Il gioco della vita
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Anteprima del libro
Il gioco della vita - Serena Chellini
Sasha cammina spedita lungo la salita fiancheggiata dalle case del paese, ancora non sa che l'aspetta una doccia fredda. Si accorge di un vecchio gioco della campana
disegnato a terra con il gesso e ci salta su ridendo fra sé e sé.
Il solito profumo estasiante del fornaio la invita a inspirare profondamente. 'Lo dovrebbero fare santo quell'uomo!
pensa, inviandogli intanto le sue benedizioni.
Il tempo di due saltelli e guarda un po' cosa trova: Surya, il bimbo dei vicini, ha di nuovo messo il suo camioncino a dormire in una comoda cesta, adagiato su un fianco e con una calda copertina ben rimboccata.
Altri due passi la portano in cima alla salita, davanti alla casa di Beatrice. Per l'ennesima volta si chiede se sarà finito all'inferno l'inventore delle porte in alluminio anodizzato, mentre l'odore acre del gas che arriva dal vicino deposito di bombole le punge il naso.
Fischia il solito sommesso segnale a cui Beatrice risponde con un gesto dalla finestra e attende con eccitazione che l'amica le venga ad aprire: non vede l'ora di raccontarle le sue ultime avventure nel bosco.
L'inguardabile porta di alluminio si apre ed esce Beatrice, cupa in volto, testa bassa e sguardo sui piedi. Ha proprio l'aria di chi non sa come spiegare qualcosa che assolutamente non comprende.
«Non so come dirtelo... mia madre non vuole che venga in giro con te.»
Silenzio di tomba. Altro che doccia fredda, questa è una vera grandinata.
Un dolore intenso come un pugnale trafigge il petto di Sasha. È gelata, senza parole, le tremano le gambe, il respiro si fa corto e il cuore manca un battito.
È come sprofondata in un buco nero, senza la sua amica del cuore si sente persa.
Si chiede cos'abbiano gli adulti nella testa, non se ne capacita.
Un senso di vuoto la pervade, è attonita, assente, e resta lì, senza parole, immersa in quell'attimo infausto che sembra non finire.
Rimane immobile, fissando gli occhi di Beatrice, come se li stesse attraversando. E oltre quello sguardo affranto d'un tratto percepisce una scintilla, che accende in lei una luce e le mostra un'idea.
«Non preoccuparti, Beatrice. Troveremo un modo per vederci comunque. La nostra amicizia sarà ancora più ricca. Escogiteremo dei piani segreti per organizzare i nostri incontri. Pensa a quanto sarà entusiasmante!»
Un fuoco improvviso divampa nello spazio della loro intesa e un abbraccio stretto le unisce prima di separarsi.
Hanno stabilito un accordo segreto: nessuno potrà mai impedire loro di incontrarsi, giocare, condividere e fare insieme tutto ciò che desiderano. Sarà bellissimo, pensano, inventare dei modi per vedersi, creare un linguaggio in codice per comunicare senza farsi capire dagli altri, escogitare sistemi per non farsi scoprire.
Dopo essersi lasciate, Sasha si incammina verso casa.
La strada è lunga per arrivare in fondo al paese e, passo dopo passo, una riflessione le si fa spazio nella mente.
Cos'è accaduto dentro di lei poco fa, mentre era immersa nello sguardo dell'amica, nel profondo di quei suoi occhi neri?
È stato come entrare in uno spazio vuoto, scuro, senza fondo, che le ha trasmesso un dolore così intenso al cuore che non ha saputo rifuggire.
Ancora qualche passo e Sasha svolta prendendo il sentiero che passa attraverso il bosco. Le piace tantissimo passare da quel posto, è contornato da innumerevoli cipressi e più avanti si trovano tre immense querce secolari.
Il profumo di resina e terra bagnata, il soffice suolo che accoglie i suoi passi, la penombra fresca del bosco, sono come un balsamo sul suo momento doloroso.
Si riflette meglio camminando nel bosco
pensa e si rimette in ascolto di quel dolore intenso al cuore.
