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Il grembo di Partenope

Molto spesso Napoli viene descritta come una città di luci e ombre, questo perché il sole che batte sulla metropoli campana, e che illumina il golfo, non riesce ad entrare nei suoi stretti vicoli, cuore del centro storico, che rimangono “ombrosi” seppur sempre brulicanti di vita. In realtà c’è un altro motivo per cui Napoli è di fatto una città di luci e ombre: al di sotto delle sue strade, dove è impossibile che la luce penetri, c’è un complesso e fittissimo reticolo di sotterranei, cunicoli e cavità che attraversano le sue viscere. Una sorta di metropoli nascosta che racconta la storia di ciò che è accaduto in superficie, dalla fondazione della greca Neapolis alla Seconda Guerra Mondiale, e che prende il nome di Napoli sotterranea.

Le Napoli “sotterranee”

Quando si parla di Napoli sotterranea si fa riferimento principalmente al tour del sottosuolo che parte, infatti, è stata fondata nel III secolo a.C. e i templi e gli ipogei dell’antica città sono stati costruiti grazie all’estrazione di blocchi di tufo dal sottosuolo. Tali scavi hanno dato via a una serie di gallerie ancora oggi ben visibili nel tour di Napoli Sotterranea a cui si è aggiunta, in epoca romana, una complessa rete di acquedotti che si diramava in tutte le direzioni, al fine di alimentare fontane ed abitazioni in differenti aree della città. Il percorso di Napoli sotterranea, della durata di circa un’ora, attraversa anche i resti degli antichi acquedotti i cui cunicoli e cisterne durante la Seconda Guerra Mondiale sono diventati rifugi antiaerei. Non a caso, fa parte del percorso anche il Museo della Guerra, dove si possono visionare oggetti e documenti relativi al secondo conflitto mondiale dove proprio Napoli è stata la città italiana più bombardata. Nel museo vengono anche ricordate quelle che sono passate alla storia come le Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943): lunghi e drammatici giorni durante i quali la popolazione partenopea è insorta con forza contro i nazisti liberandosi autonomamente degli invasori. Proprio in quello stesso sottosuolo dove durante l’ultimo violentissimo conflitto mondiale i napoletani cercavano protezione dai bombardamenti che hanno devastato l’80% della città, oggi nasce nuova vita grazie al progetto degli Orti Ipogei. Questa attività scientificodidattica è stata avviata in occasione dell’Expo 2015 di Milano, dedicato all’alimentazione del nostro pianeta, e consiste in un vero e proprio orto sperimentale creato nelle viscere della terra dove, in assenza di inquinamento ma anche di luce naturale alla base della fotosintesi clorofilliana, vengono coltivate piante da orto il cui sviluppo è costantemente monitorato. Questo progetto, i cui frutti sono visibili anche ai visitatori, è di interesse internazionale. La NASA stessa ne segue con attenzione i risultati in quanto fondamentali per rendere in futuro possibili insediamenti umani al di fuori del Pianeta Terra. Sempre legata alla scienza e visitabile nella “classica” Napoli sotterranea, è la Stazione Sismica Arianna. Qui vengono monitorati gli aggiornamenti tellurici ogni tre minuti. La Napoli sotterranea più nota e più turistica non comprende tutte le parti del sottosuolo della città visitabili, anzi, nel ventre di Napoli sono nascoste diverse meraviglie risalenti a varie epoche. Una tra le tante si trova sempre a Piazza San Gaetano, al di sotto del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore (dove Giovanni Boccaccio incontrò per la prima volta la sua nobile musa Fiammetta) e prende il nome di . Al di sotto dell’edificio e del suggestivo chiostro è possibile intraprendere un vero e proprio viaggio indietro nel tempo di circa 1.600 anni per ritrovarsi immersi in quella che è stata l’antica agorà greca e poi il foro romano dove sono perfettamente conservate strade e bancarelle – tra cui una panetteria, una banca e un macellum – risalenti più o meno alla prima metà del I secolo i cui basamenti sono stati addirittura datati IV secolo a.C..

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