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Chiari di saggezza. Per essere più felici e consapevoli
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E-book90 pagine42 minuti

Chiari di saggezza. Per essere più felici e consapevoli

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Info su questo ebook

Dall'antica sapienza orientale un aiuto per la nostra vita di tutti i giorni, una raccolta di profondi ed utili suggerimenti per affrontare le difficoltà che la nostra esistenza quotidianamente ci riserva..., secondo l'esperienza pluriennale di un medico occidentale a contatto con le tradizioni spirituali del'Oriente. Dalla prefazione: alleviare la sofferenza umana è possibile? Si. Esiste una quota soggettiva di sofferenza che possiamo eliminare, usando la mente nel modo giusto. Ovviamente tutti conosciamo il dolore causato dalla perdita di una persona cara o quello che deriva da un problema fisico, ma questo tipo di sofferenza è motivata e richiede trattamenti specifici che non rientrano in questo contesto. Qui si vuole prendere in considerazione la sofferenza inutile che noi stessi ci procuriamo con atteggiamenti mentali errati, che possiamo correggere. Vediamo alcuni esempi: rimuginare sul passato con risentimento o rimpianto oppure vivere ansiosamente proiettati nel futuro, vale a dire, dimentichi dell'unica realtà autentica , quella del presente, ci "trasferiamo" in una dimensione artificiale, puramente mentale, quella del passato che non c'è più o del futuro che è pura fantasia, soffrendo di conseguenza. Ancora un altro atteggiamento sbagliato: l'abitudine di valutare negativamente le proprie capacità e possibilità, per una sorta di automatismo mentale, quasi autolesionista, che condiziona e limita lo sviluppo delle proprie potenzialità. Fissarsi su pensieri ed emozioni, con il tormento che ne consegue, rappresenta un ulteriore caso di sofferenza mentale "autoindotta" in quanto, nella condizione naturale della nostra esistenza, siamo continuamente pervasi da un flusso mutevole e fugace di pensieri, sia positivi che negativi, associati alle relative emozioni, che sorgono e svaniscono spontaneamente: siamo noi che li "afferriamo" bloccandoli, aumentandone, così, la consistenza ed il peso che possono avere nella nostra vita.

Facile a dirsi? Tendenze troppo radicate da superare? No, se ci alleniamo nel modo corretto e con un minimo di tenacia; del resto il raggiungimento dell'obiettivo, in questo caso, ha un riscontro immediato in termini di riduzione della sofferenza!

Tutti noi sperimenteremo stati mentali più liberi e gratificanti se porremo in atto quegli accorgimenti, qui descritti, utili per superare gli ostacoli che ci separano da una maggiore felicità.

Questo libro è per tutti, indipendentemente dal credo ed orientamento culturale, e non richiede scelte di tipo religioso o filosofico; rappresenta la sintesi di conoscenze maturate, in un arco temporale di circa quarant'anni, nell'incontro tra un medico occidentale di formazione olistica ed il pensiero orientale, così come tramandato da alcuni dei suoi più prestigiosi esponenti, secondo importanti tradizioni dell'India, Tibet e Cina.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2018
ISBN9788827804803
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    Anteprima del libro

    Chiari di saggezza. Per essere più felici e consapevoli - Vincenzo Mengano

    DALL’INTUIZIONE.

    ESSERE CONSAPEVOLI: la dimensione del presente

    "Essere nell’istante presente, non distratti" (Chogyal Namkhai Norbu)*.

    Essere concentrati nel presente, senza inseguire futili pensieri, rappresenta una condizione indispensabile per affrontare la vita al meglio, con più serenità ed efficienza. Invece, che cosa accade di solito ? Siamo costantemente distratti dalle nostre creazioni mentali, i pensieri, che ci proiettano in altri tempi e luoghi, separandoci dalla realtà, da ciò che è, facendoci vivere in una dimensione irreale, illusoria, il mondo dei pensieri appunto, che, spesso, ci procura una notevole quota di sofferenza del tutto gratuita e quella si, autentica! Se, al contrario, ci focalizziamo sul presente, risveglieremo, così, la nostra consapevolezza che ci riporterà al mondo reale del qui e ora e la mente non vagherà più senza meta da un pensiero all’altro, da un'immaginazione all'altra, come una scimmia che salta da un ramo all’altro, per citare un vecchio detto orientale, con grande beneficio. "Presenti, non distratti" dai pensieri, sarà come tornare in sé stessi, nel proprio corpo, come riprendersi da uno stato di semi incoscienza ed infatti, ogni istante della vita che passiamo distratti è come perso, mentre ogni istante della vita in cui siamo presenti è pienamente vissuto!

