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La cucina dei pazzi
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La cucina dei pazzi
E-book112 pagine1 ora

La cucina dei pazzi

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Info su questo ebook

La commedia nasce da una raccolta di battute e aneddoti estratti dalla vita quotidiana di uno staff particolarmente suggestivo e ironico alle prese con forni e fornelli. Una sorta di diario di bordo di una cucina durante un’ordinaria giornata di lavoro; o forse dovrei dire straordinaria. Dapprima i personaggi, reali, i cui nomi sono stati adattati per dare più originalità a questa commedia-favola divertente, erano ignari degli appunti che prendevo alle loro continue battute esilaranti, ma lo facevo solo per non dimenticare nulla di quello che sentivo. Più tardi, ormai verso la fine, fui scoperto, ma questo non creò nessun disturbo, né placò quella vena che io definisco di “folle poesia”. A quel tempo non immaginavo neanche io che tutto questo, con qualche ritocco da scrittore, sarebbe diventato una commedia. Oggi ringrazio di aver avuto quel guizzo di intuito che mi ha suggerito di prendere appunti, perché questa forma d’arte spontanea, questa comicità innata va ricordata. La cosa più bella sarebbe stata far recitare i veri personaggi nel proprio ruolo in cucina, ma non è stato possibile; tuttavia lo staff si adopererà al fine di dare agli attori, il profilo e l’enfasi di quelli reali e unici. Concludo dicendovi, preparatevi a ridere, siate forti di addominali perché sarà una risata continua fino a farvi male.
LinguaItaliano
EditoreVentus
Data di uscita11 lug 2022
ISBN9791221371000
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    Anteprima del libro

    La cucina dei pazzi - Angelo Simeone

    cucina-pazzi_fronte.jpg
    Narrativa

    © Pubblicato da Ventus

    Marchio editoriale indipendente

    Disponibile in rete e in libreria

    Cerca i nostri libri riportando il codice EAN sulla quarta di copertina.

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Angelo Simeone

    La cucina dei pazzi

    a Flavio

    Indice

    PERSONAGGI

    SCENA PRIMA

    SCENA SECONDA

    SCENA TERZA

    SCENA QUARTA

    SCENA QUINTA

    SCENA SESTA

    PERSONAGGI

    Cafò: cuoco tavola calda

    Cricrian: proprietario

    Efaruele: socio proprietario

    Ellica: chef

    Flavio: cuoco secondi

    Fafresca: aiuto cuoco

    Vibera: capo sala

    Muca: assistente chef

    Michegno: specialità marinare

    Faraella: moglie Cricrian 'amministratrice'

    Rolomondo, 'Roly': cameriere

    SIMEO' Angelo: pizzaiolo

    SCENA PRIMA

    Nella cucina si può entrare dalla destra e dalla sinistra del palco; la prima è per l’uscita dei camerieri con i piatti da servire ai tavoli, la seconda, per non scontrarsi, è l’entrata con quelli sporchi ritirati dalla sala. Ma non è sempre così. La mattina presto, tra le sette e le sette e trenta, gli addetti alla cucina, cominciano ad arrivare scaglionati: loro sono lo staff di questa cucina.

    All’apertura del sipario Frafresca (aiuto cuoco), sta pelando le patate.

    FLAVIO: (entra in scena. Non dice una parola. Getta la borsa dove capita. Si siede. Si massaggia una gamba)

    FRAFRESCA: Potresti anche salutare…

    FLAVIO: Stai zitta, stanotte non ho chiuso occhio.

    FRAFRESCA: Perché che hai combinato? (continuando a pelare le patate)

    FLAVIO: Ma che devo combinare… Mi fa male la gamba…

    FRAFRESCA: E perché, che hai combinato? E sono due.

    FLAVIO: Allora non hai capito? maledizione… Io ho fatto l’incidente… mi sono scassato una gamba…

    In quel momento entrano Ellica e Muca (marito e moglie. Hanno sentito le solite lamentele di Flavio)

    ELLICA: Ohi Flavio… Ancora con questa gamba… Buongiorno Frafresca, tu già sei qua?

    FLAVIO: Aheee, sono arrivati gli sposini.

    MUCA: Buongiorno Frafresca, (si avvicina a lei, le accarezza una spalla) Ma tu dormi qua? dormi in piedi, come i cavalli, con il pelapatate in mano.

    FRAFRESCA: Ora se non la finisci… ti pelo pure la testa… ti faccio vedere io chi dorme all’impiedi… (gli allunga il pelapatate sul viso. MUCA sobbalza all’indietro).

    ELLICA: (Mentre si mette grembiule e cappello) Amò stai attento che Frafresca è pericolosa… poi sai come sono bella con un marito pelato… (ridono)

    FRAFRESCA: Eeeh, ci fai la salsa…(ridono) A proposito Flavio, quanti calamari devo tagliare?

    MUCA: Madonna Flavio, ma che hai fatto stamattina, hai una faccia!

    FLAVIO: Ragazzi, lasciatemi stare… non è aria.

    FRAFRESCA: Vedi se mi ascolta… Flavio, sto parlando con te…

    FLAVIO: Ma cosa vuoi? Ti sto dicendo che non mi sento bene.

    FRAFRESCA: Si ma io devo sapere che devo fare con i calamari.

    FLAVIO: Fai una cosa, prendi questi calamari e buttali dalla finestra. A me non interessa. Ti sto dicendo che non mi posso muovere e tu mi vieni a parlare dei calamari. Chiedi allo chef, vedi come è tutto arzillo.

