Bertoldo e Bertoldino (col Cacasenno di Adriano Banchieri)
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Anteprima del libro
Bertoldo e Bertoldino (col Cacasenno di Adriano Banchieri) - Giulio Cesare Croce
Tavola dei Contenuti (TOC)
Bertoldo e Bertoldino
Giulio Cesare Croce
La sua vita, le sue scelte
Bertoldo
Libri e Commedie
Romanzi
Opere autobiografiche
Elogi paradossali
Ritratti di personaggi del popolo e scene di vita popolare
Commedie
Altre opere
Bibliografia
Adriano Banchieri
Biografia
Le opere
Opere pubblicate
Opere vocali profane
Opere strumentali
Opere vocali sacre
Le opere didattiche
Commedie in prosa sotto il nome di Camillo Scaligeri (o Scaliggeri) della Fratta
Bibliografia
Curiosità
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Le sottilissime astuzie di Bertoldo
Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino
Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino
Continuazione e fine della storia di Cacasenno
Film tratti dalle novelle
Bibliografia
Bertoldo e Bertoldino
Le sottilissime astuzie di Bertoldo.
Proemio
Le sottilissime astuzie di Bertoldo.
Fattezze di Bertoldo.
Audacia di Bertoldo.
Ragionamento fra il Re e Bertoldo.
Astuzia di Bertoldo.
Lite donnesca.
Sentenza giusta del Re.
Prudenza del Re.
Bertoldo ridendo di tal sentenza, dice:
Lodi date dal Re alle donne.
Astuzia di Bertoldo.
Tumulto di donne della città per questa baia.
Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.
Il Re scaccia le donne e biasma il sesso feminile.
Il Re si pente di aver detto male delle donne, onde torna di nuovo a lodarle.
La Regina manda a domandar Bertoldo al Re, perché lo vuol vedere.
Bertold. è condotto dalla Regina.
Astuzia di Bertoldo, perché non gli fusse bagnato il podice.
Bertoldo scampa la furia dell’acqua.
Nuova astuzia di Bertoldo per non esser bastonato.
La Regina brama che Bertoldo sia bastonato per ogni modo.
Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie.
I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo.
Bertoldo torna dal Re, e fa una burla a un parasito.
Insolenza d’un parasito.
Astuzia galante di Bertoldo nel tornare innanzi al Re nel modo ch’ei gli aveva detto.
Astuzia ingegnosa di Bertoldo, per non aver delle busse.
Umor fantastico saltato nel capo alle donne della città.
Astuzia di Bertoldo per cavare questo capriccio del capo alle dette femine.
Curiosità di cervelli donneschi.
Risoluzione di donne.
Dolore delle dette donne per essergli scampato via l’uccello.
Risoluzione di donne animose.
Le donne vanno dalla Regina ed essa le conduce innanzi al Re.
La Regina racconta al Re la fuga dell’uccelletto.
Il Re si mostra turbato forte e riprende le donne di tal fatto, poi gli perdona e le manda a casa.
Il Re fa abbassar l’uscio della sua camera acciò Bertoldo convenga in chinarsi nell’entrar dentro la mattina.
Astuzia di Bertoldo per non inchinarsi al Re.
Favola del gambaro e della granzella narrata da Bertoldo.
Astuzia di Bertoldo per comparire innanzi al Re nel modo sopradetto.
Piacevolezza di Bertoldo.
La Regina manda di nuovo a chieder Bertoldo al Re.
Bertoldo con una bellissima astuzia si ripara dal primo empito della Regina.
La Regina fa mettere Bertoldo in un sacco.
Astuzia nobilissima di Bertoldo per uscir fuori del sacco.
Lo sbirro comincia a impaniarsi.
Lo sbirro cava Bertoldo fuori del sacco.
Lo sbirro comincia a cascare alla rete.
Bertold. mostra di non volere più che lo sbirro entri nel sacco, per fargliene venir più desiderio.
Lo sbirro si risolve d’entrar nel sacco.
Bertoldo compra il porchetto e lascia lo sbirro nelle peste.
La Regina non trovando la veste dà la colpa allo sbirro che l’abbia rubbata, e credendo parlar con Bertoldo parla con lo sbirro ch’era nel sacco.
Lo sbirro esce fuori del sacco in cambio di Bertoldo, e la Regina tutta stupefatta dice:
Lo sbirro vien bastonato; poi, tornato nel sacco, mandato a gettar nell’Adice.
Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto.
Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno.
Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto.
Bertoldo è tirato fuori del forno e il Re sdegnato dice:
Esclamazione di Bertoldo per la sentenza data dal Re contra di lui.
