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Progetto eroe
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E-book272 pagine4 ore

Progetto eroe

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Info su questo ebook

E se per caso ti innamorassi del ragazzo giusto?

Andy
Se la mia vita fosse un film, sarei la spalla. L’inizio non è stato dei più promettenti quando ho confessato al mio migliore amico che ho una cotta per lui. Non mi preoccupo, però. Ho un piano. Devo solo trasformarmi completamente. Cambiare tutto di me, così quando Falcon tornerà dalle vacanze estive, capirà finalmente che sono l’amore della sua vita. So perfettamente cosa sto facendo.
Beh, non proprio.
Se lo sapessi, non assomiglierei al classico nerd confezionato in un pacchetto imbarazzante.
In breve, sono fregato.
Ma poi entra in scena Law Anderson…

Law
È molto semplice. Ho bisogno di qualcuno che faccia da tutor alla mia squadra di hockey e Andy ha bisogno di qualcuno che lo aiuti con la sua cotta. Siamo un’accoppiata perfetta.
Solo che più tempo passo con Andy, più mi piace questo ragazzo eccentrico che mi fa ridere, e ben presto sono io a fare da tutor a Andy in molto più di quello che avevamo concordato inizialmente.
Nessun problema.
Ho tutto sotto controllo.
Ma mentre le settimane passano e la chimica tra di noi diventa esplosiva, comincio a pensare di essere finito in una situazione più grande di me con Andy.
Se solo potessi fargli capire che non ha bisogno di cambiare per essere amato. Se solo riuscissi a fargli capire che deve stare con qualcuno che lo considera da sempre perfetto…
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2022
ISBN9791220703987
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    Anteprima del libro

    Progetto eroe - Briar Prescott

    1

    ANDY

    Come molte persone, sono una creatura abitudinaria. Ogni mattina mangio farina d’avena per colazione. Faccio un pisolino di diciotto minuti ogni pomeriggio. Quando vado in biblioteca, mi siedo sempre al solito posto.

    Ad alcune persone non piace la routine. Io? La adoro. Mi aiuta a concentrarmi e prendere tutte le decisioni quotidiane in anticipo, rende il mio cervello meno affollato. Ecco perché mi sconvolge il fatto che, quando arrivo in biblioteca un soleggiato venerdì pomeriggio, il mio solito posto è già occupato.

    Mi blocco e fisso il gigante che occupa l’angolo che di solito mi appartiene. Non c’è nessun cartello con il mio nome sul tavolo, ma dannazione, non sono in molti a mettere piede nell’ala di scienze. La maggior parte degli studenti del mio dipartimento si conosce. Se non per nome almeno di faccia e anche per i posti a sedere che di solito occupiamo.

    Rebecca, la specializzanda in biologia, ama sedersi vicino alla finestra con vista sul lago. Tyson, il fisico, preferisce il tavolo che è perfettamente al centro, tra gli scaffali di fisica e quelli dedicati alla matematica. Essendoci entrambe le materie, per pura casualità, la frequentano il maggior numero di studenti. La matricola dai capelli rossi preferisce stare vicino al banco informazioni, il che significa un sacco di domande e imbarazzanti flirt con la signora addetta all’accoglienza. Infine a me piace l’angolo posteriore della biblioteca perché è tranquillo e poche persone si avventurano da quella parte, così posso concentrarmi meglio mentre studio.

    La Baril University è una modesta università nello stato del Vermont. Il dipartimento di fisica è piccolo, uno di quelli in cui tutti conoscono tutti. Ha un programma decente. Non è il migliore del mondo, ma di sicuro nemmeno il peggiore. Sicuramente il meglio che il Vermont ha da offrire, e dato che i miei genitori hanno sei figli − io sono il quarto − non ci sono molti soldi per il college. Se sono un po’ amareggiato per non aver frequentato il MIT? Credo che una minuscola parte di me abbia sognato di andarci, ma c’è sempre la possibilità che io ci vada per il dottorato. Almeno per ora questo è il piano. Comunque, ciò che conta è il presente. Le università fuori dallo stato sono assolutamente impossibili da frequentare. Inoltre, la Baril University mi ha offerto una generosa borsa di studio, quindi per farla breve, eccomi qui.

