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Matrix Economy: Conoscere i segreti del sistema per investire e fare business
Matrix Economy: Conoscere i segreti del sistema per investire e fare business
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E-book429 pagine4 ore

Matrix Economy: Conoscere i segreti del sistema per investire e fare business

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Info su questo ebook

Il mondo funziona in un certo modo, e in uno solo. Che ti piaccia o no questo vale anche per te. Per capire è importante guardare alla realtà con occhi disincantati. Saper ascoltare la verità, e percepire l’inganno. Il giusto e il bello non hanno nessuna attinenza con ciò che il potere ha fatto al denaro. Per prosperare nel mondo di oggi bisogna conoscere le regole del sistema. La conoscenza è l’arma più potente per avere il controllo della propria vita e del successo economico. La prossima crisi sarà peggiore delle precedenti, chi non sarà preparato verrà spazzato via. Ma chi conoscerà le regole parteciperà alla più grande redistribuzione di ricchezza della storia.
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2016
ISBN9788898482207
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    Anteprima del libro

    Matrix Economy - Roberto Gorini

    Lo scenario

    attuale

    Cos’è il denaro

    «Quando ero giovane, credevo che la cosa

    più importante della vita fosse il denaro,

    ora che sono vecchio so che è vero».

    Oscar Wilde

    Tutto il denaro in circolazione è falso. Viene stampato dal nulla dalle banche centrali e non ha nessun controvalore né in oro, né in nessun’altra risorsa. È semplice carta che siamo obbligati a utilizzare.

    La maggior parte delle persone questo non lo sa. È il segreto meglio custodito della storia dell’uomo, ed è davanti agli occhi di tutti. Non era mai successo. Stiamo vivendo in un esperimento economico globale e inedito. Ma com’è stato possibile? Come siamo arrivati a questo punto? Facciamo un po’ di storia. L’evoluzione del denaro in cinque minuti.

    Il baratto

    Senza denaro la vita è dura, in tutti i sensi. Si può anche lavorare, cacciare animali feroci, raccogliere frutta dagli alberi, ma se poi la si vuole scambiare con gli altri comincia il problema. Quante banane mi dai per una lepre? E se non hai la lepre e vuoi le mie banane? E se ieri ti ho dato una banana e tu non ti decidi a cacciare la lepre ma vuoi alimentarti a banane alle mie spalle? E se io mi tengo le banane in attesa che tu trovi la lepre, ma poi dopo le banane marciscono?

    Se pensi che possa esistere una società evoluta basata sul mutuo soccorso, ripensaci. La società contadina era molto dura, e ancora di più quella dei cacciatori e raccoglitori di cibo. Non c’era posto per i deboli. Solitamente uscivano di scena o vivevano molto male.

    Il modo migliore per produrre e distribuire ricchezza è specializzarsi. Ognuno fa ciò che gli piace e che gli riesce meglio. E di questo vantaggio godono tutti. Ma per questo c’è bisogno di un mezzo per lo scambio: il denaro. Il baratto aveva un sacco di problemi, ed era affiancato spesso dal debito. Cioè si dava a credito. Ma anche questo a lungo andare è un sistema inefficiente, perché c’è un fatto in economia: più il debito si allunga e più è difficile da recuperare.

    Il problema della doppia coincidenza dei desideri

    Il motivo principale per cui il baratto non era molto efficiente è che richiedeva la doppia coincidenza dei desideri. Ovvero, se mi serve qualcosa, devo trovare qualcuno che ce l’abbia, e a cui serve contemporaneamente qualcosa che ho io. Molto difficile.

    Inoltre, svariati prodotti non si potevano conservare, per cui diventava una missione impossibile.

    La conseguenza è che ci si arrangiava a fare un po’ di tutto, scambiando saltuariamente qualcosa con qualcuno e accettando anche di fare credito, con dubbie possibilità di recuperarlo.

    Il debito

    Non è vero che il debito è nato dopo la moneta, è nato contemporaneamente al baratto.

