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La soffitta di zia Jole
La soffitta di zia Jole
La soffitta di zia Jole
E-book136 pagine1 ora

La soffitta di zia Jole

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Info su questo ebook

La soffitta di zia Jole è un racconto magico, leggero, delicato e profondo. Un viaggio nei sentimenti, un percorso esplorativo all’insegna dell’arte e della bellezza. è un romanzo a colori in cui ogni colore rappresenta una voce narrante e ogni voce narrante è il riflesso di un particolare stato di coscienza.
Zia Jole, Joseph, Jeremy e Annie, gli attori della storia, sembrano di primo acchito molto distanti fra loro, come se appartenessero a mondi sensoriali completamente diversi; in realtà, le loro vite si intrecciano in modo magistrale per dipingere un unico quadro: l’opera variopinta dell’Amore.
Il romanzo, che si chiude con un finale a sorpresa, è un puzzle di sensazioni ed emozioni senza spazio e senza tempo, racchiuse in una cornice di passione e di amore.”
LinguaItaliano
Data di uscita26 mag 2018
ISBN9788828328407
La soffitta di zia Jole

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    La soffitta di zia Jole - Rita Salvadori

    La soffitta di zia Jole

    UN ROMANZO A COLORI

    Rita Salvadori

    © 2018 Rita Salvadori

    Immagine di copertina

    Giuseppe Braghiroli

    Dedicato a chi dipinge il proprio quadro

    con i colori della fratellanza

    A Jole e Wanda, che hanno colmato il mio mondo

    di musica e di bellezza

    LA CORNICE DEI COLORI DIVERSI

    I personaggi di questa storia, da luoghi apparentemente lontani, si stanno cercando da tanto tempo. Seguendo i loro colori, entrerai a far parte della loro cornice magica…

    Zia Jole, la voce rossa

    Joseph, la voce verde

    Jeremy, una voce a due colori

    Annie, la voce nera

    La particolarità di questo romanzo risiede nell’uso dei colori. Essi, infatti, caratterizzano le diverse voci narranti e risultano indispensabili al lettore per seguire la trama del racconto.

    I colori ti stanno aspettando…

    UNA CORNICE INFINITA

    Sono alla finestra del tempo in un luogo fine e trasparente. Da qui scorgo tutti i colori del mondo e posso andare avanti e indietro, spostando a mio piacimento la lancetta degli anni e dei ricordi.

    La storia che sta bussando alla tua porta, chiedendoti di entrare, assomiglia alle onde del mare che si confondono, accavallandosi l’una sull’altra, una volta giunte sulla battigia.

    Più voci si sovrappongono nel corso di questa delicata armonia che proprio non intende smettere di essere cantata, e che, come un coro, ama l’insieme.

    Non si raggiunge l’armonia del tutto se prima le singole parti non hanno sperimentato l’errore della stonatura, uscendo dal flusso incantato e rarefatto del brano eseguito alla perfezione. Io, Jole, una voce fuori dal coro della vita falsa, ma indispensabile per ripristinare l’antico equilibrio creato dall’amore, un tempo, dipinsi quadri magici di luce e di ombre.

    Annie e Jeremy, due anime a me molto care che si sono perse nel mare in tempesta dell’odio e del rancore, si stanno cercando nei colori delle mie cornici...

    UNA CORNICE DI LEGNO MASSICCIO

    Ti prego, ascoltami, chiunque tu sia. Ho bisogno di parlarti perché ho un peso sul cuore che non mi fa respirare. Dicono che sei il Padre di tutti noi, quindi, oggi, ti prego, ascolta uno dei tuoi tanti figli. So di aver perso la strada; non c’è più armonia nelle mie note, l’acqua del mio fiume non scorre più. Il mio sguardo contiene tinte opache racchiuse in una cornice di legno massiccio sempre più stretta e soffocante.

    Sono alla guida di una macchina costosissima, indosso abiti firmati, sono un uomo di successo, frequento gli ambienti e i circoli più alla moda di Londra. Eppure, spiegami il motivo per cui mi sento un fallito; forse perché non ho più usato il cuore da quando scappai via da loro.

    Non credo che potrò mai perdonarle per quello che mi hanno fatto. Sono passati quasi trent’anni da quando ho tagliato i ponti con Annie, con zia Jole e con quella maledetta soffitta. Trent’anni di rancore nero, di amaro distacco fisico da chi consideravo parte di me. Ero convinto che, andandomene da Ashmore Village e dai miei ricordi d’infanzia, sarei stato in grado di cancellare ogni cosa, ma i ricordi, purtroppo, si appiccicano alla mia vita come una colla potente, come miele sulle dita. I ricordi, un’immagine sovrapposta al mio volto, riflessa sulla superficie frantumata di uno specchio. Pezzi appuntiti di me che non fanno che ferirmi.

    Jeremy, così gli altri mi chiamano, ma io non so più chi sono veramente. Sto guidando in questa notte gelida senza una meta precisa. Sono confuso e rancoroso. Annie, la mia amata sorellina, non avrebbe mai dovuto farmi un tale affronto. E fu proprio zia Jole, in sostanza, una madre per me, a creare questo strappo lacerante fra noi.

