Quando le campane suonano a festa. La vita controcorrente del beato Carlo Acutis
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Anteprima del libro
Quando le campane suonano a festa. La vita controcorrente del beato Carlo Acutis - don Michele Munno
Collana:
Santi e beati
QUANDO LE CAMPANE
SUONANO A FESTA
La vita controcorrente
del beato Carlo Acutis
Don Michele Munno
Testi: don Michele Munno
© Editrice Shalom s.r.l. - 24.05.2022 B. Vergine Maria Ausiliatrice
© Libreria Editrice Vaticana (testi Sommi Pontefici)
© 2008 Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena
ISBN 978 88 8404 771 7
ISBN ePUB 978 88 8404 978 0
Illustrazioni di Luigi Russo
Illustrazione in copertina di Francesca Capitini
Publisher LogoVia Galvani, 1
60020 Camerata Picena (AN)
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L’editrice Shalom non concede diritti d’autore (né patrimoniali né morali) all’Autore del presente libro e si riserva di utilizzare ogni parte di questo testo per altre sue pubblicazioni.
Indice
La linea del tempo di Carlo
Invito alla lettura
Prefazione
Premessa dell’autore
PRIMA PARTE
La vita controcorrente del beato Carlo Acutis
Introduzione
I. Un inizio carico di profezia
II. Santità che converte, incoraggia, accompagna
III. Santità della porta accanto
IV. L’autostrada
V. Come un fiume in piena
VI. La difficile arte
VII. In viaggio, pellegrino dell’infinito
VIII. Maria
IX. Laudato si’
X. Desideri infiniti
XI. Annunciare il Vangelo… con il PC
XII. Giovane catechista
XIII. Il liceo
XIV. La sveglia
XV. Verso la gloria degli altari
Auspicio conclusivo
SECONDA PARTE
Carlo è beato
La luce di Carlo
Carlo Acutis nella Christus Vivit
di papa Francesco
La traslazione del corpo di Carlo
Carlo Acutis è beato: un raggio di luce per il nostro tempo
La Liturgia
Formulario liturgico per la Messa del beato Carlo Acutis
Ufficio delle letture
Preghiamo Carlo
Versi dedicati a Carlo
Preghiere
Preghiera per ottenere una grazia
Preghiera ufficiale per chiedere la canonizzazione di Carlo Acutis
Preghiera al beato Carlo Acutis
Acronimi codice 8077 Quando le campane suonano a festa
Foto. Carlo a 11/12 anni posa davanti a un pannello maiolicato che rappresenta un miracolo eucaristico. I suoi abiti sportivi e il volto sorridente trasmettono gioia e voglia di vivere.LA LINEA DEL TEMPO DI CARLO
1991 • 3 maggio: nasce a Londra.
18 maggio: Battesimo.
Settembre: rientra con la famiglia a Milano.
1995 • Frequenta la scuola materna.
1997 • Settembre: inizia la scuola elementare presso l’Istituto San Carlo di Milano.
1998 • Gennaio: continua la scuola elementare all’Istituto Tommaseo.
16 giugno: Prima Comunione nella chiesa delle Romite di Perego.
2002 • Settembre: inizia la scuola media all’Istituto Tommaseo.
2003 • 24 maggio: Cresima nella parrocchia di Santa Maria Segreta.
2005 • Settembre: si iscrive al liceo classico presso l’Istituto Leone XIII.
2006 • 12 ottobre: il suo cuore cessa di battere.
14 ottobre: funerali presso la parrocchia di Santa Maria Segreta.
2007 • Traslazione dei suoi resti mortali nel cimitero di Assisi.
2012 • 12 ottobre: apertura della causa di beatificazione e canonizzazione nell’arcidiocesi di Milano.
2013 • 13 maggio: Nihil obstat della Congregazione delle Cause dei Santi.
2016 • 24 novembre: si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione.
2018 • 5 luglio: papa Francesco autorizza la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le sue virtù eroiche: Carlo è venerabile.
