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Chirone Il centauro: La Chiave dello Spirito
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E-book281 pagine4 ore

Chirone Il centauro: La Chiave dello Spirito

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Info su questo ebook

Se sei un ricercatore dell’Anima allora questo è il libro giusto per te.
Alla base di ogni disturbo o malattia psicofisica, risiede una ferita, un conflitto interiore che in genere viene attivato da uno o più eventi esterni che abbattono il muro di controllo emotivo portando in superficie ciò che si nascondeva dietro.
Questo passaggio definito da ricercatori e studiosi “la notte buia dell’anima” rappresenta il momento in cui ogni essere umano almeno una volta nella propria vita si trova nudo di fronte a se stesso, e di continuare ad alimentare il conflitto che il più delle volte porta a perdere la voglia di vivere.
Rabbia, paura, profondo senso di solitudine, senso di colpa, dolore, sono alcuni dei codici di attivazione di memorie contenute nel DNA che se hai il coraggio di seguire come il filo di Arianna, ti condurranno alla riconnessione con il Potere Unico che Ti ha creato, la Sorgente di energia primaria che è l’Amore. Dio è Amore.
Fin dalle prime pagine di questo libro, Francesca Ollìn Vannini ti accompagnerà con chiarezza e maestria nel profondo viaggio delle ferite emozionali, di cui il centauro Chirone rappresenta il buio e la luce, la ferita e la volontà di vivere.
Chirone è il centauro, colui che per portare il messaggio deve perdersi. Colui che per portar luce deve bruciarsi. Colui che per portar guarigione deve ammalarsi.
È l’umano che unisce la sua qualità terrena al Sole (personalità) e si erge oltre i confini di se stesso, negli inferi (ciò che rimane nascosto) stellari, dove tutto si dissolve, dove il potere di creazione è al massimo, dove la forma non esiste più e si ritorna all’essenza: ecco che l’umano può tornare a casa.
È l’orfano che ha perso tutto e si è dovuto arrendere al vuoto interiore, al dolore più grande che avrebbe dovuto portar con sé per sempre per la sua immortalità e sentirlo ogni giorno della sua vita.
Chirone è la chiave: lo strumento che distrugge ogni gabbia.
"Chirone" ti vuole far ricordare come si fa, quali strumenti puoi usare e che quando li usi, anche se sono spaventosi, ti apriranno alla manifestazione del più grande potenziale che conservi dentro come essere umano - frammento del divino -.
Andare oltre te stesso. La tua identità. Per tornare ad essere integro e radicare lo Spirito sulla Terra. Finché è dato da Dio.
LinguaItaliano
Data di uscita4 feb 2021
ISBN9788892721074
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    Anteprima del libro

    Chirone Il centauro - Francesca Ollìn Vannini

    Ollìn

    PREFAZIONE

    Alla base di ogni disturbo o malattia psicofisica, risiede una ferita, un conflitto interiore che in genere viene attivato da uno o più eventi esterni che abbattono il muro di controllo emotivo portando in superficie ciò che si nascondeva dietro.

    Questo passaggio definito da ricercatori e studiosi la notte buia dell’anima rappresenta il momento in cui ogni essere umano almeno una volta nella propria vita si trova nudo di fronte a se stesso con la possibilità di entrare nella resa consapevole o di continuare ad alimentare il conflitto che il più delle volte porta a perdere la voglia di vivere. Rabbia, paura, profondo senso di solitudine, senso di colpa, dolore, sono alcuni dei codici di attivazione di memorie contenute nel DNA che se hai il coraggio di seguire come il filo di Arianna, Ti conducono al tuo vero scopo di questo viaggio terreno, che è riconnetterti con il Potere Unico che Ti ha creato, la Sorgente di energia primaria che è l’Amore. Dio è Amore.

    Fin dalle prime pagine di questo libro, Francesca ti accompagna con amorevole chiarezza e maestria nel viaggio profondo delle ferite emozionali, di cui il centauro Chirone rappresenta il buio e la luce, la ferita e la volontà di vivere.

