Il mistero che ci avvolge
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Anteprima del libro
Il mistero che ci avvolge - Giovanni Basso
A mia figlia Elena.
A quanti, innanzitutto a Sofia,
con me stanno vivendo
l’attuale esperienza di vita
sul pianeta Terra.
.
RIVOLUZIONE CULTURALE VERSO LA TRASFORMAZIONE
.
LA CERCA DEL VERO
.
OLTRE OGNI DOGMATISMO
STORICO RELIGIOSO SCIENTIFICO E POLITICO
.
2
.
DAL MITO ALLA STORIA
.
IL MISTERO
CHE CI AVVOLGE
.
L’ALTRA STORIA
.
GIANNI BASSO
.
Fatti non foste per viver come bruti
ma per seguire virtude e canoscenza
Dante Alighieri
.
LA CERCA DEL VERO
.
TRATTATO IN CINQUE PARTI
TRA LORO ORGANICHE
.
L’Altra Storia
DAL MITO ALLA STORIA
.
Tra Sacro e Profano
DALLA STORIA AL MITO
.
L’Altra Conoscenza
ALLA SCOPERTA DELL’INVISIBILE
.
L’Altro Sapere
TRA RELIGIONE SCIENTISMO E POTERE
.
L’Altra Verità
VERSO LA TRASFORMAZIONE
.
Il cuore chiede, l’intelletto cerca e la volontà bussa
Omraam Mikkael Aivanhov
.
LA CERCA DEL VERO
.
Lettore,
tu che hai in mano questo libro
perché sei in Cerca del Vero:
"Chiedi se esiste o può esistere
un sistema filosofico
perfettamente conforme alla verità?
Certamente no.
Un sistema è una prigione del pensiero;
la Vita è espansione costante.
La formulazione in parole
sarebbe un modo di ridurre ai tuoi limiti
ciò che non ha grandezza.
Solo il simbolo, la parabola e la scrittura
geroglifica possono comunicare la
Conoscenza, e colui che riceve
l’illuminazione, la riceve per sé,
e chiunque può ricevere questa luce.
Ma l’uomo illuminato, profeta o messaggero,
non può mai indicare altro che il percorso da seguire,
e si può soltanto trascrivere sempre di nuovo
ciò che questi uomini ispirati hanno insegnato".
.
Schwaller de Lubicz
Verbo Natura
.
Presentazione
.
***
SOFIA
, SON IO, LA CELESTE
.
SAPIENZA infinita dell’ASSOLUTO,
COSCIENZA
connaturata nel Tutto manifesto.
Son Io
VITA COSMICA,
di ottava in ottava armonica
lungo l’inscindibile Raggio di creazione,
verso l’infinita polarizzazione nel Molteplice.
Tu
lo voglia
puoi cercarmi,
finanche scoprirmi
con l’intelligenza del cuore,
oltre i molteplici veli
agli occhi materiali dell’uomo!
Di vita in vita
divieni Uomo Vero,
Mediatore tra Cielo e Terra
sulla scala evolutiva cosmica.
Così espanderai sempre più
l’umana tua coscienza in
Pura Coscienza.
Allora mi svelerò, Io, alla tua Anima cristallizzata.
Lei s’innamorerà di Me,
con Me si fonderà nell’Amore cosmico,
Legge e Coscienza dell’Assoluto,
assurgendo all’immortalità!
.
**
SOFIA LA TERRENA
.
son io, soltanto specchio umbratile della Celeste
. Tuttavia imprescindibile, io terrena, solo per osar tendere, in qualche modo, alla comprensione dell’Assoluto. Per molti sono la Sfinge, dallo sguardo atemporale che scruta ad Est l’Orizzonte.
Aspiro ad essere la compagna di tutti gli uomini, ma sono appartenuta - e tuttora - solo ai Maestri dell’Umanità, perché solo costoro, tra gli uomini, mi hanno molto cercato - e tuttora - fino a conquistarmi e innamorarsi di me! Alcuni sono convinti che io sia stata concepita da Entità provenienti da altre regioni dell’Universo.