2019 • 23 gennaio: viene riesumato il corpo di Carlo per sottoporlo ad alcune analisi.
5-7 aprile: il corpo viene deposto in un monumento sepolcrale nel Santuario della Spogliazione di Assisi.
14 novembre: la consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi esprime parere positivo su un presunto miracolo attribuito all’intercessione di Carlo Acutis.
2020 • 10 ottobre: si svolge la cerimonia di beatificazione del venerabile Carlo Acutis ad Assisi, nella basilica papale di San Francesco.
INVITO ALLA LETTURA
Noi non siamo altro che poveri viandanti. Teniamo in mano una piccola lanterna per camminare nelle tenebre e, in tasca, custodiamo una bussola per non sbagliare direzione. Muoviamo passi avendo negli occhi i riflessi del cielo e nel cuore la Sua Parola: «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!» (Es 3,5).
Ecco il valore della santità ed ecco la bellezza di chi ha vissuto fino in fondo il mistero dell’amore.
Ecco il dono del beato Carlo Acutis che è stato un giovane totalmente immerso nel fuoco di Dio.
Ecco il dono del libro di don Michele Munno che ci regala attraverso le parole e le testimonianze del e sul Beato la possibilità di desiderare ardentemente anche noi una vita nuova.
Ecco il segreto della vita: da una parte entrare in un oltre
che dia significato a tutto, dall’altra capire che siamo scintille di un infinito che non possiamo contenere e verso il quale dobbiamo tendere. Sempre!
C’è un sacro da scoprire, dunque, da vivere nelle pieghe e nelle piaghe della vita così come nell’ordinario della storia.
Lo scopo di questo libro mi sembra proprio questo: ricordarci che sulla terra noi siamo come pellegrini che cercano l’Assoluto.
Il beato Acutis ci insegna che ciò che sembra impossibile agli occhi della nostra matematica razionalità non lo è affatto per chi, come lui, ha creduto all’amore del Signore, per chi, come lui, ha creduto in Colui che è l’Alfa e l’Omega, il punto di partenza e il punto di arrivo della straordinaria avventura che è la vita.
Anche questo libro è una bussola che, passo dopo passo, ci conduce a scoprire il segreto e il tesoro che si nasconde nella nostra umanità e nella fede: lo fa con l’attrattività che solo il mistero ha e lo fa con completezza, semplicità ed eleganza.
Se penso poi al mio servizio di rettore del Seminario San Pio X, allora dico un altro grazie a don Michele per questo dono perché attraverso la vita del beato Carlo Acutis ho la possibilità di dire ai giovani che si preparano a diventare preti – ma il discorso vale per ogni vocazione! – che la via maestra da seguire è quella di amare il Signore in maniera totale e totalizzante per poi riportare questa ricchezza a ogni fratello che si incontra.
Questo il mio augurio conclusivo: spero che in ogni lettore di questo libro si accenda nel cuore il desiderio di essere santo … perché se si nasce come originali non si può morire come fotocopie.
Don Mario Spinocchio
Rettore del Pontificio Seminario Regionale
San Pio X
di Catanzaro
PREFAZIONE
Una profonda e radicata consapevolezza abita il mio cuore pensante: il beato Carlo Acutis è un vero e proprio dono – una particolarissima carezza! – di Dio per la Chiesa e per il mondo.
In un tempo sempre più incerto, segnato oggi da esperienze particolarmente dolorose a livello globale, tra cui la pandemia da Covid-19 e il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, Carlo Acutis è una luminosissima e chiarissima prova che Dio non si è dimenticato di noi, non si è voltato dall’altra parte, lasciando l’uomo preda dell’altro uomo, in una eterna lotta di hobbesiana memoria dove «homo homini lupus» (l’uomo è lupo per l’uomo), ma continua a condurre le fila della storia – che è sempre historia salutis (storia della salvezza) – attraverso gli anawim, i piccoli
secondo il Vangelo.
