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Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi
Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi
Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi
E-book144 pagine1 ora

Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi

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Info su questo ebook

Il Santo è exemplum e intercessor. Possiamo scegliere, visto che sono tanti. Quello la cui vita ha avuto aspetti simili alla nostra ci è naturalmente più vicino, possiamo dirgli: tu sai bene di che cosa soffro, aiutami. Ma anche quello la cui vita è stata così lontana dalla nostra, come Padre Pio, è un «a tanto intercessor nulla si nega» (come il frate di Pietralcina si sentì dire dallo stesso Cristo).
Gli exempla offerti dai Santi sono miriadi, perché si va dalla casalinga al re, dalla sguattera al papa, dal militare al fornaio (R. Cammilleri).
LinguaItaliano
EditoreChorabooks
Data di uscita12 dic 2017
ISBN9789887851301
Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi

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    Anteprima del libro

    Sotto attacco - Matteo Orlando

    Bibliografia

    Invito alla lettura di Rino Cammilleri

    La prova tangibile che quanto dice il Vangelo è vero sono i Santi. E, grazie al Cielo, sono tanti.

    In duemila anni di cristianesimo, è quasi impossibile contarli. Provai anni fa, spulciando i quindici grandi volumi della Bibliotheca Sanctorum, un’opera continuamente aggiornata perché non solo il cattolicesimo ma anche l’ortodossia venera i Santi, e le Chiese orientali hanno i loro. Non solo. Quasi ogni giorno sempre nuovi Santi e Beati si aggiungono ai precedenti. Infatti, viviamo in tempi di martirio e il martirio subìto in odium fidei è di per sé segno di santità.

    Il secolo appena trascorso ha avuto gli innumerevoli martiri dei totalitarismi, che solo adesso la Chiesa ha il tempo di indagare e riconoscere uno per uno.

    Il Terzo Millennio, statistica alla mano, vede un cristiano ucciso perché tale ogni cinque minuti. E, anche qui, ci vorranno anni di indagine e ricognizione.

    Quanti sono, allora, i Santi?

    Centoquarantaquattromila, come dice l’Apocalisse di san Giovanni?

    Forse sono tanti solo quelli elencati nella Bibliotheca Sanctorum, ma il numero complessivo, a tutt’oggi, pare essere molto più alto, tenendo conto di tutti quegli «anonimi» per i quali nessuno si prenderà la briga di costituirsi in comitato per iniziare un processo canonico. E non per menefreghismo. Di un cristiano ucciso in qualche remota landa dell’Asia è possibile che nessuno si accorga.

    Il Santo è exemplum e intercessor. Possiamo scegliere, visto che sono tanti. Quello la cui vita ha avuto aspetti simili alla nostra ci è naturalmente più vicino, possiamo dirgli: tu sai bene di che cosa soffro, aiutami. Ma anche quello la cui vita è stata così lontana dalla nostra, come Padre Pio, è un «a tanto intercessor nulla si nega» (come il frate di Pietralcina si sentì dire dallo stesso Cristo).

    Gli exempla offerti dai Santi sono miriadi, perché si va dalla casalinga al re, dalla sguattera al papa, dal militare al fornaio. Incredibili figure, tutte diversissime una dall’altra così come diversi sono tra loro gli esseri umani. Ma – è qui la meraviglia – tutte intente a imitare un solo esempio, Cristo. Ora, se in tanti imitano uno solo, di solito risultano se non uguali almeno molto simili. Non così per i Santi, che accentuarono semmai la loro diversità nell’ imitatio Christi. Com’è possibile? La spiegazione è che Cristo è il Prototipo, l’Uomo Universale, «attraverso cui tutte le cose sono state create», il Nuovo Adamo che riassume e ricapitola in sé l’umanità tutta.

    Invito dunque a leggere il lavoro di Matteo Orlando, che espone una quantità di figure da meditare una per una, in un caleidoscopio in cui una tessera non è uguale all’altra. Perché i Santi sono la prova che il Vangelo è vero e che vero è tutto quello che Cristo vi dice.

    Introduzione

    La cultura moderna e contemporanea, dalla rivoluzione Luterana in poi, ha portato l’uomo al centro del mondo, staccandolo da Dio e dal suo fine ultimo. Questo ha fatto ripiegare la persona umana su se stessa, facendole perdere il senso e il significato del suo vivere qui sulla terra.

    Da questa cultura sono derivati grandi mali, tanto alla persona che alla società civile (per esempio il liberalismo, il materialismo, l’edonismo, il tecnicismo, lo scientismo, le consorterie, l’anticlericalismo, l’ateismo ecc.).

    Dio, che è Padre buono, ha provveduto a contrastare l’ottuso egoismo umano con particolari doni (= carismi) elargiti alla sua Chiesa, attraverso la vita e l’attività di non pochi cristiani ai quali ha fornito particolari doti e sensibilità: i beati e i santi (d’ora innanzi quando citiamo il termine santi intendiamo riferirci anche ai beati).

    Con il loro esempio e le loro fondazioni, essi hanno contribuito, e continuano a contribuire, al risanamento della società e sono modelli per tutti, anche per i non credenti di buona volontà.

    Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 828, afferma che «canonizzando alcuni fedeli, ossia proclamando solennemente che tali fedeli hanno praticato in modo eroico le virtù e sono vissuti nella fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce la potenza dello Spirito di santità che è in lei, e sostiene la speranza dei fedeli offrendo loro i santi quali modelli e intercessori. I santi e le sante sono sempre stati sorgente e origine di rinnovamento nei momenti più difficili della storia della Chiesa. Infatti, la santità è la sorgente segreta e la misura infallibile della sua attività apostolica e del suo slancio missionario».

