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La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali
La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali
La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali
E-book721 pagine5 ore

La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali

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Info su questo ebook

Dai tortelli di zucca all’erbazzone, tutte le ricette di una tradizione gastronomica ricca e gustosa

Calzagatti • gnocco fritto • borlenghi • tagliatelle • anolini • tortellini • lasagne • cotoletta alla bolognese • la diavola della bassa parmense • certosino • zuppa inglese • scarpette di sant’Ilario di Parma
e molte altre ancora!

Ricca di ingegno, di storia, di cultura, l’Emilia è la terra che ha dato i natali a personaggi illustri come Giuseppe Verdi, Enzo Ferrari, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Giovannino Guareschi e tanti altri. Ma è anche la patria di sapori tipici e prodotti apprezzati in tutto il mondo, come il prosciutto di Modena, l’aceto balsamico e il Parmigiano. Un territorio multiforme, caratterizzato in pianura da una gastronomia ricca, grassa e sostanziosa, cui fa da contraltare la cucina delle zone appenniniche, più povera e spartana, costretta a fare di necessità virtù. In questo volume, Laura Rangoni racconta con passione una regione dall’identità forte e radicata, accompagnando il lettore in un viaggio goloso tra passato e presente per riscoprire tutte le sfumature di una tradizione culinaria capace di esprimersi in mille modi. Una varietà di preparazioni che neppure il romagnolo Pellegrino Artusi nel suo trattato di scienza della cucina considerato ancora oggi un prezioso alleato della casalinga, dello chef e del gourmet, riuscì a codificare tutte. Perché la fantasia delle rezdore emiliane non s’imbriglia...
Laura Rangoni
giornalista, studiosa di storia dell’alimentazione e della gastronomia, sommelier, si occupa di cucina da trent’anni, con un centinaio di libri pubblicati. Dirige il settimanale di enogastronomia cavoloverde.it e gira l’Italia a caccia di sempre nuove specialità da assaggiare. Con la Newton Compton ha pubblicato, tra gli altri, Ammazzaciccia; La cucina della Romagna; La cucina dell'Emilia; La cucina milanese; La cucina bolognese; La cucina piemontese; La cucina toscana di mare; La cucina sarda di mare; Turisti per cacio; Kitchen Revolution; La cucina della salute; 1001 ricette di pizze, focacce e torte salate; 1001 ricette della nonna e 1000 ricette di carne bianca.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2015
ISBN9788854177277
La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali

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    Anteprima del libro

    La cucina dell'Emilia in 500 ricette tradizionali - Laura Rangoni

    238

    Prima edizione ebook: aprile 2015

    © 2015 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-7727-7

    www.newtoncompton.com

    Edizione elettronica realizzata da Pachi Guarini per Studio Ti s.r.l.

    Laura Rangoni

    La cucina dell'Emilia

    in 500 ricette tradizionali

    Dai tortelli di zucca all'erbazzone,

    tutte le ricette di una tradizione gastronomica

    ricca e gustosa

    Newton Compton editori

    Quel gran pezzo dell’Emilia

    Una regione dalle tante anime l’Emilia, luoghi, persone, suggestioni, descritte in musica da Francesco Guccini, Lucio Dalla, Vasco Rossi, testimonial di un territorio svelato nelle sue sfumature e nella sua complessità, nelle parole di Edmondo Berselli, giornalista lieve e profondo.

    Ci raccontano il carattere risoluto e gaudente degli uomini e delle donne emiliani, in un territorio fatto di città a misura d’uomo, morbide colline, fertili pianure un tempo impenetrabili paludi, lambite a nord dal grande fiume Po, e a Sud dagli Appennini, per millenni barriera invalicabile tra Liguria e Toscana.

    Una regione dai tanti contrasti e dalle mille ricette, che esprime straordinari primati, dalla musica, ai motori, dall’arte, alla gastronomia e dove ogni portone ha la sua versione dei tortellini, delle tagliatelle, delle lasagne, dello gnocco fritto, e ne difende con orgoglio la paternità.

