Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

ANIME Intrappolate: 12 storie vere venute dall'Aldilà
ANIME Intrappolate: 12 storie vere venute dall'Aldilà
ANIME Intrappolate: 12 storie vere venute dall'Aldilà
E-book308 pagine4 ore

ANIME Intrappolate: 12 storie vere venute dall'Aldilà

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Molto è già stato scritto sulla morte e sui mondi del Dopo-vita. Esistono tuttavia poche opere dedicate a ciò che vive l’anima di chi lascia il nostro mondo in condizioni difficili, in modo improvviso e a volte drammatico… un incidente, una malattia devastante, il rifiuto di sperare nell’esistenza di un’altra realtà, o magari un omicidio… che cosa succede a queste anime? Che cosa si trovano ad affrontare? E che cosa possiamo fare per aiutarle? Con Anime intrappolate, Marie Johanne Croteau-Meurois colma questa lacuna.
Con l’aiuto di dodici storie autentiche, Marie Johanne condivide con noi il suo sorprendente vissuto a fianco di anime che hanno lasciato questa vita in circostanze dolorose e anche drammatiche.
Il risultato è questo struggente libro-testimonianza, ricco di informazioni, di conoscenze e anche portatore di un’immensa compassione.
Quest’opera propone inoltre alcune riflessioni sull’approccio alla morte di: dr. Jean-Jacques Charbonnier, scrittore e conferenziere; dr. Éric Dudoit, scrittore e conferenziere; Marc Vallée, editore e scrittore; dr. Marc Medvesek; dr. Guy Londechamp; Annabelle de Villedieu, medium e sciamana; Johanne Razanamahay, scrittrice e sciamana; Alain Williamson e Marie-Chantal Martineau, editori e scrittori; Sophie Andrieu, presidente di Women in Action e channel; Annie Lautner, pittrice e scrittrice; Martine Pascalet, responsabile editoriale; Hélène Giroux, scrittrice e accompagnatrice di fine vita; Chantal Dejean, terapeuta e conferenziera; Laurence Guillaume e Olivier Boiral, insegnanti e ricercatori all’Università Laval di Québec; Daniel Meurois, scrittore, editore, mistico e insegnante; Esther Pertegal, editrice e insegnante; Joaquim Marzo, presidente ITTEE Spagna.
LinguaItaliano
Data di uscita14 set 2020
ISBN9788417230531
ANIME Intrappolate: 12 storie vere venute dall'Aldilà

Correlato a ANIME Intrappolate

Ebook correlati

New age e spiritualità per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su ANIME Intrappolate

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    ANIME Intrappolate - Marie Johanne Croteau

    Martineau.

    Nota dell’editore

    Dotata di grande sensibilità fin dall’infanzia, Marie Johanne Croteau-Meurois ha la capacità di percepire gli esseri che hanno lasciato il corpo fisico e, grazie alla sua prossimità di cuore con queste anime, riesce a guidarle nell’invisibile verso i luoghi sottili a cui sono destinate.

    Grazie a questo dono, ha vissuto esperienze che oggi ha deciso di condividere con noi attraverso questo libro: 12 testimonianze di casi reali di anime che, in seguito a una morte traumatica o improvvisa, non capiscono o non accettano di essere morte e rimangono quindi intrappolate in uno spazio intermedio spesso intessuto di grande sofferenza.

    Guidata dalla compassione e dall'amore, Marie Johanne accompagna queste anime verso la Luce. Alcune protagoniste delle testimonianze raccolte in questo libro erano persone a lei vicine, il che ha reso l’esperienza di accompagnamento a volte difficile, ma sempre straordinaria. Attraverso queste 12 storie vere, l'autrice ci insegna ciò che provano, pensano e manifestano gli esseri che si trovano in difficoltà dall'altra parte del velo.

    Va detto che, in generale, nessuno è pronto a morire e, inoltre, quello della morte non è un argomento che viene affrontato in profondità quando si è ancora nel pieno delle forze, anzi si tende a evitarlo nonostante si sappia che un giorno tutti ci dovremo passare.