    Ed ecco che questo tizio, che non ho mai visto prima, è seduto sulla mia sedia, nel mio angolo, come se fosse il padrone di questa postazione. Purtroppo non è apparso dal nulla come per magia un cartello con il mio nome, quindi prendo nota di crearne uno.

    In questo momento devo scendere a patti con il fatto che, tecnicamente, il nostro è un paese libero, e il tizio può sedersi dove vuole. Sbuffo sottovoce mentre cerco un’altra sistemazione libera. Mi assicuro di non perdere di vista il mio posto. L’obiettivo è quello di sorvegliarlo e, quando il tizio con il berretto da baseball se ne andrà, mi ci fionderò come la crema di formaggio su un bagel, prima che qualche altro idiota maleducato occupi la miglior postazione della biblioteca. Non che ci sia realmente una fila fuori dalla porta, ma non si sa mai. Non mi aspettavo nemmeno che si sedesse il signor Ho-un-culo-perfetto, eppure, eccoci qui…

    Tiro fuori il portatile, i libri, gli appunti e li appoggio sul tavolo di fronte a me, mentre rivolgo sguardi gelidi al ragazzo. Lui non sembra nemmeno accorgersi che qualcun altro è entrato nella stanza. È chino, ma la sua schiena è così ampia che è impossibile capire cosa stia facendo. Fisso le sue spalle massicce. Non succede niente. Immagino di dover cancellare il potere di congelare con lo sguardo le persone dalla mia lista di superpoteri. Che sfiga.

    Questa situazione mi ha un po’ destabilizzato, ma apro la proposta di ricerca che devo perfezionare e mi metto al lavoro. Ho bisogno di un po’ per andare avanti, e non riesco a concentrarmi come al solito perché sono impegnato a fissare l’intruso e a imprecare sottovoce. Non c’è modo di finire in tempo il compito che mi sono prefissato, il che significa che dovrò cancellare il pisolino di diciotto minuti dal mio programma, e questo mi infastidisce da morire.

    Brontolo e sbuffo come se fossi il grande lupo cattivo, pronto a far crollare la casa di paglia di uno dei tre porcellini. Il tipo si raddrizza e sono abbastanza sicuro che mi abbia sentito, ma si aggiusta solo le cuffie piegandosi in avanti, sui gomiti. C’è un po’ di spazio tra l’avambraccio e il fianco, e cazzo, sembra che non stia studiando affatto. Non ho idea di cosa mi spinga a farlo, ma mi alzo dalla sedia e mi avvicino fino a trovarmi proprio dietro di lui. Guardo sopra la sua spalla e, proprio come sospettavo, sta scorrendo con il dito sul display del telefono. Non ci sono libri, penne o un computer portatile, nemmeno la presenza di fogli con appunti nelle vicinanze. Il bastardo sta occupando il mio tavolo preferito mentre perde tempo sui social media. Fantastico.

    Stringo i denti e mi giro ma, prima di tornare al mio posto, ci ripenso. Avevo detto che sarei cambiato, che non avrei più fatto da tappezzeria. Un eroe ha un atteggiamento positivo e combatte le ingiustizie, quindi è proprio quello che farò. Nella mia testa, melodie epiche suonano come colonna sonora per il mio atto di coraggio mentre raddrizzo le spalle e mi preparo a lottare per i miei diritti.

    «Scusa,» dico più forte di quanto dovrei, considerando che si tratta di una biblioteca. Noto altri ragazzi lanciarmi degli sguardi infastiditi. Il ladro di posti non reagisce affatto. Ha la musica così alta che riesco a sentire i riff aggressivi della chitarra che fluttuano intorno a lui.