    Un territorio dalla gastronomia grassa e multiforme, raccontato da Laura Rangoni in questo volume, un viaggio goloso nella cucina di ieri e di oggi, capace di esprimere una varietà di preparazioni di cucina senza pari, che neppure il romagnolo Pellegrino Artusi nel suo trattato di scienza della cucina, considerato ancora oggi un alleato prezioso della casalinga, dello chef, e del gourmet, riuscì a codificare tutte.

    Gli ambasciatori dell’Emilia di ieri si chiamavano Giuseppe Verdi, la cui cucina veniva definita, dal commediografo Giuseppe Giacosa: officina d’alta alchimia pantagruelica, e dove si affettavano i grandi salumi di Parma e Piacenza, come la coppa, il prosciutto crudo, il culatello, la spalla di San Secondo, e si preparavano anolini, savarin, faraone arrosto, pavoni tartufati, supremes di pollo, ciambelle, frittelle, e budini, portandoli ovunque il Maestro fosse invitato nel mondo, a rappresentare le sue opere; o Giovannino Guareschi, tra gli scrittori italiani più tradotti, indimenticato papà della fortunata serie cinematografica Don Camillo e Peppone, cui va il merito di aver divulgato su scala planetaria i piatti della Bassa, in un affresco della civiltà contadina degli anni ’50, e di quella cucina semplice e vera, non ancora influenzata da revisionismi.

    E allora ecco la torta fritta, i tortelli d’erbette alla parmigiana, la polenta fritta, la polenta con la cicciolata, gli arrosti, i bolliti, le polpette, la torta Purgatorio, la spongata.Veri ambasciatori della cucina emiliana nel mondo, che quando erano lontani da casa, la portavano con sé, come il tenore Luciano Pavarotti, che durante le trasferte nei teatri ai quattro angoli del globo, era solito affittare un intero piano d’albergo dove istallare una cucina perfettamente attrezzata, e preparare i tortellini in brodo, la terdura, le lasagne, lo zampone, emiliani celebri come Enzo Ferrari, che anche quando non viaggiava più, ospitava a tavola nei dintorni di Maranello, re, regine, capi di stato, famosi attori, imponendo una dieta a base di salumi sopraffini, tortellini, bolliti e zuppa inglese.

    E oggi? A tenere alto il vessillo della gastronomia della regione, ci pensano i ristoratori emiliani, che vanno ad aprire all’estero, come Gian Luca Giovanetti che a New York ha aperto il ristorante Gnocco, mentre gli chef stellati dell’Emilia, guidati da Massimo Bottura, dell’Osteria Francescana di Modena, tre stelle Michelin e terzo classificato nella 50 Best Restaurant, portano nel mondo la cucina della tradizione, senza mai rinunciare alle eccezionali materie prime emiliane, come il parmigiano reggiano, l’aceto balsamico, i grandi salumi, le marmellate, i mieli, il lambrusco, la bonarda, il Pignoletto, emblema di una terra ricca di ingegno, di storia, di cultura.

    Luca Bonacini

    Antipasti e piatti unici

    Anguilla in gratella alla comacchiese

    Ingredienti per 4 persone:

    2 anguille

    1 bicchiere di succo di limone

    sale e pepe

    Fatevi eviscerare e pulire bene l’anguilla. Se è grossa potete spellarla, se invece è piccola, consiglio di conservare la pelle. Tagliatela a tocchi e spaccate i tocchi in due parti.

    Mettetele a cuocere su una graticola, meglio se a fuoco di legna, spennellando la parte della pelle con il succo di limone. Salate e pepate.

    Volendo, potete servirla con un’emulsione di olio, succo di limone e prezzemolo tritato.