    «I Santi non invecchiano mai. – ebbe a dire san Giovanni Paolo II – Essi salvano la Chiesa dalla mediocrità e la riformano dal di dentro».

    Tutti i secoli, per quanto burrascosi, hanno avuto i loro santi, provenienti da tutte le categorie sociali. Anche oggi ne abbiamo. Tanto per citarne due grandi, che hanno una certa risonanza mondiale, non possiamo dimenticare proprio san Giovanni Paolo II e santa Madre Teresa di Calcutta e, naturalmente, diversi martiri (a tal proposito ricordiamo quanto diceva Pascal: «Io credo volentieri ad una fede i cui testimoni si lasciano ammazzare»).

    Per la Chiesa, i santi hanno vissuto in grado eroico tutte le virtù, specialmente quelle teologali (fede, speranza e carità) e alla perfezione i consigli evangelici.

    Dio, attraverso doni e consolazioni grandi, all’inizio del loro cammino spirituale, si è fatto sentire in qualche modo nella vita dei santi per poi staccarli dal mondo e farli decidere per la sequela Dei. Conseguentemente lo Spirito Santo ha spinto i santi ad incamminarsi per la stretta via del Vangelo (piena d’obbedienza, d’umiltà e di tante mortificazioni).

    Ciascuno di essi si è distinto per qualche particolare virtù praticata, tuttavia ogni santo:

    - è stato uomo (o donna) di continua orazione;

    - si è conformato alla divina volontà sopportando con pazienza ogni croce, per dare compimento nella propria carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo corpo, che è la Chiesa (Lettera ai Colossesi capitolo 1, versetto 24);

    - ha amato gli ultimi della società per amore di Cristo, sostenuto dall’Eucaristia e dalle penitenze.

    A molti di essi, inoltre, Dio ha fatto un dono che certi moderni teologi e certi agiografi revisionisti e censori (per non parlare di sacerdoti e di qualche vescovo e cardinale), cercano di sminuire: I MIRACOLI.

    Da sempre la Chiesa ha chiesto dei segni a conferma della vita virtuosa di un cristiano. Da un punto di vista teologico, i miracoli sono necessari per confermare la dottrina e la fede del cristiano che ha risposto in pieno, per via dello Spirito Santo, all’iniziativa dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo.

    In primis i miracoli sono una delle prove che i santi hanno vissuto al massimo livello la Sacra Scrittura. Quella vera e non la Wish-Bible, la Bibbia del desiderio, che contrassegna certa teologia odierna, cioè la Bibbia così come l'avrebbero scritta oggi certi pseudo biblisti!

    Assistiamo, infatti, ad un fenomeno paradossale e contraddittorio: si afferma di volersi basare solo sulla Scrittura – spesso non definita Sacra (e non considerando neanche l’intima connessione della stessa con la Tradizione Apostolica e con il bimillenario Magistero della Chiesa Cattolica) – ma al contempo molti pseudo cattolici l’aggirano, la rimuovono parzialmente o totalmente, la ignorano o ne ingigantiscono solo alcuni aspetti, la trattano con un po’ di fastidio e, quando non risponde al loro spirito, che considerano lo spirito dei tempi, ne diventano traduttori-traditori, falsificando il senso del testo sacro e gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo.

    I miracoli, inoltre, servono per garantire il giudizio sull’eroicità delle virtù del battezzato. La predicazione, se è vera, è confermata dai miracoli, dai segni (in greco tà semeía), cioè cose visibili; cose che si possono vedere e toccare.

    Il dono dei miracoli lo ritroviamo presente nelle biografie di moltissimi santi, uomini e donne che hanno reso testimonianza, in tempi lontani ma anche vicini, a Nostro Signore Gesù Cristo, a volte fino allo spargimento di sangue, come nel caso dei martiri.

    Questo almeno fino a qualche decennio fa perché, da qualche anno, una sviluppatissima corrente teologica fa di tutto, a volte riuscendoci, per eliminare dalle biografie dei santi ciò che di miracoloso hanno compiuto in vita. Lo stesso discorso vale per le incursioni dal demonio nella loro vita, sempre più occultate in certe agiografie.

    Alcuni pseudo cattolici, purtroppo, si sono spinti oltre rispetto alla quasi proibizione della descrizione agiografica dei fenomeni prodigiosi.

    Certuni sostengono che nelle beatificazioni, nelle canonizzazioni e nel culto dei santi c’è da intravedere un residuo anacronistico di trionfalismo religioso, estraneo o persino contrario allo spirito moderno, arrivando ad insinuare una strategia espansionistica della Chiesa Cattolica nella creazione di nuovi beati e santi, una specie di operazione di marketing della santità con scopi di leadership del Papato nella società civile attuale.

    A noi interessa rilevare, invece, che nei santi i poteri taumaturgici e i portenti compiuti sono strettamente congiunti ad un’esistenza ricca di grandi sacrifici, penitenze, flagellazioni e mortificazioni.

    Leggendo le loro vite notiamo un grandissimo amore verso la Santissima Trinità che si manifesta nella difesa di un’istituzione voluta da Nostro Signore Gesù Cristo in persona: la Santa Chiesa Cattolica.

    Rimanendo fedeli alla Chiesa e a tutti i Papi, i santi hanno risposto egregiamente alla loro personale vocazione religiosa o laicale, ricevendo da Dio anche il dono dei miracoli (già durante la loro vita terrena) e il dono della partecipazione col corpo alle sofferenze del Cristo.

    Difendendo la fede cattolica diversi santi hanno dato vita a una nuova stagione missionaria di fronte alle grandi crisi della Riforma (come il fondatore dei Gesuiti, sant’Ignazio di Loyola) e della Rivoluzione Francese (come il

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