I Finanziamenti Europei per l'Impresa Agricola
Di Nicola Sassu
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Anteprima del libro
I Finanziamenti Europei per l'Impresa Agricola - Nicola Sassu
1. INTRODUZIONE
Questo libro è dedicato a tutti coloro che credono nell'agricoltura e nel futuro delle nostre aree rurali: agli imprenditori agricoli che, nonostante i rischi e le difficoltà dell'attuale momento storico, continuano a produrre il nostro cibo e a presidiare le nostre campagne; ai professionisti che li supportano nella progettualità e nell'innovazione; ai giovani che, a vario titolo, sognano di entrare nel settore per creare una propria azienda o offrire un contributo competente, come dipendenti o consulenti del settore.
Come avrai già inteso dal titolo, non si tratta di un manuale, ma di una guida introduttiva ai finanziamenti europei per le imprese agricole, pensata per chi desidera avere una panoramica generale delle opportunità che saranno messe in campo dal settore pubblico nei prossimi anni - a partire dal 2023 e sino al 2027 - senza doversi scontrare con l’arduo linguaggio tecnocratese
dei regolamenti comunitari, dei programmi operativi e dei bandi.
Oltre a una visione d’insieme dei numerosi aiuti disponibili tramite i fondi europei, ti fornirò una serie di informazioni che potranno aiutarti concretamente nella fase di individuazione dei bandi, nella loro corretta lettura e nella successiva richiesta del contributo.
I numeri parlano chiaro: le aziende agricole italiane che beneficiano dei fondi PAC sono oltre 800.000. Nessun altro programma di finanziamento può vantare un coinvolgimento simile in termini di imprese coinvolte.
Il contributo europeo della sola PAC (senza, cioè, considerare gli altri sostegni nazionali ed europei) incide, in media, per oltre il 20% sul reddito di un’impresa agricola italiana media.
Questo dato non deve sorprenderci: l'agricoltura si distingue dalla maggior parte delle altre attività produttive per vari motivi, primo tra tutti l'importanza strategica della produzione alimentare, che ciascuno di noi ha potuto sperimentare direttamente durante le recenti crisi legate al COVID e alla guerra in Ucraina.
Ciononostante, il reddito degli agricoltori italiani è nettamente inferiore ai redditi dei lavori non agricoli: in media è pari al 77% di un salario medio negli altri settori, ma il divario si accentua per le aziende di minori dimensioni.
Inoltre, come è noto, l'agricoltura dipende sempre di più dal clima e dalle condizioni meteorologiche, che in caso di avversità possono facilmente annullare gli sforzi di un’annata agraria, portando l’impresa in perdita.
Si devono poi considerare gli alti rischi legati alle frequenti ed imprevedibili oscillazioni dei prezzi di mercato dei beni alimentari, nonché quelli derivanti da malattie delle piante, infestazioni parassitarie o epidemie animali.
Infine, sempre di più le normative europee e nazionali chiedono agli agricoltori di operare in modo sostenibile e rispettoso dell'ambiente, di salvaguardare il suolo dal degrado, di tutelare il paesaggio rurale e la biodiversità: questi ulteriori impegni, certamente importanti per la collettività, rappresentano spesso dei costi aggiuntivi per le aziende.
Questi fattori peculiari giustificano il ruolo significativo svolto dal settore pubblico per i nostri agricoltori e una forte politica comune decisa a livello europeo, diversamente dalla maggior parte degli altri settori economici, per i quali la responsabilità compete ai governi nazionali.
Il 31% del bilancio europeo 2021-2027 è destinato alla PAC, la Politica Agricola Comune.
PERCHÈ LA COMPLESSITÀ DEI FONDI UE NON DEVE SPAVENTARTI
Ma perché i finanziamenti per le imprese agricole sono così complicati?
È una domanda che mi sono sentito rivolgere molto spesso, da quando (era circa il 1998) ho iniziato a occuparmi, prima da consulente per le imprese e, circa dieci anni dopo, da funzionario pubblico, di bandi e finanziamenti UE per il settore agricolo.
In realtà, chi opera da un po' di tempo nel settore e si è quindi cimentato inevitabilmente con i ritardi e gli intoppi legislativi e burocratici che, non solo in Italia, rendono macchinoso l'accesso ai fondi europei, sa bene che questa complessità riguarda soprattutto alcune misure di finanziamento e meno altre.
Ad esempio, l'accesso ai pagamenti diretti della PAC è in gran parte automatizzato, con una gestione informatizzata complessivamente efficiente e oneri amministrativi ridotti da parte delle imprese che ne hanno titolo.
Analogamente, gli incentivi per le imprese agricole che assumono impegni agro-climatico-ambientali (finanziati dai fondi per lo sviluppo rurale) non presentano trafile burocratiche particolarmente complesse, pur rappresentando insieme ai pagamenti diretti una fetta molto importante del budget complessivo della PAC (circa il 60%).
Viceversa, in linea generale, i bandi che finanziano investimenti e che necessitano di un progetto articolato scontano in alcuni casi tempistiche maggiori, principalmente a causa di una 'macchina amministrativa' non sempre adeguata al compito – certamente non banale – di valutare e selezionare i progetti meritevoli con una potenziale ricaduta sul territorio.
A causa della complessità burocratica, l’accesso ai fondi europei è quindi, nella stragrande maggioranza dei casi, intermediato
: le imprese si avvalgono dei liberi professionisti per la redazione dei progetti e si rivolgono a questi ultimi o ai Centri di Assistenza Agricola (CAA) per la gestione amministrativa delle pratiche.
La conoscenza dei bandi e delle procedure da parte dei tecnici incaricati facilita l’accesso ai contributi, sia nella fase di predisposizione della domanda, sia durante l’esecuzione del progetto e la rendicontazione delle spese.
Ad ogni modo i regolamenti europei insistono in modo particolare sull’esigenza di semplificare la burocrazia e di elevare la qualità dei progetti finanziati, attraverso un supporto più qualificato da parte dei consulenti che operano nel settore e di un rafforzato sistema di formazione e trasferimento delle conoscenze.
È infatti ribadito più volte nei documenti strategici che l’agricoltura italiana potrà evolvere solo grazie all’ingresso nel settore di capitale umano sempre più qualificato e preparato, capace di apportare competenze tecniche, progettuali e gestionali avanzate e di esprimere pertanto una innovazione sostenibile
dal punto di vista economico, ambientale e sociale.
Le nostre aziende hanno infatti un grande bisogno di rinnovarsi non solo per restare competitive su un mercato estremamente dinamico, ma anche per fronteggiare adeguatamente i crescenti rischi meteo-climatici e gli altri shock esogeni che oggi più che mai un’impresa agricola deve saper gestire.
Per questo sono sinceramente convinto che i professionisti, gli imprenditori e tutti coloro che si approcciano al settore agricolo con uno spirito dinamico e innovativo non possano fare a meno di conoscere e utilizzare al meglio le numerose opportunità che l’UE mette a disposizione del settore, considerato il ruolo fondamentale che questi strumenti hanno per l’evoluzione delle nostre imprese e, in definitiva, per la collettività.
Se hai in mano questo libro certamente stai assistendo anche tu alle