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Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro: Raccontare il passato, ristrutturare il presente, migliorare il futuro
Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro: Raccontare il passato, ristrutturare il presente, migliorare il futuro
Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro: Raccontare il passato, ristrutturare il presente, migliorare il futuro
E-book153 pagine1 ora

Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro: Raccontare il passato, ristrutturare il presente, migliorare il futuro

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Info su questo ebook

La teoria del viaggio dell’eroe identifica un pattern narrativo universale presente nelle mitologie, nelle storie epiche e in opere letterarie. La stragrande maggioranza delle opere contemporanee, che siano film o libri, si ispirano a questa teoria, poiché cattura l’essenza del viaggio umano e permette l’attuarsi di un’immedesimazione profonda. Nel corso della mia carriera, come consulente, editor, scrittore e imprenditore, ho avuto modo di entrare in contatto con centinaia di realtà lavorative differenti. Ho parlato con migliaia di lavoratori in contesti molto distanti tra loro, dal mondo delle consulenze all’editoria, dalle PMI alle multinazionali. Per anni, ho utilizzato questo enorme archivio umano per dar vita ai miei libri e per aiutare gli autori che rappresento. Ho preso la decisione di condividere questo sapere e questi strumenti con tutti coloro che magari non sono interessati alla narrazione nello specifico, ma che hanno a cuore quasi certamente la propria storia personale. Siamo autori, sceneggiatori, registi e produttori della nostra vita. E possiamo, se non siamo convinti e se questa storia non ci piace, cambiarla.

"Fai della tua vita e della tua professione il tuo personale best seller"
LinguaItaliano
Data di uscita24 mag 2024
ISBN9791254843307
Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro: Raccontare il passato, ristrutturare il presente, migliorare il futuro

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    Anteprima del libro

    Il viaggio dell'eroe nel mondo del lavoro - Francesco Gungui

    Prima di partire per un lungo viaggio

    La teoria del viaggio dell’eroe applicata alla vita vera

    La teoria del viaggio dell’eroe identifica un pattern narrativo universale presente nelle mitologie, nelle storie epiche e in opere letterarie. La stragrande maggioranza delle opere contemporanee, che siano film o libri, si ispirano a questa teoria, poiché cattura l’essenza del viaggio umano e permette l’attuarsi di un’immedesimazione profonda.

    La teoria è stata inizialmente formulata da Joseph Campbell nel libro L’eroe dai mille volti, e poi ripresa da Christopher Vogler ne Il viaggio dell’Eroe, un manuale pratico dedicato agli sceneggiatori.

    Non occorre che leggiate questi libri per conoscere la teoria, anche perché l’uso che se ne farà in questo libro è differente e in gran parte frutto della mia esperienza diretta nel mondo aziendale ed editoriale.

    Nel corso della mia carriera, come scrittore, editor, consulente e imprenditore, ho avuto modo di entrare in contatto con centinaia di realtà lavorative differenti. Ho parlato con migliaia di lavoratori in contesti molto distanti tra loro, dal mondo delle consulenze all’editoria, dalle PMI alle multinazionali, ho dialogato e lavorato con liberi professionisti di ogni tipo.

    Per anni, ho utilizzato questo enorme archivio umano per dar vita ai miei libri, per aiutare gli autori che rappresento a scrivere i loro e, tuttalpiù, per orientarmi meglio all’interno di un mondo complesso e a volte indecifrabile.

    Ho preso la decisione di condividere questo sapere e questi strumenti con tutti coloro che magari non sono interessati alla narrazione nello specifico, ma che hanno a cuore quasi certamente la propria storia personale. Siamo autori, sceneggiatori, registi e produttori della nostra vita. E possiamo, se non siamo convinti e se questa storia non ci piace, cambiarla.

    Come arrivare a Itaca: istruzioni di viaggio

    Meglio un viaggio diretto di un paio d’ore col vento a favore o dieci anni in mare?

    Chiedetelo a Ulisse. E poi chiedetelo ai lettori dell’Odissea.

