Il Karatedo come disciplina: Considerazioni e proposte per l'insegnamento e la pratica educativa del karate
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Info su questo ebook
La pratica del karate può essere una modalità per la sua affermazione perché si presta a realizzare processi educativi, che le permettono anche di affiancare le istituzioni educative, le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni sociali interessate a fornire occasioni di crescita agli studenti e ai cittadini in tutte le fasce di età.
In particolare essa può fornire competenze e abitudini tendenti al miglioramento delle prestazioni personali e sociali.
Per questo obiettivo si possono utilizzare le lezioni che giungono dalla tradizione del karate, specialmente riferite all’apertura culturale, alla ritualità rispettosa, al senso di gerarchia, alla relazione con l’altro dalla conflittualità alla cooperazione e all’abitudine al miglioramento continuo.
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Anteprima del libro
Il Karatedo come disciplina - Flavio Sangalli
Una prefazione collettiva
Franco Genocchio, Maestro Benenerito 7° dan
Direttore Tecnico Karate FIJLKAM CONI Lombardia
Marian Pecirep, Maestro Benemerito 6° dan
Commissario Tecnico Karate FIJLKAM CONI Veneto
Paolo Moretto, Maestro 6° dan
Presidente Academy Karate Ponte di Piave
Antonello Dell’Aquila, Maestro 5° dan
Direttore Tecnico KCMM Milano
Michele Sfratta, Maestro 5° dan
Direttore Tecnico ASD Trilogy Monza e Brianza
Abbiamo accolto con piacere la richiesta dell’autore di questo libro, Flavio Sangalli che è docente universitario e scrittore di libri di management, di firmare una prefazione collettiva, un’iniziativa inconsueta e originale per la presentazione di un testo.
La richiesta non è stata casuale ma segue e sottolinea il nostro contributo cha abbiamo fornito con interviste che l’autore ci ha fatto per raccogliere la nostra opinione e le nostre valutazioni, raccolte nel capitolo 4, sull’approccio al karate che voleva illustrare e proporre.
La pratica e l’insegnamento di questa disciplina, che da decenni svolgiamo soprattutto perseguendo la declinazione sportiva, ci hanno consentito di apprezzare anche l’utilità di una proposta della dimensione del karate come disciplina, trovandola perfettamente complementare e corrispondente ai tradizionali scopi educativi, che spesso vengono enunciati ma non sempre realizzati.
Il libro rappresenta un contributo nuovo alla pratica del karate come disciplina illustrando un percorso educativo che declina i suoi aspetti tradizionali e originariamente costituzionali in una chiave moderna alla luce delle scienze del comportamento.
Flavio Sangalli insegna al corso di laurea di Scienze dell’Organizzazione e al Master di Management dello Sport presso l’Università di Milano Bicocca e da oltre quarant’anni pratica e insegna karate. Questa doppia esperienza gli ha consentito di proporlo come percorso educativo, utilizzando gli approcci per l’alta prestazione del comportamento organizzativo che possono trovare una sede di apprendimento nel dojo ed essere utili nella vita di tutti i giorni, al lavoro e nello studio.
La pratica del karate come disciplina consente anche di coltivare l’arte marziale in tutte le fasi della vita, con una declinazione nelle varie età per tipologia di pratica e la creazione di benefici specifici per i bambini, i giovani, gli adulti e i senior. Si riscopre in questo modo una caratteristica che era presente nelle originarie tradizioni.
La proposta illustrata nel libro arricchisce notevolmente la capacità del karate di proporsi ad un nuovo pubblico e consente di aprire un rapporto positivo con le strutture scolastiche, le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni sociali interessate.
Questo approccio innovativo è quindi una grande occasione per ampliare la pratica del karate a nuovi utenti e contemporaneamente di contribuire all’arricchimento delle conoscenze degli insegnanti, che sono i protagonisti principali di questo interessante e innovativo approccio educativo del karate.
Si apre quindi un percorso di sperimentazione a cui riteniamo interessante partecipare per proporre nuovi orizzonti e opportunità per il nostro karate.
Introduzione
Questo è il mio terzo libro di una virtuale collana che presenta considerazioni e proposizioni sulla pratica del karate correlato in modo evidente ai processi di sviluppo personale, sociale e professionale.
Come vedremo nel capitolo 2 i testi precedenti sono legati ai temi della formazione manageriale e del comportamento organizzativo, con particolare riferimento ai metodi e ai modelli dell’alta prestazione.