Astuzia ultima di Bertoldo per campar la vita, seguitando il suo dire.
Bertoldo non trova arbore né pianta che gli piaccia, onde i ministri infastiditi lo lasciano andare.
Il Re manda di nuovo a cercar Bertoldo e trovatolo va in persona dove sta e con preghi e gran promesse lo fa tornare alla corte.
Morte di Bertoldo e sua sepoltura.
Epitafio di Bertoldo.
Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte.
Testamento di Bertoldo trovato sotto al capezzale del suo letto, dopo la sua morte.
Sier Cerfoglio legge il testamento.
Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino.
Proemio.
Il Re Alboino manda attorno gente per vedere se si trova alcuno della razza di Bertoldo.
Gli uomini del Re si partono per andare a essequire il suo commandamento.
Erminio. chiama la Marcolfa e la prega aprirgli l’uscio.
La Marcolfa mena i detti sopra un limpido ruscello d’acqua e, quivi giunta, dice a loro:
Bertoldino si maraviglia di quelle genti a cavallo, che mai più non ne avea veduto, e dice:
La Marcolfa si risolve d’andare con Bertoldino alla città.
La Marcolfa saluta il Re.
Bertoldino impronta il mostaccio al Sartore con un castagnaccio, ed esso tutto colerico dice:
Favola esemplare narrata dalla Marcolfa alla Regina a proposito di chi è goffo e vuol abitare in corte.
Favola de i schiratoli e i topi dai fichi secchi.
La Regina. si stupisce dell’eloquenza della Marcolfa e dice:
Ragionamento di Bertoldino e sua madre nelle lor stanze.
Il Re. dona un podere fuora della città a Bertoldino e a sua madre.
Simplicità di Bertoldino ridicolosa con le rane della peschiera.
Bertoldino fa in bocconi tutto il pane che si trova in casa e lo getta nella peschiera.
Bertoldino entra nel cesto dell’oca a covare in cambio di lei.
Bertoldino viene alle mani con una donzella della Regina., chiamata Libera.
La Regina ride di questo caso e il Re. dona di nuovo cinquecento scudi a Bertoldino.
Bertoldino, per le parole della Regina, s’attacca ai panni della moglie dell’ortolano chiamata Modesta, e se la tira dietro per tutta la villa.
L’ortolano va alla città per chiarirsi dalla Regina della causa di simil fatto.
Bertoldino viene portato in aria dalle grue e tratto nella peschiera.
Le grue portano Bertoldino sopra la peschiera, e vi casca dentro.
Bertoldino fa una gran battaglia con le mosche.
La Marcolfa narra alla Regina tutto quello il qual è successo a Bertoldino; la quale, dopo aver riso un pezzo, così dice:
Il medico va a vedere Bertoldino e vi è assai da fare fra di loro.
Bertoldino si caccia la cura in gola e le pillole per dissotto, e la Marcolfa dice:
La Marcolfa domanda a Bertoldino come sta, ed esso dice voler de’ castagnacci.
La Marcolfa fa venticinque castagnacci a Bertoldino ed esso gli mangia tutti; poi va a corcarsi sotto un olmo e vi dorme tutto un giorno, e il Re lo manda a torre in carroccia e, come l’ha innanzi, gli dice:
Bertoldino in cinque volte non sa dir salamo.
Bertoldino taglia l’orecchie all’asino dell’ortolano.
L’ortolano va a dare la querela a Bertoldino innanzi al Re, e il Re manda per lui, ed esso comparisce con le orecchie dell’asino in seno, e il Re dice:
L’asino tra’ giù Bertoldino e gli ammacca una costola, e la Marcolfa va alla città e, con una bella comparazione fatta al Re e alla Regina, ottiene grazia di tornare alla sua abitazione di dove era venuta.
La Marcolfa narra un’altra bella favola.
La Marcolfa ringrazia il Re e la Regina de’ benefici ricevuti da essi.
Cacasenno
Note
BERTOLDO E BERTOLDINO
(col Cacasenno di Adriano Banchieri)
Giulio Cesare Croce
Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.
L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale
specifico,
dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina
ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari
(come note e testi introduttivi),
è soggetto a copyright.
Edizione di riferimento: Bertoldo e Bertoldino / Giulio Cesare Croce. Col Cacasenno di Adriano Banchieri. Introduzione di Giampaolo Dossena. 25 incisioni di Ludovico Mattioli tratte dai disegni di Giuseppe Maria Crespi. - Milano: Rizzoli, 1973. - 157 p. : ill. ; 30 cm. - (Le strenne della BUR).
