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Manuale pratico di MFXI integrata - Manipolazione Strumentale dei tessuti molli e fasciali
Manuale pratico di MFXI integrata - Manipolazione Strumentale dei tessuti molli e fasciali
Manuale pratico di MFXI integrata - Manipolazione Strumentale dei tessuti molli e fasciali
E-book447 pagine3 ore

Manuale pratico di MFXI integrata - Manipolazione Strumentale dei tessuti molli e fasciali

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Info su questo ebook

L'obiettivo di questo lavoro è quello di trasmettere l'originalità e l'efficacia delle tecniche che sono state raccolte sotto il nome di Miofibrolisi Integrata MFXI. La Miofibrolisi Integrata è, oggigiorno, l'espressione più completa del trattamento manuale strumentale.

Questo testo condensa la pratica, la ricerca clinica e le riflessioni sviluppate in più di 30 anni di lavoro e di insegnamento in Italia e all'estero.

Il Manuale Pratico di Miofibrolisi Integrata traccia un percorso terapeutico preciso e approfondito.

Le tecniche della Miofibrolisi Integrata sono affrontate e descritte singolarmente.

Le fondamenta del metodo si basano sulla scelta delle tecniche più adatte e sulla loro associazione in base al tipo di patologia.

La ricchezza teorica e pratica dei differenti approcci permette di personalizzare per ogni paziente l'intervento terapeutico più adatto.

L'augurio per tutti i lettori è che possano, al termine dello studio della Miofibrolisi Integrata, avere una visione più ampia e approfondita della fisiopatologia dei tessuti molli e che possano affrontare la pratica clinica con un nuovo strumentario diagnostico terapeutico altamente efficace.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mar 2024
ISBN9791222702599
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    Manuale pratico di MFXI integrata - Manipolazione Strumentale dei tessuti molli e fasciali - Giulio Picozzi

    STIMOLAZIONE TRANSCUTANEA PUNTIFORME (STP)

    C’è un vantaggio reciproco, perché gli uomini, mentre insegnano, imparano.

    Seneca

    La cute

    La Miofibrolisi Diacutanea viene applicata direttamente sulla pelle e, come dice il nome, agisce attraverso la cute. Riteniamo quindi importante ricordare alcune funzioni del rivestimento cutaneo, significative al fine di avere una maggiore comprensione della complessità del trattamento di Miofibrolisi.

    La pelle ha origine dal più esterno dei tre foglietti embrionali, l’ectoderma, dal quale originano e si formano anche i capelli, lo smalto, i denti e tutti gli organi di senso, olfatto, gusto, udito, vista e tatto. Si tratta dell’insieme di tutti sistemi ideati per percepire ciò che succede fuori dall’organismo.

    La superficie della pelle possiede un numero elevatissimo di recettori sensoriali e si ritiene che ogni centimetro quadrato contenga circa 5000 recettori, mentre i punti deputati al tatto variano da 7 a 135 al centimetro quadrato. Le fibre sensoriali che partono dalla pelle ed entrano nel midollo spinale attraverso le corna posteriori supera, come numero, il mezzo milione.

    Dopo la nascita, la pelle è sottoposta a tantissime nuove stimolazioni poiché deve adattarsi ad un ambiente molto più complesso di quello uterino. L’ambiente atmosferico influenza e stimola la pelle attraverso l’aria che contiene differenti tipi di gas, ma anche tramite parassiti, virus, batteri che la colonizzano. La luce con tutte le sue variazioni di spettro d’onda interagisce in maniera importante con la cute (si veda il capitolo 7 sulla coppettazione). L’epidermide è sensibile anche alle modificazioni della pressione atmosferica e della temperatura e risente delle radiazioni terrestri.

    La pelle risponde a tutti questi stimoli con sorprendente efficacia. Rappresenta il 18% del peso corporeo e nell’adulto ha una superficie di circa 18.000 centimetri quadrati. Non finiamo di stupirci quando pensiamo alla complessità della cute e quanto sia efficace nel trasmettere le informazioni dal mondo esterno al SNC e allo stesso tempo così potente contro aria, acqua, traumi, radiazioni, virus, parassiti e batteri.