Ho già conosciuto molte umanità nella storia dell’Uomo, tutte che mi hanno arricchito di loro molteplici conoscenze, integrandole in quella che pian piano sono divenuta:
.
La Sapienza millenaria di remote civiltà planetarie
.
Sono giunta oggi fino a te tra ostacoli di ogni sorta, grazie al linguaggio del Mito, o da bocca a orecchio
tramite molteplici Scuole misteriche, seppure corrottami nel volgere del tempo; e le mie vestigia, opere architettoniche straordinarie di Maestri d’Arte
miei innamorati, si sono disperse tra il venir meno di civiltà evolute sotto cataclismi ricorrenti che hanno martoriato il pianeta Terra - a volte anche l’intero Sistema solare - e le difficoltose ripartenze evolutive di nuove civiltà per il tramite dei sopravvissuti alle immani sciagure.
Di me, umana Sapienza remota
, ci sono tracce comunque indelebili sul Pianeta. Basta saperle cogliere e interpretare - perché dai più tuttora incomprese - per quello che sono e così riscoprire il mio antico splendore.
Capirai con ciò che l’attuale civiltà umana, dove tu vegeti, sta andando verso l’abisso, perché Scienza non è lo scientismo
che sta allontanando l’Umanità da me, che avevo già allora ben compreso l’imprescindibile Magia
- tuttora negata - che fonde Spirito e Materia, creando l’armoniosa meraviglia unica della Vita cosmica.
Diverrò così utile all’evoluzione dell’attuale Umanità e potrò accompagnarti verso la Sofia Celeste
dell’Assoluto, di cui solo specchio umbratile
son io.
Ora seguimi.
E sappi che non sarà vano il tempo necessario per scoprirmi.
Anzi sarai ben felice di averlo usato, perché poi saprai cosa fare della tua vita.
Ti condurrò per mano, e pian piano ti mostrerò, passo dopo passo, chi in realtà io sia: L’Altra Sapienza
, ovvero La Sofia
che nemmeno immaginavi esistessi, quella che io, Sofia terrena
, mi manifesto a chi con diligenza e amore s’ingegni a rincorrermi oltre ogni pregiudizio con La cerca del vero
.
.
*
Sofia, son io,
la compagna di vita dell’autore,
.
così lui mi chiama da quando, precipitata io nella sua realtà, l’ho scioccato - dice - col mio modo di essere e concepire la vita umana difforme dal suo, facendogli intravedere obiettivi altri e più nobili da quelli - pur nobili, secondo il comune sentire - che lui stava perseguendo con tenacia.
Gli avrei aperto la mente ad altro.
Ho rappresentato uno shock risolutivo - io, la sua Sofia - insomma per lui, che, tra altri shock devastanti nei quali era già incappato, e shock pure successivi al nostro incontro, gli trasmutò nel tempo sia il modo di essere, sia interessi e obiettivi, appunto, sospingendolo naturalmente quasi in una dimensione parallela, più sottile ed elevata, d’interpretare il mondo.
Nel tempo, la sua prospettiva visuale diverrà sempre più (quale) vista dall’alto, visione propria di taluni Maestri dell’Umanità, fino ad innamorarsi della Sapienza dei Saggi d’Oriente e d’Occidente.
Tenterà d’immergersi in essa, attraverso saggi, scritti e la rete, convegni e studi con autori e relatori innamoratisi, ancor prima di lui, di tale Sapienza. Visiterà più volte l’Egitto, con me al suo fianco, e toccherà con mano le testimonianze concrete di questa Sapienza tramite pietre cariche di storia che in Egitto gli parlano, come in ogni altra regione archeologica, rivelandogliela.
A Lei si sentirà iniziato dopo la straordinaria esperienza vissuta nell’Arca, dentro la Camera del re della Grande Piramide sulla piana di Giza, nota come Rostau - Porta del Cielo.
Da allora s’immerse in tale Sapienza con tutto se stesso.