    Tu, Padre, come spieghi tutto ciò? Non rispondi perché sei misericordioso o perché non esisti? Forse perché non esisti, visto che non dai segni.

    Se accelero, ho la sensazione di essere più potente di te e più veloce di ogni mio pensiero agro. Sto scappando sulle ali della velocità; sorpasso tutte le macchine che procedono nella mia direzione senza considerare le immagini impazzite che mi scorrono accanto. Sembra di essere in un video gioco. Tutto quel whisky bevuto prima di mettermi in viaggio mi offusca la vista, ma è dolce la sensazione di essere immerso in una sorta di nebbia mentale che mi impedisce di vedere con chiarezza come stanno veramente le cose.

    Come stanno veramente le cose?

    Non lo so più. Prima d’oggi, credevo fermamente di essere nell’assoluta ragione incolpando Annie e zia Jole per la mia sofferenza, ma adesso incomincio a sentire gli effetti scaturiti dall’ira che ho nutrito e che mi ha nutrito in tutti questi lunghissimi anni. L’odio è un cibo che mi ha avvelenato l’anima giorno dopo giorno, corrodendo la pagina più intonsa del mio libro.

    Mi chiedo se potrò mai disintossicarmi da tale sentimento. Potrò mai colorare nuovamente il mio quadro con tinte raggianti e pulite? Sì, se solo usassi comprensione e tenerezza verso il loro atteggiamento.

    Ma ecco che arriva! L’onda inesorabile e travolgente della rabbia. Non ce la faccio, non posso resisterle. Ne sono sopraffatto. Sono totalmente in balia di essa.

    La notte si fa sempre più buia e fredda su questa autostrada; sono stanco di guidare, la nebbia dell’alcool appoggia sulla mia vista un telo bianco; accelero per non restare fermo, per sentirmi onnipotente, proprio come te, l’onnipotente Burattinaio!

    Adesso il mio sguardo si riempie di strane immagini...

    Annie ed io, seduti davanti all’incantevole cottage di zia Jole... Le acque tranquille dello stagno, oltre quel cancelletto in legno bianco...

    La stradina polverosa di campagna oltre la siepe potata con cura da zia Jole…

    Cara Annie, la mia sorellina...

    Trent’anni lontano dai nostri sogni candidi.

    Ma come avete potuto escludermi così? Perché mi avete voltato le spalle? Da quando sono partito da Ashmore Village, non hai mai cercato di rintracciarmi, nonostante tu ben conoscessi il mio indirizzo di Londra. Credevo che ti saresti messa in contatto con me, almeno per chiedermi scusa e chiarire alcune cose, ma...

    Fa freddo qui, Annie. Dove sei e dov’è il mio cuore?

    Ho sonno. Forse dovrei fermarmi in quella piazzola per riposare un po’. Combatto contro i miei occhi perché ogni tanto si chiudono. Combatto contro me stesso da un’intera vita. Sono stanco. Guardo il mio viso nello specchietto retrovisore e l’immagine che mi arriva è quella di un bell’uomo sulla cinquantina, almeno così dicono i miei conoscenti.

    Mi avvicino allo specchio, ma tutto quello che vedo è uno sguardo stanco, rammaricato e corrucciato.

    Vorrei chiudere gli occhi per sempre...

    Un lungo sonno, ecco ciò di cui ho bisogno ora.

    La macchina non segue più i miei comandi, sembra impazzita! Un lungo sonno, Padre, almeno finché non comprendo i tuoi strani piani.

    E che sonno sia, voglio fidarmi di te questa volta.

    Non è ancora giunto il momento di chiudere il cerchio, Jeremy…

    LA CORNICE DEL VIAGGIO DI JEREMY

    Li osservo. Accorrono verso la mia macchina col cuore in gola, terrorizzati nel vedermi steso a terra dopo essere stato sbalzato fuori dall’auto, senza sensi. L’ultimo pensiero: strano destino il mio, proprio come quello dei miei genitori tanti anni prima.

    Non capisco il motivo per cui quegli sconosciuti si preoccupino tanto per me. Quelle sirene sono così rumorose, disturbano la mia pace. Mi vedo dall’alto come se fossi in una sala cinematografica e stessi guardando il mio film, ma con distacco assoluto dal corpo, dalle emozioni e dai pensieri. Attorno a me, solo silenzio e luce... Non ho paura e mi sento leggero.

    Le acque del mio lago sono tranquille e finalmente posso riposare e ricordare.

    Spegnete quella sirena dal suono fastidioso, per favore. Addio mondo, addio malcomprensioni, addio confusione delle lingue.

    UNA CORNICE PURA E ANTICA

    La cornice si fa sempre più pura, sottile e raffinata. I toni accecanti dell’altra vita si stanno scolorando impercettibilmente creando così la sensazione di essere in una cartolina che arriva direttamente dal passato; quel passato che ho sempre immaginato in bianco e nero.

    In questa rigida notte invernale, sono raggiunto da una magica cartolina un

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