    Anguilla in umido coi pomodori

    Ingredienti per 4 persone:

    1 grossa anguilla

    500 g di pomodori da sugo

    1 l di aceto di vino (in alternativa un barattolo di pelati)

    1 costa di sedano

    100 g di farina

    1 carota

    2 spicchi d’aglio

    1 cipolla

    un ciuffo di prezzemolo

    4-5 cucchiai di olio d’oliva

    sale e pepe

    Eviscerate l’anguilla e toglietele la pelle, tagliandola sotto alla testa e sfilandola. Tagliate dei tocchi di anguilla di circa 5-6 cm e metteteli a spurgare in acqua e aceto per una mezz’oretta. Tritate finemente sedano, carota e cipolla e metteteli a soffriggere nell’olio fino a quando saranno dorati. Scolate l’anguilla, asciugatela sommariamente con uno strofinaccio pulito, infarinatela e ponetela a rosolare nel soffritto, salando e pepando. Quando vedrete che comincia a dorarsi, sfumate con un paio di cucchiai di aceto e mescolate bene. Triturate grossolanamente i pomodori e uniteli all’anguilla. Salate e pepate. Fate cuocere una quarantina di minuti a fuoco medio, col coperchio.

    Tritate finemente aglio e prezzemolo.

    Quando l’anguilla sarà cotta, spegnete il fuoco e cospargete il tutto con il trito di aglio e prezzemolo.

    Armàsd montanaro della collina bolognese

    Ingredienti per 4 persone:

    200 g di farina di castagne

    ½ l di latte

    400 g di patate

    7-8 foglie di salvia

    200 g di funghi freschi

    2 spicchi d’aglio

    3 uova

    50 g di burro

    100 g di parmigiano reggiano grattugiato

    100 g di pancetta

    sale e pepe

    Bollite le patate in acqua salata, dopo averle ben pulite. Dopo una mezz’oretta, a seconda delle dimensioni, scolatele, pelatele e passatele nello schiacciapatate.

    Mettete le patate in una ciotola molto capiente e impastatele con la farina di castagne e le uova, aggiungendo mano a mano il latte. Salate e pepate.

    A parte mondate bene i funghi e tagliateli a pezzetti.

    Tritate aglio e salvia.

    Tagliate a dadini la pancetta e ponetela a rosolare nel burro affinché si arrostisca un poco, quindi unite i funghi e lasciateli cuocere una decina di minuti. Devono buttare fuori la loro acqua di vegetazione e la dovete fare evaporare. A metà cottura aggiungete il trito di salvia e aglio.

    Quando il sugo di funghi sarà addensato, unitelo al composto di patate e farina di castagne, mescolando bene.

    Ungete una teglia da forno, sistematevi il composto e spolverizzatene la superficie con il parmigiano reggiano grattugiato. Preriscaldate il forno a 180° e fate cuocete circa mezz’ora, fino a quando vedrete che in superficie si è formata una crosticina dorata.

    Asprelle con la pistàda

    Ingredienti per 4 persone:

    1 kg di asprelle (cicoria selvatica)

    un ciuffo di prezzemolo

    200 g di pancetta saporita

    2 cucchiai di olio d’oliva

    2 spicchi d’aglio

    sale e pepe

    Piatto povero della campagna attorno a Parma, ha come protagonista le asprelle (Cychorium intibus), radicchi di campo. Raccoglietene una borsa (potete realizzare questa ricetta anche con il tarassaco o del comune radicchio o cicoria da taglio), pulitelo, lavatelo e sbollentatelo per una decina di minuti in acqua salata. Quindi scolatelo, tagliuzzatelo e mettetelo in un piatto.

    Battete a coltello la pancetta e ponetela a sciogliere dolcemente in una padella con l’olio. Non deve friggere, solamente scaldarsi, in modo da ammorbidirsi.

    Tritate finemente aglio e prezzemolo e uniteli alla pancetta, con sale e pepe. Spegnete il fuoco, mescolate e irrorate con la pistàda le asprelle. Servite subito, senza mescolare.

    Eventualmente, a piacere, potete spolverizzare con parmigiano reggiano grattugiato.

