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OGNI BENEDETTA DOMENICA

SUNDAY ROAST SIGNIFICA IL CIELO GRIGIO FUORI DALLA FINESTRA, stare a tavola tutto il giorno, poi stendersi sul divano in coma da cibo (come a Natale, ma una volta alla settimana). Il pranzo domenicale è una tradizione straordinariamente solida in Gran Bretagna: ha resistito tanto alla crisi della mucca pazza, quanto alle nuove tendenze dell’alimentazione sana e rimane un nostalgico baluardo contro la diffusione del brunch di matrice americana.

«Che cos’è il brunch?», chiede James Knappett, chef dei ristoranti londinesi Bubbledogs e Kitchen Table, nonché fanatico di Sunday Roast. «Un po’ di muesli e un uovo in camicia? Che senso ha? Prepariamo piuttosto un pranzo degno di questo nome!».

Io e Knappett siamo tra i circa 200 commensali presenti a quello che è pubblicizzato come il più esagerato Sunday Roast: è un lunedì sera insolitamente caldo, la scorsa primavera. L’evento inizialmente era previsto per domenica, ma un cambio di location all’ultimo minuto ha fatto slittare “The Great Roast”, questo il nome della serata, al giorno seguente. L’evento inizia con un cocktail all’aperto fuori dalla Great Hall del Royal Hospital Chelsea, nella zona ovest di Londra, alle 18. Come ogni grande pranzo domenicale, The Great Roast promette di ammazzarci di cibo e il fatto che le sue 14 portate siano preparate da alcuni dei più famosi chef contemporanei britannici, insieme a premiati colleghi europei di tutto il continente, crea i presupposti per una mangiata di grande successo.

Alle 20 ci sediamo intorno a lunghi tavoli di legno: si preannuncia una festa in stile familiare. Striscioni reggimentali delle passate guerre britanniche pendono sopra le nostre teste, sembra di essere a Hogwarts. Simon Rogan di L’Enclume, due stelle Michelin nel Lake District inglese, ci presenta grandi piatti di anatra frollata arrosto. Stephen Harris di The Sportsman, nel Kent, il pub di campagna più famoso del paese, serve lombata di maiale arrosto con ciccioli croccanti. C’è il collo di agnello dello chef olandese Jonnie Boer, il pollo piccante dello svedese Björn Frantzén e l’insalata di patate con gamberetti del belga Kobe

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