    È sempre esistito, e ha sempre dato problemi. In antichità, infatti, ancor prima di inventare la moneta c’erano leggi che punivano i debitori insolventi con il taglio delle mani. O, in altri casi, si diventava schiavi del proprio creditore. (E poi ci lamentiamo delle banche di oggi!).

    La storia del debito ha 5000 anni, è vecchia come l’uomo. Ma non è mai stato un sistema molto efficiente per il commercio. Con il debito, per esempio, non si possono prezzare i prodotti. Non si può infatti sostenere che la lepre costa x di debito, x è appunto qualcosa in denaro o altra merce. Si può sostenere che la lepre vale 20 banane e che tu hai un debito con me di 20 banane. Ma la lepre non può costare 20 debiti. Serve sempre una merce di scambio per prezzare le cose.

    Il debito, comunque, è sempre esistito e sempre esisterà. Oggi addirittura se ne abusa e vedremo perché…

    La moneta-merce

    Per ovviare al problema della doppia coincidenza dei desideri, fin dall’antichità l’uomo si è ingegnato nell’utilizzo di qualcosa che potesse agevolare gli scambi.

    Col tempo si è visto che alcune merci erano più richieste di altre. Per esempio, il sale, il grano, le pelli, erano merci che tutti utilizzavano, per cui anziché fare credito, o assumersi il rischio di veder marcire la propria merce, si accettava di buon grado un prodotto che, nella peggiore delle ipotesi, poteva poi essere col tempo consumato.

    Ecco che l’uomo antico ha inventato quella che possiamo definire la moneta-merce, antesignana della moneta.

    Nel corso del tempo sono state utilizzate le cose più disparate. Anche gli uomini, come schiavi. Con buona pace di quelli che sostengono che si stava meglio un tempo.

    I metalli preziosi

    Dopo secoli, anzi millenni (sto sintetizzando un percorso millenario), ci sono state delle merci-moneta che fungevano meglio di altre per essere utilizzate come mezzo di scambio: i metalli preziosi.

    Oro, argento e bronzo avevano delle caratteristiche ideali per poter essere scambiati. Erano disponibili in buona quantità, facilmente trasportabili, non si deterioravano ed erano facilmente riconoscibili da tutte le culture.

    Funzionavano bene per quell’esigenza. E infatti vennero presto eletti come moneta. In particolare, oro e argento erano molto apprezzati perché utilizzati anche per ornamenti e oggetti di valore.

    L’unico problema è che potevano essere rubati, soprattutto durante i lunghi viaggi. Nell’antichità non si andava tanto per il sottile, furti e omicidi erano all’ordine del giorno. E per lo più rimanevano impuniti. Alla faccia di quelli che sostengono che oggi non si può più stare tranquilli a casa propria.

    Per cui, l’uomo che è sempre pieno di risorse si inventò i depositi.

    Le note del banco

    In Italia, e più precisamente a Venezia, nel Settecento, epoca delle città marinare, era di gran moda depositare i preziosi in un banco di deposito. Per maggiore sicurezza. È così che sono nate le future banche, come depositi di sicurezza. Sarà per quello che oggi si parla di depositi bancari anche se non sono depositi ma prestiti? Sì, è per quello.

    Il banco rilasciava una nota di deposito e con quella, chiunque ne avesse il possesso poteva andare a ritirare il bottino.

    Era assai comodo per i lunghi viaggi in nave, perché oltre a non dover trasportare nulla, non si rischiavano ammutinamenti e visite dei pirati.

    Nei banchi di deposito più rinomati, i grandi banchieri del tempo, si accettavano le note del banco in qualità di pagamento. Anche in Paesi diversi. Ecco che di lì a poco le note di deposito diventarono le banconote.

    Poi i banchi di deposito si accorsero di una cosa curiosa: in pochi andavano a ritirare i preziosi, ma quasi tutti non facevano altro che scambiarsi le note, ovvero le banconote.

