La vera storia di PoliBlu (la medusa-fatina o fatina-medusa dai grandi occhi azzurri)
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Info su questo ebook
PoliBlu cresce nelle profondità dell'oceano circondata dal calore degli amici marini, ma viene attratta dalle mille luci che brillano lassù in cima al mare, sulla terraferma. Non resiste e vi approda, e viene accolta come un star.
Ma il successo rivelerà lati spiacevoli. E PoliBlu si ritroverà prigioniera senza scampo di Mister Petrolio.
Si salverà? E come? E chi la salverà?
Guido Sperandio
Guido Sperandio was born and lives in Milan. A freelance writer for some thirty national newspapers and magazines, he later became a creative-copywriter in advertising.A writer for adults, he has also published for children and young people with major national publishers and in the USA.He has also written comics, including the legendary Topo Gigio and Tiramolla.After a life spent practising the most unbelievable genres of writing, he has recently replaced the cult of the Word with a passion for the Image. He has been seduced by Pop Art, starting with Andy Warhol & Co and is now working on and publishing a whole series of albums under the 'Guisp Collages' label.Any special notes?He has no mobile phone, no car or microwave oven, but he does have a very affectionate and intelligent cat called Tatablu.Guido Sperandio è nato e vive a Milano. Free-lance per una trentina di giornali e periodici nazionali, diventa in seguito creativo-copywriter in pubblicità.Scrittore per adulti, ha pubblicato anche per bambini e ragazzi con le principali case editrici nazionali e negli USA.Ha scritto anche fumetti, tra cui i mitici Topo Gigio e Tiramolla.Dopo una vita trascorsa a praticare i generi più improbabili di scrittura, ha recentemente sostituito il culto della Parola con la passione per l'Immagine. A sedurlo, la Pop Art, a cominciare da Andy Warhol & Co e così ora ha in corso l'elaborazione e la pubblicazione di tutta una serie di album con l'etichetta "Guisp Collages".Note particolari?Non ha cellulare, nè automobile o forno a microonde, ma ha una affettuosissima e intelligentissima gatta di nome Tatablu.
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Anteprima del libro
La vera storia di PoliBlu (la medusa-fatina o fatina-medusa dai grandi occhi azzurri) - Guido Sperandio
Nemmeno lei sapeva dove, come, quando era venuta al mondo.
Nemmeno lei.
Unico dato certo: il primo a vederla fu un vecchio tricheco adagiato su uno scoglio ai bordi dell’oceano.
Il tricheco stava con gli occhi socchiusi, lo sguardo intorpidito da una piacevole sonnolenza… Le zanne al sole, se ne godeva il tepore… Quando lei gli era sbucata dalle onde.
Lui allora aveva spalancato gli occhi per la meraviglia e: «Tu chi sei? (le disse) Da dove vieni? A quale razza… A quale specie mai appartieni?».
Al vecchio tricheco non era ancora capitato di vedere una medusa-fata. O una fata-medusa, come dir si voglia.
Della medusa aveva testa e tentacoli, ma di una fata aveva gli occhi. Grandi. PoliBlu. Immensi. Dall’azzurro profondo. Con ciglia lunghe e arcuate. Perfette. Come se fosse appena uscita da un istituto di bellezza e vi avessero appena passato il mascara.
Lei le sbatteva (flap-flap!) vezzosa. E ogni flap-flap era l’equivalente di una freccia scoccata, dritta, al cuore. Un centro sicuro era, una conquista.
Aveva anche i lunghi capelli di una fata. Azzurri. Pure.
Le scendevano morbidi e lucenti e la avvolgevano. Tutta. Rendendola più simile a una irresistibile Miss piuttosto che a una medusa, quale in fin dei conti era.
«Sei davvero molto bella» le disse il vecchio tricheco.
«Avrai molto successo» disse soppesando le parole. L’aria solenne di un profeta.
Lei, flap-flap, sbatté le ciglia. E si tuffò. E scomparve.
Il vecchio tricheco non vedeva molto bene. Aveva i suoi anni. E lì per lì l’aveva giudicata un polipo più che una medusa. Così le gridò: «Ciao, PoliBlu».
La salutò col primo nome capitatogli in mente.
Le creature del mare
Il vecchio tricheco era stato buon profeta.
PoliBlu riscosse immediatamente un gran successo tra gli abitanti di ogni genere di acqua, salata o dolce.
Riscosse simpatia e consensi dovunque si trovasse.
Le creature del mare la ammirarono, e amarono.
Andavano a gara a esprimerle solidarietà. Tutti avevano una parola per lei, un complimento, un saluto.
Fu per tutti PoliBlu, la principessa delle acque, reginetta di ogni oceano.
E non tardarono a fiorire le leggende.
*
Si disse che PoliBlu era figlia di Venere, la dea della bellezza e dell’amore.
Si disse che la bellissima Venere, uscita dalla spuma del Mediterraneo, era stata vista da un vigoroso e rude polipo.
Il vigoroso e rude polipo se ne era furiosamente innamorato. Aveva proteso i suoi tentacoli e aveva stretto la bella Venere in un abbraccio.
Ne era nata PoliBlu.
Si disse.
*
Ma non c’è rosa senza spine. E presto, anche PoliBlu, splendida rosa d’acqua, ebbe le sue.
Iniziò a provare un inspiegabile senso di disagio. Poi fu presa dall’irrequietezza. Il certo non-so-che si trasformò in tristezza. Culminò in malinconia. Struggente e cupa.
PoliBlu prese