    Quando siamo presenti i nostri sensi, la visione, l’udito, l’olfatto, il gusto, la sensibilità corporea, sono totalmente attivi e connettono la mente alla situazione reale del momento. Ovvio? Già accade naturalmente? Non è del tutto vero! Prendiamo ad esempio la visione, così importante: vediamo realmente quando stiamo guardando o la nostra mente vaga altrove mentre volgiamo lo sguardo, non cogliendo appieno l’oggetto della visione? Facciamo questo esercizio, proviamo ad osservare con più intensità e chiarezza quello che ci circonda, tranquillamente, con precisione, come per mettere a fuoco la nostra visione...così la nebbia dei nostri pensieri, che ci separa dalla realtà, si dipanerà e gli oggetti, appariranno più definiti, più netti mentre la mente non girovagherà più per altre dimensioni immaginarie, non interpreterà o giudicherà più la realtà ma ne prenderà atto semplicemente di così com’è, autentica, vera!

    Nello stesso tempo noteremo che, durante tale osservazione diretta e acuta, cessa anche quell'inutile, perenne, chiaccherio mentale di fondo e sperimenteremo così uno stato di chiarezza, di "risveglio" dalla nostra condizione offuscata.

    Padmasambhava**, una figura di spicco della spiritualità tibetana, viene spesso raffigurato (vedi foto pag.14) con un’espressione in cui gli occhi sono ben aperti , quasi forzando lo sguardo, ad indicare proprio quell’atto di osservare chiaramente la realtà penetrando la foschia dei pensieri per attingere ad uno "stato originario di nuda percezione" o percezione diretta, viva della realtà, senza inutili sovrapposizioni concettuali.

    Ricordiamocelo ogni volta che ci sentiamo tristi, angosciati, scontenti, a disagio senza motivi apparenti: in realtà stiamo avvertendo questo senso di malessere perché siamo adombrati da pensieri astratti, vere elucubrazioni su ciò che è stato o ciò che sarà …, allora, guardiamo veramente ciò che è, ciò che ci circonda, apriamo bene gli occhi, forziamo per qualche istante lo sguardo e magicamente cesserà tale inutile sofferenza. Questo vale anche per gli altri sensi: udire, odorare, gustare e percepire le sensazioni, in piena consapevolezza, ci riporta alla dimensione autentica del qui e ora; certo, la visione è più potente per raggiungere questo obiettivo.

    Personalmente ho verificato quanto sia utile essere concentrati nel presente, anche in condizioni drammatiche, per restare in vita o alleviare la mia sofferenza.

    Padmasambhava


    * Chogyal Namkhai Norbu (1938), tibetano, maestro spirituale eccelso, insegna lo Dzogchen - la Grande Perfezione che rappresenta la vera natura della mente - in tutto il mondo; negli anni '60 si è trasferito in Italia ed è stato docente presso l'Università di Napoli; ha anche al suo attivo numerosi studi sulla storia e cultura del Tibet antico ed ha contribuito alla diffusione, in Occidente, delle conoscenze sulla Medicina Tibetana.

    ** Padmasambhava conosciuto anche come Guru Rinpochè Maestro Prezioso, ha diffuso il Buddismo, secondo la tradizione Vajrayana (vedi nota nel capitolo seguente), in Tibet nell'VIII secolo d.C. adattandolo alla cultura e spiritualità locali; ha lasciato importanti insegnamenti, anche postumi, sulla natura della mente (Dzogchen); viene considerato dai suoi discepoli come il Buddha dei nostri tempi.

    COME MANTENERE LA PRESENZA MENTALE: seguendo il respiro

    Un abile mezzo che ci permette di restare il più possibile presenti nella realtà è la "consapevolezza del respiro o anapanasati" insegnato da Buddha Shakyamuni*, come viene descritta dettagliatamente, secondo l’esperienza dell’autore, nell’appendice di questo libro. La nostra mente è sempre attiva, pronta a cogliere spunti per potere elaborare, associare, sviluppare pensieri, concetti che nella grande maggioranza dei casi non hanno alcun valore pratico, operativo, alcuna utilità, ma che, tuttavia, non vanno avversati perché rappresentano semplicemente il riflesso del funzionamento fisiologico della mente che risponde agli input provenienti dall’esterno o dal nostro mondo interiore fatto di ricordi, emozioni, anticipazioni ... Naturalmente non tutti i pensieri sono inutili, ci sono quelli legati ad un obiettivo, un progetto, un’azione, una comprensione che ci permettono di fare delle scelte oculate nella vita; più avanti si fa la distinzione tra pensieri utili e pensieri parassiti.

    Comunque, l’atteggiamento mentale giusto è costituito dal riconoscere i pensieri al loro sorgere e non seguire quelli inutili, non finalizzati; ma un conto è dirlo, un conto è metterlo in pratica, a causa delle nostre tendenze abituali e solo con la presenza mentale possiamo realizzare ciò. Allora come riuscire ad essere presenti il più possibile?

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