Si ferma e decide di sedersi sotto la prima quercia che incontra; si appoggia al tronco e ne sente la consistenza rugosa attraverso la felpa leggera.
La brezza frizzante la rilassa, le fa chiudere gli occhi e la porta a osservare il paesaggio interiore, che inizia dietro le sue stesse palpebre.
Proprio lì, al centro del petto, vede una massa scura… assomiglia a una nuvola ma la sente pesante, quasi le sembra di venirne schiacciata. Per un attimo la assale la paura, ma resta in ascolto e in quel silenzio vede aprirsi uno spazio, dove le sembra di poter accogliere quel terribile dolore che ha sentito.
Un silenzio magico pervade la sua mente e, nonostante tutto, inizia a sentirsi al sicuro.
Sasha è curiosa, molto curiosa, e questo la porta istintivamente a esplorare.
Si sente chiamata a osservare più a fondo e mentre lo fa nel suo petto uno spazio si apre, ad accogliere quella nube densa, scura, pesante. È come se in realtà le stesse chiedendo comprensione e accettazione.
Sasha ha un grande cuore, vivace e disponibile verso nuove esperienze, quindi non le è difficile aprirsi a questo evento.
Inizia a provare tenerezza verso la nube. In cuor suo la abbraccia con amorevolezza e piano avviene una specie di miracolo: la nube si espande, cambia colore… adesso è più luminosa, leggera, e irradia un profondo senso di gioia tutt'intorno.
Sasha è meravigliata e il suo cuore è totalmente in festa.
Ha la chiara sensazione di essersi fatta una nuova compagna interiore.
Ma certo, ho capito! Non devo liberarmi delle paure, devo farne tesoro! Ma pensa che regalo mi ha fatto la mamma di Beatrice! È proprio vero, che nessun male viene per nuocere. Devo ricordarmi di appuntarlo nel Quaderno dei grattacapi.
Riapre gli occhi e riprende il suo cammino attraverso il bosco.
Di nuovo pensa al momento sulla porta di casa dell'amica... è stato come una magia essere entrata in quel vuoto scuro, aver mollato ogni speranza e... pluff!, in un attimo è apparsa una nuova possibilità.
Proprio il dimorare in quel silenzio profondo, che si era creato in lei, le ha permesso di stare con la paura che si stava manifestando e accoglierla, restando aperta, in quello spazio di quiete. Così quell'energia si è trasformata in ricchezza e conoscenza.
Le viene subito un'idea: portarsi sempre in tasca dei sassolini e concordare insieme un significato relativo al loro numero.
Per esempio, lasciare un sassolino sulla soglia di casa può voler dire che si trovano alla rotonda; due sassolini, all'inizio del paese; tre sassolini, al cimitero...
Sì, al cimitero.
A Sasha piace tanto anche giocare nel cimitero: togliere le erbacce dai vialetti, sistemare le pietre, dare l'acqua ai fiori, leggere le lapidi e costruirci sopra delle storie.
Gli altri bambini ci vanno solo in sua compagnia, altrimenti ci girano molto alla larga.
Sasha, direbbero tanti, è una ragazzina un po' strana. Le piacciono i morti e i funerali, ne è attratta in modo irresistibile. La melodia funebre delle campane, dal suono lento e grave, acquieta il suo animo.
Quando in paese qualcuno muore, lei deve assolutamente andare a fargli visita. Non le importa se neppure lo conoscesse in vita. Guardare i defunti le dà un grande senso di pace. Ha la percezione che siano semplicemente divenuti invisibili, ma che restino ancora presenti in qualche modo.
E tutta quella tristezza e quel dolore che si respirano ai funerali sono per lei come delle porte di accesso a mondi interiori sotterranei intrisi di amore, tenerezza e poesia.
L'esperienza che ha appena fatto le ha lasciato una profonda comprensione al riguardo.
Il dolore è forse insostenibile perché non lo ascoltiamo; diventa difficile da sopportare solo perché lo rifiutiamo, lo giudichiamo come cattivo e negativo. Ma se lo accogliamo, riposando in ciò che sentiamo, esso è capace di scavare dentro di noi così tanto da lasciare poi spazio alla gioia, all'amore o a ciò che scegliamo di vivere.
