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Un'economia più umana: Cambiare i nostri valori per migliorare le nostre vite
Un'economia più umana: Cambiare i nostri valori per migliorare le nostre vite
Un'economia più umana: Cambiare i nostri valori per migliorare le nostre vite
E-book86 pagine2 ore

Un'economia più umana: Cambiare i nostri valori per migliorare le nostre vite

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Info su questo ebook

Il saggio rappresenta un piccolo breviario che può essere davvero utile in una crisi
economica infinita come quella attuale, crisi che in realtà è anche psicologica,
etica, morale e, perché no, umana. Si perché la crisi che viviamo – insieme a tutte
quelle che l’hanno preceduta – è frutto della gestione privata e sconsiderata del
denaro, dei trucchi della finanza, insomma dell’avidità di pochi che si istituzionalizza e divora le vite di molti, troppi oggi. L’economia, dunque, non è altro che psicologia collettiva percepita. Ancora una volta, se vogliamo cambiare sul serio la realtà intorno a noi dobbiamo cambiare prima ciò che abbiamo dentro. Ecco perché all’economia deve essere applicata non solo l’etica ma finanche la spiritualità: un mondo più felice è davvero possibile, basta cambiare una volta e per tutte il nostro modo di pensare individuale e alla fine collettivo.
LinguaItaliano
Data di uscita25 ott 2013
ISBN9788897363781
Un'economia più umana: Cambiare i nostri valori per migliorare le nostre vite

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    Un'economia più umana - Gabriele Sannino

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    Introduzione

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    Il vero tabù del mondo è la creazione del denaro dal nulla. Le banche centrali private stampano – quando lo fanno, visto che la maggior parte del denaro è virtuale – e indebitano tutti i popoli del mondo con interessi che non potranno mai essere restituiti, e ciò solo per motivi di potere e conquista globali. La verità ultima di questa crisi è che, con questo meccanismo di creazione del denaro alla fonte, il mondo ormai si è completamente incancrenito. Ecco perché questa crisi è irreversibile: basti pensare che il livello di indebitamento globale è tale che gli interessi che esso produce sono ormai superiori – e di molto – a tutto il PIL delle nazioni messe insieme. Oggi molti di questi paesi stanno fallendo: quand’è allora che potremo parlare, una volta e per tutte, di bancarotta dell’intero sistema economico?

    Nel nostro paese, i politici burattini delle banche – che in parte sostengono le loro campagne elettorali – vorrebbero uscire dall’impasse attraverso una riorganizzazione fiscale per favorire l’ingresso del capitale selvaggio transnazionale e pagare i debiti e gli interessi accumulati dall’attuale sistema. Quando si sente parlare di riforme, state pure certi che o si parla di svendere i beni pubblici (beni che i cittadini si sono sudati magari pagando tasse per generazioni) oppure, più semplicemente, di globalizzare sempre di più – qualora ce ne fosse bisogno – l’intero sistema-stato.

    Nessuno di noi oggi sarà realmente libero – economicamente parlando – finchè sarà perennemente indebitato con queste banche private che, per giunta, restano al di fuori di ogni regola civile e morale nonchè al di sopra di ogni legge statale. Insomma, il livello di follia che quest’umanità – o una parte di essa almeno – ha raggiunto è tale che questa crisi non è per niente economica ma piuttosto psicologica, sociale, culturale e, perché no, anche spirituale.

    In altre parole, trattasi di una crisi UMANA.

    Insomma, siamo alla più becera follia sociale, che distrugge e polverizza l’economia reale e i cittadini, ingannandoli e raggirandoli con debiti e guadagni fasulli, in tutti i sensi. Oggi siamo arrivati al punto che quasi tutte le banche centrali del pianeta sono PRIVATE, e tutte indebitano fraudolentemente i rispettivi popoli con i meccanismi del signoraggio: la famiglia Rothschild – una delle dinastie bancarie che controlla la finanza globale – ha azioni praticamente in tutte le banche del pianeta, eccetto le poche rimaste pubbliche, e che, guarda caso, si trovano in Iran, Corea del Nord, Cuba, Siria, Sudan del Nord. I cosiddetti Stati canaglia. Anche l’Ungheria sta ripubblicizzando la sua Banca Centrale.