    E siccome l’appetito vien mangiando, alcuni banchieri cominciarono a rilasciare più banconote rispetto all’oro e all’argento che avevano in realtà in deposito.

    Vi ricorda qualcosa rispetto ai tempi nostri? Sì, oggi è esattamente così.

    Solo che in antichità era un reato, e i banchieri che falsificavano le note del banco venivano giustiziati. Oggi invece prendono i bonus.

    Comunque, queste note del banco, con fortune e popolarità alterne, diventarono così comuni che vennero prese come vera e propria moneta. Nacque così la moneta di carta.

    Però attenzione, c’era sempre un controvalore nei forzieri delle banche. In ogni momento il possessore della banconota poteva richiedere la moneta sonante: oro, argento o preziosi.

    La moneta a riserva aurea

    Fino a non molto tempo fa, inizio del 1900, in quasi tutta Europa e in America la moneta aveva un controvalore. Da qualche parte, nel cavò di una banca o nei sotterranei di uno Stato, c’era dell’oro. Era quella che si chiamava (perché ora non c’è più) moneta a riserva aurea.

    I pezzi di carta erano un pagherò in oro emesso e garantito dallo Stato o dalla banca centrale. Ecco perché anche la carta ha cominciato a godere di una grande fiducia, perché un’istituzione importante e al di sopra di ogni sospetto si impegnava a restituire al creditore il controvalore in oro o argento. Ecco perché godeva di una fiducia così diffusa e si è potuta diffondere così ampiamente. Ed è entrata a far parte della nostra cultura.

    In realtà, se consideriamo che la storia dell’uomo è di almeno 5000 anni, l’introduzione della banconota è un fatto molto recente.

    Questa moneta, con una riserva in oro, ha dato un impulso enorme al mercato. Chiunque poteva prezzare le merci in base a questo valore, e tra una moneta di un Paese e l’altro c’era un cambio regolato e certo.

    Inoltre, la sua diffusione è stata tale per cui il mercato si è ampliato enormemente. In Paesi sempre più lontani si poteva godere della bravura di un artigiano che distava centinaia di chilometri o si poteva godere di una particolare risorsa di un Paese in un altro continente.

    Infine questa moneta poteva essere conservata per il futuro senza che perdesse di valore. Si potevano perciò progettare affari sul lungo periodo. E non si aveva più l’ansia dell’incertezza. Il risparmio era vero risparmio: un controvalore a peso d’oro!

    Ma si sa che le cose belle finiscono sempre, perché qualcuno se ne approfitta. In questo caso la parte del cattivo spetta allo Stato, strano a dirsi, ma è così. Colui che più di ogni altro avrebbe dovuto tutelare il bene comune ha cominciato a truccare le carte.

    L’intervento dello Stato

    La moneta è un’istituzione che è nata spontaneamente dal popolo, proprio come la lingua e le leggi. Anni e anni di consuetudini, di prove, di errori, di scelte, determinano le istituzioni sociali. Le istituzioni sono importanti, non devono essere corrotte. Sono il frutto della cultura di un popolo.

    Il mercato, ovvero il popolo, nel tempo ha eletto il metallo prezioso quale miglior controvalore per fluidificare gli scambi, poi in sostituzione dell’oro e dell’argento si sono diffusi dei pagherò, che rappresentavano però una piccola quantità di metallo prezioso. Poi è accaduto un fatto grave, lo Stato ha tolto l’oro e ha imposto la carta. Senza nessun controvalore. Attenzione, lo Stato e non il mercato, i politici e non i cittadini, hanno tolto di mezzo l’oro. Un’istituzione nata dal basso è stata profondamente cambiata dall’alto!

    Perché in tutto il mondo politici e potenti hanno fatto questo? Hanno tolto di mezzo l’oro?