Immagine di copertina: https://pixabay.com/photos/caricature-man-human-person-male-871669
Elaborazione grafica: GDM, 2019.
Giulio Cesare Croce
Giulio Cesare Croce (San Giovanni in Persiceto, 12 marzo 1550 – Bologna, 1º gennaio 1609) è stato uno scrittore, cantastorie, commediografo ed enigmista italiano.
Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L’enorme sua produzione letteraria dipese da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli.
Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà.
La sua vita, le sue scelte
Gran parte delle notizie biografiche su Giulio Cesare Croce sono tratte dalla sua opera autobiografica Descrittione della vita del Croce
.
Praticamente non ebbe maestri e si può definire uno degli autodidatti di maggior successo della letteratura italiana. Non entrò mai a pieno titolo nei circuiti dei letterati dell’epoca per le scelte diverse che fece, anche se ebbe contatti documentati con Giovan Battista Marino e altri importanti letterati dell’epoca.
Essere letterato al suo tempo significava fare vita di corte, avere dei mecenati o essere completamente autosufficienti. Lui non fu mai un letterato in senso stretto e cercava maggiormente il suo pubblico fra le persone comuni. Pertanto la sua ispirazione e le sue motivazioni venivano dal basso, dal pubblico dei mercati dove a volte persone in grado di leggere compravano le sue opere, al contrario di molti suoi coevi che trovavano le ispirazioni a volte nei desideri dei mecenati, il che rende le sue opere un’importante testimonianza della sensibilità delle classi più umili dell’età barocca.
In una letteratura che dal Medio Evo era rimasta insensibile ed estranea ai problemi dei ceti meno abbienti, ma che anzi prendeva di mira la goffaggine e la rusticità del popolo
, Giulio Cesare Croce, con Bertoldo, mette in risalto l’astuzia ed il buon senso del contadino nei confronti dei cortigiani, in una forma di compensazione e di rivalsa rispetto alle angherie che questi era storicamente condannato a subire.
Bisognerà giungere all’Ottocento perché il Romanticismo anti aristocratico e popolare ridia voce agli umili.
Bertoldo
Riprese più volte temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo che ebbe varie versioni nel Medioevo ambientando le vicende alla corte di re Alboino sia a Verona sia a Pavia. Nella sua versione scritta più organica (Le sottilissime astutie di Bertoldo, 1606), lui veronesizzò la storia e portò a Roverè il paese di provenienza di Bertoldo. Le rese meno licenziose e attenuò la forma di rivalsa popolare verso i potenti. Una forma scritta precedente come fonte fu il Dialogus Salomonis et Marcolphi.
Al Bertoldo, lo stesso autore aggiunse un seguito, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino, 1608 (che trattava del figlio di Bertoldo, alle prese con la madre Marcolfa). Successivamente (1620), l’abate Adriano Banchieri elaborò un ulteriore seguito, Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino. Da allora l’opera di Croce è spesso unita alla novella ed è pubblicata col titolo Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno da cui furono liberamente tratti tre film, nel 1936, nel 1954 e nel 1984 (quest’ultimo diretto da Mario Monicelli).
In Bertoldo, Croce, confessò probabilmente le sue aspirazioni segrete, il rozzo villano è l’autodidatta, la presenza a corte è il colpo di fortuna con cui pensava di risolvere i suoi problemi e la libertà di pensiero ed azione di Bertoldo a corte era il suo desiderio di avere il mecenate come molti suoi coevi senza pagare prezzi di riconoscenza.
Libri e Commedie
Lasciò più di 600 opere alternando lingua italiana a diversi dialetti, tra i quali il dialetto bolognese, il dialetto bergamasco, e numerosi altri dialetti e lingue europee. Giulio Cesare Croce è stato uno dei maggiori esponenti italiani della letteratura carnevalesca, filone importante della letteratura europea, identificata per la prima volta dal critico russo Michail Michajlovič Bachtin, caratterizzata dal collegamento stretto con la cultura rurale e in particolare col rito del carnevale, e che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes Saavedra e Dostoevskij. La sua produzione letteraria conta due romanzi (il Bertoldo e il Bertoldino), diverse commedie, e numerosissimi libretti brevi, in prosa e poesia, che coprono vari generi letterari della letteratura popolare, oggi caduti in disuso.