    Gli elementi contenuti nella pelle sono rappresentati nella corteccia cerebrale. Gli impulsi tattili della pelle passano dai gangli sensitivi, dalle corna posteriori del midollo spinale, dal midollo, fino a raggiungere i nuclei del talamo e il giro post centrale. Generalmente le fibre deputate agli impulsi tattili hanno dimensioni più grandi rispetto a quelle degli altri sensi.

    La sensibilità dolorifica è un sistema di allarme fondamentale che serve a richiamare l’attenzione su quello che succede al nostro corpo. Infatti è grave soffrire di analgesia cutanea, in questi casi, infatti, il sistema di allarme non interviene, favorendo la formazione di danni e lesioni somatiche.

    Le stimolazioni esterne sono essenziali per mantenere il tono sensoriale e motorio sempre efficienti. A questo proposito ricordiamo di porre attenzione agli allettamenti prolungati che generano una serie di problemi gravi perché assopiscono e addirittura spengono il tono sensoriale di base e quello motorio, favorendo anche dopo brevi periodi la perdita della massa muscolare.

    L’epidermide, oltre a delimitare il confine esterno del nostro corpo, ha funzioni di difesa da insulti meccanici, chimici, biologici e dalle radiazioni. Funge da organo di senso, regola la temperatura e interviene nel metabolismo dei liquidi organici e dei sali minerali attraverso la traspirazione. La pelle ed il tessuto sottocutaneo possiedono anche una funzione metabolica in quanto immagazzinano l’energia in eccesso sotto forma di grassi. Mentre dal punto di vista endocrino proprio a livello cutaneo, nei cheratinociti, viene sintetizzata la vitamina D3 (colecalciferolo).

    Fattori che influenzano la sintesi della vitamina D da parte della cute

    1. L’inquinamento atmosferico: il biossido di zolfo, uno dei principali componenti dell’inquinamento atmosferico, assorbe la radiazione UVB.

    2. L’indossare indumenti protettivi non espone la pelle agli UVB.

    3. Il fototipo naturale della pelle: più la pelle è scura maggiore è il filtro cutaneo.

    4. L’età: le persone di 70 anni producono quattro volte meno vitamina D di un uomo più giovane, in quanto la quantità prodotta dipende anche dallo spessore della pelle e quella degli anziani è più sottile.

    5. L’indice di massa corporea o BMI: a parità di esposizione solare nelle persone obese circola meno vitamina D perché essa tende ad essere immagazzinata nel tessuto adiposo, essendo una vitamina lipofila.

    6. L’uso di creme protettive: l’uso di un fattore di protezione 15 potrebbe ridurre del 99% la produzione di vitamina D.

    7. I vetri: il vetro assorbe tutte le radiazioni UVB, chi passa le giornate dietro a una finestra non avrà alcun effetto sulla sintesi di vitamina D, ma, attenzione, non filtrano gli UVA, quelli che causano il Melanoma.

    Un altro ormone e neurotrasmettitore importante che viene rilasciato anche in seguito al contatto fisico tramite la cute, con coccole, carezze, abbracci, massaggi e nel corso dell’orgasmo, è l’ossitocina.

    Si pensa all’ossitocina quando parliamo di parto, infatti questo ormone (dal greco ὀξύς veloce e τόκος parto, quindi parto veloce) induce le contrazioni della muscolatura dell’utero, sostenendo in questo modo l’inizio del travaglio e tutto il parto, fino al secondamento, ovvero l’espulsione finale della placenta. La suzione del capezzolo da parte del bambino aumenta il livello di ossitocina materno necessario a facilitare la contrazione delle ghiandole mammarie, favorendo l’allattamento, facilitando anche l’attaccamento mamma e bimbo.

    Negli ultimi anni si è scoperto che come neurotrasmettitore l’ossitocina interviene invece su aree del cervello filogeneticamente antiche, come l’amigdala (ma non solo), che sono associate all’emozione, alla memoria e alla conseguente risposta emotiva. L’amigdala è il centro ove le emozioni che ci toccano e la memoria come risposta a questi stimoli si intrecciano. Questo circuito neuro-biologico potrebbe essere coinvolto direttamente nel fenomeno della memoria del corpo, secondo cui la stimolazione di alcune aree cutanee farebbe venire alla luce ricordi solo apparentemente assopiti.

