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Il Moderno Krav Maga.: Scienza e tecnica del metodo di difesa israeliano più diffuso nel mondo
Il Moderno Krav Maga.: Scienza e tecnica del metodo di difesa israeliano più diffuso nel mondo
Il Moderno Krav Maga.: Scienza e tecnica del metodo di difesa israeliano più diffuso nel mondo
E-book344 pagine3 ore

Il Moderno Krav Maga.: Scienza e tecnica del metodo di difesa israeliano più diffuso nel mondo

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Info su questo ebook

Il Krav Maga è il sistema di difesa personale più diffuso al mondo. Gli autori hanno voluto trattare l'argomento da punto di vista storico, metodologico e scientifico. Un Excursus che partendo dalla sua nascita ha affrontato aromenti di natura fisiologica, legale e psicologica per concludere con la prestazione fisica e la metodologia dell'insegnamento. Un viaggio intorno al Krav Maga diverso dal tipico manuale tecnico, che vuole stimolare il lettore, l'insegnante tecnico, a una riflessione sul modo di affrontare da un punto di vista professionale, una disciplina dall'elevato conteniuto tecnico.
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2022
ISBN9791220399326
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    Anteprima del libro

    Il Moderno Krav Maga. - Antonio Monsellato - Massimo Panerai

    Prefazione

    Come tutti, ho scoperto il Krav Maga per caso, dal 1989 quando ero militare di carriera nell'ambito di una formazione fatta all'interno del mio reggimento, disciplina che ho successivamente praticato fino al 1997, quando sono tornato nel mondo civile. Il nostro addestramento militare iniziale era comunque orientato al Close Combat ma il KM trovò presto il suo posto all'interno del reggimento e poi più in generale dei reggimenti francesi. Nel frattempo, i giorni dell'infanzia erano quelli del judo, del jiu-jitsu e della kick boxing con gli amici che praticavano il karate o il full contact. Dopo un'interruzione di 4 anni, nel 2001, ho iniziato un ritorno alla fonte, riaprendo le porte di un club KM in Savoia, e da quella data, non ho praticamente mai lasciato, questa disciplina che mi ha portato amicizie, forza, abnegazione, condivisione e soprattutto riflessione sulle nostre pratiche. Nel 2005 ho aperto il mio primo club e subito mi sono confrontato con gli insegnamenti dei miei pari e molto presto mi sono reso conto dell'inutilità di certi approcci che trovavo non al passo con la semplicità insegnata all'epoca in cui ero un militare di professione. Una cosa è chiara, la forza del KM, è prima di tutto nell’approccio che vuole essere pragmatico, efficiente, riflessivo, esplosivo ed automatico, grazie a una preparazione psicologica e fisica che permette di controllare lo spazio, l'ambiente e, soprattutto lo stress generato dalla scarica di adrenalina che tutti secernono sotto l'effetto dello stress o del panico che ne deriva delle modalità moderne di aggressione! Nel 2010 ho frequentato un corso organizzato da IKMI a Digione come praticante e fondatore di un club indipendente senza etichetta ed è stato in questo periodo che ho conosciuto Monsellato e Panerai! Il loro approccio, la fluidità del movimento, la durezza e serietà del loro programma, la loro voglia di condividere senza dogmatismo mi hanno finalmente convinto ad entrare a far parte di questa federazione che oggi mi ha reso un esperto di questa disciplina che ormai fa parte integrante della mia vita. Per più di dieci anni, IKMI mi ha permesso di scoprire il mondo e di creare legami in tutto il mondo. In particolare negli Stati Uniti, Israele, Italia, Svizzera, Austria, Bosnia, Germania ecc. Questa federazione è una federazione sportiva ma soprattutto una federazione di amicizia e condivisione. Il loro programma e la loro pedagogia sono impegnativi ma benevoli per chi decide di intraprendere le strade di questo apprendimento che è orientato esclusivamente sui principi fondamentali del KM, cioè efficienza e pragmatismo in ogni circostanza. Gli esperti IKMI con cui collaboro ormai da 10 anni mi hanno dato la voglia di costruire il progetto Francia, ma detto ciò, l’altra forza di IKMI è quella di federare tantissime realtà nazionali e internazionali intorno ad un progetto di grande respiro senza velleità o egemonismi, la cui sola preoccupazione è quella di andare avanti e costruire un progetto unificante e duraturo nel tempo. Ringrazio Antonio Monsellato e Massimo Panerai per la loro amicizia e li ringrazio e li supporto in questo percorso di apertura e chiarificazione del metodo IKMI per un KM moderno, riflessivo che si adatta al tempo e alle sue evoluzioni! Lunga vita a questa disciplina che merita la nostra attenzione e lunga vita a IKMI attraverso i suoi atleti, praticanti, istruttori ed esperti.