    Ti sentirai compreso nel tuo dolore ancestrale e riuscirai a dare forza e concretezza al desiderio di rinascere a te stesso/a facilitato/a dagli strumenti e le modalità che sono ampiamente descritte e sperimentate dall’autrice nella sua vita personale e professionale.

    Attraverso Chirone, La chiave dello spirito riconosco e condivido pienamente la volontà di Francesca di mettere a disposizione il proprio vissuto e la ricerca spirituale come anima al servizio della collettività in un tempo di trasformazione epocale a cui ognuno di noi è chiamato dalla Sorgente.

    Sabrina Carburi

    INTRODUZIONE

    "In ognuno di noi c’è un altro essere che non conosciamo.

    Egli ci parla attraverso i sogni e ci fa sapere che vede le cose

    in modo ben diverso da ciò che crediamo di essere."

    – Carl Gustav Jung

    Se sei un ricercatore dell’Anima sei arrivato nel posto giusto.

    Poco si dice su Chirone. Siamo tutti molto impegnati a spiegare gli aspetti dei pianeti di personalità, ma quando davvero viviamo la vita in evoluzione con il suo flusso, ci ritroviamo sicuramente in contatto con il grande baratro, il momento forse più eccitante per un ricercatore dello Spirito. Quel baratro, però, sarà terrorizzante anche per il più avvezzo sperimentatore. Non ci sono strumenti per gestirlo perché non va gestito. A quel punto l’unica forma per affrontarlo è la totale RESA.

    Spesso quando parlo di resa questa viene interpretata come rinuncia. Normale in un Mondo dove sembra si debba sempre rinunciare a qualcosa per averne un’altra, o per essere fedeli a dei modelli imposti dalla famiglia o dal sociale. Non è questa la resa di cui parlo. Mi riferisco invece a quando davvero la vita ti porta sull’orlo della morte, quando fatichiamo a fare quelle grandi rivoluzioni perché troppo forti e perché sembrano troppo radicali e assurde alla mente. E non avendo sviluppato la fede nello Spirito, nel disegno più grande che ci conduce, nel mistero di cui parlo di frequente nei miei libri, allora pensiamo di essere davvero soli e che sicuramente succederà qualcosa di brutto. La grande sfida è, infatti, arrendersi all’amore, fidandosi che la vita è solo amore che si muove. La resa diventa allora un atto di preghiera così potente da non poter fermare l’azione dell’amore quando esso decide di prenderci. è l’entrata nella compassione più grande che l’umano è capace di diventare nella sua vita terrena. Proprio quella di cui erano pregni i Maestri che ci hanno lasciato i grandi messaggi, le indicazioni della via cristica sulla Terra.

    Quella di cui sto parlando è la resa alla morte della personale identità che ognuno di noi ha costruito. Credo sia la più grande battaglia che combattiamo nelle nostre vite: la resistenza a questo momento è immane, proprio perché lo Spirito tira da una parte e l’Ego da un’altra, facendoci entrare in mancanza di coerenza tra le nostre parti. Questo è il momento cruciale in cui sei portato all’estremo, il momento in cui lo Spirito chiama forte e aspetta che tu risponda.

    Ognuno di noi ha una chiamata specifica, secondo il suo percorso di vita, né giusta né sbagliata, né migliore né peggiore di altri, ma sicuramente con volumi diversi. Si tratta della morte della personalità, tanto descritta da Jung, secondo il quale verso i 40 anni si vive un momento in cui è possibile, anzi doveroso, fermarsi per guardare indietro e in cui si ha la possibilità di distanziarsi da CHI ha creato, in modo condizionato e condizionante, la vita prima di quel momento. Non è matematico che sia a quell’età, ma sicuramente in quegli anni qualcosa accade dentro di noi e siamo chiamati ad un forte cambiamento di coscienza. Allora, la vita ci fa vivere un lutto, una separazione forte, un cambiamento doloroso, una malattia o un accadimento che fa cambiare radicalmente il nostro vivere: spesso ciò che definiamo più diabolico, è proprio la porta che si apre per andare oltre la struttura di cui siamo fatti.