    Studi recenti hanno sottolineato il ruolo dell’ossitocina nelle relazioni sociali e sentimentali, per questo è stato chiamato anche ormone dell’amore. Favorisce l’eccitazione sessuale, riduce la pressione sanguigna e contrasta lo stress diminuendo il livello di cortisolo ematico.

    L’ossitocina faciliterebbe, inoltre, i comportamenti sociali come l’altruismo, la generosità e la fiducia nel prossimo. Quando lavoriamo con la Miofibrolisi dobbiamo essere consapevoli che stiamo operando non semplicemente a un puro livello meccanico ma che stiamo attivando delle risposte neurologiche, biochimiche, ormonali importanti e complesse.

    Principali azioni dell’ossitocina in seguito alla terapia manuale

    • Abbassa la pressione sanguigna.

    • Riduce la frequenza cardiaca.

    • Riduce la percezione del dolore.

    • Diminuisce l’ansia.

    • Aumenta la sensazione di benessere.

    • Favorisce il rilassamento e contrasta l’ansia.

    • Incoraggia le interazioni sociali positive, come l’amicizia e il desiderio di relazione con gli altri.

    • Facilita l’apprendimento e la memoria.

    • Facilita il desiderio sessuale, l’erezione spontanea, l’eiaculazione e l’orgasmo.

    La pelle gioca anche un ruolo importante da un punto di vista immunologico: tante malattie infettive si manifestano con un esantema. Il tifo petecchiale, il vaiolo, la scarlattina, il morbillo, la varicella, sono tutte infezioni interne che provocano anche un’eruzione cutanea.

    Se la pelle eccitata internamente dagli agenti infettivi produce gli esantemi che danno una caratteristica immunitaria alla malattia, possiamo ipotizzare che una stimolazione cutanea esterna attraverso la rete nervosa e umorale epidermica possa interagire con il sistema immunitario internamente. Anche diverse malattie autoimmuni presentano manifestazioni cutanee, tra queste ricordiamo il lupus eritematoso sistemico, la dermatomiosite, la sclerosi sistemica, le vasculiti. Le manifestazioni cutanee a seguito di allergie rappresentano uno dei maggiori fenomeni trattati da dermatologi e allergologi.

    La pelle, che ci definisce e limita verso il mondo esterno, e il rivestimento dell’apparato gastrointestinale, che ci protegge dal contatto con tutto ciò che di esterno è entrato in noi, mediano l’azione del nostro sistema immunologico.

    La consapevolezza delle complessità delle azioni dei trattamenti di Miofibrolisi rende la metodica particolarmente affascinate ed utile quando la complessità delle problematiche trattate necessita di un approccio più globale.

    La pelle è strettamente correlata alla nostra età biologica: infatti la maggior parte delle terapie anti-aging si focalizza sul rallentare quel processo di assottigliamento ed impoverimento che caratterizza l’invecchiamento cutaneo (si veda il capitolo sull’utilizzo degli hooks). Riteniamo che la pelle vada nutrita con un’alimentazione corretta a basso contenuto di zuccheri raffinati e acido Linoleico e ricca di sostanze connettivali: collagene, cartilagine, acido ialuronico, condroitina, glucosammina come avviene quando assumiamo regolarmente del brodo di ossa.

    Come preparare, ad arte, un brodo di ossa ricco di sostanze nutritive e tutti i vantaggi dell’assunzione di questo straordinario alimento sono spiegati con dovizia di particolari in Equilibrio Corpo e Mente nel capitolo 12.

    L’analisi della cute è utile anche dal punto di vista diagnostico perché la nostra pelle è il primo vestito, quello che indossiamo costantemente al di sotto degli abiti che scegliamo a seconda delle circostanze. La pelle racconta il nostro passato, presente e futuro.

    Una pelle diafana potrebbe corrispondere ad una persona poco solare e dal carattere riservato, ma anche indicare una intolleranza alimentare ai cereali. Un’intolleranza alimentare potrebbe essere anche messa in relazione a un dermografismo accentuato che si elicita semplicemente con la frizione, anche leggera, della cute. Una pelle poco curata può dire molto di una persona. Una pelle fragile sottile ci dice della sensibilità e delicatezza del suo possessore. Un volto pieno di rughe, con la pelle segnata dal sole può rendere affascinante un anziano, ma ci racconta di una vita trascorsa all’aria aperta. Una pelle compatta, tonica e piena ci dà informazioni sulla buona salute del suo possessore.