    Olivier DECOSTER

    Premessa

    L’unica costante è il continuo cambiamento. [Lao Tze].

    Il Krav Maga ha avuto negli ultimi anni una grande diffusione. Si sono create moltissime associazioni che lo propongono e il numero dei praticanti è aumentato di anno in anno. Questa è una condizione molto positiva per il Krav Maga. Naturalmente, come tutte le attività che crescono rapidamente rischiano, se non regolate correttamente, di diventare un territorio all’interno del quale è possibile perdere la propria identità. Secondo il nostro punto di vista, non tutta questa quantità è andata di pari passo con una necessaria qualità. In questo momento non esiste, al di la di alcune basi comuni, un metodo ufficiale di Krav Maga. Esiste viceversa il metodo di una particolare scuola o associazione. Questo è il frutto della mancanza di un’organizzazione regolatrice della disciplina, contrariamente a quanto avviene in altri paesi come ad esempio la Francia.

    Tutto ciò non significa che il nostro pensiero è rivolto a standardizzare o per giunta congelare il Krav Maga all’interno di canoni immutabili nel tempo, al contrario, la disciplina deve crescere, deve adattarsi continuamente al mutare delle situazioni per permettere ad un metodo di rimanere sempre attuale. La sua crescita però deve essere in qualche modo frutto di uno studio, di un confronto e non di un mero convincimento personale di un istruttore, di una particolare scuola o associazione. Un metodo di difesa deve essere efficace, per cui è necessario acquisire molte competenze. Occorre essere efficienti non dedicandosi esclusivamente alla formazione tecnica, ovviamente indispensabile, ma a tutte le altre necessarie competenze complementari.

    Difesa personale significa confrontarsi con un aggressore e riuscire, ancor prima di utilizzare la forza fisica, a uscire positivamente dal confronto. Significa saper mantenere il controllo della situazione attraverso una serie di corretti atteggiamenti:

    saper usare le parole giuste;

    comprendere l’ambiente circostante;

    mantenere la giusta distanza;

    capire le intenzioni dell’aggressore, (è armato oppure no);

    conoscere i termini legali della difesa;

    possedere un’adeguata preparazione fisica;

    possedere un’adeguata preparazione tecnica.

    Il Confronto. Ecco una parola chiave.

    La difesa prevede il confronto diretto con chi aggredisce. Se andiamo ad analizzare bene, il primo confronto necessario è con noi stessi. Quale sarà il nostro comportamento davanti ad un’aggressione, e come riuscire a gestirla per evitare di arrivare allo scontro fisico? Il primo confronto è con noi stessi e dobbiamo imparare a vincere le nostre paure, imparare a comportarci adeguatamente all’interno dello stesso confronto. Se arriviamo allo scontro fisico, a volte inevitabile, avremo fallito in tutte le altre opzioni e allora, non rimarrà che combattere o soccombere.

    Krav Maga e social media

    Esiste molta letteratura sull’argomento fatta sostanzialmente di manuali tecnici che descrivono, più o meno dettagliatamente, le tecniche di difesa. Esiste più della letteratura, una serie infinita di informazioni e video sui social, diventato il mezzo di comunicazione maggiormente utilizzato e frequentato. Se andiamo a confrontarci con quello che viene presentato nei social, non riusciremo a comprendere bene che cos’è il Krav Maga. I social presentano solo una parte, anche in questo caso solo tecnica, che a nostro avviso è quella meno rappresentativa della self defense. Una disciplina di difesa personale non è solamente la mera esecuzione di tecniche in diversi contesti, richiede una preparazione anche di natura diversa. Pubblicare sui social ha l’unico obiettivo di presentarsi ai fini propagandistici. Alcuni di questi in modo migliore di altri, ma sempre con un obiettivo comune: farsi della pubblicità per attirare sempre maggiori followers.

