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La foresta dalle mille voci
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E-book107 pagine2 ore

La foresta dalle mille voci

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Info su questo ebook

"Lara, il fuoco sulla montagna è stato acceso. Ti conviene sbrigarti ad arrivare, prima che sia troppo tardi." Lara leggeva e rileggeva il biglietto che aveva tra le mani. Chi era stato a mandarglielo? Cosa volevano da lei? E, soprattutto, come facevano a sapere il suo nome? Quella che sembrava una normale vacanza di famiglia su di un'isola tropicale, si trasforma così in un'avventura senza precedenti. Insieme al giovane Ikaika e al suo fedele cane, partirà per un'importate missione, tra pericoli e sfide da affrontare, perché una terribile minaccia incombe sulla foresta e le sue mille voci…
La foresta dalle mille voci, un libro autoconclusivo di Barbara Rio, un'avventura sensazionale che punta dritto al cuore dei lettori di tutte le età.

LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2022
ISBN9798886277562
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    Anteprima del libro

    La foresta dalle mille voci - Barbara Rio

    Capitolo uno

    21 Luglio

    Oggi siamo arrivati sull’isola. Mamma e papà sono molto felici, io e Delia molto meno. Fa caldissimo e il cellulare non prende bene. Si prospetta un’estate lunghissima e noiosa. Ad accoglierci al porto è venuto un signore con i baffi biondi e una camicia con dei camaleonti colorati. Lavora per la Fondazione Mirò, la stessa per cui fanno volontariato mamma e papà. Si chiama Rodrigo, per gli amici Roy. Io non mi sento sua amica, quindi continuerò a chiamarlo Rodrigo. Cerca di farci ridere con delle battute sui rinoceronti che inciampano, ma non ha molto successo con me e Delia. Mia sorella continua imperterrita a cercare campo alzando il telefonino verso il cielo. Papà non fa altro che ripetere:

    «Avete sentito? Ci sono i rinoceronti!»

    Mamma sorride a Rodrigo e cerca sulla guida i posti che lui nomina.

    «Lara, tesoro.» mi dice mia madre. «Chissà quante fotografie e disegni potrai fare sul tuo diario!»

    A me piacciono i rinoceronti, i camaleonti e tutti gli altri animali. Mi piace cercare le loro foto sui libri e sui giornali e poi ridisegnarli. È così che i miei mi hanno convinta ad andare in vacanza con loro: mi hanno promesso che ne vedremo un sacco, perché Kuno è famosa per la sua biodiversità. Solo che adesso mi mancano i miei amici... Vorrei essere in spiaggia a fare i tuffi dagli scogli e stasera vorrei andare a mangiare la pizza al porto. Invece sono qui, in quest’isola sperduta con la mia famiglia. Mi sto già pentendo di essere venuta.

    Rodrigo il baffuto ci fa salire su una macchina senza tettuccio e grida:

    «Preparatevi a sentire il vento di Kuno tra i capelli!»

    Peccato che mio papà sia pelato e mia mamma abbia un fazzoletto che le avvolge la testa.

    Abbiamo affittato un bungalow con tre stanze da letto, una cucina e un grande salone. Si trova sulla costa, dove c’è l’unica città (se così può chiamarsi). Rodrigo ci aiuta a portare dentro le valigie. Dice che sull’isola ci sono cinque o sei piccoli villaggi di persone del luogo, che lui potrebbe accompagnarci a visitarli e farci conoscere tante persone simpatiche. Non lo ascolto più. Cerco la stanza più grande del bungalow e mi ci chiudo dentro. Mi tuffo sul letto e scrivo un messaggio alla mia migliore amica Alice.

    Sono arrivata a Kuno. Credo che non mi alzerò dal letto fino a settembre!

    Invio fallito. Non c’è campo. Esco sul balcone per riprovare ad inviarlo. Davanti a me c’è una distesa fitta e infinita di alberi. In alto, dove finiscono le cime, si vede una montagna a punta che si staglia immensa nel cielo. Riprovo ad inviare il messaggio. Niente! Di male in peggio. Mentre passeggio in balcone per cercare campo, uno strano rumore attira la mia attenzione. È come un sibilo che si avvicina. Non faccio in tempo a girare la testa verso il punto da cui sembra provenire il suono che qualcosa schizza davanti alla mia faccia e si conficca nel muro della stanza. Mi avvicino. È una specie di penna appuntita, di colore viola, con quelli che sembrano crini di cavallo ad un’estremità. La fisso per un po’ e mi accorgo che dentro c’è un pezzettino di carta. Afferro una scarpa e la uso per far cadere a terra la penna e romperla. Con cautela, prendo con due dita il foglietto e lo apro.

    Lara, il fuoco sulla montagna è stato acceso. Ti conviene sbrigarti ad arrivare, prima che i tuoi nuovi amici brucino con esso.

    Vado di nuovo in balcone e, proprio in quel momento, noto che qualcosa (o qualcuno) si ritrae velocissimo fra gli alberi. Chi è stato a mandarmi questo messaggio? E come fanno a sapere il mio nome? Alzo gli occhi. Dalla montagna a punta fuoriesce una sottile striscia di fumo bianco che stria il cielo dell’isola di Kuno.

    Capitolo due

    Corro fuori verso il punto nel quale ho visto l’ombra sgusciare via. Non c’è niente. Il silenzio è assoluto, rotto solo dal verso degli uccelli in lontananza. Sono sicura di aver visto un’ombra!

    Resto per qualche secondo immobile, pensando al da farsi. Decido che la prima cosa è nascondere quel bigliettino e la strana penna con il quale è arrivato.

    Torno in camera e infilo tutto nella federa del cuscino. I crini viola attaccati all’estremità della penna mi solleticano le dita.

    Sento la pelle come se fosse... Idratata.

    «Lara!» mi chiama mia mamma dal piano di sotto. «Vieni con noi a fare una passeggiata? Dicono che c’è un mercato interessantissimo da visitare!»

    Il mio stomaco comincia a brontolare, quindi accetto.

    Il mercato non è malaccio, ma ci sono troppi odori forti e un sacco di confusione. È una specie di piazza al coperto, con un percorso che si snoda nel mezzo di decine di bancarelle.

    Vendono frutta, verdura, cibo già cotto e, in alcuni banchi, artigianato, stoffe e vestiario.

    «Assaggiate la mia frutta!» grida un uomo dal suo banco. «Non ne troverete in giro di così gustosa!»

    Mia madre si avvicina. Ci sono ananas, cocco e poi uno strano frutto con tanti aculei.

    «Cos’è questo?» chiede mio padre.

    «Si chiama verdepunta. Il suo sapore assomiglia al kiwi, ma è molto più dolce. Lo assaggi!»

    E senza aspettare la risposta, l’uomo si infila dei guanti spessi, afferra due lunghi aculei e li tira via. Appare una polpa verde acceso. L’uomo la taglia con un coltello e la allunga verso di noi.

    «Ma è buonissima!» esclama mio padre assaggiandola. «Dovete provarla!»

    Passiamo un buon quarto d’ora facendo una scorpacciata di frutta. Non c’è che dire: è deliziosa. Persino mia sorella, che di solito mangia solo pasta, ha voluto fare il bis.

    «Su quest’isola scopriremo tipi di frutta e verdura mai visti prima.» ci spiega la mamma.

    «Questo perché Kuno possiede una biodiversità unica al mondo, con molte specie vegetali e animali che non esistono in nessun altro luogo!»

    «I suoi abitanti sono stati responsabili e attenti nella preservazione della natura.» aggiunge papà. «È per

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