    Prestare le giuste cure alla nostra pelle è un’attenzione che non dovremmo mai tralasciare, perché è questa il nostro contatto con il mondo esterno. Possiamo quindi considerare l’epidermide come importante interfaccia di scambio, dove arrivano e partono gran parte delle informazioni interrelazionali. Ed è attraverso la pelle che si trasmettono emozioni, sensazioni e stati d’animo e ci difendiamo dagli agenti esterni.

    La pelle si identifica istintivamente con la nostra persona, il nostro essere più intimo. La pelle è un legame con il nostro io più profondo. In questo modo quando trattiamo la cute accediamo direttamente alla parte più intima di un individuo.

    STIMOLAZIONE TRANSCUTANEA PUNTIFORME (STP)

    Per Stimolazione Transcutanea Puntiforme intendiamo, in parole semplici, l’utilizzo di punte rotolanti che stimolano superficialmente l’epidermide, tessuto superficiale che proviene dall’ectoblasta, vale a dire dallo strato cellulare più esterno dell’embrione che fin dall’inizio della vita lo delimita e protegge. L’epidermide, come abbiamo visto, non funge semplicemente da contenitore, ma al contrario è un sistema dinamico altamente organizzato e in continuo rinnovamento.

    La Stimolazione Transcutanea puntiforme costituisce una parte fondamentale della Miofibrolisi Integrata. Per integrazione si intende l’utilizzo associato nella pratica clinica delle differenti metodiche di Miofibrolisi: Classica, STP (Stimolazione Transcutanea Puntiforme), Hooks (Ganci), CCT (Colour Cupping Therapy), B&B (Bitta e Blade), RAP (Riposizionatore Articolare Portatile), NBTI (Neuro Bilanciamento Totale Integrato) e NSR (Neuro Stimolazione Riflessa). Questo testo è specificamente dedicato all’analisi e allo studio, una per una, delle prime 5 fondamentali discipline.

    Cenni storici

    Cap. 1 Fig. 1

    A sinistra ritratto di Carl Baunscheidt (1809-1873), a destra una mappa di punti riflessi disegnati sulla statua di Adone e Afrodite. Il metodo Baunscheidt è una terapia contro-irritante che sfrutta il principio delle zone riflesse, attraverso l’irritazione cutanea si stimola sia l’irrorazione sanguigna locale che quella degli organi interni, collegati per riflesso al segmento cutaneo trattato. In questo modo si ottiene un’attenuazione dei dolori e una tonificazione degli organi interni. Foto da https://broughttolight.ucsf.edu/2016/07/07/baun-scheidts-lebenswecker-the-19th-century-life-awakener/

    La stimolazione puntiforme ha origini antichissime ed è diffusa in ogni parte del pianeta. Il primo a proporla in Europa e poi in America ed Australia è stato il meccanico e inventore tedesco Carl Baunscheidt (1809-1873). Questi, sofferente di artrite (o di gotta, secondo altri) in una sera d’estate del 1847 si accorse di come i forti dolori alla mano destra fossero diminuiti in seguito ad alcune punture di zanzara. In ragione di questa esperienza Baunscheidt realizzò uno strumento munito di aghi e un olio, a base di erbe, capace di riprodurre gli effetti della secrezione delle zanzare.

    In Italia, il primo, in tempi moderni, a parlare di questo tipo di stimolazione fu il dottor Pietro Orlandini (1894), la cui vita avventurosa meriterebbe un libro a parte. Orlandini ha scritto due testi: la Cutiterapia (Milesi 1952) e L’Agopuntura cutanea (Rizzoli 1997) in cui descrive le sue esperienze con la stimolazione puntiforme della superficie cutanea. Il dottor Orlandini partecipò, prima di laurearsi, alla prima guerra mondiale, poi fece il medico militare in Albania, quindi per tre anni lavorò sulle navi da crociera verso il Nord e Sud America e poi in Congo, a New York, a Shanghai e ancora in Etiopia come medico coloniale. Durante i suoi lunghi viaggi nelle Americhe, in Africa e in Asia, il dottor Orlandini fu spinto non solo da un grande interesse per le differenti civiltà e i diversi luoghi, ma soprattutto da un desiderio incolmabile di conoscere come gli esseri umani delle più distanti parti del mondo lottavano contro le malattie e il dolore. Inizialmente la mentalità scientifica di medico occidentale gli ispirò dubbi e un falso senso di superiorità nei confronti delle terapie empiriche che incontrava in questi luoghi. In seguito proprio il pensiero scientifico lo rese capace di distinguere le terapie curiose, originali o superstiziose dai metodi di cura che meritavano uno studio più approfondito.

