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Una classe di supereroi
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E-book130 pagine1 ora

Una classe di supereroi

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Info su questo ebook

Un racconto di piccoli e grandi eroi e alieni dispettosi.
Cosa succede quando l’alieno più cattivo tra i cattivi manda sulla Terra il proprio figlio a cercare il discendente di un umano per attuare un piano folle? Succede che la cugina di questo cattivo arriva sulla Terra per fermarlo! E da chi può farsi aiutare se non dai bambini umani di una seconda elementare?
Tra coraggiosi duelli, simpatiche situazioni e veri e propri atti di eroismo, riusciranno i nostri piccoli eroi a sconfiggere i cattivi?
Non resta che farvi coinvolgere dai piccoli protagonisti e vedere come va a finire questo planetario scontro.
LinguaItaliano
EditoreKubera
Data di uscita9 apr 2018
ISBN9788828303350
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    Anteprima del libro

    Una classe di supereroi - Vanessa Quarantacinque

    Ringraziamenti

    CAPITOLO 1

    BILÙ

    – Pronti con il dettato, bambini? – disse la maestra Luisa.

    I bambini presero i quaderni, già sospirando all’idea di avere un altro incontro con il loro nemico numero uno: l’uso delle doppie! Per quanto si sforzassero, proprio non riuscivano a capire quando usarle e quando no.

    Rachele ne era letteralmente spaventata. Ne parlava spesso con le sue compagne a ricreazione; un giorno sembrava aver avuto un’ottima idea: – Impariamo a memoria tutte le parole con le doppie!

    – Bella idea – disse Eliana sarcastica. – Hai idea di quante parole con le doppie ci siano nella lingua italiana?

    – Meglio la mia lingua, il rumeno – intervenne Denisa. – Da noi le doppie non si usano, problema risolto! – E scoppiarono tutte e tre a ridere.

    La maestra Luisa richiamò Rachele alla realtà ed iniziò a dettare: – La mamma…

    – Questa parola è sicuro abbia la doppia – pensò Rachele.

    – …cuoce lo spezzatino per cena – continuò la maestra.

    – Lo spezzatino? E ti pareva! Non poteva cuocere un semplice te-ne-ro-ne? Questa parola si che è sicuro non abbia le doppie!

    – Spe-zat-ti-no?

    Spe-za-tin-no?

    Spez-zat-tin-no?

    Come si scriveva?

    Rachele stava già sudando! Ed erano solo alla prima frase, non poteva farcela, aveva bisogno di aiuto, prese tutto il suo coraggio ed alzò timidamente la mano.

    – Sì Rachele, dimmi – disse la maestra, già sapendo cosa voleva chiederle.

    Tutta la classe disse insieme a lei: – Maestra, ci vuole la doppia? Tutti scoppiarono a ridere e Rachele abbassò lo sguardo per la vergogna.

    Ad un certo punto si rese conto che non si sentiva più volare una mosca; alzò lo sguardo e vide la maestra Luisa immobile con la bocca aperta, l’indice della mano protesa verso di lei, che la fissava come se stesse per rimproverarla, ma era fissa, come una statua, impietrita!

    Allora si guardò intorno e vide tutti i suoi compagni a bocca aperta, che fissavano un punto sopra la lavagna; girò anche lei lo sguardo verso quel punto, lentamente, non sapendo cosa aspettarsi. Paura ed eccitazione le facevano battere il cuore. Aveva timore di cosa avesse potuto ridurre la maestra ad uno stoccafisso, ma dall’altra parte era curiosa di scoprire cosa fosse, perché qualcuno che blocca la maestra all’inizio del dettato non può che essere un amico!

    Girare lo sguardo e restare a fissare a bocca aperta come i suoi compagni fu un tutt’uno!

    Eccolo lì!

    Un esserino piccolo e tondo, tutto arancione con due grandi

    occhioni dolci, un gran sorriso stampato in faccia e due piccole orecchie sulla testa; non aveva un corpo vero e proprio, in realtà era solo un viso da cui partivano delle piccole braccia con due adorabili manine a tre dita e piccole gambe con piedini a tre dita. Tra le due orecchie aveva un bellissimo fiocco verde con una pietra al centro, simile ad un bottone perlato.

    Era veramente graziosa!

    Vedendo che tutti la stavano fissando a bocca aperta, disse: – Bulì bilì bena bu… – poi spinse la pietra al centro del fiocco e riprovò: – Buongiorno bambini! – Sì, così andava decisamente meglio! – Mi chiamò Bilù e vengo dal pianeta Bilalù, che si trova a cento miliardi di milioni di anni luce dal vostro pianeta.

    I bambini allora gridarono in coro: – Ciao Bilù!

    Matteo chiese: – Bilù, come mai sei qui?

    Subito anche Manila disse: – Sei stata tu a rendere la maestra Luisa come una statua?

    Adriano aggiunse: – Puoi farla tornare come prima?

    Bilù rispose: – Cari bambini, ascoltatemi per qualche minuto e risponderò a tutte le vostre domande. Per prima cosa voglio tranquillizzarvi in merito alla vostra cara maestra, appena vi avrò spiegato tutto e sarò andata via, la maestra riprenderà a parlare come prima, non saprà quello che è successo, per lei sarà come se il tempo non si fosse mai fermato.