Ecco la grandezza di Carlo: la sua piccolezza, non tanto e non solo anagrafica
– la sua vita biologica, infatti, abbraccia un brevissimo arco di tempo, che va dal 3 maggio del 1991 al 12 ottobre del 2006 – ma soprattutto evangelica
!
Papa Francesco scrive: «Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità
. Pensiamo, come ci suggerisce santa Teresa Benedetta della Croce, che mediante molti di loro si costruisce la vera storia: Nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato
» (Gaudete et exultate, n. 8).
Quando penso a Carlo, mi torna alla mente l’esclamazione di gioia incontenibile di Gesù: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo» (Mt 11,25-27). Se papa san Pio X, alla luce di quest’esclamazione di Gesù, poteva definire l’allora beata Teresa di Lisieux «la più grande santa dei tempi moderni», penso che tali parole, per lo stesso motivo, possano riferirsi anche al beato Carlo, in rapporto a questo nostro XXI secolo. Nel beato Carlo, infatti, possiamo ritrovare una di quelle piccole anime
profetizzate proprio dalla piccola
Teresa: ella, infatti, contenta della sua vocazione, chiede a Gesù una schiera di piccole anime
che seguano la sua via nell’amare Gesù e nel farlo amare con la stessa fiducia e confidenza.
Carlo, dunque, è proprio uno di questi piccoli
ed è innanzitutto un dono
. È incontestabile, infatti, che ciò che è accaduto nella vita di questo adolescente – e ciò che continua a suscitare anche dopo la sua nascita al cielo
– è soprattutto e principalmente opera della grazia di Dio, che per Carlo ha una chiara sorgente: l’Eucaristia.
Anche a questo proposito colgo delle affinità spirituali
tra Carlo e la piccola Teresa di Lisieux. Tra le pagine che meglio rivelano l’amore di Teresa per l’Eucaristia, troviamo quelle che raccontano la sua Prima Comunione: «Il periodo della mia prima Comunione mi è rimasto impresso nel cuore, come un ricordo senza nubi. […] Gesù voleva farmi gustare una gioia tanto perfetta quanto è possibile in questa valle di lacrime» (Ms A 32v). Dopo i tre mesi di intensa preparazione, il giorno della Prima Comunione è Gesù stesso a far sentire a Teresa il suo amore: «Fu un bacio d’amore, mi sentivo amata, e perciò dicevo: Ti amo, mi do a te per sempre
[…]. Da molto tempo, Gesù e la piccola Teresa si erano guardati e si erano capiti… Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione; non erano più due: Teresa era scomparsa, come la goccia d’acqua che si perde in seno all’oceano» (Ms A 35r). Sono profondamente convinto che lo stesso sia stato per Carlo, che le stesse parole possa averle pronunciate Carlo, nel lungo dialogo silenzioso che seguì alla sua Prima Comunione!
Nella sua Prima Comunione, inoltre, Teresa non si chiude in un intimismo dimentico dei fratelli: si ricorda, infatti, in quel giorno anche di un povero incontrato anni prima e che non era riuscita ad aiutare. Lo stesso fa Carlo… e non solo dopo la Prima Comunione: i poveri hanno nel suo cuore e nelle sue attenzioni un posto tutto speciale.
Carlo, perciò, non lo si comprende se non si parte da questo primato teologico
: quello della grazia di Dio, che ha una particolare sorgente nell’Eucaristia.
In lui troviamo il riverbero della forte testimonianza dei Martiri di Abitene, che a ragione sono chiamati anche Martiri dell’Eucaristia
o Martiri della domenica
: «Sine Dominico non possumus»! «Senza la domenica – ovvero senza l’Eucaristia – non possiamo vivere»!
La testimonianza di Carlo lo ricorda efficacemente ai cristiani di oggi, in particolare ai fanciulli e ai genitori, che rischino di riempire di tanti surrogati
la vita delle giovani generazioni, senza preoccuparsi dell’unico Cibo
capace davvero di saziare la fame di senso che si portano dentro.
