ImprendiFitness. Come scalare il business del fitness
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Anteprima del libro
ImprendiFitness. Come scalare il business del fitness - Carmelo Freni
Capitolo 1
Trasformarsi spesso
è sinonimo di amarsi
Il mondo sta cambiando molto velocemente. Il grande non batterà più i piccoli. Sarà il veloce a battere il lento.
Rupert Murdoch
Sistemo questo capitolo per cercare di finire il libro, sono le ore 17,10 del 10 febbraio 2022, ho staccato il telefono per dedicarmi un paio di ore a questo lavoro, sono a casa in quarantena, per il Covid.
Non è un bel momento per il settore.
Due anni di sofferenza hanno logorato lentamente club storici e molti hanno perso il proprio sogno.
La scena è cambiata perché il mondo, vuoi o non vuoi, è cambiato.
Questa è la situazione attuale, il commercio è cambiato, il cliente è diventato esigente e la concorrenza oggi è più competitiva e il mercato si è ridotto.
In più il mercato dell’home fitness sta aumentando e le conoscenze per allenarsi a casa sono fruibili a tutti.
Ci sono centinaia di applicazioni e video (anche gratuiti) per non avere il bisogno di andare in palestra.
Ovvio che non è la stesa cosa, sono il primo ad avere attrezzatura a casa ma preferisco allenarmi in mezzo alla gente e capisco che potresti pensare anche tu che essere seguito da un istruttore con scheda di allenamento personalizzata o fare funzionale insieme a 30 persone con un super istruttore che ti spinge a sudare è molto più divertente e motivante.
Ma dobbiamo accettare che abbiamo bisogno di essere più attrattivi per vincere sul mercato.
Bisogna essere organizzati e forti in tutti i campi aziendali, non basta (come una volta) una buona location e un ottimo staff, non basta più.
Serve necessariamente che la macchina giri con grande efficienza.
Hai bisogno di velocità e capacità di adattamento.
Il Covid ha fatto la sua parte ma penso che molti erano già destinati ad abbassare la serranda, troppo anni 80.
In certi casi è meglio cambiare mestiere, scusa se sembro cinico ma preferisco essere schietto, molti club fitness fanno male a tutto il settore, danno un brutto esempio e credo che la loro presenza è negativa per tutti.
Il problema, purtroppo, è che chiudono palestre gestite da brave persone che vorrebbero far funzionare le cose ma non ne hanno le capacità.
L’imprenditore fitness o titolare di palestra è spesso un tecnico e non un commerciale, questo è un grosso problema.
Anche le farmacie si sono adattate al mercato, molti dottori farmacisti fanno formazione marketing e vendita, te lo dico con grande certezza, avendo un’azienda d’integratori molti sono miei clienti e come saprai, i farmacisti prendono i soldi dallo stato con molto ritardo e si sono dovuti adattare per incassare e sfruttare al massimo i metri quadrati, anche se in questi ultimi mesi (in piena pandemia Covid) si sono rifatti di anni di incassi lenti.
Altri esempi ancora nel mondo medico con i dentisti e gli igienisti dentali, pensaci un attimo, non ti sembra strano che un dentista faccia formazione sulla vendita e sul Marketing? Si?
Fai un giro su Google e vedrai quante aziende in franchising nel settore o quante aziende di consulenza e formazione si sono specializzati in questo campo.
I saloni di bellezza, i parrucchieri e tra poco anche i fornai avranno bisogno di Formazione figurati il settore Fitness.
La concorrenza aumenta ed è del tutto naturale adattarsi e competere.
Negli anni 80 le palestre erano pochissime anche se il mercato era ridotto, mi ricordo che bastava poco per riempirle.
Oggi non ci sono tante possibilità, per vincere sul mercato o peggio... per non chiudere bisogna adeguarsi e trasformarsi.
Ogni palestra, come tutte le aziende evolute, dovrebbe avere un piano annuale di formazione, risparmiare su questo costa molto, non farlo non è da stupidi, è da incoscienti.
La poca cultura della formazione è un limite, bisogna combattere lo stereotipo che la vede come una perdita di tempo, quando invece bisognerebbe lavorare.
Non basta la formazione tecnica, servono momenti formativi anche sulle soft skill e sulle capacità manageriali.
Succede spesso che si selezioni belle persone, anche con ottime competenze e si pretende che questo basti.
Le persone invece hanno bisogno di stimoli, devono essere spinte a crescere prima come individui e dopo, per conseguenza sul lavoro.