    Le testimonianze di queste 12 belle anime ci conducono a una maggiore comprensione della vita prima e dopo il Passaggio, ampliando la nostra visione, aiutandoci a dissipare le paure e facendo luce su quel mistero vasto e profondo che è la morte.

    Prefazione

    Quando mia moglie mi chiese di scrivere la prefazione al nuovo libro che stava redigendo, ricordo di essermi interrogato per un po’. Era davvero una buona idea? La mia vicinanza faceva di me la persona migliore per questo compito? Senza contare i commenti sprezzanti che la cosa avrebbe potuto suscitare… Potete certamente immaginarli.

    E poi… l’idea fece il suo percorso. Perché no, in effetti?

    In fin dei conti, non ero forse la persona più adatta per parlare dell’autenticità e dell’intensità del suo vissuto in un ambito in cui — bisogna riconoscerlo — molti pensano di avere qualcosa da dire senza peraltro aver fatto la minima esperienza di ricerca degna di questo nome?

    Perché ciò che rende particolare Marie Johanne è la sua ipersensitività unita a una grande sensibilità, due qualità fondamentali nel delicatissimo ambito della morte e dell’accompagnamento di quelli che ci lasciano. Due qualità che, coniugate alla sua spontaneità, alla sua semplicità e alla sua integrità, ne fanno una testimone diretta, una sperimentatrice che ha qualcosa da dire sull’argomento senza passare attraverso i filtri della psicologia, della parapsicologia, delle credenze, delle religioni e delle superstizioni.

    Ma, al di là di tutto ciò, quello che merita di essere messo in evidenza è il lavoro che lei compie per aiutare le anime sofferenti, di cui questo libro si fa portavoce.

    Certamente Anime Intrappolate non è soltanto una raccolta di storie destinate a «parlare dell’aldilà» perché, leggendolo, ci si accorge ben presto che diffonde essenzialmente un soffio guaritore, nel senso che sdrammatizza delle situazioni di sofferenza e sparge semi di speranza… Una speranza di cui il nostro mondo, nella sua durezza e nel suo crescente cinismo, è terribilmente carente.

    A tal fine, si presenta come una base di riflessione accessibile a tutti, nella misura in cui quest’ultima si rivolge direttamente al cuore con la coerenza e la freschezza d’anima inerenti a «colui che ha vissuto» e che non si preoccupa dell’analisi propria dell’intelletto, spesso crudele e «sconnessa».

    Leggendo le testimonianze riportate in quest’opera, alcuni saranno forse tentati di dire che «sapevano già tutte queste cose»… ma sapere non significa certamente conoscere e necessariamente ancor meno comprendere. Lo si può frequentemente constatare durante le condivisioni sull’argomento…

    Ecco perché sono convinto che la forza di Anime Intrappolate risieda in ciò che chiamo la sua «onda cardiaca», cioè la sua verità e la sua dolcezza che, in funzione delle pagine, riescono a poco a poco a creare una forma di magia contemporaneamente istruttiva e sottilmente trasformatrice, che forse favorisce la crescita più di quanto possiamo rendercene conto.

    In effetti Marie Johanne induce teneramente in noi, in tutta la sua evidenza, l’urgente necessità di porre uno sguardo diverso non soltanto sul fenomeno della morte e del modo di approcciarvisi, ma più ancora sull’importanza da accordare a quella che dovrebbe essere la qualità e l’essenza della nostra vita nel quotidiano… poiché logicamente il nostro «dopo» sarà a immagine del nostro «prima»… quello che determinerà il nostro «durante».

    La cosa più stupefacente è il deliberato immobilismo — dovremmo dire congenito? — della nostra società occidentale in rapporto a tutto ciò che globalmente ha a che fare con la morte. È come se una volontà che le sfugge, ma a cui la maggior parte dei suoi membri partecipa, avesse deciso di bloccare ogni reale, libera riflessione

    — non dogmatica e priva di paura — nel suo ambito. Paura della verità e di ciò che questa verità implicherebbe in termini di riforma — o piuttosto di metamorfosi — della coscienza e di conseguenza dei comportamenti? Sì, senza alcun dubbio.

    Allora bisogna ripetere, ripetere, moltiplicare le testimonianze, fino alla saturazione, finché una sorta di guscio cerebrale collettivo si incrini e poi molli la presa… in un salutare movimento.