    Del resto, a ben vedere, questo vale non solo per il Krav Maga, ma per tutto ciò che viene presentato sui social. Nessuno è esente da questa pratica, che è diventata ormai un luogo comune e anche i più titubanti a pubblicare, sono ormai costretti a farlo. In molti casi, purtroppo, questa frequentazione non è stata di aiuto alla nostra disciplina, anzi in alcuni casi l’ha per giunta ridicolizzata rendendola priva di contenuti. Questo non ha contribuito a far apprezzare il Krav Maga, specialmente nei confronti di chi ha praticato arti marziali o sport da ring e ha lasciato in palestra sudore e lividi.

    L’obiettivo del Krav Maga

    Il Krav Maga è una disciplina complessa. Il suo obiettivo è difendersi. Prima di affrontare fisicamente un avversario, che nella difesa deve essere considerata l’ultima opportunità, è necessario evidenziare la necessità di conoscere come un aggressore potrebbe presentarsi:

    è armato?;

    è a mani nude?;

    è un lottatore esperto?;

    qual è il suo obiettivo?.

    Il primo passo per difendersi è conoscere come posso essere attaccato. Le tecniche di Krav Maga attingono alle tecniche dalle diverse discipline specialistiche quali a esempio Brazilian Jiu Jitsu, Judo, Lotta per il lavoro a terra, oppure Pugilato, Muay Thai, Kick, Karate, Jet Kune Do per il lavoro in piedi. Sulle proiezioni attinge al Judo e al Jiu Jitsu, mentre per il lavoro con le armi bianche e il bastone dal Kali e dal Penkat Silat. Si distingue inoltre per la difesa contro le armi da fuoco, il che rende consigliabile, se non indispensabile, per un istruttore di questa disciplina, sia avere delle conoscenze sulle armi da fuoco, sia frequentare un poligono di tiro.

    Una disciplina così complessa e variegata, con competenze diverse da acquisire e padroneggiare, non può che richiedere un allenamento continuo e costante. Il Krav Maga, come tutte le discipline, richiede tempo e pazienza e non è possibile acquisirlo in pochi week end. C’è un ulteriore aspetto fondamentale che non deve essere trascurato: le tecniche del Krav Maga servono per difendersi e quindi devono essere eseguite in un ambiente che è ostile specialmente dal punto di vista psicologico. In una gara sportiva di qualunque disciplina, per quanto violenta, ci sono delle regole, degli arbitri, e quindi ci troveremmo sempre in un contesto controllato, nella difesa ci troveremmo, al contrario, in una situazione completamente fuori controllo, dove non è concesso l’errore o una seconda occasione. Questo deve rafforzare l’idea che l’impegno per acquisire delle tecniche deve essere massimo e continuo.

    Krav Maga- scienza e metodologia

    Il Krav Maga è anche un’attività sportiva e non può essere scisso da tutta quella parte scientifica che parla di movimento e di allenamento. Un istruttore di Krav Maga deve avere delle competenze di anatomia, fisiologia, teoria dell’allenamento, psicologia, metodologia d’insegnamento ecc. Abbiamo dunque pensato, piuttosto di realizzare un nuovo manuale con la descrizione delle varie tecniche che per quanto possa essere sviluppato non potrebbe mai essere esaustivo, di raccontare come, all’interno della nostra organizzazione, è affrontata la formazione e quali sono le competenze da acquisire da parte dei nostri istruttori e quale, secondo il nostro punto di vista, sia l’essenza del Krav Maga nella sua accezione più profonda.

    Il Krav Maga

    Si vis pacem para bellum. –[Epitoma rei militaris – Vigezio].