    La risposta è uno dei segreti che questo libro ti svela, e che sono fondamentali per la tua comprensione del mondo. Ecco perché…

    Hanno tolto di mezzo l’oro per poter stampare a volontà nuova moneta. L’oro era un impiccio, perché non poteva essere prodotto, falsificato o svilito. Perlomeno non senza operare un’evidente frode. E dopo averlo confiscato a destra e a manca, dopo averne vietato l’uso corrente come mezzo di scambio, cosa rimaneva per completare l’opera e poter stampare denaro a profusione? Toglierlo di mezzo come riserva di valore.

    Il consolidamento di uno Stato e la sua gestione costano. Man mano che lo Stato si ingrandisce, ha bisogno di risorse. Man mano che cerca di amministrare ed entrare nel merito economico della vita dei cittadini, necessita sempre di più risorse da re-distribuire. E più risorse gestisce, più si verificano fenomeni di corruzione, assistenzialismo e inefficienza. E tutte queste cose pesano. Se poi aggiungiamo il fatto che spesso qualche politico con manie di grandezza si mette anche a dichiarare guerra ai vicini, ecco che comprendiamo bene come il bisogno di soldi diventi enorme! Lo statalismo a lungo andare divora tutto, anche se stesso, ma soprattutto la ricchezza dei cittadini.

    Ma all’imposizione fiscale c’è un limite, altrimenti il popolo si rivolta. Allora molto meglio cominciare a stampare moneta e far pagare il conto al popolo sotto forma di inflazione. La perdita di potere di acquisto, data dall’inflazione, è la più subdola delle tasse. Ma su questo concetto torneremo in un prossimo capitolo.

    Al giorno d’oggi, in realtà, non è più lo Stato che fa queste cose, ma è la lobby finanziaria che ha ottenuto, dallo Stato, il privilegio del monopolio del denaro: il sistema bancario. Ma i problemi sono i medesimi, anzi, forse anche più difficili da individuare.

    Di fatto oggi la moneta non è più la rappresentazione di un pezzo d’oro custodito chissà dove. È solamente carta, che siamo obbligati a utilizzare. Si chiama moneta a corso forzoso, perché siamo forzati (costretti) a utilizzare. Oppure si chiama fiat money. Dal latino fiat, che sia fatto. Fiat lux et lux facta est, sia luce e la luce fu. Sia moneta e moneta fu… dal nulla.

    La moneta del nulla (fiat money)

    Hai mai pensato che cosa rappresenta la moneta che hai in mano? Nulla. Cosa c’è scritto di rassicurante in una banconota? Non c’è più la rassicurante frase pagabile a vista al portatore. Significava che si poteva andare a richiedere un pezzetto d’oro in caso di necessità. Ma ora non più. Nelle monete non c’è scritto granché.

    Una delle più esplicite e più utilizzate al mondo è quella degli Usa, il Dollaro, eccola:

    Gli americani sono abbastanza espliciti, lo scrivono: «THIS NOTE IS A LEGAL TENDER FOR ALL DEBTS PUBLIC AND PRIVATE», questo biglietto è una valuta legale per tutti i debiti pubblici o privati. Cioè è una moneta (o se preferite valuta) a corso forzoso, vale perché lo dice il governo e costringe tutti a utilizzarla. Ma non può essere scambiata con niente, se non con una banconota più recente se si rovina. Poi, nel retro della moneta americana c’è scritto anche: «IN GOD WE TRUST», in Dio crediamo, e a qualcuno può far piacere. Ma Dio non è responsabile per questa moneta.

    Molto più pragmatici gli europei, che con le banconote ci lavorano da molto più tempo. Ecco il famoso e giovane Euro; non c’è scritto proprio nulla!

    Nulla, come nulla è il suo valore, solo che siamo tutti obbligati a usarlo, e chi prova a utilizzare l’oro per gli scambi viene arrestato.

    Ecco perché sostengo che tutte le monete in circolazione oggi sono false, ma non provare a stamparle, è vietato: le banche centrali odiano la concorrenza.

    Si parla di stampare moneta ma è un refuso antico. Oggi solo il 3% della valuta circolante è in forma cartacea. Il restante è in bit, o digit all’interno dei computer.