Attraverso l’Eucaristia, il beato Carlo ha sviluppato un particolare fiuto
, che lo ha portato a fare di tutta la sua vita un dono: per i suoi familiari, per gli amici e i compagni di scuola, per i più poveri ed emarginati… fino a offrire le sofferenze della sua breve e dolorosa malattia per il Papa e per la Chiesa.
Carlo, perciò, è un modello per gli adolescenti a cui, recentemente, papa Francesco si è rivolto con queste parole: «Cari ragazzi e ragazze, voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete una cosa che noi grandi alle volte abbiamo perduto. Per esempio: con gli anni, noi grandi abbiamo bisogno degli occhiali perché abbiamo perduto la vista o alle volte diventiamo un po’ sordi, abbiamo perduto l’udito… O, tante volte, l’abitudine della vita ci fa perdere il fiuto
; voi avete il fiuto
. E questo non perdetelo, per favore! Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande. Il fiuto che aveva Giovanni: appena visto lì quel signore che diceva: Buttate le reti a destra
, il fiuto gli ha detto: È il Signore!
. Era il più giovane degli apostoli. Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire questo è vero – questo non è vero – questo non va bene
; il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità. Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro. Pietro era un po’ speciale
: ha rinnegato tre volte Gesù, ma appena Giovanni, il più giovane, dice: È il Signore!
, si butta in acqua per trovare Gesù. Non vergognatevi dei vostri slanci di generosità: il fiuto vi porti alla generosità. Buttatevi nella vita. Eh, Padre, ma io non so nuotare, ho paura della vita!
: avete chi vi accompagna, cercate qualcuno che vi accompagni. Ma non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa» (Discorso al pellegrinaggio degli adolescenti italiani, 18 aprile 2022).
Papa Francesco paragona gli adolescenti, i giovani, al più giovane dei discepoli, quello che Gesù amava
. Il beato Carlo è stato sempre molto attratto da questo giovane apostolo, che nell’ultima Cena posa il proprio capo sul cuore di Cristo. In questo gesto, infatti, Carlo vedeva un chiaro invito rivolto a tutti gli uomini di tutti i tempi a diventare veri discepoli di Cristo. Nel discepolo prediletto
, secondo Carlo Acutis, si poteva cogliere quella chiamata universale alla santità, che Dio rivolge a tutti.
Bella, bellissima è la vita di Carlo! Condivisa, donata, spezzata, transustanziata
in quella di Gesù fino all’ultimo respiro – Cristo ha davvero preso forma nell’esistenza terrena di Carlo! – e consegnata a questo nostro tempo come modello di santità possibile anche per noi.
C’è un altro aspetto che mi piace sottolineare del beato Carlo: egli è un mistico
, un piccolo ma autentico mistico! Se nella sua vita è innegabile il primato della grazia – la cui sorgente è l’Eucaristia – parimenti innegabile è la sua collaborazione piena, la sua corrispondenza a tale grazia!
Mi hanno commosso le pagine dell’agenda – riprese in questa biografia da don Michele Munno – che evidenziano il lavoro spirituale compiuto dall’adolescente Carlo Acutis, fino ad arrivare alla grazia di una vera e propria unione mistica con Gesù, consumata sul letto dell’ospedale, che per Carlo è stato un autentico altare
, su cui ha offerto sé stesso, in unione al sacrificio della croce di Cristo.
Ringrazio di vero cuore don Michele Munno, presbitero della Diocesi di Cassano all’Jonio – affidata al mio ministero episcopale dal 2015 – per le semplici e profonde pagine di questa nuova biografia del beato Carlo Acutis, che ha il pregio di entrare dentro l’interiorità di Carlo, nella sua spiritualità
profonda, di coglierne la straordinaria attualità e di presentarla attraverso alcuni pagine bibliche che aiutano a comprendere come l’esistenza originale di Carlo – che amava affermare che «tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie» – sia un paradigma genuino di vita cristiana e, pertanto, nell’originalità costituita dall’esistenza di