Questi due libri verranno sinteticamente presentati e, se considerati di interesse per il lettore, ad essi va rinviata la lettura per una più approfondita conoscenza dei temi trattati. Scelta che va consigliata ai maestri e agli insegnanti di karate che vogliono approfondire la pratica del karate generalmente chiamato amatoriale per distinguerlo dalla più specifica attività sportiva. Va subito scritto che questo libro è dedicato ai praticanti di ogni livello, ma si rivolge con attenzione primaria agli insegnanti, cioè a coloro che hanno la responsabilità di proporre una pratica del karate come disciplina ad alto valore aggiunto sul piano educativo e per il benessere psicofisico e sociale.
Nel capitolo 1 verranno illustrati i concetti della disciplina come crescita, uscendo dalle definizioni restrittive e banali che spesso caratterizzano questo termine.
Tale approccio servirà a qualificare, per chi lo vuole, l’attività amatoriale del karate che coinvolge un alto numero di praticanti, dati i limiti temporali e ovviamente fisico-psicologici della dimensione sportivo-agonistica. Per tale motivo userò il termine karatedo per definire questo approccio, avvertendo che la scelta non è semplicemente nominalistica, ma tende ad identificare considerazioni e proposte di insegnamento e partica che sottolineano l’aspetto disciplinare.
Viene infine sottolineato come la definizione del karatedo come disciplina educativa possa consentire una sua maggiore presentabilità e consenso nei rapporti con le istituzioni scolastiche, sociali e pubbliche che possono diventare dei convinti partner degli insegnanti e delle società sportive che lo praticano.
Nel capitolo 2 poniamo le premesse e le motivazioni della pubblicazione illustrando i passi che l’hanno preceduta in un percorso di approfondimento personale arricchito da confronti e valutazioni collettive.
Come scritto saranno presentate, come i primi passi verso il karatedo come disciplina, le due pubblicazioni precedentemente citate con particolare attenzione agli aspetti comportamentali ed anche organizzativi, senza trascurare il riferimento alle culture storiche e attuali che compongono lo scenario di una buona pratica del karatedo.
ll terzo passo in questo percorso si riferisce a quanto ho appreso in oltre quarant’anni di pratica personale e di insegnamento. Ne sono nate considerazioni e proposte presenti in questo testo, insieme all’ascolto di maestri e specialisti. che proponiamo al dibattito e all’arricchimento collettivo.
Questo modo di procedere sottolinea la concretezza anche fisico-esperienziale dell’apprendimento del karatedo e la sua dimensione corale per la crescita personale e sociale.
Il quarto passo del percorso si richiama a una valutazione degli aspetti concettuali e culturali che nascono dal cosiddetto karate tradizionale, da cui trarremo insegnamenti utili alla proposta di pratica del karatedo qui illustrata.
Infine il quinto passo sarà il riconoscimento degli aspetti disciplinari che nascono anche dal karate sportivo perché in un suo approccio serio e qualificato esistono pienamente, specialmente se gli atleti sono supportati da qualificati allenatori e team, anche se rimane la sostanziale differenza degli scopi, come approfondiremo, tra il karatedo e il karate sportivo.
Il capitolo 3 approfondisce la lezione attualizzata che può essere tratta dal karate tradizionale, al di là di certi esotismi che possono essere anche manipolativi.
Si affronterà di conseguenza il tema della qualità dei maestri e soprattutto saranno evidenziati gli aspetti positivi caratterizzanti l’approccio tradizionale, come scritto in un’ottica di attualità.
Essi si riferiscono all’utilità dell’impatto con la cultura orientale, al valore della ritualità, ad un corretto approccio alla gerarchia, alla relazione con l’altro e all’attenzione per il miglioramento continuo.
Nel capitolo 4 sarà realizzata la dimensione corale, nel senso dell’ascolto di un gruppo di maestri di karate con un’esperienza pluridecennale di insegnamento.
Il lavoro di ascolto e di confronto delle tesi esposte riguarderà innanzitutto una serie di considerazioni sulla pratica attualmente diffusa, specie con riferimento alla sua evoluzione nei tanti anni di insegnamento da loro vissuti. Ciò porrà le basi per discutere la necessità e le caratteristiche di una didattica del karatedo come disciplina con particolare riferimento ai temi tipici delle varie fasce di età dei praticanti, al fine di individuare gli elementi salienti per l’insegnamento mirato alla crescita personale e sociale.
Il capitolo 5 inizia, come i tre successivi, a presentare una serie di valutazioni e indicazioni derivanti dall’ascolto di specialisti che possono essere molto utili all’ampliamento delle conoscenze degli insegnanti di karatedo.