    Prima di introdursi all’interno del Krav Maga, delle sue specificità, delle sue tecniche, è indispensabile, e non si può prescindere da questo, dal contestualizzarlo all’interno delle proprie origini, senza le quali potremmo derivarne una visione limitata. Le origini di qualsiasi attività sono necessarie per poterne valorizzare e comprenderne le intime caratteristiche. È un’idea comune e da molti consolidata che il praticante di Krav Maga sia una sottospecie di praticante di una disciplina di combattimento di un livello inferiore. Questa convinzione nasce dal fatto che in alcune organizzazioni siano state regalate delle qualifiche d’insegnante tecnico a persone che non avevano le caratteristiche necessarie e sufficienti per svolgere un’attività del genere. Questa situazione non ha sicuramente giovato alla crescita del Krav Maga, per contro, pur non negando questa situazione, non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono organizzazioni che promuovono il Krav Maga in modo estremamente serio, che formano i propri istruttori seguendo un programma tecnico-scientifico e una metodologia mutuata dalle federazioni nazionali e internazionali di arti marziali e sport di combattimento. L’invito è quindi di non fermarsi davanti a luoghi comuni, ma prendere coscienza di cosa è veramente il Krav Maga e quali siano le sue specificità e le sue componenti tecniche. Potremmo così scoprire un metodo di combattimento completo ed entusiasmante con insegnanti competenti e preparati, in gran parte provenienti da altre discipline marziali o da sport di combattimento, alcuni dei quali con un background e un curriculum sportivo di tutto rispetto e che, grazie alle proprie skills, contribuiscono a migliorare e far crescere dal punto di vista tecnico la disciplina.

    Cenni storici

    Per collocare la nascita del Krav Maga (combattimento corpo a corpo in Ebraico) dobbiamo guardare alla storia moderna d’Israele, precisamente dopo la seconda guerra mondiale quando iniziò una nuova ondata migratoria verso quello che poi nel 1948, a fronte della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947, diventerà lo Stato d’Israele. La storia del popolo israeliano è lunga e complessa, fatta di guerre, di diaspore, di violenze inaudite. Percorrerla completamente richiederebbe un’opera a sé stante ma, per cogliere il nostro obiettivo, la nascita del Krav Maga, è importante affrontare alcune tappe della loro storia.

    Prima del 1949 lo stato moderno di Israele non esisteva. Il primo ingresso nella storia dove si parla di Israele, datazione contestata comunque da alcuni storici, lo si deve alle incisioni sulla stele di Merenptah (1207 A.C) dedicate per la maggior parte alla vittoria ottenuta contro i libici, ma dove al suo interno si trova l’iscrizione "Israele è distrutto, il suo seme non c’è più". Per tornare nuovamente a parlare di Israele, dobbiamo arrivare nel 70 A.D. quando le legioni Romane, comandate dal generale Tito Cesare, portarono a termine il lungo assedio di Gerusalemme sedando brutalmente la rivolta ebraica, distruggendo il secondo Tempio e disperdendo la maggioranza della popolazione per tutto l’Impero Romano. Successivamente a questo evento la prima guerra giudaica si concluse con la conquista di Masada nel 73 A.D., la quale era assediata dal 66 A.D da un gruppo di Sicarii¹. Da questo evento la nazione fu rinominata Palestina (dalla parola latina Philistine, da cui successivamente Filistei, indicante gli antichi nemici di Israele), identificata attualmente nella striscia di Gaza e nella zona di Tel Aviv. In Terra Santa rimasero comunque delle minoranze ebraiche soggiogate alle potenze straniere come i Bizantini, gli Arabi, i Crociati e gli Ottomani. Quest’ultimi dal 1300 al 1918 dominarono gli Ebrei indigeni e gli Arabi fino alla sconfitta nella Prima Guerra Mondiale e l’inizio del Mandato Britannico del 1919.

    In questi stessi anni gli Ebrei formarono clandestinamente un esercito, denominato Haganah (Difesa), per rispondere alle minacce delle bande arabe e come premessa per la creazione di uno stato ebraico, auspicato dagli inglesi attraverso un documento ufficiale dell’allora ministro degli esteri britannico Arthur Balfour, nota come Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, che affermava di guardare con favore alla creazione di una dimora nazionale per il popolo ebraico. La dichiarazione Balfour fu successivamente inserita all’interno del trattato di Sèvres che stabiliva la fine delle ostilità con la Turchia e assegnava la Palestina all’impero britannico.

    La creazione dello stato di Israele è però ancora lontana, ma nel frattempo ha inizio un forte incremento dell’immigrazione e da questo, la necessità di formare delle unità di protezione. Fu creata quindi una prima unità d’élite chiamata Notrim (Le guardie) per difendere gli insediamenti ebraici contro le razzie arabe. Questa unità risultò efficace per proteggere piccoli insediamenti ma non sufficiente a gestire tutte le rivolte. Per fare fronte a questa necessità un ufficiale dell’Haganah, formato nell’esercito Russo, Yitzhak Sedeh, creò una nuova unità dell’esercito chiamata Nodedot (Vagabondi). Con l’intensificarsi delle rivolte arabe, le tattiche sviluppate con i Nodedot furono utilizzate per creare una forza permanente "Special Night Squads" che iniziò a lavorare a stretto contatto con i reparti dell’esercito britannico. Durante la seconda guerra mondiale, per affrontare le molte tribù arabe alleate con i Nazisti, i britannici chiesero aiuto ai combattenti ebrei formando la prima unità speciale israeliana regolare chiamata Pal’mach (acronimo di Plugot Machatz che significa compagnia d’attacco).

