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Il Portale degli Elfi: Un'Elfa dell' Aria racconta il suo mondo
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Il Portale degli Elfi: Un'Elfa dell' Aria racconta il suo mondo
E-book171 pagine4 ore

Il Portale degli Elfi: Un'Elfa dell' Aria racconta il suo mondo

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Questo è un libro decisamente fuori norma. Attraverso la consultazione degli Annali dell’Akasha e bucando il velo che separa i mondi, Marie Johanne Croteau-Meurois ci fa penetrare nei mille dettagli della vita dell’universo elfico e dei rapporti che quest’ultimo intrattiene con gli Elementi della Natura. Ricchissima di informazioni inedite, la narrazione ci porta a condividere il destino eccezionale di una Elfa che sceglie di lasciare il proprio mondo per raggiungere quello degli umani.
Scoperta dell’audacia, ricerca sfrenata della libertà, del senso dell’Amore e del bisogno di espansione della propria coscienza che ognuno avverte, questa testimonianza autentica ci invita, attraverso la tenerezza e la purezza d’anima che la caratterizzano, a intraprendere un sorprendente viaggio multidimensionale all’alba dei Tempi celtici.
Tutte e tutti coloro che sono sensibili alle Presenze sottili che popolano la Natura, e ai rapporti che possono stabilirsi tra queste Presenze e il nostro mondo, saranno felici di scoprire il racconto veritiero e iniziatico del Portale degli Elfi…
LinguaItaliano
Data di uscita1 set 2020
ISBN9788494707803
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    Anteprima del libro

    Il Portale degli Elfi - Marie Johanne Croteau

    Elfi.

    Nota dell’editore

    Uno dei nostri impegni è l'avvicinamento delle differenti regioni, dimensioni o mondi che coabitano con il nostro e che sono strettamente connessi, in modo tale da avere una visione più ampia, globale e cosciente della realtà che ci circonda.

    Desideriamo che la scienza, ogni volta di più, si avvicini e spieghi quello che gli investigatori attenti e mistici svelano nelle loro esperienze.

    Dalla mano di Marie Johanne e dalla sua esperienza fuori dal comune, apriamo un po di piu la porta della conoscenza della realtà che ci circonda.

    Con un linguaggio semplice e poetico, Marie Johanne va tessendo il ponte tra il nostro mondo e quello degli elfi per portarci alla conoscenza dei fili invisibili che muovono molti dei processi nel nostro pianeta.

    La presa di coscienza del mondo degli elfi, delle sue creazioni e della straordinaria interrelazione che esiste con la natura, molto piu dei racconti, leggende e credenze, ci permetterà di sperimentare la vita da un punto di vista più ampio.

    Le «forze sottili» della natura sono presenti in questa straordinaria testimonianza... e spetta agli esseri umani conoscerle , capirle e proteggerle con amore e saggezza, per il bene del pianeta e di tutti gli esseri che lo abitano, compresi noi stessi.

    Prefazione

    Per mesi, ho avuto il privilegio di assistere alla redazione di questo libro. Dico il privilegio perché quest’opera — ve ne accorgerete rapidamente — non è affatto banale. Anzi, è radicalmente diversa dall’immensa maggioranza di quelle scritte sull’argomento.

    In effetti, se la letteratura consacrata all’universo elfico e, più in generale, alle Forze invisibili della Natura, è abbondante, molto rare sono invece le opere sotto forma di testimonianza… e per di più sotto forma di testimonianza precisa.

    Con Il Portale degli Elfi siamo ben lontani dalle favole e dalle leggende che popolano il mondo dei bambini e l’Immaginario della nostra società.

    Dotata di facoltà sensitive, Marie Johanne Croteau fa riemergere qui una memoria profonda nascosta in sé da lungo tempo. Una memoria che lei stessa non si autorizzava a liberare pienamente, una memoria, infine, che ci prende «per il cuore» per farci avvicinare in modo veritiero al «continente delle Forze sottili» del nostro Pianeta.

    Lungo le pagine di questo testo poco convenzionale sono stato sedotto dalla sensibilità che ne emana, e ho personalmente scoperto ben altro che il semplice racconto di una vita nel mondo degli Elfi.

    Di fatto, il lettore viene invitato a penetrare nel cuore di questo universo che, sorprendentemente, costituisce la trama del nostro…

    In questo modo ci viene offerta una moltitudine di informazioni di fondamentale importanza e di dettagli avvincenti, attraverso uno sguardo molto diverso dal nostro.

    Entriamo in contatto con un’altra definizione del Tempo, della Luce e del Sacro della Vita… il tutto mescolato a un inno all’audacia, alla libertà e a quel «bisogno di differenza» che ci invita incessantemente a crescere.