Cominceremo con alcuni cenni di sociologia dello sport per scoprire le sue connessioni storiche con il mutualismo e la solidarietà che sottolineano anche la sua dimensione sociale per concludere con delle considerazioni sull’associazionismo sportivo e con la sottolineatura della sua funzione educativa.
Con il capitolo 6 entreremo nell’area psicologica con l’ascolto di specialisti che possono aiutare i maestri di karatedo a gestire i comportamenti collegati all’aggressività, al fenomeno del bullismo o della remissività per condurre le persone all’equilibrio dell’assertività.
Ai fondamentali cenni di psicologia dello sport seguiranno valutazioni sugli stili di insegnamento e sui principi psicologici dell’apprendimento.
Il capitolo 7 espone le considerazioni e le proposte nate dall’ascolto di docenti di scienze fisico-motorie da offrire agli insegnanti di karatedo perché abbiano consapevolezza degli effetti sulla crescita e il mantenimento di buone condizioni fisiche secondo le varie fasce di età.
È infatti determinante che la pratica non solo non crei traumi, ma al contrario sia fonte di benessere e di salute.
Nel capitolo 8 sarà la volta dei medici perché, sia pure in modo introduttivo e divulgativo, segnalino patologie e benefici tipici delle varie fasce di età. In questo approccio si riscopre nell’attualità lo scopo fondamentale delle arti marziali, che era appunto il benessere e lo sviluppo personale, a cominciare ovviamente dalla possibilità di sopravvivenza attraverso l’apprendimento delle tecniche di difesa.
Il capitolo 9 sviluppa il percorso di costruzione di una proposta specifica per l’insegnamento e l’apprendimento del karatedo come disciplina. Verrà segnalata l’importanza di valutare il contesto sociale in cui si opera per adeguare la didattica e saranno illustrate le dimensioni del nuovo approccio al karatedo con la centralità dei processi di apprendimento e la conseguente qualità dell’insegnamento proposto con particolare riferimento alla finalità educativa in tutte le fasce di età.
Saranno individuati i codici comportamentali a cui conformarsi e l’importanza dell’intelligenza emotiva.Saranno poi presentati metodi e modelli tratti dalle scienze del comportamento particolarmente utili a dare forma attuale al karatedo come disciplina.
Infine il capitolo 10 presenterà un vero e proprio programma didattico per gli insegnanti di karate che condivideranno le considerazioni e le proposte formulate nel testo e vorranno prepararsi a proporre una didattica del karatedo come disciplina di sviluppo personale e sociale, con tutti i vantaggi che verranno evidenziati anche nelle relazioni con le istituzioni educative e le comunità locali di riferimento.
L’autore di questo libro si è avvalso delle sue conoscenze ed esperienze, ma anche dell’ascolto di tanti maestri e di tanti esperti per la sua convinzione profonda che nessuno di noi da solo è più bravo di tutti noi insieme
come recita un proverbio giapponese. Rimane naturalmente la mia responsabilità personale per la riformulazione di quanto emerso dagli ascolti e ogni manchevolezza o dimenticanza è di mia attribuzione e me ne scuso in anticipo.
Del resto il libro si inserisce in un mio percorso personale, come prima illustrato, e l’ascolto di altri maestri ed esperti non li vincola a condividere le mie argomentazioni espresse nel testo.
Vanno giustamente e meritevolmente citati quanti hanno avuto la cortesia di collaborare e la competenza di darmi tanti spunti su cui riflettere e scrivere.
Innanzitutto un grande grazie ai maestri di karate Franco Genocchio ٧° dan, Marjian Pecirep 6° dan, Paolo Moretto ٦° dan, Antonello Dell’Aquila 5° dan e Michele Sfratta 5° dan che hanno fornito nelle mie interviste molto materiale su cui riflettere, grazie alla loro pluridecennale esperienza che ha generato soprattutto una saggezza dei maestri
di cui si sente un forte bisogno non solo nelle palestre ma anche nella nostra società.
Come mi è capitato di scrivere in un altro libro (ALTA PRESTAZIONE, Edizioni Mursia, 2020) uno dei sette metodi indicati per essere persone efficaci in tutti gli aspetti della vita e del lavoro è proprio quello di avere un maestro, un sensei come si dice in Giappone.
Ci vuole una persona che faccia da riferimento comportamentale, non solo con le sue maggiori conoscenze ma anche con una migliore saggezza che quindi ci aiuti a far bene le cose giuste
sempre e ovunque si manifesti il nostro impegno.
Devo naturalmente ringraziare gli esperti di sociologia, psicologia, medicina e scienze motorie che mi hanno