    Gli do un colpetto sulla spalla e ringhio: «Ehi!» con una voce ferma che renderebbe orgoglioso un sergente istruttore.

    Il ragazzo sussulta, si strappa gli auricolari e li sbatte sulla scrivania di fronte a sé. «Ma che cavolo vuoi?» scatta e mi fulmina con lo sguardo.

    Si toglie il berretto da baseball e si passa la mano tra i capelli scuri, e io sobbalzo. Il tizio seduto di fronte a me non è altri che Law Anderson. È la mia nemesi. Beh, per quanto possa essere una nemesi qualcuno che non sa nemmeno che esisti.

    Law era la stella della squadra di hockey, e dato che la squadra di hockey e quella di basket non si piacciono a causa di uno stupido scherzo fatto quando eravamo al primo anno, sono costretto a detestare anch’io questo ragazzo. Falcon sostiene che è il codice dei fratelli, e finora non è stato un problema, dato che non ho mai parlato personalmente con Law. L’ho visto a un paio di feste a cui Falcon mi ha trascinato, ma Law non mi ha mai notato. Di solito è impegnato a stare sotto i riflettori, circondato da persone che si affannano per avere la sua attenzione.

    Ora che Law ha lasciato la squadra, forse dovrei chiedere a Falcon se la faida è ancora attiva. A partire dalla scorsa stagione, Law è l’assistente allenatore e non più un giocatore quindi questo potrebbe cambiare un po’ la situazione. Mi appunto mentalmente di controllare. Non si sa mai. Mettendo da parte tutti questi tecnicismi, però, se Law non si toglie dal mio posto, dovrò iniziare una nuova faida per un motivo del tutto diverso.

    Mentre fisso Law, cerco di fare la mia migliore imitazione di Sheldon Cooper. «Sei al mio posto.»

    Lui si acciglia. «Non sapevo che i posti fossero assegnati.»

    «Infatti,» rispondo con tutta la dignità possibile, «ma questo è il mio abituale, e comunque non lo stai usando per lo scopo previsto quindi puoi anche studiare il tuo telefono da qualche altra parte.» Mimo le virgolette con le dita per esprimere pienamente il mio disprezzo.

    Law si appoggia allo schienale e mi osserva.

    «Ah, sì?» risponde. Sta cercando di nascondere un sorriso, e io faccio uno sforzo sovrumano per non sorridere a mia volta. Dovrei essere autorevole e risoluto, ma finora Law sembra solo divertito dalla mia timida esibizione di mascolinità alfa e non mostra alcun segno di volersi muovere, quindi continuo.

    «C’è un tacito accordo che riserva alcuni posti.» Indico quello su cui è seduto. «Questo è uno di quelli.»

    Il suo sorriso si allarga. «Mi sembra ingiusto. Come facevo a sapere di questo tacito e non scritto accordo?»

    «Quello che devi fare è liberare il posto quando il proprietario ufficiale si presenta.»

    «La bibliotecaria?» chiede. Ora sta ridendo di me, e se prima mi sentivo indifferente nei suoi confronti, adesso sostengo pienamente Falcon riguardo al suo odio nei confronti di questo tipo.

    «Io,» ringhio.

    Lui sposta la testa di lato e mi studia come se fossi un’affascinante creatura esposta in un circo. «No,» dice infine. «Non ne ho voglia.»

    «Ma… non lo stai nemmeno usando per lo scopo previsto,» balbetto. «Puoi notificare ai tuoi follower, stalker o chiunque altro la tua posizione da qualsiasi altro luogo. Non è necessario essere in questo particolare posto per farlo. Sono sicuro che sarebbero felici di ucciderti in un luogo con meno testimoni.»

    «Ci sono posti disponibili dappertutto. Non vedo perché tu debba stare proprio qui,» spiega. Mi innervosisco perché lui è del tutto calmo mentre io sono sul punto di perdere il controllo.

