Città visibili
Di Carmen Avila
()
Info su questo ebook
In questa serie di saggi l'autrice presenta alcune città, ciascuna con un oggetto o una persona che gliela ricorda. In questo modo il libro diventa una guida rapida di viaggio attraverso Praga e gli ombrelli, Parigi e i treni, Berlino e le valigie perdute, Vienna come una matrioska, Lima e i limoni, Suva e i banchetti, e una Bangkok piena di monaci buddisti in pellegrinaggio per le strade. Un libro sulla nostalgia che provocano i viaggi a distanza di tempo. Quest'opera ha vinto il Premio Dolores Castro di letteratura al femminile di Aguascalientes (Messico).
Leggi altro di Carmen Avila
Cartoline dell'esilio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Città visibili
Ebook correlati
I viaggi di De Amicis: Ricordi di Londra e Sicilia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniViaggi con Claudine Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRicordi di Londra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl profumo segreto dei fiori Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPassione Europa. Storie di viaggi da una città all'altra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBrina sui vetri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome un sogno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNovelle umoristiche Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl cavaliere dello Spirito Santo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDove tornare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni68 racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniViaggio di un povero letterato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVaniloquio d'autunno: Romanzo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNero Caravaggio - Rosso Barocco - Il giallo di Ponte Sisto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniParigi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPompei e le sue rovine, Vol. 1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa ragazza di Recouvrance Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI promessi sposi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIn Egitto: La caccia della jena Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRamson, I.P. - La Trilogia Completa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNero Caravaggio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'aria di Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPioggia di Parigi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCostantinopoli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna sfilata rosso sangue: Un'altra indagine per taglie forti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNovelle Napolitane Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCORRISPONDENZE MEDITERRANEE - viaggio nel sale e nel vento: viaggio nel sale e nel vento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLondra in Autunno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStrade dell'Est Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Cavaliere dello Spirito Santo: Storia d'una giornata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Città visibili
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Città visibili - Carmen Avila
Città visibili
Carmen Ávila
Indice
La città e gli ombrelli
La città, i treni e la cacca
La città e i banchetti: mangiarsi il prossimo
Un paese dentro una città dentro un paese
La città di Lima e dei limoni
Ho ancora una valigia in quella città
Migliaia di budda camminano per la città
- Viaggi per rivivere il tuo passato? - era a questo punto la domanda del Khan, che poteva anche essere formulata così: - Viaggi per ritrovare il tuo futuro?
E la risposta di Marco: - L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.
Da "Le città invisibili"di Italo Calvino
La città e gli ombrelli
Il libro Le città invisibili
di Italo Calvino inizia con il seguente paragrafo, intitolato La città e la memoria
:
Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l'uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d'argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d'oro che canta ogni mattina su una torre.
Secondo me, Calvino chiamava Diomira quella che in realtà era la Praga che io avevo conosciuto nell’estate del 2007. Le cupole delle sue chiese non sono d’argento ma comunque brillano, così come l’azzurro diamante degli occhi del Santo Bambino che si trova in una di esse. Le sue statue di bronzo non sono di tutti gli dei, ma ci si avvicinano: sono di poeti e martiri bruciati o sacrificati per la libertà. Le sue vie non sono lastricate in stagno, ma il suo bel fiume sembra portare dello stagno liquido che accarezza i ponti da cui fu gettato San Giovanni Nepomuceno. Il suo teatro non è di cristallo ma è di pietra e oro, e ci sono anche la torre e l’afono gallo dorato che canta puntualmente per marcare l’ora di un orologio antichissimo che ancora nessuno sa come sia stato costruito né come faccia a funzionare ancora.
È incredibile come le città rimangano impresse nella mente. Irma, una mia conoscente delle Canarie, una volta mi ha detto che lei associava gli anni in cui aveva vissuto a Praga con il volto dell’uomo con cui stava in quel periodo (aveva divorziato due volte, e associava il viso dell’uno o dell’altro marito a edifici o ponti della città o a diversi anni). Il mio ricordo di quella città è legato anche a un uomo tedesco, che ho invitato a uscire e che mi ha dato buca. Il giorno dopo, mentre ero alla mensa dell’Università con Cristina, un’adorabile spagnola punk, il tipo è venuto al nostro tavolo e si è scusato con me: <
Quando vivevo a Parigi, una volta il tedesco in questione è venuto a trovarmi. Una mia conoscente messicana, di cui non ricordo il nome, mi ha chiesto come l’avevo conosciuto. Quando le ho detto che l’ho conosciuto nella capitale della Repubblica Ceca, anche lei ha cominciato a ricordare la sua esperienza a Praga. Che nel suo caso coincideva con un giorno di pioggia, e più specificamente con gli ombrelli. Mi ha detto che, quando lei era lì e aveva iniziato a piovere, le ceche avevano cominciato a correre come se cadesse zolfo dal cielo, colpendo con le spalle e i gomiti chi incontravano per non bagnarsi, e alzando gli ombrelli come spade durante una battaglia. Lei stessa ha affermato: <<È proprio come descrive Kundera in L’insostenibile leggerezza dell’essere
, le ceche diventano molto maleducate quando piove>>. La mia amica si riferiva a questo memorabile paragrafo della storia:
Piovigginava. La gente frettolosa apriva l’ombrello sulla testa e di colpo anche sui marciapiedi ci fu ressa. Le cupole degli ombrelli si urtavano fra loro. Gli uomini erano cortesi e incrociando Tereza sollevavano in alto l’ombrello per farla passare. Le donne, invece, non si spostavano affatto. Guardavano con durezza davanti a sé e aspettavano tutte che fosse l’altra a riconoscere la propria debolezza e a farsi di lato. L’incontro degli ombrelli era una prova di forza. Tereza all’inizio si spostava, ma quando capì che la sua cortesia non veniva mai ricambiata, strinse forte il suo manico, come le altre. Urtò più volte gli ombrelli che le venivano incontro, ma nessuna disse: Mi scusi
. In genere non veniva detta una parola; due o tre volte sentì un Merda!