Le storie dei sassi
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Mentre si sviluppa alla ricerca dei segreti dei sassi, la storia insegna un approccio metodologico, semplice ma concreto alla ricerca scientifica, all’ecologia, alla conoscenza della natura, ai valori fondamentali dell’amicizia e della solidarietà, stimolando la curiosità e la voglia di conoscere e provare tipica dei bambini.
I sassi parlano, la natura comunica, basta saper guardare ed ascoltare per rendersi conto di essere parte di un unico tutto. Anche i genitori possono re-imparare qualcosa che conoscevano ma hanno dimenticato.
Gli agenti segreti del Gran consiglio degli Esseri Viventi e che Esistono, avranno un bel daffare per affrontare la sfida superando anche alcune comuni paure e scoprendo che anche la fantasia è realtà: un dono della natura.
Adatto ai bambini fino ai dieci, dodici anni e se li hanno, ai loro fratelli più piccoli.
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Anteprima del libro
Le storie dei sassi - Antonio Balzani
FANGO
NONNO RACCONTACI UNA STORIA
- Nonno, nonno, raccontaci una storia…per favore.
Enrica e Roberto sono due fratellini e come tutti i bambini non vogliono mai andare a letto anche se cadono dal sonno.
La loro mente è sempre sveglia e prima di dormire hanno bisogno di una storia, una favola che li guidi al mondo dei sogni. Il nonno naturalmente non vede l’ora di accontentarli perché si sa: il mondo dei bambini è un mondo magico da cui i grandi sono esclusi.
I papà e le mamme sono sempre impegnati con il lavoro, i problemi dei grandi e hanno perso la magia mentre i nonni che hanno vissuto tanto tempo, ora che sono diventati anziani non devono più pensare solo ai problemi dei grandi e si ricordano di come era il mondo dei bambini.
Lo dicono tutti che invecchiando si ritorna un po' bambini! I nonni, ogni tanto, ma non sempre, possono entrare nel mondo magico se gli viene chiesto e possono vedere e sentire le cose che vedono e sentono i bambini.
- Sapete bambini, - dice il nonno - voi siete fortunati. Siete grandi maghi e possedete la magia; anche io la possedevo una volta ma poi sono diventato grande e l’ho dimenticata.
- Ma tu conosci tante storie nonno e anche la nonna.
- Anche la mamma e il papà le conoscono.
- Sì, ma loro non se le ricordano come te.
- Avete ragione, sono diventati grandi. Quando si diventa grandi cambia tutto.
- Ma allora si perde la magia e non si ricordano più le storie? - Ma anche noi siamo grandi!
- È vero, siete diventati grandi, è per questo che vi piacciono le storie.
- Vedete, ai bambini molto piccoli non servono le storie, le favole, perché sono piccoli e non capiscono ma poi, piano piano, si diventa grandi e allora tutti vogliamo le storie, solo che quando si diventa molto grandi non bastano le favole corte. Più grandi siete più lunghe devono essere le storie. Allora servono i libri che le contengono, altrimenti sarebbero troppo lunghe per ricordarsele.
A cosa serve una favola se non ve la potete ricordare?
- Hai ragione nonno, la mamma infatti ci legge sempre i libri
- Esatto: i libri aiutano a ricordare ma bisogna saperli leggere: voi sapete leggere?
- Io sì – dice Enrica che a scuola ormai va in quinta elementare
- Io so leggere tutto l’alfabeto e le parole scritte grandi - dice Roberto che è più piccolino e quest’anno andrà solo in seconda.
- Brava - risponde il nonno – L’alfabeto serve per scrivere le parole che sono tante e conoscerlo permette di leggerle.
- Quante sono le parole? – chiede Roberto.
- Tante, veramente tantissime, tante come le stelle nel cielo: vi faccio vedere Il nonno prende un grosso libro dallo scaffale e lo apre. – Cosa dice il titolo? – chiede il nonno.
- Enciclopedia - legge Enrica.
- En-ci-clo-pe-dia - legge anche Roberto.
- L’enciclopedia contiene tantissime storie e tutte insieme sono la storia del mondo - dice il nonno.
- Quante sono – esclamano sbalorditi Enrica e Roberto - e sono scritte piccole piccole.
- È come per i sassi - dice il nonno: più sono numerosi e più piccoli diventano!
- Ci racconti la storia dei sassi?
- Non stasera, un’altra volta. Ora è quasi ora di dormire. Se vi faccio stare svegli ancora poi la mamma mi sgrida. Questa che vi racconterò sarà una storia molto lunga, ci vorranno molti giorni ma credo che vi piacerà.
