo delle lacrime e del sangue, ma perfino dell’urina e della saliva, sono in relazione con lo stato psichico dell’individuo. Questo avviene perché la materia è governata dall’energia eterica e quest’energia può essere sottoposta a vibrazioni di pace e calma o a vibrazioni violente. Conosco un caso in cui un ragazzo considerato ‘cattivo’ diede un morso a un suo coetaneo e gli avvelenò il sangue. Nell’impeto della furia, la sua saliva era diventata veleno puro e quando la esaminarono nuovamente, dopo che si fu calmato, non c’era più traccia di veleno. La chimica della saliva è un riflesso del proprio stato psicologico; questo vale anche per gli animali.

    Suppongo, Daskale, che tale principio sia applicabile anche all’‘agiasma’ (acqua santa), dissi io. Per quel che ne so, alcuni ricercatori hanno affermato che la composizione chimica dell’acqua santificata è diversa da quella dell’acqua comune.

    Giusto. È l’effetto del pensiero sulla materia, aggiunse Daskalos. È l’impatto degli elementali che noi esseri umani creiamo incessantemente.

    Puoi spiegare per favore cosa intendi con ‘elementali’?, chiese il mio amico.

    Tutti i pensieri e tutti i desideri, rispose Daskalos, sono carichi di energia psiconoetica che viene proiettata nell’ambiente. Una volta che questi ‘elementali’ vengono proiettati all’esterno, assumono forma ed esistenza proprie. Perciò, gli elementali possono influenzare altri che vibrano sulla stessa frequenza della o delle persone che li proiettano. Un Ricercatore della Verità, attraverso l’autoanalisi e adeguati esercizi di meditazione, deve proiettare solo elementali positivi, che possano essere d’aiuto agli altri.

    Daskalos continuò a spiegare che siamo sempre collegati agli elementali che creiamo incessantemente e che ne siamo responsabili. Perciò, qualunque tipo di pensieri e desideri, o elementali, proiettiamo all’esterno, alla fine questi torneranno a noi, in questa incarnazione o nelle successive. Questo è il modo in cui funziona la legge del Karma".

    Dopo aver parlato ancora un po’ degli elementali, il mio collega ringraziò Daskalos e ci preparammo ad andarcene. Ma Daskalos aveva in mente qualcos’altro.

    Ora, prima di andartene, professore, disse sorridendo, mi permetti di dare un’occhiata alla tua gamba? Kyriacos mi ha detto che sei stato morso da un cane.

    Il mio amico era riluttante a togliere la benda dalla ferita. Sembrava piuttosto ansioso, ma dopo alcuni attimi di esitazione, incoraggiato da Emily e da me, si accinse a mostrare la ferita. Daskalos sedette al suo fianco e gli chiese di appoggiargli la gamba sul grembo. Poi, senza toccare la ferita, si concentrò e passò le mani diverse volte sull’area interessata. Mentre lo faceva, mormorò in greco che la ferita era a posto, ma era preoccupato per un grumo di sangue. Disse che

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