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Il Segreto della Memoria (Tradotto): Come sviluppare le Facoltà della Memoria
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Il Segreto della Memoria (Tradotto): Come sviluppare le Facoltà della Memoria
E-book131 pagine50 ore

Il Segreto della Memoria (Tradotto): Come sviluppare le Facoltà della Memoria

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Il volume che presentiamo al pubblico ha il grandissimo pregio di svelare, nei suoi aspetti più intimi e più profondi, una materia che era sempre stata riservata a pochi iniziati. La memoria con i suoi processi di formazione, con i suoi meccanismi essenziali, con tutti i suoi aspetti intimamente legati alla vita dell’uomo viene presentata e spiegata sotto una luce nuova, affascinante, e soprattutto comprensibile a tutti.
Attraverso l’analisi e la spiegazione, sempre sorretta da un serio rigore scientifico, delle componenti e dei meccanismi che permettono all’uomo l’utilizzazione della memoria a suo esclusivo vantaggio, si compie un grande passo avanti sulla strada della comprensione dell’uomo stesso, della sua strutturazione, della sua realtà intima.
Una delle grandi differenze tra l’uomo e l’animale è quella esistente tra i diversi gradi di concentrazione, attenzione e percezione; nell’uomo queste facoltà sono volontarie e variano di intensità solo in base alla sfera intellettuale dell’uomo stesso; negli animali sono involontarie e non vi sono differenze sostanziali e notevoli tra soggetti di un medesimo gruppo.
È evidente che la concentrazione sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà il controllo mentale.

Indice dei Contenuti

PREFAZIONE
CAPITOLO PRIMO
Il subcosciente
CAPITOLO SECONDO
Attenzione e concentrazione
CAPITOLO TERZO
Acquisizione delle impressioni
CAPITOLO QUARTO
Percezioni visive e memoria
CAPITOLO QUINTO
Esercizi sulla percezione visiva
CAPITOLO SESTO
Memoria e percezione auditiva
CAPITOLO SETTIMO
Esercizi di percezione auditiva
CAPITOLO OTTAVO
Le associazioni di idee
CAPITOLO NONO
Ricordare - richiamare - riconoscere
CAPITOLO DECIMO
Principi generali relativi alle impressioni
CAPITOLO UNDICESIMO
Sistema cumulativo per lo sviluppo mnemonico
CAPITOLO DODICESIMO
Il sistema delle dieci domande
CAPITOLO TREDICESIMO
Memoria delle cifre, delle date e dei prezzi
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
Memoria dei luoghi
CAPITOLO QUINDICESIMO
Memoria dei volti
CAPITOLO SEDICESIMO
Memoria dei nomi
CAPITOLO DICIASSETTESIMO
Sistemi artificiali
LinguaItaliano
Data di uscita11 feb 2015
ISBN9786050356441
Il Segreto della Memoria (Tradotto): Come sviluppare le Facoltà della Memoria

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    Il Segreto della Memoria (Tradotto) - William W. Atkinson

    artificiali

    PREFAZIONE

    Il volume che presentiamo al pubblico ha il grandissimo pregio di svelare, nei suoi aspetti più intimi e più profondi, una materia che era sempre stata riservata a pochi iniziati. La memoria con i suoi processi di formazione, con i suoi meccanismi essenziali, con tutti i suoi aspetti intimamente legati alla vita dell’uomo viene presentata e spiegata sotto una luce nuova, affascinante, e soprattutto comprensibile a tutti.

    Attraverso l’analisi e la spiegazione, sempre sorretta da un serio rigore scientifico, delle componenti e dei meccanismi che permettono all’uomo l’utilizzazione della memoria a suo esclusivo vantaggio, si compie un grande passo avanti sulla strada della comprensione dell’uomo stesso, della sua strutturazione, della sua realtà intima.

    Una delle grandi differenze tra l’uomo e l’animale è quella esistente tra i diversi gradi di concentrazione, attenzione e percezione; nell’uomo queste facoltà sono volontarie e variano di intensità solo in base alla sfera intellettuale dell’uomo stesso; negli animali sono involontarie e non vi sono differenze sostanziali e notevoli tra soggetti di un medesimo gruppo.