    Otterrete risposte differenti, in base al principio per cui nelle storie che leggiamo, così come nei film che vediamo, ci piace assistere a una sequenza infinita di peripezie e problemi. Ci piace vedere il protagonista cadere per poi rialzarsi, soccombere e rinascere. Non vogliamo affatto che trovi l’amore, se non dopo indicibili sofferenze, dopo essere stato tradito e aver sofferto.

    Auguriamo al protagonista la vittoria finale, ma vogliamo che sia conquistata a caro prezzo e non ci stupiamo se, a un certo punto del viaggio, compie qualche sacrificio perdendo qualcosa di prezioso o qualcuno di molto caro.

    Scorrete pure i film e le serie di Netflix, di Amazon Prime, e chiedetevi che tipo di storie state cercando. Soprattutto chiedetevi se le storie che volete vedere sono le stesse che volete vivere. Siate onesti nel rispondere, non fate finta che le vostre certezze vi siano indifferenti.

    Ed ecco la domanda: perché la mente umana si appassiona a una storia che in realtà teme e che in molti casi eviterebbe se si presentasse nella vita vera?

    La spiegazione naturalmente c’è e ne parleremo in questo libro che ha proprio l’obiettivo di mettere le storie e i loro meccanismi al servizio della vita reale e delle sue sfide.

    Per adesso basti rilevare un meccanismo: nelle storie, cerchiamo vicende che rappresentino più o meno simbolicamente la struttura e la fenomenologia dei nostri problemi. Cerchiamo conferme, come bambini che ascoltano la stessa fiaba della buona notte tutte le sere. Le nostre fiabe elaborate sono solo apparentemente sempre diverse. Vogliamo la conferma che i problemi si risolvono, che i cattivi vengono puniti, che il sacrificio viene ricompensato, che il dolore serve a qualcosa.

    E vogliamo però che tutto ciò ci venga raccontato con storie esemplari, non troppo simili alla nostra vita quotidiana che a volte ci appare infatti priva di una struttura ricca di significato.

    In questo libro mostrerò come trovare un punto di incontro tra queste due visioni apparentemente inconciliabili, tra i sentimenti di Ulisse quando vede i suoi compagni divorati da Polifemo, e quello che pensiamo noi che apprezziamo la storia proprio grazie a scene come questa.

    Il punto di incontro c’è, esiste, così com’è vero che molte persone, per paura dei pericoli del viaggio, non viaggiano affatto e altre, forse, corrono rischi che potrebbero evitare e si perdono lungo sentieri che non portano a nulla.

    Esiste una mappa che mostra il cammino e che è oggetto di questo libro. Questa mappa è descritta nella teoria del viaggio dell’eroe.

    Sei o non sei l’eroe?

    Negli anni mi sono imbattuto in obiezioni di ogni tipo e una di queste consisteva nell’affermare che non sia corretto sostenere che ognuno di noi sia un eroe.

    Chiariamo quindi innanzitutto cosa si intende con questo termine. Definiamo eroe ogni individuo nella misura in cui ognuno di noi compie un viaggio unico su questa Terra, un viaggio che lo vede protagonista assoluto della propria storia personale. Non conta quanti amici hai, se sei sposato, se hai figli. Nel tuo film personale, potrai garantire la presenza in scena dall’inizio alla fine solo di un personaggio, te stesso.

    Quando usiamo il termine eroe non vogliamo quindi necessariamente evocare azioni eroiche, per quanto sia augurabile, a parer mio, che ognuno di noi possa aspirare a qualche azione significativa che vada oltre il proprio sostentamento.

    Quando usiamo il termine eroe, stiamo dando valore alla nostra responsabilità, alla nostra possibilità di agire e di metterci in cammino a partire da un contesto di partenza.

    Va detto inoltre che l’eroe, all’inizio del proprio viaggio, non sa di essere un eroe. Nel momento in cui comincia la storia, all’interno dei confini del mondo ordinario, l’eroe considera se stesso l’opposto di un eroe: un perdente, uno sconfitto, un individuo qualunque al quale la vita non sembra offrire nuove possibilità di riscatto. Questo scenario, nella vita reale, si traduce in situazioni più o meno gravi. La vita non ha le stesse esigenze della fiction, del cinema, e accetta trame anche decisamente ordinarie accanto a quelle drammatiche, avventurose, romantiche.