    Questo libro partecipa all’impresa con le sue particolarità, evocando casi di morti difficili, ferite dell’anima come tante ma che, malgrado tutto, rimangono sempre uniche per chi le vive da vicino. Non pretende di essere portatore di grandi rivelazioni ma afferma la sua intenzione di toccare il cuore, il vero cuore umano, semplice e spontaneo, l’essenza di tutto ciò che è bello e che contribuisce alla nostra elevazione.

    Ecco ciò che costituisce la ricchezza di quest’opera e a cui i lettori saranno sensibili, forse silenziosamente ma in profondità, lontano dai condizionamenti delle teorie o delle «ipotesi».

    I racconti che lo compongono non affermano neanche per un momento: «Io so…» perché tutti lasciano comprendere: «Io ho vissuto…».

    È questa la sua forza.

    Prologo

    Ricordo molto bene la mia nascita, cioè innanzitutto la mia nascita nel ventre di mia madre, e poi la seconda, quella del mio passaggio alla Terra. Venire al mondo nel terrore della donna che ci porta in grembo è molto difficile.

    La «non-accoglienza» di mia madre fu una grande prova per la piccola anima che ero e che non era stata per nulla desiderata. Immaginatevi un piccolo essere che cerca di crescere in un ventre femminile che lo respinge e che, per l’apprensione, ne ha orrore…

    Quando si è embrione e poi feto si sente tutto. Sì, assolutamente tutto! Mia madre non riusciva a controllare la sua paura perché un medico le aveva affermato che non avrebbe mai potuto procreare… Per fortuna, l’amore di mio padre mi aiutò e supportò con forza. Mio padre è stato il mio genitore ma anche un «utero virtuale», con la sua presenza rassicurante e le sue grandi mani amorevoli che sentivo attraverso la carne del ventre di mia madre quando lei piangeva temendo che io fossi una specie di mostro. Grazie papà!

    Nella mia memoria tutto è ancora così vivo e doloroso che faccio fatica a riviverne le immagini per raccontarvele. Ne conservo inevitabilmente delle profonde ferite al cuore. Sì, sento sempre le grida di mia madre, il panico del medico, dell’anestesista e la violenza dei ferri che mi forzavano ad andare verso un «esterno» che mi terrorizzava.

    Finalmente, un rumore sordo e secco, un freddo intenso, un odore di iodio misto a sangue, una luce accecante e… per concludere, una scivolata a testa in giù dentro un fagiolo di metallo. Poi l’infermiera — che mi teneva in una sola mano — mi presentò solo brevemente a mio padre che aspettava ansiosamente nel corridoio, mentre il medico gli diceva: «La vostra piccola non è molto in carne, ma è resistente! Fatela battezzare rapidamente… non si sa mai, perché i prossimi giorni saranno critici».

    Dunque venni battezzata il pomeriggio del giorno dopo, senza la presenza di mia madre, ancora ricoverata in ospedale. I miei nonni materni fecero da padrino e madrina, poi mi riportarono nella gabbia di vetro affinché terminassi la mia gestazione extrauterina: quaranta giorni nell’incubatrice a cercare di sopravvivere… Un luogo artificiale, certamente ben riscaldato, ma senza calore materno. Ecco l’accoglienza che mi riservò la Terra.

    Avevo un corpo minuscolo che sembrava trasparente, due immensi occhi blu spalancati che fissavano intensamente: infatti nacqui prematura al settimo mese di gestazione, con dei simboli sulla pelle che, secondo certe Tradizioni, annunciano la venuta di un’anima particolare, un’anima che possiede un dono. Avevo inoltre il velo placentare sulla testa e, nella mano destra, il tracciato della stella di Davide. Solo molto più tardi venni a conoscenza del significato di quei segni grazie a un grande medium degli anni 1980, Alex Tanous, deceduto nel 1990.