    MUCA: Perché io la notte vado a dormire… E comunque Flavio, tu sei un bidone che cammina… ti fa male sempre qualcosa.

    FLAVIO: Vorrei vedere te.

    ELLICA: Comunque giusto per informazione, qui la Chef sono io. cominciamo a mettere i puntini sulle e…(ride)

    MUCA: Ahee, è arrivata la Chef. Ragazzi, tutti sugli attenti.

    ELLICA: (Si avvicina minacciosa in punta di piedi a Muca) Perché amò, che avresti da dire? vorresti dire che io non sono la Chef?

    MUCA: Tu saresti la Chef?

    ELLICA: Si. Perché? saresti tu? Ti piacerebbe eeeh? (si rivolge a Flavio) Flavio diglielo tu. Chi è la chef?

    FLAVIO: Che ne so io, vedetevela voi, a me lasciatemi in pace.

    ELLICA: Uuuuuhhhh! ohi Flavio e che lagna che sei stamattina…(ride)

    MUCA: Non è che mi piacerebbe, io sono e faccio lo Chef. Per esempio, chi fa gli ordini? Io, e chi è che fa gli ordini? lo Chef. Quindi io sono lo Chef.

    ELLICA: (lo abbraccia) Amore ma tu lo sai che io sono piccola e indifesa e poi lo sai, a me fanno male i piedi, come faccio a fare gli ordini…

    MUCA: Ma perché, gli ordini si fanno con i piedi?

    FLAVIO: Da quello che ordina mi sa proprio di sì. Comunque se proprio vogliamo, qua lo Chef sono io.

    ELLICA: Ecco un altro illuso.

    FLAVIO: Ma pecché, veramente credi di essere uno Chef?

    ELLICA: Non lo dico io. Lo dice la mia assunzione, (tira fuori un pezzo di carta dalla tasca) che ci sta scritto qua? Chef. Se tanto mi dà tanto.

    FLAVIO: (la scimmiotta) Se tanto mi dà tanto. Ma che ne sai tu di cucina. Se sei la Chef, fammi vedere come fai un fumé, o nu bouillabaisse, per non parlare di un bisque, o cocote... ma cosa ne sai tu.

    ELLICA: We, non ti atteggiare e mangia come parli...

    FLAVIO: T’avranno scritto pure Chef sul contratto ma non lo sei. E comunque si dice parla come mangi e non mangia come parli.

    ELLICA: Appunto. L’ho detto apposta.

    FLAVIO: E tu saresti la Chef. Ignorante (Borbotta).

    ELLICA: (Si accuccia sul petto di Muca) Amore, Flavio mi tratta male. Difendimi.

    MUCA: Lo vedete come fa? Ti conosco troppo bene.

    ELLICA: Che vorresti dire, (si scosta di scatto). Io ti odio, lo sai? (si appoggia alla friggitrice). Comunque amò, mi fanno male i piedi.

    FRAFRESCA: Attenta, la friggitrice è accesa.

    ELLICA: (Sobbalza) Ecco perché mi sono sentita un calore. (Ride)

    FLAVIO: Hai sentito Muca? È tutta un calore.

    ELLICA: Amoreeeee... difendimi.

    Entra Michegno.

    FRAFRESCA: Ecco chi è il vero chef.

    MICHEGNO: Ragazzi… non mi scocciate stamattina… non mi sento bene.

    FLAVIO: (Si alza). Mamma mia…mi sembra di stare all’Annunziata qua… (risata collettiva) Chi sta male qua… chi sta male là… a chi fa male un piede, a chi una gamba… figli miei … voi state inguaiati…. (risata collettiva) Lasciatemi lavorare in pace, voi portare sfiga… io già sto rovinato di mio… ci mancate solo voi.

    ELLICA: (Piegata in due dalle risate. Quando si riprende dice) Michè, ma tu oggi non dovevi fare solo la sera?

    MICHEGNO: Si… e il catering lo fai tu?

    ELLICA: Ma tu sei matto!

    MUCA: Scusa Michegno, ma di quale catering stai parlando?

    MICHEGNO: Abbiamo un catering di 150 persone alle 20:00.

    ELLICA: E da dove è uscito? (diventano tutti seri).

    MICHEGNO: Ieri sera. Cricrian se ne era dimenticato.

    MUCA: Come sarebbe a dire se ne era dimenticato.

    MICHEGNO: Sarebbe a dire che se ne era dimenticato.

    ELLICA: Dimenticatooooo! (esclama a gran voce)

    MICHEGNO: Se ne era di-men-ti-ca-to. Hai capito ora? E indovinate che mi ha risposto quando gli ho detto che siamo già nella merda, vediamo

    se disertate.

    STAFF: Cheeee? (Tutti in coro)

    MICHEGNO: Indovinate che ha risposto.

    STAFF: E che c’ vòòòò!

    MUCA: E che ce vò e quant’altro, il copione di sempre. Si, vabbè, ma non è possibile! Succede sempre così. E ora come ci organizziamo?

    MCHEGNO: Dobbiamo fare due squadre. Ma Cafò non è venuto oggi?

    CAFÒ: (Voce quasi tenebrosa fuori campo) Sono qui.

    MICHEGNO: No perché passando ho visto la luce spenta nella cucinetta.

    FRAFRESCA: No no, lui la mattina viene presto. Io lo trovo già qua.

    MICHEGNO: E che lavora al buio?

    CAFÒ: (Entra in scena con un coltello in mano e bandana in testa). Che c’è… che volete?

    MICHEGNO: Cafò, ma tu lavori al buio?

    CAFÒ: Io non ho bisogno di luce e

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