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"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti
"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti
"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti
E-book107 pagine1 ora

"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti

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Info su questo ebook

C’è una Chiesa cattolica che di cattolico ormai ha solo la ragione sociale, perché in realtà ha sposato il pensiero dominante nel mondo e ha come unico obiettivo piacere alla gente che piace. Aldo Maria Valli, uno dei più noti vaticanisti italiani, nel suo popolare blog Duc in altum si è divertito per mesi a prendere di mira questa Chiesa in una rubrica satirica di grande successo, intitolata Uomini giusti ai posti giusti, ora riunita nel libro “Ai tempi di Gesù non c’era il registratore”. Uomini giusti ai posti giusti (Edizioni Chorabooks). Un graffiante pamphlet con cui l’autore, usando l’arma dell’ironia, smaschera la pochezza di una Chiesa che, a suo giudizio, volendo essere à la page risulta solo grottesca.
LinguaItaliano
EditoreChorabooks
Data di uscita18 ago 2020
ISBN9789887999423
"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti

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    Anteprima del libro

    "Ai tempi di Gesù non c'era il registratore" - Aldo Maria Valli

    30.

    Introduzione

    Nel mio blog Duc in altum a volte uso l’ironia come arma per colpire la Chiesa in uscita e mettere in luce incongruenze, assurdità ed errori del modernismo imperante. L’ironia però è arma che va maneggiata con cura. Può succedere che i lettori non la colgano subito o che venga accolta male, così che, anziché provocare un sorriso (sebbene amaro), finisce con lo scatenare dure reazioni.

    Quando dunque decisi di dar vita alla rubrica Uomini giusti ai posti giusti avevo qualche timore. I lettori però, a parte qualche rara eccezione, mi hanno sostenuto. Si ride per non piangere è stato il commento più frequente. Ma almeno abbiamo riso un po’, in questa valle di lacrime che è diventata la cattolicità.

    Gli uomini giusti (ma anche le donne giuste) ai posti giusti sono tutti quelli che, andando a rimorchio della retorica dell’inclusione, dell’ascolto, della misericordia, del discernimento e di tutto il resto dell’armamentario ideologico che ben conosciamo, corrono in soccorso del vincitore per mostrarsi più realisti del re o, per meglio dire, più papisti del papa. Sono quelli che, pur dichiarandosi cattolici, non dicono e non fanno nulla di cattolico, ma sposano ogni vento di dottrina e contribuiscono a portare la Chiesa a sgretolarsi sugli scogli del pensiero mondano. Sono i paladini dell’ecclesialmente corretto, prigionieri dei luoghi comuni che piacciono alla gente che piace. Sono i conformisti del cambiamento, i professionisti della misericordia selettiva e della morale ad assetto variabile. Sono i lacchè del bergoglismo in servizio permanente.

    La rubrica è andata avanti su Duc in altum per trenta puntate, dal novembre 2018 al luglio 2019, poi ha lasciato il posto a Strano dunque vero. Ho pensato di interromperla perché, come si sa, il gioco è bello quando è corto e poi perché ricevevo sempre più spesso messaggi da lettori che mi dicevano: Caro Valli, lei fa bene a denunciare, ma qui rischiamo di essere travolti dallo sconforto. Così mi sono fermato, ma con Strano dunque vero ho continuato la mia escursione nella galleria degli orrori della Chiesa in uscita.

    Con Uomini giusti ai posti giusti ho voluto esclamare, come il bambino della favola, che il re è nudo. Mi sono guadagnato, assieme alla complicità sorridente o dolente di tanti lettori, un bel po’ di insulti e improperi. Che, per me, sono come medaglie al merito.

    A.M.V.

    1.

    Benvenuti a Uomini giusti ai posti giusti !

    Incominciamo con il Comitato organizzatore dell’incontro che si terrà in Vaticano su La protezione dei minori nella Chiesa. Come avrete saputo, mentre nel comitato non c’è il cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori, c’è il cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago.

    Poiché è noto che la sua nomina a Chicago è stata sponsorizzata dal cardinale Maradiaga e dall’ex cardinale Theodore McCarrick, molestatore seriale di seminaristi e abusatore di ragazzi, l’arcivescovo Cupich risulta davvero l’uomo giusto al posto giusto!