In breve, comparando quest’eccelsa Sapienza a quella (presunta) del nostro tempo, appurò come l’Umanità viva oggi meccanicamente sotto la fitta nebbia di grandi inganni: storici, religiosi, scientisti e politici, e tali, tutt’insieme, d’aver imposto a livello planetario uno strutturato e ferreo sistema, culturale e sociale insieme, di controllo sull’uomo, tutto a beneficio di una piccola ma potente élite.
Sente così l’impulso di risvegliare una diversa visione dell’Uomo, della sua reale essenza e delle intrinseche grandi sue potenzialità, se Lui saprà sottrarsi al colossale inganno che lo materializza a semplice macchina, quando invece è Anima, potenzialmente destinata per origine all’immortalità.
Come cambiare - si chiede - siffatto sistema che è contro, e non per l’umanità?
Soltanto con una rivoluzione culturale - suggerisce - tale da rendere consapevole l’Umanità del suo reale stato, perché ignara, oggi e per gran parte, di essere succube del sistema in cui si trova a vegetare fin dalla nascita, schiava e funzionale ai comandi che esso impartisce, come un robot a chi lo ha creato.
È così che La cerca del vero prende corpo nel volgere di alcuni anni, per intero qual è, ma solo al momento - precisa - perché convinto essa sconfini le frontiere del sapere.
In tale lavoro di ricerca a orizzonte totale, l’autore argomenta su ogni interesse dell’Uomo tramite gli assunti di eminenti Maestri di Sapienza, di ieri e di oggi, e le scoperte di autentici uomini di Scienza, ritenuti tuttora eretici, che svelano leggi insite nella Natura - invero Specchio dell’Assoluto, questa - ben oltre l’artificiale scientismo imperante teso solo a drogare la mente umana.
È lui che però tiene ogni volta il timone direzionale della ricerca verso l’obiettivo finale.
L’autore espone in prima persona al singolare, quando rappresenta esperienze vissute; in prima al plurale, quando impersona quanti siano con lui al La cerca del vero in tutto ciò che avvolge l’Umanità e che, dell’Uomo, crea allo stato un mistero.
E tu, Lettore, nel seguirlo non dovrai abbandonare il dubbio e lo spirito critico, i soli che consentono nuove vere rivelazioni personali, ma lasciati trasportare da un argomento ad altro, da quelli più concreti e tangibili a quelli apparentemente più astratti e teorici ma invero reali: gli uni (propri della fisica) riscontrabili con la semplice logica o sperimentalmente, gli altri (della metafisica) percepibili anzitutto con l’intelligenza del cuore in capo all’Anima, poi con la legge dell’analogia.
Seguendo l’autore, con me a fianco, imparerai a interpretare il mito - dal mito alla storia - per ricostruire le vicende remote dell’uomo e del pianeta - L’Altra Storia - e, quindi, a insinuarti tra sacro e profano per svelare il mito intrinseco nelle religioni abramitiche - dalla storia al mito - tutte congegnate dall’uomo.
Dovrai poi innalzarti alla scoperta dell’invisibile, oltre la parte visibile e tangibile della realtà fino al L’Altra Conoscenza, il mondo dell’Invisibile nella sua vastità e complessità. E potrai così constatare e apprendere come l’attuale sistema, invece, imperi sull’umanità - L’Altro Sapere - tramite (false) religioni e (falsa) scienza, offrendo all’umanità gli idoli del denaro, del consumismo e di una (fragile) tecnologia (apparentemente) avanzata: il tutto a stabilire un totale controllo mentale da parte dell’élite.
Da tale constatazione e acquisita consapevolezza, i tuoi occhi interiori si apriranno al L’Altra Verità.
Potrai così salire di gradino in gradino - verso la trasformazione - fino a scoprire la meraviglia unica della Vita Cosmica di cui l’Uomo è parte, e divenire Uomo Vero - ti sarà svelato - quindi Mediatore tra Cielo e Terra, e ti sarà possibile intravedere - con Scienza, Conoscenza e Coscienza - l’Assoluto e la sua Legge di Amore, intrinseca in ogni regione dell’intero Cosmo, la nostra Casa per l’eternità che, alle più alte e sottili vibrazioni cosmiche, si paleserà come unica per splendore e bellezza.