    È facilissimo stampare moneta per la banca centrale: basta spingere un tasto di un computer. Ma è un gesto che fa una grande differenza per la vita e il benessere di miliardi di persone.

    Oggi, una delle istituzioni più importanti che l’uomo ha faticosamente creato, il denaro, è praticamente virtuale.

    La moneta virtuale

    Siamo passati dalle pecore al sale, alle tavolette di argilla, all’oro, alla carta e poi al nulla. Il denaro si è de-materializzato. Ancora più semplice da trasferire, da spezzettare, da prestare, da accreditare ma anche da produrre.

    La banca centrale spinge un tasto del computer e crea denaro con il quale compra milioni e miliardi in titoli di stato. Le banche commerciali con un clic del mouse vi concedono un fido in c/c che creano letteralmente dal nulla. E tutti questi soldi girano e crescono costantemente. Vengono prestati e ri-prestati. E poi se ne stampano altri per prestarli a chi deve rimborsare i debiti vecchi, più gli interessi, ma nel frattempo il debitore ha speso ancora di più per cui il nuovo debito è più grande del precedente, e così via.

    Se tutti noi andassimo a chiedere in banca i nostri soldi, le banche chiuderebbero per mancanza di liquidità. Diventerebbero insolventi. Non è una leggenda che gira su Internet, è vero. Le banche centrali potrebbero stampare nuove banconote, ma la corsa agli sportelli sarebbe comunque più veloce. Ecco perché nel mondo c’è tutta questa lotta contro il contante, la carta moneta. Perché è uno strumento che può mettere in crisi i monopolisti del denaro: le banche. Il sistema è un insieme di debiti su debiti talmente instabile che potrebbe crollare da un momento all’altro. E il contante può essere il detonatore.

    C’è una ferma volontà nell’arrivare all’eliminazione del contante. E forse ci si riuscirà. Allora la moneta diventerà un flusso che va e che viene, ma che non puoi possedere. La famosa moneta-segno, che tanto apprezzano gli economisti che oggi siedono al comando delle banche centrali.

    Già oggi le somme di denaro che depositiamo in banca sono solo dei flussi. Nel momento stesso in cui li versi in banca vengono risucchiati dal sistema. Non ci sono più. C’è solo una scrittura contabile che dimostra che li hai portati e che hai il diritto di richiederli nei modi e nei tempi che la banca ritiene opportuni. Ma quindi, oggi cos’è e come si può definire il denaro?

    Un dollaro è… un dollaro!

    Cos’è il denaro è una bella domanda. Oggi è un’entità metafisica. Se a questa domanda si può ancora rispondere, e lo sto facendo in questa prima parte del libro, alla domanda cos’è un Dollaro? o cos’è un Euro? non si può più rispondere. Di fatto un dollaro è un dollaro! Una valuta è una valuta. È fine a se stessa, non rappresenta nulla.

    Esiste perché gli Stati impongono che venga utilizzata. Alla maggior parte delle persone sembra normale. Vivono tutti nella stessa illusione che sia qualcosa di reale, ma se tutti smettessero di crederci, la moneta morirebbe molto velocemente. Ed è già successo, e succede ciclicamente. Nessuna fiat money è immortale. A compendio ecco le ultime valute decedute:

    R.I.P.

    «Rest In Peace»

    «Requiescat In Pace»

    «Riposa In Pace».

    Poco male, se non fosse che quando la moneta muore cominciano a morire anche le persone.

    Conclusioni

    Per capire esattamente cos’è il denaro dobbiamo iniziare a considerarlo come una merce, la merce più commerciabile.

    Come abbiamo visto, la moneta è un’istituzione sociale creata dall’uomo per risolvere alcuni importanti problemi, come quello della doppia coincidenza dei desideri. È un mezzo fondamentale per la vita di tutti i giorni. Senza denaro la civiltà non potrebbe prosperare. I desideri avrebbero grande difficoltà a essere realizzati. È lo strumento più potente per regolare i rapporti umani. Lo sviluppo del denaro lo si deve al mercato e al libero scambio, che nel corso dei secoli hanno eletto merci come l’oro e l’argento come ideali mezzi di scambio.

