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Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30
Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30
Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30
E-book171 pagine1 ora

Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30

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Info su questo ebook

Indice del n. 30

Editoriale
Il linguaggio capovolto dell’anima di Alberto Alberti

Psicosintesi Terapeutica
Giulia Dorini La film-terapia in psicosintesi
Maurizio Riccetti Analisi e supervisione di un caso clinico, presentato a un gruppo di supervisione dopo sette mesi di psicoterapia

Sviluppi teorici e applicazioni
Michele Montecucco, Walter D’Addario, Lorenzo Penco Luca Picasso Laboratorio di musica con persone senza fissa dimora: l’esperienza dell’Associazione San Marcellino di Genova

Interviste
Valeria Uga La Medicina antroposofica: guarigione come restituzione dell’Uomo alla propria esistenza. Intervista ad Andrea Pacini

Esperienze psicosintetiche
L’ESPERIENZA DELL'”APERITIVO LETTERARIO” con… MARTIN BUBER

Lettura psicosintetica ed esperenziale a cura di Rossella Cardinale
RICORDO DI GHERARDO GIORNI
di Massimo Rosselli

Recensioni
THE WALK – regia di Robert Zemeckis (USA 2015)
di Lapo Felicioni

Eventi
Alberto Alberti, PSICOSINTESI UNA CURA PARA EL ALMA
Traducciòn de charo Altable Vicario y Jean Lescouflair Lamour
Presentazione a Valenvia (Spagna) di Charo Altable

Novità editoriali
LinguaItaliano
Data di uscita31 dic 2017
ISBN9788894235838
Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30

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    Anteprima del libro

    Rivista di Psicosintesi Terapeutica n. 30 - Alberto Alberti

    RIVISTA DI PSICOSINTESI TERAPEUTICA

    Anno XV – N. 30

    Settembre 2014

    DIRETTORE RESPONSABILE

    Alberto Alberti

    COMITATO DI REDAZIONE

    Donella Bramanti, Catia Camarri, Linda Cecconi, Filippo Conti, Lapo Felicioni, Alberto Nannicini, Stefania Romano

    COMITATO DI REFEREE

    Carla Fani, Virgilio Niccolai, Massimo Rosselli

    COMITATO SCIENTIFICO

    Andrea Bocconi, Gianni Y. Dattilo, Daniele De Paolis, Piero Ferrucci

    SEGRETERIA DI REDAZIONE

    Lidia Valentini

    TRADUZIONI

    Carla Casini

    COLLABORAZIONI CON L’ESTERO

    Chiara Lam Nang

    SITO INTERNET E FORMATO ELETTRONICO

    Francesca Morbidelli

    EDIZIONI S.I.P.T.

    Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica Firenze

    COSTI E ABBONAMENTO

    La «Rivista di Psicosintesi Terapeutica» ha pubblicazione semestrale. Iscrizione N. 4922 del 05.01.2000 dell’Elenco della Stampa Periodica del Tribunale di Firenze.

    La quota associativa annuale alla SIPT e le quote d’iscrizione come allievi della Scuola di Psicoterapia Psicosintetica o della Scuola di Counselling Psicosintetico danno diritto all’invio gratuito della rivista.

    Il costo di ogni singolo numero della rivista è di Euro 13,00. La rivista è disponibile anche in versione digitale.

    Illustrazione di copertina: Auguste e Louis Lumière (foto). Chiuso in tipografia il 5 Maggio 2016.

    INDICE

    EDITORIALE

    Alberto Alberti

    Il linguaggio capovolto dell’anima

    PSICOSINTESI TERAPEUTICA

    Giulia Dorini

    La film-terapia in psicosintesi

    Maurizio Riccetti

    Analisi e supervisione di un caso clinico, presentato a un gruppo di supervisione dopo sette mesi di psicoterapia

    SVILUPPI TEORICI E APPLICAZIONI

    Michele Montecucco, Walter D’Addario, Lorenzo Penco, Luca Picasso

    Laboratorio di musica con persone senza fissa dimora: l’esperienza dell’Associazione San Marcellino di Genova

    INTERVISTE

    Valeria Uga

    La Medicina Antroposofica: guarigione come restituzione dell’Uomo alla propria essenza.