    Allora Simone S. disse: – Non c’è fretta Bilù, spiega tutto con calma, non stavamo facendo niente di interessante. – E si sedette comodamente sulla sedia, pronto ad ascoltare cosa ci facesse un alieno nella loro classe.

    Bilù iniziò il suo racconto.

    – Sono stata mandata qui sulla Terra da mia mamma e sua sorella, mia zia, per cercare mio cugino Batù; lui è scappato da Bilalù due giorni fa e solo oggi siamo riusciti a localizzarlo. Più di mille anni fa un guerriero della vostra razza, che si chiamava Antropo, si mise in combutta con un certo Bitù, un antenato del papà di Batù, con lo scopo di conquistare sia la Terra che Bilalù e diventare i padroni dei loro mondi. Purtroppo questi due esseri malvagi erano anche molto intelligenti e riuscirono a creare uno specchio diabolico, chiunque ci si specchiasse, umano o bilalubiano che fosse, immediatamente perdeva la sua capacità di decidere qualsiasi cosa, nel bene e nel male, era completamente assuefatto alla volontà del suo padrone. Prima che fosse troppo tardi, un altro umano, di nome Grasi, e un bilalubiano, di nome Belù, unirono le loro forze e riuscirono a rubare lo specchio diabolico e a nasconderlo in un lontano pianeta della galassia.

    Di recente il penultimo discendente di Belù è morto e prima di morire ha dato a suo figlio un oggetto molto importante: la metà di un ciondolo che rappresenta la mappa dell’intero universo; se dovesse mai unirsi all’altra metà, svelerebbe il pianeta dove è nascosto lo specchio diabolico; questa sarebbe la fine per il nostro popolo ed anche per il vostro! Stavolta non avremmo la certezza di riuscire a sconfiggere il male!

    Purtroppo la famiglia del padre di mio cugino è da molte generazioni alla ricerca del ciondolo; si è già impossessato della metà del ciondolo del discendente bilalubiano ed ora ha localizzato l’altra metà: il discendente di Grasi è uno di voi! Io e la mia famiglia siamo sicuri che Batù sia stato mandato qui sulla Terra per identificare questo discendente e farsi consegnare la metà

    del ciondolo in suo possesso. Il loro scopo è riunire le due parti del ciondolo e scoprire così dove è nascosto lo specchio diabolico, prenderlo ed attuare il loro piano!

    Ho bisogno del vostro aiuto, bambini, per fermarlo.

    I bambini, che fino ad allora erano stati zitti ad ascoltare questa storia pazzesca, iniziarono a tempestare Bilù di domande.

    Sara T. chiese: – Bilù, secondo me, è tutto molto facile: chiediamo ai nostri genitori chi di loro è il discendente di Grasi, ci facciamo dare la metà del ciondolo e andiamo a distruggere lo specchio diabolico!

    Bilù rispose: – Magari tesoro fosse così facile! Purtroppo il discendente di Grasi non si ricorda di esserlo se non quando sta per morire. Solo in quel momento si ricorderà chi è, vi farà chiamare e vi racconterà tutta la storia; vi dirà dove trovare la metà del ciondolo e vi dirà di nasconderlo al sicuro; non appena lo avrete fatto, anche voi ve ne dimenticherete, fino al momento in cui starete per morire!

    Simone C. chiese: – Vuoi dire che uno dei nostri genitori o dei nostri nonni ha nascosto il ciondolo e non se lo ricorda?

    – Esattamente – disse Bilù in tono dimesso.

    Thomas intervenne: – Bilù, noi ti aiuteremo, dicci solo come possiamo fare.

    Sara O. disse: – Bilù, noi non abbiamo mai visto tuo cugino; sei sicura che sia venuto qui a cercarci?

    Bilù rispose: – Sì, lo abbiamo localizzato qui. Ha trovato il discendente di Antropo, un bambino di nome Christian, e lo sta portando in questa scuola. Christian non sa niente della sua storia, è una vittima innocente. Batù ha con sé un congegno a forma di farfallino e con questo strumento riuscirà ad usare Christian, privandolo della sua volontà e facendogli fare tutto quello che desidera; lo userà per scoprire chi di voi è il discendente di Grasi e farsi consegnare la metà del ciondolo.

    Daniel allora disse: – E come pensa di fare visto che non ce lo ricordiamo?

    Bilù spiegò: – Una volta scoperto chi di voi è il discendente di Grasi, potrà ipnotizzare uno dei vostri genitori o uno dei vostri nonni e farsi dire dove ha nascosto il ciondolo.

    Asia disse: – Oddio, dobbiamo assolutamente fermarlo! Ma come faremo?

    Intervenne Adelin dicendo: – Ho un’idea! Decidiamo una parola d’ordine da pronunciare quando avremo bisogno dell’aiuto di Bilù! Lei fermerà il tempo e ci aiuterà! Che ne pensate?

    – Ottima idea! – risposero tutti in coro.

    – Maestra, ci vuole la doppia? – urlò Riccardo. Tutti lo guardarono incuriositi e lui disse: – Sarà questa la parola d’ordine! Perché è la frase che noi tutti pronunciamo più spesso.

    Be’, non gli si poteva proprio dare torto.

    Bilù ringraziò i bambini, li salutò e sparì in una nuvoletta di vapore rosa.

    Immediatamente la maestra Luisa riprese vita e disse: – Rachele, devi sapere da sola se la parola spezzatino ha le doppie o

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