    Rendo omaggio al talento dell’autrice nell’essersi particolarmente applicata a trascrivere sensazioni, percezioni e soprattutto concetti «non umani» in una lingua comprensibile a tutti. E non è stata una sfida da poco.

    Infine devo dire che, scoprendo il manoscritto del Portale degli Elfi —al di là della ricchezza delle informazioni che contiene— sono stato profondamente colpito dalla sua freschezza, dalla sua sincerità, dalla sua sensibilità «a fior d’anima» come dalla grande tenerezza che ne emana… qualità rare nella nostra epoca.

    Vi auguro di potervi immergere nella lettura di questo libro con meraviglia, ma anche con la consapevolezza dell’urgente necessità di fare di tutto per proteggere la bellezza così preziosa del nostro Pianeta… e dei suoi inquilini.

    Premessa

    C’era una volta… Avrei potuto cominciare questo racconto come si inizia una favola perché non posso provare nulla di ciò che è contenuto nelle pagine che seguono. Tuttavia, questo libro non è un’opera di finzione, perché riferisce una storia autentica… anche se incredibile per la maggior parte degli umani.

    Comunque sia, non ho altre argomentazioni da proporre se non il sigillo di verità che si trova inciso nella mia anima e che offre questo racconto da scoprire…

    E così, lettori, sta a voi immergervi con me, pienamente o meno, in quell’universo che un giorno fu il mio.

    Il mio unico desiderio è di farvi spiegare le vostre ali interiori verso «qualcosa» che si nasconde nel cuore del nostro cuore e che, per molte coscienze, è ancora soltanto una vaga intuizione di possibili realtà.

    Possa questa testimonianza invitarvi innanzitutto a spingere più in là i vostri orizzonti e donarvi la vertigine dell’Infinito Viaggio della VITA…

    «Noi, gli Elfi, siamo i tessitori della Terra.

    Tutto ciò che vive nel vostro

    mondo vegetale, lo abbiamo pensato

    nel nostro universo e realizzato

    nella sua perfezione iniziale.

    Ahimè, quando la Forza di Vita ci permette

    di lasciare scivolare le nostre creazioni

    verso il vostro mondo terrestre…

    le vostre vibrazioni, le vostre pesantezze,

    la vostra densità le intaccano e fanno

    loro perdere lo Stato di Grazia originario»

    Gwenedys

    Un’altra Natura,

    un altro Tempo…

    C

    i sono dei tempi su cui il Tempo e la sua ruggine —l’oblio— non fanno presa.

    La mia memoria è ancora tutta piena di uno di questi, e non è certamente un caso se proprio oggi sente il bisogno di schiudersi.

    Undicimila anni fa, dei nostri anni terrestri. La fine del popolo di Atlantide era ancora ben presente nelle memorie. Un intero continente se n’era andato, bombardato dal cielo e inghiottito dal furore delle acque.

    Sulla Terra, tutto sembrava essersi immobilizzato. I popoli si erano sparpagliati, straziati e spesso tornati ai loro istinti primari, quelli della sopravvivenza.

    L’aria era resa pesante da odori di sangue e di paura, e i cieli elargivano ancora riflessi rossastri a testimoniare gli ultimi sconvolgimenti.

    Eppure, qua e là sopravvivevano focolari di purezza che provavano a mantenere accesa una fiaccola di consapevolezza, mentre nel cuore degli uomini non si leggeva altro che un violento desiderio di uccidere e di rubare.

    Dovevano affrontare la paura in cui la memoria collettiva dell’umanità era ancora immersa… una paura viscerale, quella dell’annientamento, come una sorta di crepa nell’anima.

    È ciò che successe in quei tempi antichi.

    Indeboliti, bisognosi e disperati, gli uomini e le donne della Terra si misero a guardare in altro modo ciò che avevano rischiato di perdere. E fu così che alcuni vollero avvicinarsi alle forze della Natura. Tra di loro c’erano quelli che in seguito costituirono il futuro popolo d’Irlanda.

    Sì, tutto li invitava a farlo… i loro dubbi, le loro fragilità improvvisamente rese manifeste e gli stessi Mondi che, all’indomani della Grande Scossa, avevano cominciato spontaneamente a familiarizzare tra loro, come per invitare all’Unità delle Origini.

    Dico proprio i Mondi… perché ne esistono molti; si nascondono gli uni dentro gli altri, tra il sole e la luna, l’aria e la terra, in tutte le pieghe di ciò che chiamiamo il denso e il sottile.

    Pieni di interrogativi, timorosi come esseri autonomi, anche questi Mondi sembravano aver deciso di avvicinarsi inesorabilmente, al punto che alcune Porte avevano cominciato a spalancarsi in loro.