    All’età di due anni, fui assalita da una lunga e intensa febbre durata sette giorni. Alla fine trovarono l’origine del male e mi operarono d’urgenza. Sul tavolo operatorio, il mio cuore di bambina sfinita si fermò per un minuto o qualcosa di più — così mi dissero — finché qualcuno riuscì a rianimarlo. Il medico informò mio padre dicendogli soltanto che durante l’intervento c’erano state complicazioni, che il mio cuore ne aveva sofferto ma che nell’insieme tutto era andato bene…

    La bambina che in seguito diventai che cosa avrebbe potuto raccontare di ciò che aveva vissuto dall’altro lato durante la sua breve NDE (Near Death Experience, o esperienza di pre-morte)?

    Nulla… se non molto tempo dopo, quando capì che l’esperienza del suo breve «Ritorno alla Luce» le aveva permesso di affinare il suo dono particolare e il suo amore per il Cristo e gli Angeli.

    Per tutta l’infanzia, il Cristo fu effettivamente il mio amico immaginario… secondo l’espressione che i miei genitori mi ripetevano con il sorriso sulle labbra, perché non erano davvero credenti. Oggi, il Cristo è sempre presente nella mia vita e molto vivo nel mio Cuore, anche se non è il Cristo delle Chiese.

    I racconti che seguiranno sono nati da storie vere. La mia particolarità ha fatto sì che io sia diventata una passatrice di anime. Aiuto le anime in difficoltà dall’altro lato del velo. Vado incontro ai morti. Alcuni casi citati in queste pagine vi sembreranno assai sorprendenti — anzi, forse persino inverosimili — ma sono comunque autentici. Mi piacerebbe che si sapesse: proprio per questo motivo li ho raccontati con un infinito rispetto per le anime che ne costituiscono il cuore, poiché hanno lasciato la Terra spesso troppo bruscamente; sono state proprio loro a farmi la precisa richiesta di renderne testimonianza ai familiari.

    Anche se qui non voglio assolutamente convincere nessuno «a ogni costo», intuisco tuttavia nella mia anima e nella mia coscienza che la lettura di diversi passaggi di questi racconti aiuterà i parenti di quelli che se ne sono andati in questo modo a guarire alcune incomprensioni… quindi la loro memoria avrà ricevuto giustizia, anche al di là del tempo.

    Aiutare, Guarire e Amare, ecco la mia unica Via.

    L’Aldilà e le sue Dimore

    Prima di tutto, una panoramica…

    Pratico l’aiuto al Passaggio da molti anni. È un dono, semplicemente. Una facoltà che ho a lungo rifiutato perché, in quel momento, «parlare con gli spiriti» mi metteva in uno stato di grande fragilità.

    Sono sempre stata estremamente sensibile e «porosa» rispetto alle energie sottili, dalle più trascurabili alle più pesanti. Fin dall’inizio, ho saputo che questa via non sarebbe stata facile e, molto spesso, denigrata dalla folla degli scettici. Alla fine ho capito che, se alla nascita avevo ricevuto questa facoltà, questo dono di sentire i defunti e di vederli, era un regalo dell’Intelligenza di Vita, per aiutare non soltanto loro ma anche i familiari in preda allo smarrimento.

    Per quanto mi riguarda, ho scelto di andare ad aiutare le anime che non riescono a trovare la Luce e che rimangono in una condizione di erranza. Parlo di quelle dei suicidi, di quelle che sperimentano una morte violenta o che se ne sono andate in solitudine, ma anche di quelle che sono vittime di omicidi, collettivamente e individualmente, e infine di quelle che hanno appena vissuto un aborto.

    Certamente, accompagno anche più semplicemente delle anime che hanno bisogno di assistenza nell’Aldilà a seguito di una lunga malattia, o che reclamano un aiuto per una ragione o per un’altra.

    Infine, mi capita di partecipare, con altri Passatori, all’aiuto al decollo di anime decedute in gruppo e improvvisamente, senza comprendere che cosa gli fosse successo, come nel caso del Bataclan a Parigi, della Promenade des Anglais a Nizza, o ancora del Mercatino di Natale in Germania, per citare solo qualche esempio fra i più recenti.