    Borlenghi

    Ingredienti per 4/6 persone:

    Per la pastella:

    250 g di farina

    250 g di acqua

    sale

    Per la counza (il condimento):

    200 g di lardo

    2 spicchi d’aglio

    100 g di parmigiano reggiano grattugiato

    un rametto di rosmarino

    sale

    Cotenna di maiale per ungere il tutto

    (o 1 cucchiaio di strutto)

    In una ciotola mettete la farina e un pizzico di sale, unendo l’acqua piano piano e mescolando bene con una frusta, in modo che non si formino grumi.

    Lasciate riposare la pastella, mentre preparate la counza. Pestate a coltello il lardo con aglio e rosmarino.

    Se volete velocizzare la cosa potete usare un frullatore, ma non esagerate, se il lardo si scalda poi prende un sapore poco piacevole.

    Per cuocere il borlengo si usa una padella larga e bassa, di rame stagnato, del diametro di almeno 50 cm se non la avete, preriscaldate molto bene una padella antiaderente e passateci la cotenna di maiale. Se non l’avete, fate sciogliere un pezzettino di strutto e distribuitelo uniformemente con un tovagliolino di carta.

    Prendete un mestolo e mescolate la pastella, prelevatene un mestolino e mettetela nella padella, come fareste per fare una crépe. Più sottile diventa, meglio è, l’ideale sarebbe uno spessore di mezzo millimetro.

    Ricordatevi di roteare bene la padella in modo che la pastella ricopra uniformemente la superficie. Girate il borlengo dopo mezzo minuto, usando una paletta, fatelo cuocere un altro mezzo minuto anche dall’altra parte, quindi toglietelo, disponetelo su un piatto, spennellate la parte centrale con la counza, spolverizzate a piacere col parmigiano e ripiegatelo prima a metà poi ancora a metà. Servite immediatamente, va mangiato caldissimo.

    Buricche ebraiche ferraresi

    Ingredienti per 4 persone:

    Per la pasta:

    200 g di farina

    4 cucchiai di olio d’oliva

    50 ml acqua tiepida

    Per il ripieno:

    250 g di petto di pollo

    1 fetta di pane raffermo

    1 cipolla

    una manciata di uvetta sultanina

    4 cucchiai di olio d’oliva

    80 g di parmigiano reggiano grattugiato

    2 uova

    sale e pepe

    Preparate prima la pasta: in una ciotola ponete la farina, aggiungete l’olio e l’acqua e impastate fino a ottenere un composto morbido e liscio, che lascerete riposare, coperto da una pellicola di cellophan. Ammollate l’uvetta in acqua tiepida.

    Mondate la cipolla, tritatela grossolanamente e mettetela a rosolare nell’olio fino a quando sarà dorata. Aggiungete il petto di pollo tagliato a tocchetti piccoli e fatelo rosolare velocemente. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.

    Ammollate per un minuto il pane in acqua, toglietelo, strizzatelo, sminuzzatelo e unitelo al pollo.

    Unite anche l’uvetta scolata, salate e pepate e mantecate il tutto col parmigiano.

    Stendete la pasta col matterello fino a ottenere una sfoglia abbastanza sottile. Con un coppapasta da almeno 10 cm ritagliate dei dischi. Ponete al centro un cucchiaio di ripieno e richiudeteli a mezzaluna, pigiando sui bordi per saldarli.

    Foderate con carta da forno spennellata di olio una teglia, disponetevi le buricche e cuocetele a forno caldo a 180° per 20-25 minuti.

    Burtlèna piacentina della Val Luretta

    Ingredienti per 4 persone:

    300 g di farina

    sale e pepe

    1 uovo

    strutto (oppure olio) per friggere

    3 cipollotti freschi compresa la parte verde

    In una ciotola ponete la farina e stemperatela con un po’ di acqua, circa mezzo bicchiere, sbattendo con una frusta per eliminare eventuali grumi, fino a ottenere una pastella morbida. A parte sbattete l’uovo con il sale e il pepe.

    Mondate bene i bavaroni, cioè i cipollotti novelli, tagliateli a metà e poi a fettine molto sottili o a julienne. Uniteli all’uovo sbattuto e mescolate, quindi versate il composto nella pastella.