    Ma la personalità in base a cosa si crea? Sicuramente in base alle qualità intrinseche di ognuno di noi. Abbiamo delle caratteristiche specifiche a disposizione ed esse ci servono per attraversare questo viaggio chiamato vita. Sappiamo bene che queste possono essere il nostro grande stimolo evolutivo, ma anche il nostro grande muro, quello che costruiamo per mantenerci nel comfort dei condizionamenti conosciuti. La personalità diventa una specie di casa, costruita sui modelli genitoriali o sociali, che ci fa sentire sicuri, che non ci fa osare, ma ci mantiene in quello spazio in cui avremo tutto ciò che ci serve, accontentandoci di quel che c’è, in cambio di quel calore a noi conosciuto. Ci sono persone che non ne escono mai: questo non è giusto o sbagliato, semplicemente i nostri cammini procedono su strade diverse. Il viaggio non si limita ad una vita carnale, ma porta memorie di tante altre esperienze e chi tratta l’Anima sa bene che il tempo per essa non esiste, avendo tutto quello di cui necessita a disposizione. Spesso ci sono Anime che vengono si incarnano con destini legati a genitori o a parenti o compagni e compagne e nonostante sembrino soffrire in quello stato di prigionia, portano il loro compito chiarissimo fino alla fine. Sono accordi sacri che non possono essere controllati dalla mente altrui e probabilmente nemmeno dalla propria. In quei casi non c’è la spinta ad andare oltre, si rimane lì ed è normale; è l’unica forma di vivere, non ci si fanno domande, non si cerca altro perché si potrebbe facilmente incontrare una via d’uscita da quella situazione imprigionante. Ma se ciò è la scelta di un destino più grande, dovuto a una lezione o riparazione suprema che non compete al campo mentale, allora ci si deve affidare ed il destino stesso potrà andare avanti e condurci. Non è giudicabile in nessun momento. è un puro diritto di quell’Anima scegliere di compiere passi sconosciuti al razionale. Fa parte del mistero che viviamo.

    Tutto questo ci indica che non esiste un metro fisso, una misura, un tempo preciso per tutti. Ognuno ha davvero la propria strada da percorrere, con esperienze davvero uniche. Lavorando con le persone ho la fortuna di sentire tante storie, tutte diverse tra loro, ma che conducono a dei punti in comune, che ho compreso essere davvero i punti cardine dell’umano e che non dipendono dalla cultura sociale, familiare o religiosa a cui si appartiene. Sicuramente queste esperienze mostrano condizionamenti diversi nel rivolgersi a ciò che per gli umani è comune, ma alla fine tutte rimandano alle stesse ferite, allo stesso sentire. Ed è proprio lì che abbiamo difficoltà, nel vivere ciò che ci accomuna, nell’arrivare ad avere quel senso di appartenenza ad un collettivo che ha tantissimo da condividere, oltre le apparenze. Ci farebbe sentire meno soli, meno incompresi, meno rifiutati, meno abbandonati. Ed è proprio la personalità che ad un certo punto limita la trascesa, il ritorno a casa, ovunque ci si trovi, impedendo il contatto con gli altri, il sentirsi parte di ciò che è, ad oggi, la realtà umana. Basta osservare quando accadono eventi collettivi come una guerra o la stessa recente difficoltà del Coronavirus, evento davvero epocale. Cosa è accaduto agli umani? Molti si sono sentiti uniti nel dolore, nella difficoltà e hanno potuto sentire i propri simili come fratelli e sorelle alle prese con emozioni, sfide, pensieri condivisibili. E, ad oggi, in questo modo l’umano trascende la separazione. La personalità fa percepire invece la distanza, perché essendo ancorata ad una storia di vita specifica, a memorie cellulari ataviche, mantiene l’individuo nella ripetizione, crea dei filtri con cui vedere il mondo, che poiché derivanti dalla storia personale, sono soggettivi e unici. Questo accade perché essa è costruita proprio per proteggerci, per non farci rischiare di ripetere il dolore del passato. è molto legata al cervello rettiliano e agisce con automatismi, spesso istintivi, quando riconosce elementi che ricordano eventi passati, relazioni dolorose con i genitori, traumi, drammi, esperienze considerate inconsciamente pericolose, non solo per il corpo, ma anche per la psiche. Il nostro sistema egoico è un vero centro di controllo perfetto, che però si contrappone con il linguaggio della vita che, invece, è pura evoluzione e cambiamento. Questo crea il grande conflitto interiore e il conseguente attacco di panico che si attiva quando la personalità è chiamata a morire. Auguro a tutti di vivere questo momento anche se é davvero drammaticamente forte.