    Intervista ad Andrea Pacini

    ESPERIENZE PSICOSINTETICHE

    L’ESPERIENZA DELL’APERITIVO LETTERARIO ... CON MARTIN BUBER

    LETTURA PSICOSINTETICA ED ESPERIENZIALE

    a cura di Rossella Cardinale

    RICORDO DI GHERARDO GIORNI

    di Massimo Rosselli

    RECENSIONI

    «THE WALK» — regia di Robert Zemeckis (USA, 2015)

    di Lapo Felicioni

    EVENTI

    Alberto Alberti, «PSICOSÍNTESIS. UNA CURA PARA EL ALMA»

    Traducción de Charo Altable Vicario y Jean Lescouflair Lamour

    Presentazione a Valencia (Spagna) di Charo Altable

    NOVITÀ EDITORIALI

    EDITORIALE

    Il linguaggio capovolto dell’anima

    Un aspetto importante e specifico della psicoterapia in ottica psicosintetica è la creazione di un clima relazionale positivo, nel cui ambito possa realizzarsi, attraverso degli scambi energetici tra l’uomo che soffre e l’uomo che cura, un processo alchemico di sintesi sia a livello cosciente che inconscio.

    L’uomo paziente immette nel setting della relazione terapeutica i suoi elementi di sofferenza e/o patologia e, attraverso gli spazi interpsichici e collettivi, cerca di farli arrivare e risuonare nell’animo dell’uomo terapeuta (risonanza), con la finalità inconscia di farsi sentire, comprendere e aiutare. Chi cura ha il compito di accogliere le parti di sofferenza ricevute e metabolizzarle in sé, utilizzando le proprie qualità spirituali, per poi restituirle trasmutate in forme più comprensibili, tollerabili e dotate di senso.

    Ma l’uomo paziente non chiede soltanto di essere aiutato a lenire e comprendere la sua sofferenza. Attraverso il linguaggio del dolore e le distorsioni della patologia egli comunica anche, segretamente, i liberi sentimenti dell’anima, che in passato furono feriti e mortificati, nella speranza che possano essere finalmente riconosciuti, confermati e condivisi.

    Si può ipotizzare che il paziente si sia trovato, in condizione di solitudine, di fronte a una sofferenza troppo grande per riuscire a viverla come opportunità di crescita, e abbia allora inconsciamente scelto la patologia come mezzo per soffrire meno. In tal modo ha realizzato una sintesi ristretta, statica e regressiva, risultato certo relativo, ma di gran lunga migliore del caos e della disorganizzazione psichica.

    I sentimenti mortificati sono rimasti avvolti dal dolore e sepolti sotto la costruzione patologica. Ma non si sono del tutto estinti. Sono pronti a rianimarsi, se vengono in qualche modo visti e riconosciuti da uno sguardo empatico e amorevole che – attraversando la sofferenza – li raggiunga senza ferire.

    L’uomo paziente, pur avendo paura di ricevere nuove ferite e non potendo mai fidarsi del tutto, è in grado di comprendere se il terapeuta che gli

    sta di fronte è persona degna e se può veramente essere in grado di aiutarlo. In tal caso allora cerca di far sentire la voce della sua anima, utilizzando il linguaggio deformante della patologia. Attraverso le ferite egli comunica anche ciò che è stato ferito, i suoi sentimenti mortificati, rimasti racchiusi all’interno della costruzione morbosa.

    I sentimenti dell’anima vengono comunicati dal paziente attraverso emozioni, pensieri e gesti che sono in generale opposti a essi. Parliamo, in questo caso, di linguaggio capovolto dell’anima. L’abilità del terapeuta è di saper leggere e tradurre questo linguaggio. Per riuscire a fare ciò, egli deve ricevere e attraversare la sofferenza, ma poi superarla e andare oltre, arrivare al sentimento sottostante la patologia, accoglierlo con empatia e amore, confermarlo e condividerlo.

    Il dolore, la tristezza, la depressione che il paziente comunica al terapeuta, facendoglieli sentire dentro, altro non sono che la sua gioia, che in passato fu derisa, umiliata e mortificata; la rabbia, l’aggressività, l’odio che egli fa risuonare nell’animo di chi lo cura non sono altro che il suo amore che non fu amato; e così le sue paure sono il suo coraggio, che in passato non fu incoraggiato; i suoi momenti di disperazione sono le speranze deluse, la fiducia tradita, i sogni infranti; la solitudine, la spinta a isolarsi sono semplicemente la sua voglia di comunicare, di stare con gli altri, che in passato fu respinta e disconfermata; i suoi vissuti di colpa e di vergogna sono la sua innocenza originaria, la sua purezza, un tempo abusata, calpestata, contaminata; e infine quel senso di morte che spesso si avverte nel setting della relazione terapeutica altro non è che la voglia di vivere del paziente, frustrata e non condivisa.