    Coprite la ciotola con un foglio di cellophan e lasciate riposare almeno mezz’ora. In un’ampia padella fate sciogliere lo strutto e friggete una cucchiaiata per volta di composto. Girate ogni burtlèna affinché cuocia uniformemente anche dall’altro lato. Quando saranno ben dorate, toglietele con una schiumarola e fate scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente da cucina.

    Potete servirle con prosciutto crudo e coppa estiva.

    Calzagatti

    Ingredienti per 4/6 persone:

    Per la polenta:

    500 g di farina di mais

    1 bicchiere di latte

    3 l di acqua

    sale

    Per il condimento:

    100 g di pancetta

    2 cucchiai di olio d’oliva

    1 spicchio d’aglio

    300 g di fagioli borlotti secchi

    un rametto di rosmarino

    100 g di conserva di pomodoro

    strutto o olio per friggere

    Mettete a bagno i fagioli la sera prima di preparare questo piatto. In alternativa usate fagioli in barattolo, ma verrà meno gustoso. Fate bollire i fagioli in abbondante acqua salata, testate la cottura pungendoli con i rebbi di una forchetta e, quando saranno morbidi, scolateli. Pestate a coltello la pancetta.

    A parte tritate finemente aglio e rosmarino con una mezzaluna.

    Mettete la pancetta a sciogliere dolcemente in un tegame ampio. Quando avrà emesso un poco del suo grasso unite 2 cucchiai di olio e il trito di aglio e rosmarino. Mescolate, salate e pepate e lasciate rosolare dolcemente per cinque minuti.

    Unite a questo punto i fagioli scolati dalla loro acqua di cottura e mescolate per farli insaporire. Unite il pomodoro, mettete il coperchio, abbassate la fiamma al minimo e fate ridurre completamente il sugo.

    A parte, portate a ebollizione una pentola con abbondante acqua salata e il bicchiere di latte (in alternativa al latte potete aggiungere una noce di burro). Unite la farina di mais e mescolate continuamente per almeno una quarantina di minuti. La polenta dovrà essere abbastanza soda. Unite il sughetto di fagioli e mescolate accuratamente. Lasciate cuocere ancora altri almeno dieci minuti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire un poco, quindi versate il composto in una teglia da forno rettangolare a bordi alti, che vi permetterà di tagliare meglio le fette, quando il composto si sarà solidificato. Coprite con un foglio di cellophan e lasciate riposare a temperatura ambiente per mezza giornata.

    Solitamente i calzagatti si friggono nello strutto, in alternativa potete usare olio di semi per frittura.

    Portate a temperatura lo strutto in una padella ampia. Rovesciate su un tagliere la mattonella di polenta condita e tagliatene delle fette spesse circa 1 cm.

    Tuffatele nello strutto e fatele friggere, girandole affinché diventino croccanti e prendano colore da entrambe le parti.

    Quando i calzagatti saranno ben dorati, toglieteli con una schiumarola e fate scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente da cucina.

    Carpaccio di manzo con parmigiano e balsamico

    Ingredienti per 4 persone:

    400 g di carpaccio di manzo

    200 g di parmigiano 24 mesi in scaglie

    4 cucchiai di olio extravergine d’oliva

    4 cucchiai di aceto balsamico tradizionale di Modena

    sale e pepe nero

    Disponete le fettine di carpaccio in un piatto da portata. Salate a piacere e, volendo, cospargete con un poco di pepe nero macinato al momento. Irrorate a filo con l’olio. Cospargete il carpaccio con il parmigiano in scaglie. Volendo, potete tagliarlo direttamente dal pezzo con l’apposito attrezzo, o con una mandolina stretta.

    Fate gocciolare l’aceto balsamico e servite.

