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Le due Chiese: Il Sinodo sull'Amazzonia e i Cattolici in conflitto
Le due Chiese: Il Sinodo sull'Amazzonia e i Cattolici in conflitto
Le due Chiese: Il Sinodo sull'Amazzonia e i Cattolici in conflitto
E-book66 pagine52 minuti

Le due Chiese: Il Sinodo sull'Amazzonia e i Cattolici in conflitto

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Info su questo ebook

Il sinodo dedicato all’Amazzonia si è concluso con un’esortazione apostolica di papa Francesco, Querida Amazonia, che rischia di lasciare tutti insoddisfatti. I progressisti non vi hanno ritrovato le “aperture” nelle quali speravano a proposito di fine del celibato sacerdotale e sacerdozio femminile; i conservatori osservano che il testo resta comunque viziato da ambiguità, perché, pur non entrando direttamente nelle due questioni spinose, presenta molteplici “fessure” (come ha osservato monsignor Nicola Bux) attraverso le quali far rientrare ciò che è rimasto fuori.  Dal sinodo amazzonico (durante il quale i popoli di quelle terre sono stati strumentalizzati al fine di promuovere un certo progetto di Chiesa elaborato in Occidente e soprattutto in Germania) i cattolici escono ancora più divisi. Due Chiese si fronteggiano. E non si tratta di uno scontro di potere. In gioco c’è la Verità. In gioco c’è la fede.   
LinguaItaliano
EditoreChorabooks
Data di uscita13 feb 2020
ISBN9789887999232
Le due Chiese: Il Sinodo sull'Amazzonia e i Cattolici in conflitto

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    Anteprima del libro

    Le due Chiese - Aldo Maria Valli

    Chiese?

    Francesco ha tirato il freno, ma…

    Né preti sposati, né viri probati , né diaconesse. Chi si augurava che da Querida Amazonia potesse arrivare una svolta (tipo cammino sinodale tedesco) è rimasto deluso. Chi invece la temeva può dire: pericolo scampato, almeno per ora.

    Di fatto, a proposito dei due punti caldi che tanto hanno fatto discutere, l’esortazione apostolica di papa Francesco non recepisce se non in minima parte, e in modo sfumato, i contenuti del documento finale. Pur consigliandone la lettura, è come se Francesco, tra le righe, ne prendesse le distanze.

    A un certo punto il papa sembra togliersi un sassolino dalla scarpa difendendo la scelta (anche questa all’origine di tante polemiche) di introdurre la Pachamama in Vaticano: Non abbiamo fretta di qualificare come superstizione o paganesimo alcune espressioni religiose che nascono spontaneamente dalla vita della gente…. È possibile recepire in qualche modo un simbolo indigeno senza necessariamente qualificarlo come idolatrico. Un mito carico di senso spirituale può essere valorizzato e non sempre considerato un errore pagano.

    Ma, al di là di questo, l’esortazione è così prudente da apparire circospetta.

    Sulla questione spinosa del celibato sacerdotale (ricordiamo la vicenda del libro scritto dal cardinale Sarah con Benedetto XVI) Francesco si limita a raccomandare ai vescovi di impegnarsi per le vocazioni e per incentivare lo spirito missionario.

    La parola celibato nel testo non compare mai. Anzi, papa Francesco ribadisce che soltanto il sacerdote ordinato può celebrare l’eucaristia, assolvere dai peccati e amministrare l’unzione dei malati; e la possibile estensione dell’ordinazione ai viri probati non è presa in considerazione.

    Quanto al ruolo della donna, Francesco raccomanda di evitare ogni forma di clericalizzazione (se si desse loro accesso all’ordine sacro ci si orienterebbe a clericalizzare le donne e a ridurre la nostra comprensione della Chiesa a strutture funzionali) e puntualizza: In una Chiesa sinodale le donne, che di fatto svolgono un ruolo centrale nelle comunità amazzoniche, dovrebbero poter accedere a funzioni e anche a servizi ecclesiali che non richiedano l’Ordine sacro e permettano di esprimere meglio il posto loro proprio.

    Rispetto ai rulli di tamburi con il quale il sinodo era stato annunciato e si è poi svolto, Francesco ha tirato il freno d’emergenza. Bergoglio si è forse reso conto che la frattura nella Chiesa stava per assumere i contorni dell’irreparabile?

    Il professor Roberto de Mattei ha commentato: Qualcuno ricorderà a questo punto la strategia dei due passi avanti e uno indietro di papa Francesco, ma quando un treno viaggia ad alta velocità, una brusca frenata può farlo deragliare, ponendo fine alla corsa in modo drammatico. Il processo rivoluzionario è una macchina sociale che spesso diviene incontrollabile e travolge i macchinisti.

    Che ormai esistano due Chiese cattoliche, contrapposte e inconciliabili, è difficilmente contestabile. E proprio il sinodo amazzonico lo ha certificato.

    Il fatto che il papa abbia tirato il freno d’emergenza non può farci dimenticare ciò a cui abbiamo assistito. L’ Instrumentum laboris e il documento finale sono arrivati a proporre una sorta di cosmologia panteista, rappresentata proprio da quella Pachamama venerata nei giardini vaticani nel giorno di san Francesco e poi portata in processione nella basilica di San Pietro, prima che un giovane cattolico austriaco, Alexander Tschugguel, prendesse l’iniziativa di gettare l’idolo nel Tevere.

    Né possiamo dimenticare che, circa i viri probati, ossia l’accesso al sacerdozio di uomini sposati, il documento finale approvato dai padri sinodali proponeva di ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile.

    Il cardinale Cláudio Hummes, relatore generale del sinodo, per istruire i vescovi sull’esortazione apostolica (allora ancora in preparazione) inviò loro due lettere sub secreto e nella seconda allegò proprio la parte sui viri probati che abbiamo citato poco fa. Il progetto era che i viri probati, introdotti in alcune aree amazzoniche, sarebbero poi stati estesi gradualmente al resto della Chiesa universale. In Querida Amazonia di tutto ciò non c’è più traccia. Ma quello che abbiamo vissuto non è stato un sogno, bello o brutto a seconda dei punti di vista. Davvero c’è una porzione della Chiesa che spinge in una direzione sostanzialmente protestante e un’altra che cerca di resistere e fare argine.

    A proposito di spinte, monsignor Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, era arrivato a dichiarare che dopo il sinodo amazzonico niente sarebbe stato più come prima, e per avere un’idea di che

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