    Una delle prime cose che colpirono l’attenzione del dottor Orlandini fu la costatazione che in paesi diversissimi tra loro per posizione geografica, tradizioni culturali e sviluppo di civiltà, venivano praticati metodi di cura basati su uno stesso principio: la puntura della cute con uno o più aghi. Il Curandero delle Ande, il Munganga del Congo, il Lama del monastero della Mongolia, il Fachiro di Benares erano tutti accomunati nella modalità di cura: la stimolazione cutanea puntiforme. Orlandini non solo fu stupito dal trovare una terapia praticamente identica ai quattro capi del mondo, ma anche dalla sua efficacia e velocità.

    Questa tecnica veniva eseguita con differenti strumenti che variavano da luogo a luogo, ma che servivano tutti a stimolare in maniera puntiforme l’epidermide senza oltrepassare la barriera cutanea.

    Cap. 1 Fig. 2

    Due varianti di Lebenswecker, ‘risvegliatore della vita’, lo strumento ideato da Baunscheidt per stimolare ed irritare la pelle su cui andava spalmato un olio a base di erbe che contribuiva ad irritare la cute. Ricordiamo che anche nella medicina popolare mediterranea vengono usati a scopo revulsivante cataplasmi di aglio e/o di senape. Foto da https://broughttolight.ucsf.edu/2016/07/07/baunscheidts-lebenswecker-the-19th-century-life-awakener/

    Si tratta di una tecnica tanto semplice quanto efficace, purtroppo oggigiorno andata per gran parte in disuso. Sono rari i medici e pochi i fisioterapisti che conoscono e consigliano questo approccio che ha la virtù di portare pronto giovamento.

    Raffaele Scutari fu un altro degli antesignani della stimolazione cutanea puntiforme. Nacque nella prima metà del secolo scorso e continuò in Italia questo metodo di cura tradizionale, proponendo la modalità di trattamento nei suoi testi: La Perdermostimolazione (Di Donato Modena 1979) e Teologia della Perdermostimolazione (Artestampa Modena 1991).

    Scutari, nel suo libro la Perdermostimolazione, racconta che da giovane capì l’importanza dello stimolo puntiforme sulla cute quando sua madre, che soffriva da mesi di un dolore al braccio, trasse beneficio dopo che un grappolo di ricci le cadde sulla spalla dolorante. Scutari dopo aver tolto gli aculei conficcati nella cute notò un netto miglioramento del dolore alla spalla. L’accaduto fece intuire al giovane che lo stimolo puntorio degli aculei poteva lenire i dolori.

    Il dottor Scutari nel 1945 sosteneva che i dolori creavano un campo magnetico bloccato e che era il blocco della circolazione magnetica che generava il dolore. La perdermostimolazione secondo Scutari era in grado di ripristinare il corretto flusso magnetico nella zona del dolore. Questa azione di sblocco magnetico risulta maggiore e più intensa quando utilizziamo i moderni stimolatori STP che disperdono i blocchi anche grazie al fatto che sono magnetizzati da un campo magnetico statico ma alternato capace di riportare il fluire armonioso dell’energia localmente e in tutto il corpo.

    La stimolazione puntiforme, utilizzata oggigiorno e in passato da innumerevoli guaritori in svariate regioni del mondo, da noi è stata riveduta, modificata, ristudiata e quindi riproposta.

    I nuovi strumenti che abbiamo ideato e utilizziamo garantiscono la massima precisione, igiene ed efficacia, se impiegati correttamente, nell’applicazione della metodica.

    La STP induce una stimolazione centripeta che passa dall’epidermide, al derma e quindi dal pannicolo

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