    Secondo i casi, vado verso di loro o sono loro a venire verso di me… Non lo decido sempre io, perché a volte è una Guida dell’Aldilà a presentarmele, oppure la famiglia del deceduto che, conoscendo le mie facoltà, mi chiede di intervenire quando suppone che quest’ultimo sia in difficoltà. Come vedremo più avanti, aiuto quelli che se ne sono andati a comprendere e soprattutto ad ammettere di essere «morti» per la Terra ma sempre vivi in modo diverso, in un altro mondo paragonabile a un nuovo paese. Questo costituisce uno dei miei impegni di Servizio agli esseri umani.

    I mondi dei defunti

    Ma innanzitutto, prima di invitarvi a compiere questo viaggio vediamo brevemente quali sono questi mondi, questi altri numerosi spazi di vita che, dall’altra parte del Velo, accolgono quelli che ci lasciano… Quali sono gli spazi che gli si aprono per affermare loro che no, la morte non è una fine ma una transizione, un passaggio verso «qualcos’altro» che propone loro di evolvere in condizioni differenti fino a… una futura incarnazione?

    Come posso esprimervi questi interrogativi e tentare di rispondervi? Attraverso la mia esperienza diretta nell’ambito dell’Aldilà, in cui ho spesso aiutato quelli che me l’hanno chiesto e ne sono tornata viva.

    In quale modo? Attraverso la mia naturale capacità di decorporazione — detto in altro modo, attraverso la proiezione della mia coscienza fuori dal corpo — riesco a superare la «Grande Porta» nei due sensi. E così il mio corpo sottile viaggia tra i mondi.

    Sono forse una «strana» o, ancora peggio, una pazza? In ogni caso non sarei l’unica a esserlo perché questo genere di testimonianze, anche rigorose, si stanno moltiplicando un po’ ovunque! Una volta, il rischio di scatenare giudizi mi faceva paura, e soprattutto mi faceva molto male.

    Ora, invece, mi fa piuttosto sorridere perché non cerco nulla, non ho nulla da provare; racconto ciò che vivo e questo fa bene a chi lo ascolta. Se si vuole andare avanti, ampliare i nostri campi di coscienza e crescere con la C maiuscola, un giorno o l’altro bisogna pur decidere di ignorare i giudizi degli scettici che, a forza di negare sempre tutto e di «affossare», rimpiccioliscono la vita e tolgono la speranza. Quelli lì io li chiamo «i bruciatori di ali».

    Negare sistematicamente i fenomeni che a volte vengono a sconvolgere il nostro quotidiano non ha mai fatto evolvere nessuno. Al contrario, ci fa regredire rinchiudendoci in uno stato d’animo che, in definitiva, è spesso assai sofferente. Evidentemente, nessuno potrà mai fare cambiare idea a uno scettico, visto che quest’ultimo cerca una convalida di tipo scientifico secondo le norme in vigore e vuole misurare ciò che ancora non può essere misurato! Bisognerà cambiare parametri! Ma più che la prova attraverso a + b, è il vissuto che può sconvolgere tutto.

    Tuttavia, la cosa più stupefacente è che la nostra società attuale — che, con tutti i gadget virtuali del digitale e gli artifici del cinema di fantascienza, avanza sempre di più verso l’intangibile — rifiuta l’eventualità dell’esistenza di mondi paralleli al nostro, in particolare di quelli che potrebbero portare il nome di Aldilà.

    L’intangibile e il tangibile non sono mai stati così presenti nelle nostre vite, eppure la nostra coscienza collettiva continua ad aggrapparsi a una visione dell’universo unicamente densa e monolitica.

    Non è forse una notevole incoerenza? Al di fuori del nostro mondo, quindi, non esisterebbe nulla, né prima né dopo, né nell’Oltrespazio né nell’Aldilà? Il Dopo-vita sarebbe dunque una chimera? E l’anima, in tutto ciò? Esiste?

    L’anima…

    Sì, a proposito, secondo voi che cos’è l’anima? Ha un peso, è fatta di una materia quantificabile in un corpo di carne e di ossa? E, prima di tutto, dove va, dove andiamo dopo il nostro ultimo sospiro? Chi di noi non si è mai posto queste domande, che compongono un vasto oceano tutto da esplorare?