    Cassoni con la salsiccia

    Ingredienti per 4 persone:

    Per la pasta:

    500 g di farina

    ½ bicchiere di latte

    1 bustina di lievito in polvere

    100 g di burro

    sale

    Per il ripieno:

    250 g di salsiccia fresca

    un rametto di rosmarino

    1 spicchio d’aglio

    100 g di parmigiano reggiano grattugiato

    Ponete sulla spianatoia la farina a fontana e impastatela con il lievito, il latte e il burro, che avrete fatto fondere poi intiepidire.

    Lavorate a lungo con le mani l’impasto e lasciatelo lievitare in un luogo caldo per un’oretta, in una ciotola coperta con un foglio di cellophan.

    Intanto tritate finemente aglio e rosmarino. Pestate a coltello la salsiccia fresca, alla quale avrete tolto il budello, poi mescolatela, in una ciotola, con il trito di aglio e rosmarino e amalgamatela col parmigiano.

    Trascorso il tempo di lievitazione, riprendete l’impasto, lavoratelo ancora un poco, quindi stendetelo con il matterello in una sfoglia di circa ½ cm.

    Con un piattino da frutta o un coppapasta da 10 cm ritagliate una forma rotonda. Farcitela con il composto di salsiccia e parmigiano e richiudetela a formare una sorta di mezzaluna.

    Pigiate bene i bordi con le dita affinché il ripieno non fuoriesca. Posizionate i cassoni abbastanza distanziati sulla placca del forno e fateli cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 10-15 minuti.

    Cervelle fritte

    Ingredienti per 4 persone:

    800 g di cervelle di vitello

    200 g di farina

    2-3 cucchiai di aceto forte di vino

    olio per friggere

    4 uova

    sale e pepe

    Lavate bene le cervelle.

    Portate a ebollizione una pentola con acqua salata e due cucchiai di aceto di vino forte. Quando l’acqua bollirà, tuffatevi le cervelle e spegnete il fuoco. Lasciatele al massimo un minuto (il tempo che cambino colore) e scolatele con una schiumarola, mettendole su un tagliere.

    C’è chi preferisce passarle sotto acqua fredda o metterle a bagno in una ciotola con acqua gelata per farle rassodare. Lo scopo è far staccare la pellicina che le ricopre e poterle pelare velocemente.

    Tagliate delle fettine di un paio di centimetri.

    Sbattete le uova con sale e pepe e amalgamate la farina, sbattendo con una frusta per non formare grumi. Mettete i pezzetti di cervelle nella pastella e intanto scaldate l’olio in una padella ampia per fritti.

    Friggete le cervelle, girandole perché cuociano uniformemente da ambo le parti.

    Quando saranno ben dorate, toglietele con una schiumarola e fate scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente da cucina.

    Chisöla della Val Tidone

    La Chisöla è iscritta è nel Registro De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine) del Comune di Borgonovo Val Tidone.

    Ingredienti per 4 persone:

    500 g di farina

    1 dadino di lievito di birra (25 g)

    200 ml di acqua

    200 g di ciccioli freschi

    50 g di strutto

    sale e pepe nero

    Tagliate a dadini piccoli i ciccioli freschi e metteteli in una padella ad ammorbidire assieme allo strutto. Badate bene che non cuociano troppo o diventeranno eccessivamente croccanti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire il tutto.

    Mettete la farina a fontana, sul tagliere, e fate un buco al centro. Sciogliete il lievito di birra nell’acqua tiepida e cominciate a impastare. Dovrete ottenere un composto morbido e liscio. Unite i ciccioli e il loro unto e un poco di sale. Impastate ancora e mettete la palla a lievitare in una ciotola, al caldo, coprendola con un foglio di cellophan. Quando vedrete che il volume raddoppia è pronta.

    Ungete con altro strutto una teglia da forno, e sistemate l’impasto, allargandolo con le mani e bucherellando la superficie con i rebbi di una forchetta.

    Riscaldate il forno a 200° e infornate. Dopo cinque minuti abbassate a 180°.

    Lasciate cuocere per venti minuti e abbassate a 160°, finendo la cottura con altri dieci minuti. Sfornate e lasciate raffreddare.