    È evidente che la concentrazione sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà il controllo mentale; il controllo mentale sarà più incisivo se più notevole sarà l’abitudine di usare la volontà. A questo punto il discorso si riallaccia a tutte le tecniche yoga che permettono ad un individuo di esercitare la propria volontà fino ad avere la piena coscienza di Sé.

    Non è possibile pensare di usare la volontà in modo pieno e proficuo se non si è giunti ad avere la padronanza assoluta del proprio «io».

    La concentrazione è una facoltà umana che, come tutte le altre, può essere usata in maniera soddisfacente o meno; ciò dipende da chi la usa, dal modo in cui la usa, dalla sua capacità di realizzare se stesso in ciò che compie.

    La certezza di poter utilizzare in modo adeguato questo grosso strumento — parte essenziale dell’uomo che è tale proprio a causa delle sue facoltà intellettive — non può non dare un senso nuovo e una visione più ampia alla nostra vita quotidiana. Elevando e moltiplicando il nostro grado di attenzione e concentrazione, affinando la nostra proprietà di acquisizione delle impressioni, aumentando la nostra capacità di percezione visiva e mnemonica non facciamo altro che sviluppare quelle doti che sono innate in ognuno di noi, ma che rischiano di atrofizzarsi se non sono opportunamente stimolate ed esercitate.

    Gli esercizi atti a questo scopo indicati dall’Autore in questa opera sono quanto di meglio si possa usare per sviluppare e tenere in costante allenamento la memoria. Sono tutti basati su rigorosi dati scientifici e sull’osservazione statistica e sperimentale di anni di studio. Non è fuori luogo asserire che dopo un certo periodo dì questa ginnastica mentale — o mnemonica, se preferite — si otterranno dei risultati che meraviglieranno noi stessi per primi.

    Un’ampia trattazione è riservata alle associazioni di idee; l’Autore riesce mirabilmente a fondere la componente analitica e psicologica con quella razionale ed esclusivamente volontaria di questo aspetto naturale e spontaneo di memorizzazione. Mantenendosi sempre sulla sottile linea di demarcazione del confine tra la realtà razionale e quella inconscia, l’Autore sfrutta gli aspetti più conosciuti — e anche quelli meno noti — delle associazioni di idee per usarle non nel senso freudiano, ma per fornire l’uomo di un altro facile mezzo di memorizzazione.

    Ricordando gli insegnamenti delle scuole psicoanalitiche — da Freud a Jung, da Hitschman a Storfer — che hanno dimostrato come sia più facile ricordare cosa abbiamo associato ad un dato pensiero piuttosto che il pensiero dal quale è partita l’associazione, si può vedere chiaramente e facilmente come sia utile sfruttare questa proprietà dell’associazione di idee a vantaggio di una migliore memorizzazione di luoghi, volti, avvenimenti.

    Tenendo presente quanto sia importante nel tempo in cui viviamo, sommersi da un volume sempre crescente di informazioni, avere a nostra disposizione una memoria pronta e vigile, non si potrà non convenire che uno degli aspetti più interessanti e fondamentali di questo volume è quello di metterci in grado di poter accrescere facilmente il nostro bagaglio culturale e informativo, fornendoci al tempo stesso un’arma essenziale per la nostra vita stessa, sia essa di lavoro o di studio.

    Lo scopo che si prefigge l’Autore è di metterci in condizione di mantenere ed usare sempre lo stesso grado di concentrazione e percezione in modo che possiamo osservare quanto ci circonda con la stessa intensità che usiamo per le cose che veramente ci interessano, per cui ne trarremo evidenti vantaggi e maggiori benefici.

    Perdiamo un patrimonio di immenso valore se restiamo fermi sulle posizioni proprie della maggior parte delle persone e non usiamo quelle facoltà in noi innate che possono essere portate in superficie grazie esclusivamente ad un certo allenamento e ad un certo tipo di ginnastica mentale divertente e facile da eseguire. Da questo diverso atteggiamento trarremo un piacere nuovo e più vero nell’osservare quanto ci circonda, di valutare con animo più sereno e meno superficiale certi aspetti della vita e di avere un bagaglio sempre più ampio di nozioni e di informazioni che tornano a nostro esclusivo vantaggio, se solo sapremo usarle per il meglio.

    La presenza di una memoria o, più probabilmente, di varie forme di memoria all’interno di un sistema nervoso che è parte essenziale dell’uomo, è semplicemente postulata ed è frutto di congetture.