    Avete già davvero accompagnato dei morenti nei loro ultimi giorni di vita? Se sì, non vi hanno forse confidato di avere avuto strane percezioni, di aver visto tale o talaltra persona già deceduta? Allora avrete forse creduto che fossero deliri dovuti ai farmaci, o allucinazioni legate alla condizione dei morenti. No, vedremo che erano davvero delle percezioni autentiche. Quelle e quelli di cui si dice che sono «in fin di vita» sono già per metà in un altro mondo, in una nuova vita.

    Lo si constata quasi sempre, a qualche ora dal decesso: quelli che stanno per lasciarci fanno costantemente avanti e indietro tra il nostro mondo e quello «dell’altra parte del velo». Percepiscono la presenza di persone care decedute prima di loro e che vengono «a prenderli». Al loro fianco, notano la presenza attiva delle Guide del Passaggio, che assisteranno alla loro nascita al «Cielo» proprio come erano presenti alla loro nascita alla Terra.

    Sapevate che c’è tanta gente nella camera di un morente, e che quest’ultimo se ne accorge proprio come riesce a sentire voi?

    La nascita dall’altra parte del Velo

    Che cosa vive chi se n’è appena andato? Ho sempre constatato che si ritrova dall’altra parte della vita terrestre nello stesso stato in cui era quando l’ha lasciata. Se morite in una condizione di ribellione, vi «risveglierete» in ribellione, ma sempre vivi… vivi in un altro modo, cioè nel vostro corpo di Luce, quello che a volte viene chiamato corpo astrale.

    Quindi ce ne andiamo con le nostre ultime preoccupazioni e inquietudini, quelle che ci hanno seguito per tutta la nostra vita… La nostra anima ritrova «dall’altra parte» la maggior parte delle «cose» che ha lasciato incolte sulla Terra: le sue carenze, i suoi errori, le sue menzogne, le sue azioni, le sue eventuali rinunce… e anche, certo, le sue aspirazioni. Conserva in se stessa tutto ciò che contribuisce al suo personale livello di coscienza, con i suoi condizionamenti e le sue potenzialità. In questo modo ricostruisce il suo ambiente e le sue piccole abitudini quotidiane, come per ritrovare uno spazio che le sia familiare, segnalato dai suoi punti di riferimento.

    È così che si svolge tipicamente una nascita al Cielo in un nuovo corpo, non di carne ma fatto di un’energia sottile e luminosa. Avviene in modo semplice e fluido, o perlomeno così dovrebbe essere… Malgrado tutto succede che, in seguito a lunghe malattie o incidenti, questo corpo di luce abbia bisogno di riposo e di dormire per un po’. A volte si convince di essere danneggiato oppure lo è davvero, come succede nei casi in cui si sono assunte delle droghe. A questo proposito, nei mondi sottili esistono degli ospedali a forma di piramide o ovoidali consacrati a questi momenti di transizione. Quindi il corpo dell’anima vi viene curato, riadattato e rigenerato da medici dell’Aldilà.

    Il nulla?

    Se un’anima non sa ipotizzare nient’altro che il nulla, troverà questo stesso nulla, ne costruirà il vuoto poiché vi avrà creduto per tutta la durata della sua vita di carne attraverso l’incapacità di sperare, cioè di accrescere il ritmo della sua vibrazione fondamentale, quello che io chiamo il suo profumo o il suo colore dell’anima. Niente di più logico, visto che avrà vissuto con i bagagli che si è portata dietro… Rimarrà così fino al momento in cui accetterà di aprire i propri occhi interiori alla sua stessa Luce: perché, nonostante tutto, ogni anima conserva dentro di sé una piccola fiamma di Presenza Divina. Ogni anima, senza eccezioni!

    Riassumendo, ognuno deve superare le barriere o i parametri innalzati dalla sua cultura, dalla sua credenza religiosa o dal suo ateismo. Più il livello di coscienza dell’essere è elevato, più la Transizione gli sarà facile.

    Il problema dell’attaccamento

    Ho constatato regolarmente che certe anime rifiutano la Luce perché, a causa di molteplici asservimenti e desideri non appagati, sono state troppo attaccate alla Terra. Allora queste anime si trovano a errare, generalmente in uno spazio molto vicino a quello della vita terrestre, uno spazio pesante e denso comunemente chiamato Astrale inferiore.

    A partire da

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1