L'Arte di Sbagliare: Usare l'errore come strategia funzionale

Di Luciano Di Emilio

Perché abbiamo così tanta paura di sbagliare, se sbagliare è il percorso naturale per apprendere ogni nuova abilità e raggiungere qualunque risultato nella vita? 
Le risposte a questa anomalia comportamentale sono diverse. La paura del fallimento è infatti un'anomalia, poiché la sperimentazione è parte integrante della natura umana, in quanto ne permette l'evoluzione e la conservazione della vita stessa. 
La paura di non riuscire non riguarda i bambini, fino a quando qualcuno non fomenta in loro questa possibilità. Può trattarsi dunque di un contagio educativo depotenziante? Oppure è giusto ascoltare i propri timori e gli ammonimenti degli altri? In questo manuale vedremo come distinguere le paure inutili da quelle funzionali, trasformandole da qualcosa da temere a un'intenzione strategica.

• Lingua: Italiano
• Editore: Luciano P. Di Emilio
• Data di uscita: 27 ago 2020
• ISBN: 9788835885016

Anteprima del libro

Prefazione

Perché abbiamo così tanta paura di sbagliare, se sbagliare è il percorso naturale per apprendere ogni nuova abilità e raggiungere qualunque risultato nella vita?

Le risposte a questa anomalia comportamentale sono diverse. La paura del fallimento è infatti un'anomalia, poiché la sperimentazione è parte integrante della natura umana, in quanto ne permette l'evoluzione e la conservazione della vita stessa. Non saremmo arrivati alla civiltà se qualcuno non avesse rischiato anche la vita, per cercare un dialogo con nemici e fazioni opposte. Non avremmo sconfitto tante malattie, se qualcuno non fosse stato disposto a collezionare ogni giorno fallimenti per scoprire nuove cure mediche. Non avremmo avuto lo sviluppo tecnologico, se qualcuno non avesse rischiato il proprio denaro per costruire officine, fabbriche e industrie.

Il benessere individuale, famigliare e sociale, si basa sulla (pre) disposizione a sbagliare, a fallire, a fare brutte figure.

La paura di non riuscire non riguarda i bambini, fino a quando qualcuno non fomenta in loro questa possibilità. Può trattarsi dunque di un contagio