    «Ma è il mio posto,» affermo, ben consapevole che la mia argomentazione è debole quanto uno strato di grafene, ma non sono ancora disposto ad arrendermi.

    Law si appoggia allo schienale con uno sguardo calcolatore negli occhi. «Quanto vale per te?» chiede.

    Non sono un idiota. Credo di avere un’intelligenza superiore alla media in alcune aree della mia vita, ma la maggior parte di esse riguarda la scienza. Quell’intelligenza, tuttavia, è controbilanciata dalla mia totale mancanza di intuizione quando si tratta di situazioni sociali. Come adesso. Che cosa significa? Vuole che gli offra dei soldi? È una minaccia velata e dovrei iniziare a correre per non essere picchiato? O lui…

    «Ci stai provando con me?» propongo l’opzione più ridicola che mi viene in mente e, non appena il ragazzo si infuria, desidero che il pavimento della biblioteca si apra e mi risucchi in un buco nero. Non ci sono altre parole per descrivere quello che gli sta succedendo. Ride così tanto che delle lacrime gli scorrono sulle guance. Se c’è mai stato un momento per fare seppuku ¹, è questo. Se solo avessi qualcosa di affilato a portata di mano…

    «Okay. Grazie per l’umiliazione,» dico. «Ne ho fatto il pieno per un po’.»

    Mi giro per fuggire dalla stanza e buttarmi in un lago, già che ci sono, ma Law mi ferma con una mano. «Non andartene. Mi dispiace molto. Non volevo ridere o insinuare che l’idea sia bizzarra. È stato solo inaspettato. Mi hai sorpreso. Non molte persone riescono a farlo. Diciamo che la tua ipotesi è l’opposto di quella che avevo in mente.»

    Strizzo gli occhi. Le sue dita sono avvolte intorno al mio polso, e anche se ora sono ufficialmente un passeggero di prima classe sul treno dell’odio di Law Anderson, è difficile non essere distratti da quanto sia dannatamente bello questo ragazzo.

    I suoi capelli scuri sono disordinati come se avesse l’abitudine di pettinarli con le dita. Ha la mascella quadrata e gli zigomi alti, che sono i miei due punti deboli. E come se non bastasse, ha gli occhi verde smeraldo più penetranti che abbia mai visto. Immagino abbia discendenze irlandesi, perché ne ha decisamente le caratteristiche.

    Mi acciglio. Il suo aspetto non mi influenzerà. Non sono una persona così superficiale. Mi divincolo e lo guardo.

    «Cosa stavi progettando esattamente, allora?» Lo chiedo perché, dannazione, sono curioso.

    «Tu sei Andy Carter,» dichiara. Non è una domanda.

    Lo fisso. È il mio turno di essere sorpreso. Law Anderson conosce il mio nome? Come? Perché? Da quando? E, oh sì, come?

    All’istante il mio cervello decide che la paranoia esagerata è la strada giusta. Mi ha seguito? Sapeva che era il mio posto prima di sedersi? Perché Law Anderson è qui a parlare con me? Potrebbe essere uno scherzo elaborato. Perché mai dovrebbe volermi fare uno scherzo è un mistero di per sé, ma grazie alle mie sorelle, ho visto molte commedie romantiche ambientate al liceo, quindi sono disposto ad accettare scenari bizzarri. Certo, fingere di essere interessato a me solo per umiliarmi non sembra una cosa logica. Non c’è niente di interessante in me. La settimana scorsa, ho ottenuto ottimi risultati durante il mio esperimento sulla vibrazione del reticolo, ma dubito che Law sia qui per questo.

    A meno che non lo faccia per scoprire qualcosa su Falcon. Ma perché dovrebbe? Non penso che sia una spia e Falcon una specie di agente segreto che ha informazioni riservate nascoste in una valigetta sotto il suo letto.

    O sì?