    Chizze reggiane

    Ingredienti per 4 persone:

    500 g di farina

    40 g di strutto

    200 g di parmigiano reggiano grattugiato (o a scagliette)

    10 g di lievito in polvere

    sale

    strutto (o olio) per friggere

    Mettete la farina a fontana, sul tagliere, e fate un buco al centro. Unite lo strutto, il lievito in polvere e un poco di sale. Iniziate a impastare, aggiungendo progressivamente un po’ di acqua tiepida. La quantità di acqua dipende dall’assorbenza della farina. Dovrete ottenere un impasto abbastanza sodo.

    Con il matterello, tirate l’impasto dello spessore di circa ½ cm e ritagliate dei quadrati di circa 8-10 cm di lato. Su una parte del quadrato mettete il parmigiano, che deve essere giovane, meglio un 12 mesi. Richiudete le chizze formando dei triangoli, pigiando bene sui bordi con la punta delle dita.

    Scaldate l’olio (o lo strutto) in una padella e friggete le chizze da ambedue le parti. Quando saranno ben dorate, toglietele con una schiumarola e fate scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente da cucina. Servitele subito, col formaggio ancora sciolto.

    Cialde di parmigiano con castagne al miele

    Ingredienti per 4 persone:

    200 g di parmigiano reggiano grattugiato

    200 g di castagne secche

    8 cucchiai di miele di castagno

    Mettete a reidratare le castagne secche un giorno prima, quindi bollitele in abbondante acqua salata, pungendole con i rebbi di una forchetta per assicurarvi che siano morbide.

    Per preparare le cialde, suddividete il parmigiano grattugiato in quattro parti. Foderate con carta da forno una placca da forno, poi stendetevi 4 dischi di formaggio di 16-18 cm. Fateli dorare nella parte alta del forno a 200° per qualche minuto, e quando vedrete che il formaggio sarà fuso estraeteli immediatamente e adagiateli sopra a delle coppette rovesciate, in modo che, raffreddando, ne assumano la forma. Potete anche fare in padella la stessa operazione, facendo attenzione a non bruciare il formaggio.

    Quando le cialde saranno fredde, riempitele con le castagne bollite e irrorate il tutto col miele di castagno.

    Ciambella di San Petronio

    Ingredienti per 4 persone:

    600 g di pasta da pane lievitata

    6 cucchiai di olio di oliva

    100 g di parmigiano reggiano grattugiato

    100 g di prosciutto crudo

    2-3 cucchiai di latte

    sale

    Prendete la pasta di pane e mettetela su un tagliere infarinato, aggiungetevi il parmigiano reggiano grattugiato e impastate con le mani per almeno dieci minuti, con l’olio, il latte e un pizzico di sale.

    Aggiungete il prosciutto tagliato a striscioline sottili.

    Prendete uno stampo da ciambella tondo con il buco al centro, ungetelo bene e disponetevi l’impasto. Copritelo con una pezzuola inumidita e lasciate lievitare per circa un’ora, poi mettetelo nel forno preriscaldato a 200° e fate cuocere per almeno quaranta minuti, fino a quando la crosta sarà dorata. Lasciate raffreddare, poi tagliate la ciambella a fette e servitela con salumi e formaggi misti.

    Ciccioli caserecci

    Ingredienti per 4 persone:

    3 kg di lardo fresco di maiale

    4 spicchi d’aglio

    un rametto di rosmarino

    sale

    Tagliate a dadini tutta la parte grassa che si trova sotto alle cotenne fresche. In alternativa usate lardo fresco non salato.

    Disponeteli in una grande teglia assieme all’aglio intero e al rametto di rosmarino. Fate sciogliere il grasso a fuoco lentissimo, per almeno tre ore, mescolando ogni tanto. Il grasso si deve sciogliere completamente, l’acqua presente nella carne deve evaporare e il cicciolo deve friggere lentamente e diventare croccante. Scolate tutto il grasso fuso, che potrete utilizzare come strutto, eliminate l’aglio e il rosmarino e mettete i ciccioli a scolare su uno strofinaccio pulito, che strizzerete con le mani, per eliminare tutto l’unto superfluo.