    L’uomo terapeuta ha così a disposizione questa importante chiave di lettura per comprendere il linguaggio di sofferenza dell’anima. Egli ha il compito di formarsi nella funzione specifica di traduttore: deve affinare la sua sensibilità e recettività e allenarsi ad ascoltare la voce dell’anima dell’uomo paziente, il suo canto libero, i suoi liberi sentimenti, comunicati attraverso la strozzatura e il capovolgimento del dolore e della patologia.

    Alberto Alberti

    PSICOSINTESI TERAPEUTICA

    Giulia Dorini

    LA FILM-TERAPIA IN PSICOSINTESI

    Maurizio Riccetti

    ANALISI E SUPERVISIONE DI UN CASO CLINICO, PRESENTATO A UN GRUPPO DI SUPERVISIONE DOPO SETTE MESI DI PSICOTERAPIA

    LA FILM-TERAPIA IN PSICOSINTESI

    Giulia Dorini


    Psicologa, psicoterapeuta SIPT, Grosseto.

    Indirizzo per la corrispondenza: giuliadorini@hotmail.com


    Psychotherapy means growth, development, transition from one life form to another different and better one. Psychotherapy means also change, that becomes possible when the patient undergoes a training which can solve his basic conflicting knots through their integration into a conscious level. In 1967 Jung called active imagination a mental activity that can produce spontaneous images. The patient keeps his eyes closed while he projects these images in his dark visual space.

    This technique is an interesting way of therapeutic communication, used throughout the analytic sessions, in which the patient does not remember dreams or has nothing to say. Through it, you can get a generous amount of subconscious material, released effortlessly from the subject.

    In our modern days, the movie therapy technique was mentioned already in early times by Assagioli in 1973. Nevertheless, it is quite an interesting opportunity to change the pathological process of identification and to replace it with a positive one, based on the phantasmatic world of the patient.

    Keywords: images, symbols, metaphors, sub-personalities, identificationdisidentification, awareness, movie-therapy.

    Psicoterapia significa crescita, sviluppo, passaggio da una forma di vita a una diversa e migliore, in una parola cambiamento, che diventa possibile quando il paziente si sottopone a un training riuscendo a risolvere i suoi nodi conflittuali di base integrandoli a livello cosciente. Jung (1967) definiva l’immaginazione attiva come un’attività mentale produttrice di immagini spontanee, che il paziente, a occhi chiusi, proietta nel suo spazio visivo buio.

    Tale tecnica è un interessante mezzo di comunicazione terapeutica, utilizzata in corso di sedute analitiche durante le quali il paziente non ricorda i sogni o non ha nulla da dire. Grazie a essa è possibile ottenere un ricco materiale di natura inconscia liberato senza sforzi penosi da parte del soggetto in trattamento.

    Pertanto in un’epoca moderna la tecnica della film-terapia citata anche da un Assagioli (1973) precursore, fondandosi sul mondo fantasmatico del paziente, offre notevoli e interessanti possibilità per modificare un processo di identificazione patologico e ristrutturarne uno positivo.


    Parole chiave: immagini, simboli, metafore, sub-personalità, identificazionedisidentificazione, consapevolezza, film-terapia.

    L’IMMAGINE MENTALE DIVENTA TRAMA DI UN FILM. ASPETTI CLINICI DELLA VISIONE CINEMATOGRAFICA

    «La contraddizione che tanto sconcerta il modo di pensare ordinario, deriva dal fatto che dobbiamo usare il linguaggio per comunicare la nostra esperienza interiore, la quale per sua stessa natura trascende la possibilità della lingua.»

    D.T. Suzuki

    Le prime ricerche effettuate sulla film-terapia hanno affrontato il tema della relazione esistente tra il cinema come strumento e l’ipnosi come tecnica di indagine dell’inconscio. Nel processo ipnotico la realizzazione dell’ideoplasia (idea, immagine mentale in grado di produrre

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