    Il ricatto principale della finanza internazionale è sempre lo stesso: o fai quello che diciamo noi o non compriamo più i titoli del vostro debito pubblico; o ci seguite oppure restringiamo i cordoni del credito alle vostre banche – le quali presteranno sempre di meno al sistema-paese generando asfissia economica – e ancora, o fate come diciamo noi o vi affossiamo le aziende in borsa. La conseguenza di tutto questo è stata la privatizzazione di tutto il welfare delle nazioni – dalle ferrovie ai trasporti, alla sanità, all’istruzione e via dicendo – ciò affinchè i creditori-speculatori potessero acquisire nuovi beni per guadagnare ancora di più.

    Oggi siamo davvero a un punto di non ritorno: il trattato European Stability Mechanism o MES (Meccanismo di stabilità europeo) firmato l’11 luglio 2011 – anche se nel marzo del 2012 è stata concordata una nuova versione – prevede la costituzione di un vero e proprio ente intergovernativo che dovrà gestire i 700 miliardi di euro messi in dotazione dalle varie nazioni aderenti (soldi prestati ovviamente dalla BCE in base alle quote di partecipazione delle varie banche centrali dei paesi partecipanti). Di questi 700 miliardi, solo 500 saranno prestabili, e il paese che beneficerà di questa iniezione di moneta-debito dovrà rispettare tutte le clausole della troika – BCE, FMI, UNIONE EUROPEA – espugnando cioè, per sempre, ogni scampolo di sovranità politica, in quanto la politica economica – e tutto ciò che ne consegue, quindi tasse welfare ecc. – sarà nelle mani esclusive di questo organismo intergovernativo e soprattutto internazionale. Paradossalmente, il MES comporterà una riduzione del potere della stessa BCE, e ciò perché non potrà incassare i soldi dei titoli di debito prima che il paese di turno non abbia pagato i creditori facenti parte del summenzionato fondo. Ma non solo, col MES si potranno chiedere ai popoli perfino i pagamenti anticipati e i relativi interessi, godendo, per giunta, della più completa inviolabilità giuridica al pari di tutte le altre banche centrali. L’Italia parteciperà a questa nuova follia e FINZIONE economica con circa 125 miliardi di euro al tasso del 6%, mentre nel caso – sicuro – che dovesse utilizzare i soldi del fondo, gli interessi scatterebbero al 9%. Insomma, debiti per pagare altri debiti!

    Il MES, inoltre, potrà richiedere ai paesi membri un aumento della dotazione in qualunque momento, a prescindere dal consenso politico. Dal trattato poi si evince che tutti i beni e i mezzi del MES sono inviolabili, così come tutto il personale è soggetto alla più totale immunità di giurisdizione nei diversi paesi. In pratica, i truffatori della finanza internazionale si sono tutelati fino in fondo e fin nei dettagli questa volta, sapendo benissimo a cosa si andrà incontro socialmente parlando… da qui a qualche anno. Questo sistema, infine, sarà retto da un consiglio di amministrazione, un consiglio di governatori e da un direttore generale, le cui scelte, seppur nefaste per milioni e milioni di persone, saranno insindacabili e mai perseguibili.

    Come se non bastasse, c’è un altro trattato che incombe sull’eurozona per mettere i conti in ordine: il cosiddetto Fiscal Compact, un trattato che impegnerà ad esempio lo Stato italiano a portare il debito pubblico al 60% del PIL – nel nostro caso vuol dire dimezzare e più un debito senza la benché minima prospettiva di crescita! – riducendo i costi dello stato per un valore di 45 miliardi l’anno, cosa che comporterà tagli draconiani mai sperimentati prima d’ora. Il Fiscal

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