    Insaporiteli con sale, pepe nero macinato al momento, e, a piacere, potete gustarli caldi oppure freddi.

    Crescente di patate della Val Samoggia

    Ingredienti per 4/6 persone:

    200 g di patate di Tolè

    150 g di acqua

    500 g di farina

    25 g di lievito di birra

    sale

    strutto (o olio) per friggere

    Pulite bene le patate e mettetele a bollire in acqua leggermente salata per una mezz’oretta, quindi scolatele e passatele con lo schiacciapatate.

    Lasciatele raffreddare completamente.

    Sbriciolate il lievito di birra in un bicchiere di acqua tiepida.

    Setacciate la farina sul tagliere, unite le patate e iniziate a impastare con l’acqua e il lievito. Aggiungete poca acqua. Se le patate sono molto farinose potrebbe persino bastare quella del bicchiere. L’impasto deve essere piuttosto consistente e non appiccicoso.

    Sistemate il composto in una ciotola ricoperta da una pellicola di cellophan e lasciate lievitare per due ore abbondanti.

    Trascorso questo tempo, riprendete l’impasto, lavoratelo brevemente, aggiungendo il sale, e tiratelo con il matterello, allo spessore di ½ cm.

    Tagliate la crescente a losanghe e lasciatele lievitare ancora mezz’oretta.

    In una padella da fritti riscaldate lo strutto e friggete i pezzi di crescente, girandoli affinché diventino colorati da tutti i lati.

    Quando saranno ben dorati, toglieteli con una schiumarola e fate scolare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente da cucina.

    Crescente ingrassata bolognese

    Ingredienti per 4/6 persone:

    500 g di farina

    100 g di strutto

    25 g di lievito di birra

    300 g di salumi misti

    250 g di acqua

    sale

    Tagliate a dadini molto piccoli i salumi. Io solitamente uso i fondi. Preparate un impasto di farina, lievito di birra sciolto in un goccio di acqua tiepida e acqua quanto basta per ottenere un composto morbido. A metà lavorazione unite lo strutto ammorbidito e i dadini di salumi e mescolate ancora accuratamente.

    Lasciate lievitare almeno un paio d’ore in una ciotola coperta con un foglio di cellophan in un luogo tiepido, quindi, a lievitazione avvenuta, stendete la crescente, usando le dita unte, in una teglia preventivamente unta o foderata di carta da forno, facendo sì che il suo spessore non superi i 2 cm. Premete con le dita tutta la superficie della crescente, e lasciatela lievitare stesa ancora un’oretta.

    Cospargete la superficie con una manciatina di sale e fate cuocere nel forno già caldo a 190° per una mezz’oretta circa.

    Crescente modenese (chersèinta)

    Ingredienti per 4/6 persone:

    500 g di farina

    ½ cubetto di lievito di birra

    250 ml di panna fresca

    250 g di acqua

    2 cucchiai di olio di oliva

    1 cucchiaino di zucchero

    sale

    Setacciate la farina e fate la fontana sul tagliere, unite l’olio, il sale, lo zucchero, la panna e impastate con un bicchiere d’acqua tiepida nella quale avrete sciolto il lievito.

    Aggiungete l’acqua poca alla volta, poiché la quantità è indicativa e dipende dall’assorbenza della farina. Dovrete ottenere un composto sodo ed elastico. Copritelo con un foglio di cellophan e lasciate riposare un paio d’ore.

    Trascorso questo tempo, ungete una teglia da forno e adagiatevi la pasta, allargandola con le dita. Cospargete la crescente con un poco di sale e irrorate con un filo di olio. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per una mezz’oretta.

    Crescentine fritte alla bolognese

    Ingredienti per 4 persone:

    500 g di farina

    ½ bicchiere di latte intero

    ½ cubetto di lievito di birra

    sale

    50 g di strutto (o burro) strutto per friggere

    1 bicchiere

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