Non è possibile comprendere il tutto vivendo nella materia, ma limitatamente quanto basta per intraprendere la trasformazione personale.
Perché tutto è dato, in potenza, ma non… come perle ai porci: da conquistare di vita in vita, invece, con l’azione continua di cristallizzazione dell’Anima per l’espansione della Coscienza - apprenderai - fino a rendere entrambe compatibili (Anima e Coscienza) con le alte vibrazioni dell’Assoluto, appunto.
Per molti, perché si risveglino e scendano sul campo dell’azione su se stessi, saranno necessari più shock in una sola o in numerose vite, se necessario.
Gli shock arrivano per tutti.
Compresi, questi schiuderanno il varco iniziale per intuire, prima, e poi comprendere e concepire, infine, il reale nostro stato… divino, e quindi il senso stesso della vita.
Afferrato chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti, e compreso che siamo qui per sperimentare la dimensione della materia, infatti, sarà quindi possibile - anzi diverrà naturale - scegliere il sentiero, segnato dalla Porta stretta già imboccata da tutti i grandi Maestri, per vivere come Anima.
Perché Anima è la nostra reale essenza, e tale da garantire l’immortalità.
.
Σοφια
***
**
*
Prefazione GENERALE
.
La scienza ha indubbiamente molti meriti nel percorso umano. Risponde al bisogno intellettuale dell’uomo di conoscere il mondo e di orientarsi in esso, e anche alle esigenze pratiche di migliorare la propria vita agendo sulla realtà.
È pacifico che la scienza, in quanto desiderio di conoscenza, data in qualche modo da quando data la presenza dell’uomo sulla terra. Dapprima in forme rudimentali e poi vieppiù complesse e sofisticate. Tuttavia la sua data di nascita ufficiale
coincide con le ricerche e la figura di Galileo Galilei nel Cinquecento.
Galilei fu, infatti, uno dei grandi protagonisti e promotori di quel metodo scientifico, che è stato successivamente, dagli epistemologi, detto appunto galileiano. Egli combinò sistematicamente e inscindibilmente nell’attività di ricerca scientifica l’osservazione, l’esperimento e la sua riproducibilità per verificare o smentire un’ipotesi, la misura e il calcolo dei parametri misurabili in gioco e la determinazione di relazioni matematiche fino a costruire una teoria che interpretasse in modo convincente ciò che stava indagando.
Qual è il rapporto tra la scienza e la verità? C’è chi lo ritiene stretto e obbligato, chi lo considera del tutto aleatorio, a me piace considerarlo problematico. La scienza, in quanto attività legata a uno sviluppo storico, è sempre un processo in fieri: quello che sa (o interpreta) oggi non lo sapeva ieri, e oggi non sa quello che saprà (o come interpreterà) domani.
Detto in altri termini, ogni teoria sul mondo può contenere un numero di asserzioni potenzialmente infinito, come infinito è potenzialmente il numero di affermazioni incompatibili con quella stessa teoria.
In concreto, ad ogni istante del suo sviluppo, qualsiasi teoria scientifica è formulata in base a un dato insieme di asserzioni che sono state riscontrate come fattualmente vere meno l’insieme di quelle che sono state riscontrate come false, più, ovviamente, quelle che sono logicamente vere in quanto la loro verità è implicata dalle riscontrate come false.
Tale somma algebrica viene detta verosimiglianza
di una teoria, ma è appunto una somma algebrica e non un indice di verità. È un indicatore del consenso provvisorio degli addetti ai lavori, ma non dice né se né quanto una teoria si stia avvicinando alla verità
del mondo o di una sua frazione, cioè alla globalità del loro stato d’esistenza (globale o frazionario).
Ne deriva perciò che la scienza è un sapere al tempo stesso forte e modesto, saldo e incerto, sempre problematico e mai dogmatico – intendendo questo termine nel senso peggiore della sua accezione.