    Che cosa accade allora se ci arrendiamo a questa iniziazione della vita? Che trascendiamo la personalità, siamo condotti a vedere cosa c’è oltre e chi siamo dietro la nostra piccola storia. Ed è qui che entra in gioco Chirone. In molti non lo considerano nemmeno, infatti, se non arrivi a toccarlo non ti chiederai mai cosa significhi profondamente questo archetipo che io amo moltissimo. Questo libro nasce proprio dopo averlo sperimentato su di me con tutta la sua potenza. Nel 2018, quando il pianeta Urano entra in Toro per il primo assaggio di pochi mesi, attiva il mio Chirone di nascita a 1° di questo segno. Quando questi avvenimenti si innescano sta a noi vedere cosa farne. Il durissimo periodo di crisi che è durato per tutto il transito, ovvero due anni e qualche mese, vi assicuro è stato molto difficile da superare e se non avessi avuto persone capaci di aiutarmi, non avrei mai raccolto il dono che lui aveva per me. Nonostante già conoscessi Chirone per definizione, per le sue qualità di guarigione, per averlo in un punto del tema natale chiamato Casa Angolare, e quindi affine a me come energia, in realtà non ne conoscevo affatto la sua natura più profonda. Oggi posso dire di averlo sperimentato fino in fondo. Posso dire di aver saltato la riva del fiume in cui stavo annegando e di aver permesso quella grande e radicale trasformazione che ciò offre. Posso dire di aver permesso, finalmente, di ritrovare il cammino di casa dentro di me, smettendo di cercarlo fuori. Di aver dissolto un grande pezzo di storia passata. Di avere ora accesso alle capacità taumaturgiche di questo guaritore ferito. Di poter usare la chiave che ne deriva in modo più consapevole. E molto altro che nel libro vi racconterò: conoscendo il potenziale di questo favoloso compagno di viaggio scopriremo che fa parte del cammino destinico della nostra Anima, che ci parla di ciò che, sebbene nascosto e profondo, l’Anima ha scelto di vivere e di portare. Sono capacità psichiche importanti quelle che emergono, ma solo nel momento in cui decidiamo di incarnarci davvero. Questo rappresenta il centauro, un punto nascosto, profondo, che va scoperto e indagato nella ricerca spirituale del sé, oltre i confini che la tua storia ti pone, oltre la tua mente che controlla, oltre qualunque giustificazione.

    Il dolore dell’incarnazione lo condividiamo tutti. Nell’Era in cui siamo, il collettivo non si permette di trascendere l’Ego e ancora crea realtà devastanti per ognuno, spesso in nome di buoni propositi e ancora più spesso senza consapevolezza di ciò che sta facendo. E qui la frase di Gesù che tutti ricordiamo bene: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23-34), ci spiega che ancora oggi, nel tempo dell’inconsapevolezza, della separazione perpetrata dall’Ego (personalità), dobbiamo sperimentare la compassione massima se vogliamo sopravvivere all’oscurità. E vi assicuro che non siamo illuminati, ed è quindi normale non riuscire ad agirne l’insegnamento, per quanto ci si sforzi. Chirone è un punto in cui, allo sperimentare il massimo dolore qualcosa accade, e quando al fine ti arrendi al mistero, non ti sforzi più.