    Queste Porte assomigliavano a grandi vortici di luce che permettevano a tutti gli «altrove» di manifestare la loro esistenza. Erano come delle brume leggermente iridescenti che a volte lasciavano udire suoni misteriosi e affascinanti. Erano un invito per chi le scopriva…

    Il mio Mondo era uno di questi: fatto di materia e immateriale, del soffio dell’aria e dell’acqua, e di raggi di Luna. Oggi viene chiamato Regno degli Elfi…

    Dire che era parallelo a quello degli umani della Terra non sarebbe corretto…

    Si trovava al suo interno, viveva nelle sue profondità, dissimulato nella sua stessa luce, nei suoi giorni e nei suoi cicli. Ed è così ancora oggi, anche se gli uomini lo evitano, anche se ne negano l’esistenza.

    Il mio sogno è di farvi sentire —persino toccare un po’ di più— ciò che fu una volta… a casa mia. È anche quello di invitarvi a fare un altro passo verso Ciò che fu, Ciò che è e che mi spinge ad affrontare il verdetto di delirio che alcuni non esiteranno a emettere subito dopo aver aperto questo libro.

    Ho fatto voto di risvegliare un po’ di ciò che dorme in ciascuno. Ho detto risvegliare, sì, perché i Mondi elfici hanno lasciato numerose tracce nell’inconscio collettivo dei popoli terrestri, tanto attraverso storie fantastiche che ne dimostrano l’esistenza, come le antiche leggende, quanto per mezzo di racconti dagli accenti fiabeschi che veicolano la nostalgia della loro realtà.

    Allora perché non riconsiderare queste tracce lasciandocene penetrare, visto che fanno parte della nostra realtà profonda, accettando che le nostre barriere interiori si incrinino?

    Ma torniamo a queste Porte tra i Mondi di cui ho già evocato l’esistenza. Ricordiamoci che è proprio a partire dai Valichi di Frontiera tra i Mondi (in francese sas, ndt) che esse rappresentano, e dalla comunicazione alla quale hanno sempre invitato, che la vera cultura detta «celtica» si è costruita fino a oggi. Essa vi ha tratto nutrimento…

    È dunque alla Soglia di quello che fu il mio Mondo che voglio invitarvi, perché dietro questa Terra che ci sostiene… esiste un’altra Terra!

    Lo sguardo che osserva tutto ciò attraverso il Tempo, quello che è inciso per sempre nella mia memoria e che è all’origine delle pagine che seguono, è dunque lo sguardo di uno degli esseri che popolano uno degli universi definiti paralleli al nostro. Narra quello che fu il suo destino, e quello di altri esseri appartenenti alla stessa contrada di luce… Racconta inoltre di un umano che visse tra di loro. Questo sguardo che ricorda e testimonia è uno sguardo elfico femminile, di una Elfa dell’aria… In lingua umana il suo nome potrebbe essere tradotto come Gwenedys ma, in realtà, sulla superficie terrestre non è pronunciabile.

    È totalmente estraneo ai suoni della Terra, perché l’Onda di vita del Mondo elfico vibra più rapidamente di quella del Mondo denso dei popoli della «Terra dell’Esterno», come l’hanno sempre chiamata gli Elfi. Se a un umano capitasse di udire la lingua elfica, di fatto non potrebbe né comprenderla né impararla, perché per lui sarebbe troppo rapida, troppo vivace… inafferrabile!

    Certo, tutti si chiedono a che cosa possa assomigliare un Elfo o una creatura elfica… intendo dire veramente e ben al di là di tutte le idee acquisite attraverso gli specchi accattivanti ma deformanti delle favole. Riuscirò a trasporre in termini e in concetti umani ciò che non ha davvero l’apparenza dell’umano? È la sfida che mi sono impegnata a cogliere in questa testimonianza…

    Allora, amici lettori, infilatevi in quello che fu il mio Mondo… Sentite, ascoltare, guardate…

    Seguitemi attraverso i ricordi di Gwenedys, quelli di un altrove…

    Gli Elfi…

    Parliamo innanzitutto della pelle elfica… Non assomiglia alla vostra carne, a ciò che intendete come tale sulla Terra… Proprio come l’insieme del corpo, la nostra pelle è un tessuto di materia luminosa su cui non si scorgono rughe, e nessun segno di invecchiamento.

    Vi si colgono soltanto un’apparente giovinezza e una bellezza senza età definita. Per questo sembriamo atemporali anche se viviamo molto a lungo, manifestando costantemente ciò che potremmo descrivere come il nostro ideale estetico.

    In realtà, il tessuto elfico non è proprio una pelle. È molto

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