    Costringo la mia mente fantasiosa a smettere di fare pensieri idioti perché tutto ciò sta diventando ridicolo anche per i miei standard. Parlarmi a causa di Falcon sembra ancora plausibile, però. Certo, sembra inverosimile e una perdita di tempo da parte sua. D’altra parte, che diavolo ne so io di faide? A essere onesti, il fatto di odiare una persona perché gioca in uno sport diverso è piuttosto stupido. Non che lo direi mai a Falcon. Forza Wildcats.

    Mentre formulo nella testa pensieri folli, Law inizia ad apparire insicuro. Se è perché si sta chiedendo se ha trovato la persona giusta o si sta rendendo conto che la persona giusta è un caso disperato, non è dato saperlo.

    «Sono io,» affermo finalmente.

    Lui annuisce, stanco, ma non posso davvero biasimarlo. «Bene. Okay. Ti sembrerà strano, ma vorrei offrirti un lavoro.»

    Ha ragione. Sembra strano. E il mio cervello riparte per la tangente, evocando un’altra serie di idee che sono troppo oltre anche per i più devoti teorici della cospirazione.

    Questa deve essere la mia giornata fortunata.

    2

    LAW

    Il tizio mi fissa come se il lavoro fosse un concetto assurdo. Va avanti per molto tempo, ma alla fine sbuffa e alza gli occhi al cielo. «A-ha. Buona questa. E ora, saresti così gentile da toglierti dal mio posto?»

    Cos’è questa strana ossessione che ha per questo dannato posto? Non ne ho idea, ma sembra che possa essere merce di scambio, quindi non mi muovo. Però mi alzo in piedi. Per pareggiare il campo di gioco. Appoggio le mani sullo schienale della sedia e mi sporgo in avanti.

    «Ho bisogno di aiuto,» confesso.

    Lui sbuffa di nuovo. «Ti sembro uno che è bravo negli sport?» chiede.

    «No,» rispondo troppo in fretta e subito vorrei poterlo ritirare. Dovrei lusingare questo ragazzo, non insultarlo.

    Non sembra essere così infastidito perché annuisce. «Esattamente.» Si sposta al suo tavolo, che è proprio dietro a quello che ho usato nell’ultima ora e mezza mentre aspettavo che arrivasse. Sono diventato un vero e proprio stalker: ho una sua foto, scattata durante una festa, e sono armato di tutte le informazioni che ho raccolto negli ultimi giorni.

    Andy Carter. Ventidue anni. Specializzato in fisica. Lo si può trovare sempre in biblioteca, anche se è la fine del semestre e fra poco ci sarà la pausa estiva. Sono tre giorni che cerco di rintracciarlo. Non è stato facile. Farò volontariato in un campo di hockey quest’estate, e le riunioni e i preparativi hanno occupato molto del mio tempo. Tuttavia, sono stato in biblioteca ogni giorno, aspettando Andy.

    Sembrano molti impegni da sostenere per un solo ragazzo, ma c’è una ragione. La Baril University si vanta di dare a tutti gli studenti un’istruzione completa, il che non è affatto male. L’istituto ha dei prerequisiti per la matematica e le scienze, e ci sono alcune materie fondamentali che tutti devono seguire. Non sono corsi per principianti, ed è una cattiva notizia per coloro che sperano di potersi lasciare alle spalle la fisica e la chimica una volta finita la scuola superiore. La maggior parte degli allievi non ha problemi perché la Baril University è un’ottima università, e bisogna essere molto intelligenti anche solo per essere ammessi.

    C’è sempre qualcuno che ha bisogno di un piccolo aiuto extra, e generalmente è abbastanza facile trovare dei tutor. O meglio, era abbastanza facile fino alla nomina del professor Robert Shaw l’anno scorso. Insegna fisica, ed è l’unica ragione per cui tutte le matricole sono state bocciate in questa materia. Tutte e sette. Si dice che il rettore abbia costretto Shaw ad accettare e ora, per vendetta, il professore stia bocciando quasi tutti gli studenti.