    La tua attenzione viene portata nella sfera dell’amore e della compassione che hai dentro. Ma non come possiamo immaginare, camminando sulle acque e sentendoci Cristo, ma mettendo la nostra energia nel quotidiano, momento per momento, portandoci nel cuore e allenandoci come in una palestra, dove tuttavia talvolta i pesi sono così elevati che soccombiamo, reagiamo sfiniti o ci sentiamo morire di colpa. Siamo umani. E Chirone ce lo ricorda. Il dolore esiste in questa realtà e si impara a conviverne, si ascolta il suo messaggio che è l’inizio di un processo a cui si è chiamati e si è costretti ad affrontare. Quel dolore può sparire certamente, o può ripresentarsi, ma più consapevolezza prendiamo, più svilupperemo strumenti di intelligenza interiore per affrontarne il peso. D’altronde, le separazioni e i lutti (mi riferisco ai cambiamenti importanti e dolorosi di ogni tipo) sono materiale vitale per questa esistenza, non possiamo evitarli. E allora cosa facciamo? Li scansiamo? Evitiamo di vivere l’amore per i nostri cari o per ciò che é impermanente? Ci chiudiamo alle emozioni così non si ripete il dolore? Ci chiudiamo all’amore? Siamo ovviamente liberi di farlo, ma il nostro compito credo sia essere qui per amare e non per chiudersi e sopravvivere senza. Del resto l’insegnamento che attraverso i millenni tutti i maestri ci portano parla di questo.

    Allora questo libro vuole ricondurci all’umanità che è in noi, come ponte per il divino, come ritorno ad essere quei guaritori, quei Maestri di amore che siamo in origine. Ricordare è la parola d’ordine, non Imparare. Ricordare cosa portiamo dentro, perché tutto è già dentro le nostre cellule e va solo risvegliato. Sta a noi farlo nel momento in cui il dolore si attiva e chiama. Sono solo momenti, tutto è destinato a finire, comunque sia. Il tempo non cancella le memorie, ma aiuta a diminuire l’intensità con cui si vivono e si sotterrano nei meandri dell’inconscio, e se il lavoro interiore viene fatto con coerenza, sicuramente non ci sarà ripetizione. Sono le scelte e le chiamate interne che ci muovono a diventare alchimisti e maestri di vita umana: diversamente significa continuare a fuggire alle chiamate del cuore (diversi sono i tipi di chiamate da discernere e distinguere, quelle della mente, dei bisogni, dell’Ego e quelle del cuore, che per me son le stesse dello Spirito). Possiamo farlo. Ma il conflitto può diventare sempre più grande e intenso. I sintomi fisici parleranno e spingeranno. In questi tempi in cui il collettivo chiama ed è evidente, siamo tutti nella lunga lista del cambiamento.