Capisco che è difficile pensare di investire in momenti di difficoltà, ma è un po’ come la frase sulla pubblicità di un imprenditore (distillatore di Whisky) morto nel lontano 1930 che diceva Mantieni la pubblicità e la pubblicità ti manterrà.
Bisogna analizzare attentamente i costi e se si fa la formazione corretta, basata su analisi dei fabbisogni e ingaggiando le persone coinvolte e i loro manager, si avrà in breve tempo un ritorno sull’investimento.
Non c'è realtà permanente ad eccezione della realtà del cambiamento; la permanenza è un'illusione dei sensi.
ERACLITO
La mia storia e le mie crisi
A inizio libro ho raccontato un po’ di me, in questa parte ti parlarò delle mie crisi, le mie difficoltà, le mie notti insonni.
La mia prima crisi fu a luglio del 2000.
Avevo un club di circa 400 mq in una zona centrale di Messina.
Mi ricordo che era una giornata calda estiva, stavo per aprire il mio salvadanaio.
Aspettavo i mesi estivi per staccare la spina dopo 10 mesi di lavoro continuativo ( a parte la domenica che facevo le schede di allenamento a casa).
La mattina delegavo un mio amico ad aprire la palestra, io arrivavo alle 10 circa e ci stavo fino alle 22,30.
Negli orari di calma (a pranzo) mi allenavo velocemente, subito una doccia e un pasto veloce e di nuovo al lavoro con la mia polo nera e la stampa dietro trainer
.
Era il lavoro che sognavo.
Lo facevo da circa 12 anni, con passione, non avrei fatto altro, quello era ciò che mi nutriva emozionalmente.
Vuoi sapere Perché
avevo scelto questo lavoro?
Da giovanissimo (avevo 16 anni) mi avvicinai al mondo delle palestre, ero molto magro e il mio scopo era aumentare di peso.
A quei tempi erano solo panche e bilancieri, ero magro e insicuro e in 3 anni di sacrifici, con un programma alimentare e sportivo avevo superato le mie debolezze fisiche e mentali.
Tutto questo mi portò a voler fortemente lavorare in questo settore.
Volevo migliorare la vita dei miei clienti!
Torniamo al salvadanaio.
D’estate dentro di me c’era una lotta interiore, quasi confusione direi, non sapevo se era bello o brutto, da un lato era la stagione delle vacanze e avrei potuto sfruttare il tempo in cui la palestra era chiusa (tutto il mese d’agosto) per godere del fatto che vivendo in Sicilia e con il mare a portata di mano avrei potuto godere del mio hobby preferito (la pesca), mentre il pensiero negativo era dettato dal fatto che restavo senza un soldo.
D’estate mi riposavo e spendevo un po’ di soldi alle isole Eolie.
Il salvadanaio era di quelli in latta con un tappo che avevo sigillato con del nastro adesivo, lasciando soltanto la fessura in cui inserivo ogni settimana dei soldi in moneta ma anche di carta, le vecchie 10 mila lire soprattutto, allora si parlava di lire.
I soldi dentro il salvadanaio dovevano servire per tutta l’estate e anche per una piccola vacanza alle isole eolie.
Inizia la conta, 3 o 4 minuti al massimo, avevo raccolto 650 mila lire.
Che delusione, soltanto pochi soldi, non avrei potuto fare la vacanza.
Iniziai a pensare che lavoravo tutto l’anno per niente, non mi potevo permettere neanche una piccolissima vacanza.
Una rabbia m’invase tutto il corpo, soprattutto la mente.
Ero stufo e incazzato.
Quello fu un gran bel giorno.
Finché non t’incazzi, veramente, non cambierai nulla.
I migliori cambiamenti avvengono dopo una bella batosta.
Finita l’estate iniziai a informarmi su che tipo di investimento potessi fare per migliorare la mia situazione economica, avevo sentito di palestre che vendevano abbonamenti annuali, addirittura con le finanziarie.
Fortunatamente dopo un paio di settimane ottenni il nome e il numero di telefono di una società di Milano e iniziai con loro un percorso formativo. Contestualmente iniziai a leggere libri sulla crescita personale, il primo fu quello di Anthony Robbins Come Migliorare il Proprio Stato Mentale, Fisico, Finanziario
.
Devo dire che fu un periodo di apprendimento, ma i risultati non arrivarono subito, studiavo quando potevo, abbandonai i libri tecnici, avevo studiato abbastanza quegli argomenti, avevo attestati e diplomi di istruttori di tanti livelli e federazioni, sentivo che avevo bisogno di altro per avere il successo desiderato.
Volevo crescere, avevo bisogno di migliorare il mio atteggiamento mentale e le competenze imprenditoriali.