Di fatto, però, il mondo della scienza, inteso come il mondo o il teatro dei suoi protagonisti, assume non di rado, nel suo philosophari sul mondo e sulla sua verità, un atteggiamento nettamente antiscientifico.
Abusando anzitutto del suo metodo. S’è detto che la scienza è fondata sulla misura, ma la realtà dell’uomo e del mondo è piena di cose
non assoggettabili a misura. È legittimo scartarle dalla conoscenza scientifica, ma non è altrettanto legittimo scartarle semplicemente da qualsiasi orizzonte di senso, come se solo ciò che si misura avesse senso. I non pochi scienziati che, facendosi forza della scienza, affermano che solo ciò che cade sotto il loro metodo ha senso, non si rendono conto di incorrere in una contraddizione logica, perché tale pretesa, in quanto non misurabile, proprio scientificamente non ha senso.
C’è poi la questione di come porsi di fronte a realtà in linea di principio scientificamente indagabili, ma in sé, o ancora, troppo complesse o troppo estese per essere adeguatamente sperimentate e teorizzate. Qui la tentazione della riduzione dell’ignoto, o dell’inesplorato o dell’inesplorabile, al già noto – anche questo atteggiamento nettamente antiscientifico – è assai forte, sia per inerzia dei paradigmi via via costruiti, sia per pigrizia o debolezza intellettuale dei protagonisti, sia per interessi poco commendevoli, sia per ragioni ideologiche e così via.
Si deve sempre contestare qualsiasi tentativo del mondo della scienza di aggirare i problemi di congruità o di estensione dell’oggetto di studio mediante atteggiamenti di riduzione, di esclusione, di delegittimazione, di manipolazione.
Accade non di rado, ad esempio, che a proposito di qualche fenomeno misterioso e che sembra sottrarsi all’indagine, vi siano ricercatori che riescano a imitarne aspetti o dettagli, di solito magari marginali o superficiali, spacciando poi surrettiziamente i risultati delle loro indagini come spiegazioni scientifiche del fenomeno stesso. Un simile modo di agire non si discosta molto dalla frode o dal plagio.
Quanto al lavoro di Gianni Basso, sul quale qui mi è gradito riflettere, non v’è dubbio che nel mondo vi siano tante e tali cose
che hanno tutta l’apparenza di risalire assai indietro nel tempo e che hanno, e hanno avuto, un ruolo assai vasto nello spazio. E che rendono legittime idee ambiziose e al limite dell’incredibile. Che la scienza se ne occupi con i suoi metodi è giusto, e anzi doveroso. Però se ne deve occupare in modo scientifico e con intento scientifico. Che significa: senza pregiudizi o anche solo pre-giudizi, senza esclusione di ipotesi, senza scartare ciò che sembra troppo stravagante
o oneroso indagare, senza chiusure anticipate verso conclusioni che possano mettere in crisi o smobilitare paradigmi troppo assestati.
La verità, qualunque essa sia, ha bisogno di lavoro onesto e di onestà intellettuale. Personalmente, a differenza dell’amico Gianni, non sono molto affascinato dall’idea che i ricercatori eretici
o trasgressivi
rispetto ai sentieri segnati abbiano, per ciò stesso, più ragione
di quelli apparentemente più inquadrati
. Ma ritengo che l’arroccamento di tanti protagonisti della ricerca scientifica all’interno dei propri schemi li renda non dissimili da quegli aristotelici che si rifiutavano, per principio, di mettere l’occhio nel cannocchiale di Galileo. Sarebbe una paradossale e dogmatica chiusura del cerchio per chi proprio su Galileo fonda la propria umana passione per la cerca del vero
.
Giovanni Zamponi *
.