    Non c’è nulla da temere quando ci sposiamo dentro, con la fede in quello spirito che ci conduce e ci abita. Siamo traumatizzati dalla densità con cui viviamo le esperienze terrene, chi non lo sarebbe. Ci sono certe atrocità che pochi, davvero guerrieri, possono superare. Noi non sappiamo perché dobbiamo viverle e convivervi, ma vi assicuro che più conosceremo noi stessi, più ci accorgeremo di come funziona la trama del filo che tessiamo giorno dopo giorno. è un filo che crea bellissimi ricami e se alla fine potessimo vederlo completo, vedremo quante volte abbiamo creato disarmonia e ci siamo sentiti male e forse abbiamo anche fatto male a chi amavamo. L’inconsapevolezza regna sovrana in questa terra, al momento è ancora così. Quindi sta davvero a ognuno di noi seguire quella chiamata, domandarsi come ritornare ad essere strumento di amore, come migliorare la casa che ci ospita adesso, il Pianeta bellissimo dove viviamo. Non esistiamo solo noi, anche se veniamo a ri-conoscerci interiormente. Esistiamo insieme, qui. E anche questo trovo sia da considerare in questa Era di grande egocentrismo, in cui si fa fatica a comprendere se stessi e ancora di più a comprendere gli altri. Il Narcisismo esasperato e/o patologico sta diventando comune e questo è indice che la separazione dentro e quindi fuori, è al massimo esponente. Non faresti mai del male al prossimo se fossi in contatto reale con te stesso. Non potresti agire senza cuore se sentissi cosa gli stai facendo o ti stai facendo, quando tiri fuori le armi e combatti una guerra che proietti fuori, ma che nasce dentro di te, quando eviti i tuoi demoni. Per questa ragione ho scritto il libro Lilith, l’integrazione dell’ombra. Non potevo lasciar fuori questa parte così importante di ogni umano: la sua oscurità. Anche Chirone fa parte della nostra ombra, proprio perché rimane nascosto e nessuno lo vuole conoscere perché fa così male che si potrebbe morire per il suo dolore. E sembra pazzesco che, proprio oggi, voglia emergere per essere riconosciuto ed integrato come il punto di passaggio, il vero portale interiore che permette di conoscere l’amore più grande che si possa sentire sulla terra. Ogni Era presenta precisi archetipi e dico oggi perché in altre Ere collettive, come in quella dell’Oro di cui tanto si parla, gli umani non esistevano così separati e non sperimentavano il dolore come nei nostri tempi, che non sono nemmeno i più oscuri, se consideriamo il Medio Evo.

    Abbiamo bisogno di imparare a riaprirci all’amore, al calore, alla compassione, all’unione. Abbiamo bisogno di sentirci di nuovo parte integrante di un’esperienza di passaggio, così importante per ognuno di noi. Di sentirci importanti non solo dentro le nostre personali vite quotidiane, ma anche dentro il collettivo. Ogni volta che fai una scelta stai influenzando altre persone, risuonando inevitabilmente, nelle loro scelte, nel bene e nel male. Sappiamo che nulla viene per nuocere, è un insegnamento, ma credo sia importante iniziare a vedere le cose, la vita, noi stessi in modo più ampio e morbido possibile. Questa capacità di visione si acquisisce nel tempo, non ci viene regalata. Nemmeno la consapevolezza deriva dagli anni che abbiamo, ma dagli sforzi che facciamo per raggiungerla. E non è una azione mentale o sapere dei concetti che fa la differenza, ma quanto hai sperimentato quei concetti nella tua vita, quanto li hai integrati nelle tue cellule, cambiando l’informazione che hai dentro a te stesso, non perché sbagliato/a, ma perché l’evoluzione chiede questo.

    E allora, nel momento in cui il conservazionismo si scontra interiormente con l’Essenza, lo Spirito, la vita, il sé (lo possiamo chiamare in tutti questi modi), esiste una chiave di uscita e rinascita: Chirone.

    Buon viaggio e buona lettura.

    LA SCIENZA DELLO SPIRITO

    DI GIUSEPPE DEMARTIS

    Dalla Teoria di Yin e Yang a Chirone il Guaritore

    Il TAO comprende tutto nell’universo.

    Questo simbolo, che la maggior parte delle persone ha visto in una varietà di contesti, riduce le cose a un’immagine chiara ed elegante. Come la famosa equazione di Einstein, E = mc2, il simbolo Yin-Yang descrive qualcosa di molto elementare e incredibilmente complesso. Ciò che Yin-Yang indica e rappresenta è così vasto che comprende tutto nell’Universo.

    YinYang

    Come la teoria dei cinque elementi della MTC, Yin e Yang sono parte integrante della cultura cinese e lo sono da migliaia di anni. I primi riferimenti a Yin e Yang risalgono al 700 a.C. all’I Ching (Il libro dei mutamenti, un testo universale nella sua rappresentazione dell’equilibrio dinamico degli opposti e nella comprensione dei processi di svolgimento degli eventi e del cambiamento). Yin e Yang sono tipicamente cinesi in termini di percezione

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