    Non sono sicuro se è per questo, o se è solo un vecchio bastardo cattivo. Il motivo non ha molta importanza, ciò che conta è che ha bocciato molti miei compagni di squadra e, se non recuperano la media, in autunno non potremo giocare. La regola dell’università è che, se la tua media è inferiore a 3.0, non puoi scendere in campo; un brutto voto in fisica può rivelarsi pericoloso per alcuni di questi ragazzi.

    Ho già trovato alcuni tutor, ma sono stati tutti più o meno inadeguati. Ero sul punto di arrendermi finché non sono andato personalmente al dipartimento di fisica e ho iniziato a tormentare le persone. Ho scoperto che Shaw ha uno studente che lo aiuta in laboratorio, e che gli piace. Ogni studente con cui ho parlato ha detto che Andy Carter è il Santo Graal, ovvero la soluzione a tutti i miei problemi.

    E questa è la versione breve di come sono finito a seguire Andy Carter. Per come la vedo io, è la mia ultima speranza. Conosce Shaw. Conosce le sue richieste. Non ha mai fallito il corso di Shaw, e spero che possa spiegare gli argomenti ai ragazzi in modo comprensibile. È la mia Ave Maria.

    Sembro drammatico, ma c’è una ragione. Ho bisogno che la squadra abbia successo perché la mia carriera dipende da questo. Se dovrò allenare una squadra NHL, ho bisogno di un curriculum fantastico. Sono già in svantaggio perché ho ventiquattro anni e sono stato costretto a smettere di giocare prima di riuscire a pattinare sul ghiaccio con una squadra della NHL, ma che io sia dannato se lascerò che questo mi fermi. Combatterò e avrò successo, e il primo passo per questa strada è quello di farmi aiutare da Andy Carter.

    Ora che siamo faccia a faccia, devo ammettere che c’è qualcosa di vagamente familiare in lui. Sono sicuro al settanta per cento di averlo già visto, ma non riesco a ricordare dove.

    Sembra piuttosto… trasandato, in mancanza di una parola migliore. Indossa una tuta e una maglietta con una grande immagine di Beyoncé con la scritta Who run the world? Physicists!

    Ha un sacco di capelli. Davvero. Sembra la criniera di un leone, solo più scura, e credo che nessun leone che si rispetti la terrebbe così disordinata. È piuttosto magro, anche se è difficile dirlo a causa della maglietta ampia, ma se c’è della massa muscolare sotto i vestiti, è ben nascosta. È più basso di me di alcuni centimetri, quindi deve alzare un po’ la testa per guardarmi. Il movimento fa scivolare indietro i capelli e mi dà l’opportunità di vedere che gli occhi sono decisamente la caratteristica migliore di Andy Carter. Sono grigio argento. Più chiari della maggior parte delle iridi di quel colore, penetranti e intensi. Sono ipnotizzanti, e a causa degli occhiali, sembrano molto più grandi.

    Mi sta guardando male, il che mi ricorda che dovrei spiegare la mia offerta prima che se ne vada. «Ho bisogno di un tutor di fisica,» confesso, sperando che ci sia una sorta di magia nell’aria che faccia sorridere Andy e dire: Certo, amico. Quando e dove? Sono il tuo uomo.

    Ahimè, questo non accade, e Andy si acciglia ancora di più. «Non sono un tutor,» mi informa, cercando di andarsene. Di nuovo.

    Lo fermo. Ancora. A questo punto, ci stiamo praticamente tenendo per mano. «Non ho bisogno di un tutor qualsiasi. Mi hanno detto che sei il migliore, quindi voglio te.»

    Un assistente mi ha detto che Andy lavora per Shaw e possiede la capacità magica di, cito in modo testuale, Rendere le cose così semplici da essere comprensibili a tutti. Da quello che ho visto finora con

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