Romanzi
Le sottilissime astuzie di Bertoldo
Le piacevoli e ridicolose simplicità di Bertoldino, figlio del già astuto Bertoldo
Opere autobiografiche
Descrizione della vita del Croce (autobiografia in versi)
Burla fatta all’autore da un suo amico in luogo di colazione
Capitolo a un amico finto del Croce
Capitolo all’illustrissimo mentre il Croce era a Savona
Capitolo mentr’il Croce era a Casa Nuova loco dell’Abruzzo
Disgrazia memorabile del Croce
Disgrazia d’una notte occorsa per seguitare una cortigiana
Disgrazia memorabile intervenuta al Croce in villa
Innamoramento di Giulio Cesare Croce
Satira a Z.F.M.
Sclamazione del Croce a un suo amico, dolendosi che non è prezzata la poesia
Stanze in morte di Carlino mio figliolo
Terzetti del Croce al Vecchi
Elogi paradossali
La barca de’ ruinati che parte per Trabisonda
Canzone di Madonna Ruvidazza
Canzone nova e ridicolosa in lode de’ sughi che s’usano di fare al tempo della vandemmia
Descrizione della vita e statura del contraffatto Bragonico selvaggio
Discorso piacevole in lode della corda
Discorso piacevole sopra i debiti
Due capitoli, uno in lode, l’altro in biasimo della prigione
L’eccellenza e il trionfo del porco
La sollecita e studiosa Accademia de’ Golosi
Grandezza della povertà
La gravità e generosità del bue
La nobiltà de’ coglioni
[sic] e difesa loro
La nobiltà del Gobbino da Gubbio
La nobiltà e trofei dell’asino
Ritratti di personaggi del popolo e scene di vita popolare
Alfabeto de’ giocatori
L’arte della forfanteria
Astuzie delle vecchie malitiose
Barzelletta piacevolissima sopra i fanciulli che vanno vendendo ventarole
Barzelletta nuova sopra le puttanelle che vanno in maschera
Barzelletta piacevole sopra la fiera che si fa in Bologna alli quindici d’agosto
Barzelletta sopra la morte di Giacomo dal Gallo, famosissimo bandito
Il battibecco ovvero cicalamento e chiacchiaramento che s’odono fare certe donnette mentre stanno a lavare i panni a Reno
Bravata di Babino della Torre da Cavodivuol con Batolina vezzosa da Pian del Mugello
Cantilena graziosa sopra il primo di’ d’agosto
Canzone in dialogo sopra una vecchia e una giovane che si pigliavano delle pulici una sera
Canzone della Violina
Canzoni delle lodi di madonna Tenerina
Canzone di madonna Disdegnosa, sorella di madonna Tenerina
Canzone sopra la porcellina che si tra’ giù del Palazzo dell’illustre città di Bologna
IL festino del Barba Bigo dalla valle
La Filippa da Calcara la quale va cercando da far bucate
I gran cridalesimi che si fanno in Bologna nelle pescarie tutta la Quaresima
Lamento de’ poveretti i quali stanno a pigione
Lodi delle pulite e leggiadre caldirane
La Mantina
Nozze della Michelina del Vergato in Sandrello da Montebudello
Orribile e stupenda baruffa fatta tra due vecchie per una gatta
La Pidocchia ostinata
La Rossa del Vergato, la quale cerca padrone in Bologna
La scavezzaria della canova dal barba Plin da Luvolè
La Simona dalla Sambuca
Smergulament over piantuori che fa la Zà Tadia quando so fiol andò a la guerra
Commedie
La Farinella
Il tesoro
Sandrone astuto
Banchetto de’ malcibati (sulla carestia del 1590)
La cantina fallita
Cleopatra e Marcantonio
Sotterranea confusione o vero tragedia sopra la morte di Sinam Bassa famoso capitano de’ Turchi
Tartufo, nuova commedia boschereccia
Tragedia in Commedia fra i bocconi da grasso e quelli da magro
Altre opere
Abbattimento amoroso de gli animali terrestri ed aerei
Abbattimento terribile e tremendo fatto fra il sì e il no
Questione di varij lenguazi
Sogno del Zani
Dispute fra Cola et Arlechino
La gran vittoria di Pedrolino contra il Dottor Gratiano Scatolone
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Sbravate, razzate e arcibullate dell’arcibravo Smedolla uossi…
Utrom del Dottore Graziano Partesana da Francolino
Vanto ridicoloso del Trematerra
Le ventisette mascherate piacevolissime (dedicate alla veneziana Berenice Gozzadina Gozadini)
Vita, gesti e costumi di Gian Diluvio da Trippaldo
X.Y.Z. Conclusiones mathematicae, medicinae, ars poeticae et musicae…
Bibliografia
Piero Camporesi, La maschera di Bertoldo, Milano, Garzanti, 1994
Piero Camporesi,Il palazzo e il cantimbanco, Milano, Garzanti, 1994
Elide Casali, Bruno Capaci