Tra tradizione e modernità
, operaio vitivinicolo, ha rilevato lo storico San Marco di Canelli per allontanarsi dalla campagna, avvicinarsi al paese e dare un futuro migliore ai suoi tre figli. Oggi, a oltre sessant’anni da quel giorno, il San Marco non è più un , ma uno dei ristoranti tra i più apprezzati del territorio dove Piercarlo Ferrero, il figlio minore di Pierino, da patron porta avanti il locale insieme alla moglie Mariuccia Roggero, chef. «Il prossimo 15 aprile saranno 50 anni che mi occupo personalmente della cucina del San Marco» ci ha raccontato Mariuccia «avevo 18 anni quando ho sposato Piercarlo e per amore ho stravolto la mia vita». Ex impiegata di un’azienda di mobili, Mariuccia è stata allieva di noti gastronomi e chef, tra cui accompagnata ovviamente dall’immancabile cardo gobbo di Nizza. «La è il piatto che mi rappresenta di più» ci ha confessato la stessa Mariuccia «quello della convivialità, dell’amicizia: in origine i contadini lo preparavano per festeggiare la fine della vendemmia, quindi la messa in sicurezza del raccolto nella certezza di passare un inverno tranquillo». Tra gli altri piatti imprescindibili da assaporare al San Marco, spiccano anche i Taglierini ai 40 tuorli da abbinare con il tartufo bianco. «Si tratta di un piatto che ho imparato nel 1989 da una collega, Maria Pagliasso, a Los Angeles». Oltre al ristorante, il San Marco mette a disposizione dei suoi clienti anche una tavernetta enoteca legata alla cantina del ristorante che comprende ben 650 etichette «in gran parte piemontesi e in particolare delle colline di Canelli» ci spiega Mariuccia. La zona, infatti, è nota per le sue Cattedrali sotterranee, storiche cantine scavate nel tufo che da qualche anno fanno parte della lista dei Patrimoni dell'umanità UNESCO.