***
Eccola quasi arrivata all'ultima quercia, quella più grande. La sua chioma possente si fonde quasi con il cielo.
Ogni volta che passa di qui, Sasha non resiste a fermarsi e sedersi ai suoi piedi. Da seduta, la quercia sembra a lei ancora più grande e si sente protetta dalla sua maestosità.
Quando resta lì un po' più a lungo, appoggiata al tronco, dopo un po' ha la sensazione di essere inglobata dall'albero, di diventarne parte; ne sente la linfa scorrere al suo interno.
È bellissimo per lei percepirsi come una quercia: forte, poderosa, immensa, generosa, accogliente, protettiva. È come se entrasse nella quercia e la quercia entrasse in lei.
La fa sorridere immaginare il solletico causato dal passare di scoiattoli o dallo svolazzare di uccelli.
Oggi però, proprio mentre si sta avvicinando alla nonna quercia (come la chiama lei), Sasha inciampa in una radice sporgente e cade a terra rotolando per un paio di metri.
Non fa in tempo a rialzarsi che improvvisamente appare davanti a lei, sul ramo più basso del maestoso albero, un bellissimo, meraviglioso, spettacolare barbagianni.
Non potete neppure immaginare quanto Sasha adori i barbagianni.
Beh, a dire il vero sono parecchi gli animali che lei adora, la lista potrebbe davvero non avere fine!
Il barbagianni è immobile, ma non sembra affatto spaventato; la osserva, con i suoi occhi spalancati. Forse vede una somiglianza con Sasha, visto che in questo momento anche lei mostra due occhi ipersgranati che sembrano due fari.
Non riesce a crederci. Sta lì, ferma, senza battere ciglio, per paura che lui se ne voli via.
Caspita, quanto sei bello!
pensa dentro di sé.
Più lo osserva e più cresce un calore nel suo cuore; è un'emozione che non saprebbe descrivere. Il suo battito aumenta e si sente sciogliere completamente, quasi non sente più il suo corpo.
È proprio così che ci si innamora
pensa. Chissà se lui prova lo stesso mio sentimento. È qualcosa che a volte mi capita di provare nei confronti di persone, animali e anche piante. Ricordo quanto ero innamorata del mio gatto Pippo. Tutti volevano sopprimerlo, considerandolo disabile, ma io lo avevo scelto proprio per il suo essere speciale: aveva le zampe anteriori piegate a novanta gradi dalla nascita e praticamente camminava appoggiandosi sui gomiti. Era molto agile e pure abile in tutto, correva come una lepre, giocava senza sosta, era affettuoso e direi anche supersimpatico. Io sentivo che era felice e fiero di sé. Gli voglio ancora così tanto bene. Adesso non è più qui in carne e ossa, ma io lo sento sempre accanto a me.
D'un tratto un grido acuto e assordante la riporta al presente. Era il barbagianni, ma sembrava più la pentola a pressione della zia Gina, che ogni volta che bolle sembra parta in orbita!
Il sole è calato da un po' e il cielo inizia a imbrunire.
Ancora un momento in compagnia del barbagianni e poi, sarà bene incamminarsi veloce verso casa!
Sasha lo fissa di nuovo negli occhi e, senza dire parole, manifesta il desiderio di rivedersi e diventare amici.
Altro grido assordante.
Caspita! È la sua risposta! Forse urla così tanto perché pensa non lo capisca. Come fa la nonna Rita con la mia amica straniera, che ogni volta le trivella le orecchie.
E dopo l'urlo, il barbagianni, con un'eleganza incantevole e in totale silenzio, vola via fino a scomparire ai margini del bosco.
Corri Sasha, corri, che si sta facendo buio!
Tu non hai paura, ma a casa ti aspettano da almeno un'ora, la cena sarà già pronta da un pezzo ed è compito tuo apparecchiare la tavola.
Sì, è un compito che non cedi volentieri a nessuno, perché a te piace fare sorprese e cambiare il posto a ognuno ogni sera.
***
Quella stessa notte Sasha