I SASSI PARLANO?
- Nonno, tu ci racconti le storie ma alcuni miei amici non hanno il nonno e neanche la nonna: a loro chi le racconta? – chiede Enrica.
- Tutti hanno i nonni – risponde, anzi ne hanno quattro. Quattro per ogni bambino.
- Loro no – insiste Enrica. - I loro nonni non ci sono più, sono in paradiso.
- È vero, non ci avevo pensato, ma non è un problema: vi ho detto che i bambini sono grandi maghi, no? Tutti i bambini possono parlare con tutto quello che esiste al mondo, e quando dormono poi possono sognare e il sogno diventa vero, così possono parlare, in sogno, con i nonni in paradiso che anche se non li vedono gli sono sempre vicini perché gli volevano bene; e nel sogno loro raccontano le loro storie e i bambini fanno sogni bellissimi.
- Sarà ma i sassi non parlano! – dice Roberto.
- E dai con questi sassi, - risponde il nonno. Ma neanche i soldatini e le bambole, l’orsacchiotto e i puffi parlano, almeno non con me ma invece con voi parlano no? Vi ho visti che chiacchieravate l’altro giorno.
- Ma noo, facciamo solo finta.
- Non è vero, è questa la magia dei bambini, voi non fate finta, voi ci parlate davvero con i vostri amici, che siano bambolotti o uccellini o scoiattoli o lupi e poi fate finta che non sia vero per fare i grandi. Loro sì, i grandi, non possono più parlarci. Bisogna sapere come si fa e loro non se lo ricordano.
- Ma allora quando saremo grandi non potremo più giocare? – chiede Roberto.
- Ma si, continuerete a giocare e a leggere le storie, grandi storie, lunghissime, solo che non potrete più parlare con le bambole e gli animali, l’erba i fiori.
- La mamma ci parla sempre con le piante – precisa Enrica puntigliosa.
- Hai ragione, lo so. Le mamme… sono mamme, sono diverse, sono… di più! Anche loro sono sempre un po' maghe anche se in modo diverso: è perché ci siete voi a ricordargli la magia.
- Ma domani ci racconti la storia di un sasso? – Roberto che non molla la presa.
- E dai con questo sasso ma cosa avrà di così speciale da essere così importante? Va bene, va bene, adesso dormite, chiudete gli occhi che ho visto passare Corvonero.
IL CONSIGLIO DI TUTTE LE COSE VIVENTI ED ESISTENTI
CORVONERO E LENZUOLOSTRACCIO
- Nonno, nonno, sono stato al consiglio degli animali del sogno. Ho visto la bandierina sulla casetta degli uccellini che è il segnale di adunata e allora ho sognato di andare là. Ho fatto come tu mi hai insegnato. Erano tutti sotto l’albero grande, quello delle ciliege dove mi arrampico d’estate, quello dove vanno tutti gli uccelli a beccare le ciliege. C’erano tutti, proprio tutti: i passerotti i colombi la ghiandaia, c’era anche la tortorella dal collare che non è ancora partita per l’inverno e il coniglio con il leprotto, il cane bianco. C’erano perfino gli insetti, i grilli, le formiche: c’erano proprio tutti. Anche l’erba e le fragole c’erano e volevano parlare: proprio loro avevano convocato il consiglio. Ah, questa volta c’era anche il gufo bianco.
- Il barbagianni - disse il nonno, - strano, di solito non partecipa se non c’è qualcosa di importante da decidere.
- C’erano perfino Corvonero e Lenzuolo straccio.
- Anche loro? E cosa volevano discutere di così importante da mettere la bandierina per chiamare tutti?
- Dei sassi.
- Dei sassi?
- Sì, dei sassi! – L’erba e le fragole dicevano che anche loro, i sassi, avevano diritto di partecipare al Consiglio perché anche loro fanno parte della natura, vivono una vita e hanno delle storie da raccontare.
- Ah
- Ma io non credo che sia vero, non ho mai sentito che i sassi parlino o raccontino delle storie.
- Anche gli uccelli e gli animali la pensavano come me. Abbiamo deciso di chiedere agli anziani per sapere cosa ne pensavano loro. - Sbagli - rispose il nonno. – Hanno ragione l’erba e le fragole. Avete fatto bene a sospendere il giudizio.
- Ma come nonno: i sassi non parlano, se ne stanno lì appoggiati in terra, non possono raccontare storie.