Addendum. Ho discusso spesso con l’autore di due importanti limiti
che mi è parso di individuare nel suo percorso, ideale anzitutto, di ricerca a seguire, e di sistematizzazione infine: uno è quello della sovrabbondanza di ipotesi ad hoc, ossia di affermazioni che non hanno riscontro, e forse non potrebbero averne in linea di principio, ma sono utili per costruire una narrazione argomentata e conseguire un certo grado di persuasività, siano esse vagamente esplicative o promissoriamente elusive; l’altro è quello di una troppo spinta presa di posizione
non di rado unilateralizzata fino all’estremo e che rasenta il pre-giudizio, se non anche il pregiudizio, nella selezione interessata
di autori e fonti a sostegno di tesi che appaiono così, se non precostituite, almeno presentite.
Si tratta di due limiti che confliggerebbero in modo inconciliabile con la stessa idea di cerca del vero
, se non fosse che il paziente indagatore dei misteriosi segni dell’esistenza non intendesse con essi denunciare le degenerazioni della storia dei poteri (e ve ne sono enumerabili fin troppe!), marcare uno stacco, impegnarsi in una volata, andare a rete, e successivamente ritornare al dialogo inclusivo.
Ma se anche si volesse depistare dalla sua ideale pista il decollo di Gianni Basso come storico
e ridurre la sua opera a una bella e sapiente mitografia, essa sarebbe tuttavia – e qui non parlo più da epistemologo o da analista critico, bensì da amante della narrazione, anche fantastica, e della sua congrua scrittura – una geniale offerta capace di suscitare non solo desideri di evasione o di illusione, ma veramente, ad ogni passo, rinverdire la sete per un di più di aperta conoscenza, perché solo il dire che apre è un dire sano
. GZ *
.
*Giovanni Zamponi, l’autore della Prefazione, è nato a Smerillo nel 1949 e risiede a Fermo. Laureato in Farmacia e in Medicina e Chirurgia, specialista in Malattie Infettive. Membership of the New York Academy of Sciences, aderente all’Associazione Medici Scrittori Italiani (A.M.S.I.) fondata da Carlo Levi, dal 1999 al 2000 è stato componente del Comitato Nazionale per la Cultura del Kiwanis Distretto Italia.
Cultore di epistemologia, e in particolare di quella branca che riguarda la relazione mente materia, ha trattato l’argomento in pubblicazioni e conferenze d’approfondimento e d’aggiornamento. Ha introdotto e coniato la nozione di noumeros o quanto mentale come categoria di unificazione dell’aspetto logico (pensiero) e fisico della realtà (In umbra noumeros, ne Il Divenire e l’ombra
, Roma, 1999).
Poeta e saggista, si interessa delle ragioni generali ed esistenziali dell’espressione, ponendole a confronto con le varie forme del sentire e pensare la realtà, a partire dall’intuito mistico e poetico, e dalla ricerca filosofica, fino all’indagine scientifica.
Tra i contributi di questo settore si possono annoverare: Visione e bellezza. Dinamiche ascensionali nella Divina Commedia, in Itinera
(Ancona, 2001); Zapping civilization in Nobile
(Ancona, 2002); Dal tratto al volto, in Tullio Pericoli, Volti d’autore (Colli del Tronto, 2005). E’ stato tra i redattori-fondatori del semestrale di civiltà poetiche Smerilliana
, e fa parte del comitato di direzione di Poesia e spiritualità
(Ancona, 2008). Letture e contributi più significativi: Il pellegrin poeta (Fermo, 1999), Teopoesia? ("Smerilliana, 1), La riva dell’apokàlypsis (Smerillliana
, 5), Di soglia in soglia (Poesia e spiritualità
, 1).
Tra le pubblicazioni in versi, dopo Fascini di contemplazione (P.S. Giorgio, 1995) e Fughe nella Realtà (Ripatransone, 1996), nel 2001 ha pubblicato Ombra bianca (Roma). Nel 2002, insieme a Centinaro, D’Angelo e Marota, ha dato alle stampe Poetry Quartet (Cosenza). Altri testi poetici sono presenti su Smerilliana
n. 5 (Soliloqui sopra la terra), nonché su La serpe
(organo dell’ AMSI). E’ ospitato nell’antologia 80 poeti per Luciano Erba (Novara, 2003). Dal 2006 è coordinatore artistico del Premio di Poesia Tronto
(Colli del Tronto).