    Inoltre, la Catholic News Agency ha riferito che lo stesso Cupich, insieme all’ex arcivescovo di Washington Wuerl, successore di McCarrick, ha lavorato al piano alternativo a quello anti-abusi elaborato dai vescovi Usa e bloccato da un intervento vaticano dell’ultima ora poco prima dell’assemblea dei vescovi degli Stati Uniti. Un’altra circostanza che ne fa l’uomo giusto al posto giusto!

    Ma non basta. Come si ricorderà, tempo fa Cupich dichiarò che il papa ha cose più importanti degli abusi di cui occuparsi, come il problema del clima o l’immigrazione.

    Invece O’Malley, che in passato prese le distanze dalla linea di Bergoglio circa la gestione della crisi degli abusi in Cile, evidentemente sarebbe stato davvero l’uomo sbagliato al posto sbagliato.

    Ed eccoci al secondo uomo giusto al posto giusto.

    Si tratta del generale dei gesuiti, padre Augusto Sosa, eletto presidente dei superiori generali di tutti gli ordini religiosi.

    L’elezione, avvenuta durante i lavori della novantunesima assemblea dell’Usg, Unione superiori generali, che si è tenuta presso la Casa Divin Maestro di Ariccia sul tema Giovani, fede e discernimento, non può che rallegrare.

    Ricorderete infatti che padre Arturo Sosa Abascal tempo fa, interrogato a proposito della comunione ai divorziati risposati, si distinse per aver autorevolmente spiegato: Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha detto veramente Gesù. A quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole. E quando poi gli si fece notare il passo evangelico di Matteo 19,3-6 (Non divida l’uomo ciò che Dio ha congiunto), Sosa autorevolmente rispose: Io mi identifico con quello che dice papa Francesco. Non si mette in dubbio, si mette a discernimento. Ecco perché i colleghi superiori devono aver automaticamente pensato: è lui l’uomo giusto al posto giusto!

    Ma crediamo che la qualifica di uomo giusto al posto giusto spetti di diritto al padre Sosa anche per altre circostanze, come, per esempio, essersi fatto fotografare in preghiera in mezzo a monaci buddisti, aver detto che il diavolo in fondo non esiste e aver scritto sull’importanza della mediazione marxista della fede cristiana.

    Ed ora il terzo uomo giusto al posto giusto.

    In questo caso non ne conosciamo il nome, ma possiamo descrivere l’accaduto grazie al racconto che ci è stato fornito da un gentile amico.

    Siamo in una chiesa in quel di Napoli ed ecco che alla fine della Santa Messa il prete, prima della benedizione, chiama all’altare un giovanotto che ha chiesto di poter ricordare un defunto.

    L’uomo dunque va, prende la parola e ringrazia. Per che cosa? Per la possibilità di ricordare suo marito.

    Ecco qui il nostro terzo uomo giusto al posto giusto! Al quale, volendo, potremmo aggiungere il signor reverendo celebrante, ma non sappiamo se, quando invitò il giovanotto per il ricordo, egli fosse al corrente dell’identità della persona che doveva essere ricordata.

    Nella nostra rubrica, gentili amici, gli uomini giusti al posto giusto in genere non sono mai più di tre, ma oggi vogliamo fare un’eccezione.

    Citiamo infatti anche sua eccellenza monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, il quale, durante un incontro con le monache di clausura, si è rivolto loro con queste nobili espressioni: Siete donne adulte! Trattate la vostra vita da adulte, non da adultere!. E tutto questo per convincere le suddette monache di clausura ad aprirsi al mondo, a non aver paura dei cambiamenti imposti dal Vaticano e a non fare resistenza di fronte alla pretesa che i monasteri perdano la loro indipendenza e autonomia.

    Crediamo che i motivi per cui monsignor Carballo è il nostro quarto uomo giusto al posto giusto siano del tutto evidenti: per la finezza del suo eloquio, per la delicatezza mostrata nei confronti delle claustrali, per la coerenza e la profondità delle sue argomentazioni.

    2.

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