    L’addestramento che ricevettero i soldati del Pal’mach venne chiamato KAPAP (acronimo di Krav Panim El’ Panim dal significato combattimento faccia a faccia) conosciuto negli anni ’70 anche come Lochama Zehira, micro lotta o LOTAR. Il KAPAP non era solo un sistema di combattimento corpo a corpo, ma un insieme di addestramenti con armi da fuoco, esplosivi, radiocomunicazioni, pronto soccorso, sopravvivenza in condizioni estreme, corsi di lingua straniera (in particolare tedesco e arabo) sistemi di combattimento a mani nude derivate dal pugilato, dalla lotta greco-romana e dalle tecniche militari inglesi di combattimento con coltello e con bastone, senza escludere una serie di specializzazioni come sniper e counter-terrorist. Le brigate Pal’mach assistettero l’esercito inglese in varie campagne come ad esempio l’invasione di Vichy (Governo francese a supporto dei Nazisti), ma anche in Siria e in Giordania combattendo al fianco dei SAS (Special Air Service) nei Balcani.

    Alla fine della guerra gli ebrei si aspettavano che gli accordi per una creazione di uno stato di Israele fossero rispettati dagli inglesi. Quando fu chiaro che gli accordi non erano stati rispettati il Pal’mach usò le tecniche di guerriglia contro gli stessi inglesi. Con la formazione delle Nazioni Unite nel 1945 fu inevitabile una guerra tra Ebrei-Palestinesi e Arabi-Palestinesi. Il Casus belli che fece scoppiare la guerra d’indipendenza, da novembre 1947 al marzo del 1949 fu l’approvazione, 29 novembre 1947, della risoluzione 181 in cui l’assemblea generale delle Nazioni Unite annunciava il piano di ripartizione, appositamente creato per determinare l’assetto dei territori una volta cessato il mandato britannico, che prevedeva la divisione della regione in due parti: a ovest del fiume Giordano una regione ebraica mentre a est del fiume Giordano una regione araba (attuale Giordania).

    I primi scontri iniziarono subito dopo e si inasprirono successivamente quando gli inglesi abbandonarono la regione e gli Ebrei dichiararono la loro indipendenza (14 maggio 1948). Le forze giordane, libanesi, irachene, egiziane, siriane e palestinesi attaccarono quindi la componente ebraico-palestinese al fine di impedire la nascita dello stato di Israele. Durante questa guerra d’indipendenza, nonostante l’inferiorità di mezzi e di persone, gli attuali israeliani riuscirono a mantenere le proprie posizioni e a formare uno degli eserciti più preparati del mondo. L’Haganah divenne ufficiale e fu rinominata in Tzava Haganah LÈYisrael, tradotto come esercito di difesa israeliano o anche Forze di difesa Israeliane o IDF (Israel defense forces). È proprio dal sistema di combattimento chiamato KAPAP che inizia a prendere forma il Krav Maga grazie al Maestro Imi Lichtenfeld (1910-1998), che ne ha codificato il sistema. Il Krav Maga attuale, si è sviluppato grazie all'apporto di tecniche derivate da altre discipline di combattimento. Sono stati tolti molti elementi non necessari per una semplice difesa personale ad uso civile, come ad esempio l’uso tattico del coltello o le tecniche di eliminazione delle sentinelle, e reso più adatto ad un contesto civile o di polizia.

    Dal 1972, il Krav Maga viene introdotto, in Israele, anche nelle scuole e nei Kibbutz e sei anni dopo, anche nel resto del mondo. La sua espansione, dapprima ristretta ai corpi militari e alle forze speciali, inizia ad emergere, in una decina d'anni, anche tra i civili sia in Europa che in America. Dalla sua creazione ad oggi, il Krav Maga ha conosciuto un notevole sviluppo come evidenziato dal gran numero di scuole e praticanti. Attualmente è il sistema di combattimento per

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