    Ma questa merce di scambio è sempre stata contesa dai potenti e dai governanti. E alla fine è stata completamente confiscata e monopolizzata dal potere politico.

    Oggi utilizziamo ciò che io definisco il denaro del nulla, emesso dalle banche centrali autorizzate dagli Stati. Moneta che non ha alcun controvalore e che viene stampata virtualmente all’infinito dalla SME: stampante monetaria elettronica (è un acronimo di mia invenzione).

    Del perché siano le banche a stampare moneta e non gli Stati ne parleremo più avanti. Per ora, dopo aver compreso cos’è il denaro, ci interessa capire a cosa serve, come viene utilizzato e perché è fondamentale per la nostra prosperità.

    Continua a leggere.

    A cosa serve il denaro

    «È stato detto che l’amore per il denaro

    è la radice di tutti i mali.

    Lo stesso si può dire

    della mancanza di denaro».

    Samuel Butler

    Se hai inteso bene che cos’è il denaro, allora ti sarà chiaro a cosa serve. In estrema sintesi tutta la moneta che circola, sia quella cartacea che quella elettronica, assolve a tre distinte funzioni. È fondamentale per rendere agevoli gli scambi commerciali, è in grado di assegnare un prezzo ad ogni cosa, e mantiene nel tempo un certo valore. Per cui si dice che è per eccellenza la forma più neutra di riserva di valore. Purtroppo, quest’ultimo concetto non è più così vero, ed è qui che si cela uno dei meglio custoditi segreti della grande finanza. Ma andiamo per ordine.

    Fluidificante per gli scambi commerciali

    Abbiamo visto come il baratto fosse molto complicato per gli scambi commerciali. Bisognava accontentarsi di ciò che si trovava, e spesso si finiva a dover fare credito per poter piazzare la merce di cui si era in possesso. Inoltre, il concetto del resto era difficilmente applicabile quando si aveva a che fare con animali interi o armi da caccia.

    La moneta-merce, come il sale o il riso, era già una soluzione migliore, ma non tutto poteva essere usato per gli scambi a causa del volume da gestire e della sua deperibilità.

    La monetazione attraverso i metalli preziosi ha migliorato la situazione, ma il cambio attraverso monete diverse era abbastanza complicato. Prima della transazione era necessario verificare di quale (o quali) metalli fosse composto e poi procedere ai vari rapporti di peso. Insomma, avere qualcosa di universalmente accettato e impalpabile come il denaro è stata una bella conquista. Scambi veloci e senza valutazioni opinabili. Tuttavia la perfezione non è di questo mondo, e in quanto a imbrogli non ce ne siamo ancora liberati, e forse non succederà mai.

    Numerario per l’assegnazione dei prezzi

    Serve qualcosa per assegnare un prezzo alle cose, un controvalore accettato. E questo col tempo è diventato il denaro. Che una gallina possa valere mezzo chilo di sale, o dieci conchiglie, o uno scellino d’argento, è a discrezione delle parti. Un mercato che accetti universalmente un’unica moneta di scambio (sia essa euro o dollaro o sterlina) è una bella comodità. Ad ogni cosa può essere assegnato un prezzo, e tutti sono concordi (e obbligati) ad accettare quel termine di paragone, il denaro.

    Riserva di valore

    «Del doman non v’è certezza…» diceva il poeta, e siccome il futuro incerto spaventa tutti, quale miglior cosa da fare se non risparmiare? Avere un gruzzoletto per ogni evenienza dà tranquillità, e il denaro assolve bene a questa funzione. Lo tengo e lo spendo domani.

    Questa è la funzione principale del denaro, o meglio dovrebbe esserla. Invece è stata

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