    In questo libro scoprirai quindi a che punto sei del viaggio anche se al momento potresti avere l’impressione di non essere affatto in viaggio. Ma, se anche solo diventi consapevole di essere fermo nel tuo mondo ordinario, il tuo cammino è già iniziato e presto sentirai una chiamata all’avventura.

    Indicazioni importanti per chi intende utilizzare gli strumenti contenuti in questo libro e applicarne i principi nella propria vita

    Quasi chiunque desidera cambiare qualche aspetto della propria vita. Ciò significa in molti casi migliorare una condizione, che sia economica o sentimentale. In altri casi porre fine a una relazione, anche qui di tipo lavorativo o affettivo.

    Esiste poi la condizione di chi desidera intraprendere un nuovo sentiero ma non ha le risorse, energetiche, emotive, finanziarie, o non sa come trovarle.

    Per alcune persone invece il problema da risolvere è nel passato: è successo qualcosa, non necessariamente un trauma, ma comunque un evento che pare chieda di essere risolto anche se si trova alle nostre spalle, lungo la linea del tempo.

    Le parole chiave di questo tipo di approccio alla vita paiono essere queste: cambiare, migliorare, risolvere, cominciare.

    La produzione di libri di crescita personale fa leva in modo particolare su questi termini che trasforma in promesse per il lettore.

    Ma sarà poi vero che applicando le teorie di certi libri, compreso questo che state leggendo, possiamo davvero compiere un’azione così complessa come quella che punta a modificare la struttura stessa della nostra esperienza di vita? È davvero possibile cambiare spartito, tracciare un nuovo sentiero, volgere lo sguardo in una direzione nuova e scoprire un nuovo mondo?

    Conosco bene la condizione di chi, nella disperata ricerca di certezze, si affida ai consigli altrui e li elegge a testo sacro. E ho analizzato con cura questo fenomeno trovandovi in fondo anche qualcosa di buono: se sto affogando in mare e vengo salvato da una nave di pirati, ciò è comunque un bene. A patto che io non pensi di aver trovato la felicità in questo modo. E se sono fortunato e a salvarmi invece è una nave da crociera, non per questo penserò di poter vivere in vacanza da qui in poi.

    Prima indicazione: stai attento a chi ti salva. Ecco cosa voglio dirti. E se questo mio libro che stai leggendo ti darà nuovi strumenti e magari ti porgerà anche la mano per aiutarti a uscire da una situazione nella quale ti trovi, ricorda che a un certo punto dovrai tornare sulla tua nave o costruirtene una nuova se quella di prima è affondata.

    Da questa prima indicazione, scaturisce la seconda: prima di potare, osserva l’albero.

    Esistono molti modi diversi di potare un albero, a seconda di ciò che si vuole ottenere, a seconda delle condizioni del terreno, dell’acqua, della luce che la pianta può ricevere.

    Da alcuni anni insegno le tecniche di editing di un testo, che è in un certo senso una forma di potatura, al Master in Editoria di Milano, in Fondazione Mondadori.

    Con i miei studenti, aspiranti editor, condivido sempre questo paragone partendo da una mia breve esperienza: un giorno, da ragazzo, mi ero messo in testa di potare un albero di prugne che cresceva nel prato di fronte alla casa in campagna dove trascorrevo i fine settimana con la mia famiglia. L’albero si trovava in una posizione infelice, molto vicino alla casa, che copriva la luce del sole per buona parte della giornata. Per raggiungere i raggi solari la pianta si era allungata in una direzione, il tronco negli anni si era piegato, mentre alcuni rami, sul lato opposto, erano morti. Mi misi così in testa l’idea di raddrizzare questo povero albero e tagliai alcuni di quei lunghi rami storti che strisciavano alla ricerca del sole, ne accorciai altri, tolsi naturalmente anche i rami secchi e riuscii infine a dare alla pianta un aspetto piacevole alla vista. Dopo alcuni mesi, la pianta

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