    Tutta la nostra esperienza acquisita con le macchine artificiali tende a suggerire e confermare questa supposizione. In pratica è come ammettere fin dall’inizio che tutte le asserzioni fisiche circa la natura, la costituzione e la localizzazione di questo sottoinsieme o di questi sottoinsiemi siano ugualmente ipotetiche. Non sappiamo dove risieda fisicamente la memoria del sistema nervoso; non sappiamo se è un organo separato o se è un insieme di determinate parti di organi già noti.

    Potrebbero benissimo trovarsi in un insieme di nervi specifici; che in tal caso dovrebbe essere un sistema piuttosto esteso. Potrebbe avere benissimo a che fare con il meccanismo genetico del corpo.

    Sulla natura e sulla localizzazione della memoria noi ne sappiamo quanto i Greci, i quali supponevano che la mente fosse situata nel diaframma. L’unica cosa che sappiamo con certezza è che deve essere una memoria di grande capacità e che è difficile immaginare come potrebbe funzionare un automa così complicato come il sistema nervoso umano se non disponesse di una memoria.

    A maggior ragione quindi dobbiamo esercitare e sviluppare questa nostra memoria, per sentirci meno automi e più uomini, più «enti» pensanti e forniti di libero arbitrio.

    Anche questa è una via per giungere alla realizzazione del proprio «io» sfruttando quelle doti e quegli attributi che sono componente innata e naturale di ogni uomo.

    A questo punto giova spendere qualche parola sul concetto di abitudine, dato che è un fatto prettamente abitudinario — cioè usuale — la capacità di realizzare se stessi in ogni azione. Generalmente si considerano «abitudini» quelle azioni o stati che si ripetono con una frequenza ciclica quasi inalterata. Cosi diventa abitudine cenare ad una certa ora, dormire per un dato numero di ore, camminare in un certo modo.

    Il concetto orientale di abitudine è ben diverso, tale da assumere per la mentalità occidentale un aspetto che rasenta il trascendente o la sublimazione. Il concetto yogico di abitudine è fondato sulla premessa che può considerarsi naturale atteggiamento dell’uomo solo quello stato in cui l’uomo stesso compie un certo numero di azioni o di pensieri realizzando pienamente se stesso.

    È evidente l’enorme differenza tra la diversa concezione orientale e occidentale di abitudine. Mentre per l’occidente può considerarsi benissimo abitudinario, per esempio, il fatto che un uomo usi frequentemente intercalare il suo discorso con certe espressioni, per gli yogi questa non è abitudine se l’uomo — usando quella determinazione espressiva — non usa totalmente la coscienza di Sé. Questo perché per gli yogi l’uomo è veramente tale quando la sua entità essenziale è il suo proprio «io» realizzato.

    Se l’uomo non è a questo grado di sviluppo non è ancora arrivato al «naturale», che altro non è se non la realizzazione del proprio Sé. Quindi se non si è giunti a questa realizzazione si è ancora lontani dallo stato di «natura»dell’uomo stesso e non si può parlare di abitudini in quanto, come abbiamo già detto, l’abitudine può derivare solo da una piena realizzazione della propria intima essenza di «ente» pensante.

    Dal modo in cui useremo la nostra volontà, il nostro Controllo mentale e quindi la concentrazione, deriverà un grado maggiore o minore di attenzione verso un qualsiasi soggetto e dalla intensità della percezione — ed esclusivamente da essa — deriverà una maggiore o minore facoltà di memorizzazione, ma che sarà sempre e comunque direttamente proporzionale alla nostra reale ed effettiva volontà.

    CAPITOLO PRIMO

    IL SUBCOSCIENTE

    Iniziando la trattazione di un soggetto così complesso qual è la memoria, con tutte le sue regole e meccanismi delicatissimi che mettono in funzione la facoltà di ricordare, senza la quale l’essere non potrebbe formarsi né abitudini, né cognizioni, non potrebbe avere, in una parola, vita psichica è necessario comprendere l’estensione e l’enorme importanza che riveste nel nostro spirito il subcosciente.

    Le vasanas (ricordi subcoscienti, latenze subliminali) sono, infatti, di importanza capitale per lo Yoga, come pure, attualmente,

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