Per me il successo non era legato soltanto a un discorso economico, erano in gioco tanti valori, lavorare e non avere nulla in cambio ti fa stare male profondamente, il tono emozionale si abbassa, la paura di non essere all’altezza può prendere il sopravvento, paura del giudizio di chi ti sta vicino, sono tutti fattori importanti per un imprenditore.
Non avevo alternativa, dovevo Migliorare e dovevo farlo in fretta.
Mi ricordo che non è stato facile perché andare a Milano per seguire i corsi non era facile, in più avevo degli amici che non credevano in quello che stavo per fare.
Succede spesso che le persone vicine cercano di proteggerti ma (non volendo) ti rallentano.
Per fortuna sono sempre stato una capoccia dura e ho seguito il mio istinto.
Dopo un anno circa iniziai ad avere i primi risultati, devo dire che anch’io fui sorpreso da quei numeri.
Iniziai a guadagnare veramente tanto e mi potevo permettere di vivere come volevo, acquistai attrezzatura nuova, mi tolsi qualche capriccio e iniziai a lavorare con la stessa società con cui facevo formazione.
Mi avevano assunto per via dei miei risultati e in Sicilia avevano bisogno di un consulente.
Dopo un paio di mesi apro altri 2 club fitness e seguo tanti clienti, tutto andava benissimo.
Mi ricordo che un giorno mi chiamò il direttore di banca dicendomi di incontrarlo perché quel conto in banca doveva essere modificato, mi consigliava di creare un piano o comunque togliere dei soldi.
Si, le cose erano cambiate molto.
Feci caso a una discussione che avevo avuto con la mia fidanzata, adesso è la madre dei miei figli, proprio quando iniziai a recarmi spesso a Milano a studiare, eravamo in auto di domenica mattina e stavamo andando a prendere un caffè, io affermai con grande convinzione che ero stanco di fare quella vita, e mi ricordo che completai con voglio guadagnare 100 milioni l’anno
(allora c’era ancora la vecchia lira), lei mi guardò con tenerezza ma senza rispondere, ero sicuro che pensasse che era una cifra molto alta considerato che in quel periodo non guadagnavo nulla, anzi a volte ci rimettevo anche soldi.
Ma non mi preoccupai, volevo solo manifestare senza paura che io ce l’avrei fatta!
Cosi fu, quella era la cifra che iniziai a guadagnare.
Poi nel 2007, la seconda crisi, questa più intensa, diciamo che lo scenario era anche molto diverso, nel 2000 fu una crisi personale, ero stanco e trasformai la rabbia
in energia e voglia di vincere, invece quest’ultima era più pesante perché avevo altre due palestre e una di queste era costata circa 500 mila euro e avevo dei soci che mi avevano dato fiducia e il pensiero di arrecargli dei danni economici mi faceva stare molto male.
Avevo condiviso il mio progetto con persone a me vicine, collaboratori a cui avevo chiesto di partecipare alla società, avevamo creato un club molto bello e avevamo un capitale sociale iniziale di solo 100 mila, una scopertura bancaria di 40 (il primo grande errore), un leasing di 130, mancava un po’ di cash, perciò decisi di fare una prevendita di 5/6 mesi e incassammo circa 140 mila.
Il resto lo dilazionammo in assegni ai fornitori più grossi (secondo grande errore), ma ancora non ne ero consapevole.
Il club andava bene, raggiungeva tutti i mesi gli obiettivi di fatturato ma con tutto ciò la cassa era sempre vicina al rosso.
Ogni settimana avevo assegni importanti da pagare e in banca scendevo sempre di più in scopertura e gli interessi passivi erano veramente importanti.
Insomma… amministravo molto male, la mia forza era la vendita, ma non bastava.
Non basta avere un paio di reparti forti, devono esserlo tutti in un’azienda che vuole vincere, che come un’auto da corsa, deve avere un equilibrio perfetto tra potenza del motore, stabilità e frenata.
Iniziai a fare altri errori, presi del personale sbagliato, ai tempi non avevo l’esperienza ne un metodo, quando hai 15 collaboratori e ¼ di questi sono scollaboratori
le cose si complicano molto, ma il problema si fece ancora più serio quando iniziai ad avere discussioni con i soci.
Se vuoi fallire devi creare la tempesta perfetta, i pochi soldi e le discussioni con i soci, sono le condizioni necessarie.
Contemporaneamente la banca mi contattava perché ero sceso sotto i 40 mila euro di scopertura, gli interessi passivi erano altissimi e in più mi chiedevano di stare entro i 40 mila.
Insomma un vero e proprio dramma, la notte facevo