– È vero, non parlano, non nel linguaggio che usi tu o quello che usano gli animali ma l’erba, le piante, le fragole, loro possono sentire e capire la loro voce.
- Ma cosa ci facevano lì Corvonero e Lenzuolostraccio? Mi fanno un po' paura lo sai.
- Di sicuro erano lì per impedire che vi svegliaste, doveva essere una cosa davvero importante.
Corvonero e Lenzuolostraccio
Per chi non lo sapesse sono due Spaventasogni. Ne esistono diversi in ogni paese del mondo, per ogni bambino del mondo. Lenzuolo straccio fa il fantasma che ti avvolge nel suo lenzuolo sbrindellato, stracciato, pieno di buchi, facendoti agitare nel sonno, legandoti, stringendoti fra le sue braccia per farti aprire gli occhi. Cerca di trasformare il lenzuolo, pulito e profumato, stirato che la mamma ha messo nel letto, in qualcosa di brutto, di orrendo, di pericoloso.
Corvonero invece se ne sta in agguato, nel buio e ti guarda, pronto a beccarti negli occhi se li apri. Quei due lavorano sempre insieme. Servono a far paura per insegnare ai bambini come si fa a diventare coraggiosi. Per farli sparire, basta chiudere gli occhi quando la mamma te lo dice e pensare alla cosa più bella di tutta la giornata.
IMPARARE A SOGNARE
Si può decidere cosa si vuole sognare aveva detto il nonno. Il ricordo delle cose belle riempie la mente e il sogno comincia. Loro, quei rompiscatole, non possono farci niente. È facile sapete?
Basta concentrarsi, ignorandoli. Così si scacciano Corvonero e Lenzuolo straccio, tenendo gli occhi ben chiusi e pensando alle cose belle.
Poi basta pensare a cosa si vuole sognare e cominciare a raccontarsi una storia nella mente e allora il sonno arriva e si può volare tranquilli nel mondo dei sogni e rimanerci tutta la notte. È bellissimo.
- Ma tu questo lo sai, Roberto, ormai hai imparato come si fa. – dice il nonno.
- Sì, sì lo so, lo faccio sempre – ma loro continuano a farmi un po' di paura.
- E cosa sogni?
- Tante cose: ieri ho sognato di essere un guerriero spaziale e di essere arrivato nel mondo di Balù, l’orso, per salvarlo dai cacciatori di frodo. Enrica ha detto che la maestra le ha fatto vedere un documentario dove c’erano gli orsi bianchi che rischiavano di morire ed estinguersi per colpa dei cacciatori di frodo. Le ha spiegato che noi dovevamo difenderli.
- Chi è Balù? E cosa vuol dire quel parolone: estinguersi, che hai detto? Sai cosa significa?
- Non lo sa, non lo sa – interviene Enrica, perché lui è ancora piccolo e a scuola non gli fanno vedere i documentari.
- Però me lo hai detto tu e hai detto che era importante – rispose Roberto.
CACCIATORI DI FRODO
Ieri sera Enrica e Roberto hanno fatto una domanda importante: cosa sono i cacciatori di frodo?
Poi stavano per mettersi a litigare su cosa voleva dire estinguersi per una specie di animali. Il nonno allora è intervenuto a spiegare. - Va bene ragazzi non litigate, ve lo spiego io – interviene il nonno a calmare gli animi. – Estinguersi vuole dire che una specie, un tipo di animale o di pianta, sparisce dalla terra e non ci sarà più.
Può succedere perché muoiono di vecchiaia o perché non hanno avuto figli o perché il clima cambia e non hanno più l’acqua da bere e niente da mangiare, oppure perché i cacciatori di frodo li uccidono.
- Ma cosa sono i cacciatori di frodo?
- Brutta gente quella – disse il nonno! Dovete sapere che molti animali ma anche molte piante stanno rischiando, ogni giorno, di sparire dalla terra per colpa dei cambiamenti che avvengono nel loro ambiente, che è il posto dove vivono.
Una parte di questi cambiamenti dipende dagli uomini che costruiscono città e fabbriche dove prima c’erano i prati e le foreste. Pensate se una tribù di giganteschi giganti, arrivasse adesso e decidesse che, siccome a loro piace abitare nel deserto, allora con gigantesche ruspe cominciassero a distruggere e spianare le città e i paesi dove abitiamo noi per trasformarle in un deserto.
Noi dovremmo scappare per non essere schiacciati e rimarremmo senza casa, ma nel deserto non possiamo starci.
Non