.
***
Introduzione
.
IL MISTERO DELL’UOMO
E DEL MONDO CHE LO AVVOLGE
.
Io veggio ben che già mai non si sazia
nostro intelletto, se ‘l ver non lo illustra
di fuor dal qual nessun vero si spazia.
.
Posasi in esso, come fera in lustra,
tosto che giunto l’ha; e giugner puollo:
se non, ciascun disio sarebbe frustra.
.
Nasce per quello, a guisa di rampollo,
a piè del vero il dubbio; ed è natura
ch’al sommo pinge noi di collo in collo.
.
(Dante, Par., IV, vv 124-132)
.
Le risposte all’interrogativo chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? appartengono alla scientia omnium rerum per ultimas causas…
.
La filosofia ha tentato per millenni, attraverso la ricerca speculativa d’innumerevoli appassionati cultori della conoscenza, di offrire risposte a tali interrogativi fondamentalmente vitali per il genere umano.
Da quando l’uomo è salito sulla scala dell’evoluzione, fino al punto da scoprirsi sapiens
perché cosciente di se stesso, s’interroga senza ancora scoprire
il passato, vedere
il futuro e comprendere
la sua stessa casa madre che, nel tempo, ha visto da grotta rifugio a nave spaziale, da pianeta Terra a Cosmo forse infinito.
Ha imparato a dominare alcune forze della natura, a scoprirne i segreti e conquistare già una tecnologia per i primi passi nello spazio. Quest’uomo, però, non sa chi è, né da dove viene né dove è diretto. Tanta è la sete di conoscere e conoscersi, comunque di cercare risposte, che spesso rinuncia a leggere il reale per ciò che è.
Porsi invece difronte alla realtà e affrontarne una lettura fotografica e razionale rappresenta l’atteggiamento di partenza più adeguato per sperare di dissetarsi. Intuire e comprendere poi che l’esistente non è solo quello percepito dai cinque ricettori sensoriali, o sperimentato in laboratorio, è indispensabile come conditio sine qua non per procedere nella conoscenza della casa cosmica. E questa appare tanto più complessa e fantastica di quanto si sia potuto immaginare finora.
Più si sale, più l’orizzonte si espande. Quanto più si cresce nella conoscenza, tanto più si assapora l’amaro limite di averne catturati solo frammenti. Ancor più si percepisce quanto sia attuale e indigesto insieme l’assunto che la conoscenza sia legata alla conquista di quella saggezza che rende l’uomo sapiente
cosciente di non sapere.
Il percorso della conoscenza è talmente affascinante e irrinunciabile per l’uomo, che ne è diventato così la sua stessa storia, cadenzata da corsi e ricorsi di luci e di ombre.
I tempi moderni vedono l’uomo meno attento alla ricerca di risposte essenziali, più preso dagli idoli del benessere materiale e di certa tecnologia vieppiù alienante. Eppure, oggi, sembra poter contare su maggiori opportunità per compiere passi notevoli verso la conoscenza, solo che si guardi attorno senza pregiudizi. Necessita, però, una sua totale apertura mentale da poter cogliere e interpretare i fenomeni per quello che sono, che significano e che lasciano intravedere al di là del limite posto dai propri sensi. Riconoscere, infatti, la limitatezza dei ricettori, nella percezione di tutto il reale in ogni sua manifestazione, rappresenta il presupposto per aprirsi a percorsi di apprendimento, altrimenti impossibili in questa dimensione vitale di cui è cosciente.
Oggi può crescere e consolidarsi una cultura in grado di osservare il reale in modo più libero da vincoli, pregiudizi e interpretazioni imposte o rivelate.
Ma l’aspirazione alla conoscenza – non di rado conculcata da motivazioni estranee e aventi a che fare con il dispiegamento del potere secondo quella logica per la quale l’uomo non possa essere che governato – può sortire effetti ed essere appagata solo in sinergia con la consapevolezza e il coraggio di essere disponibili a:
.
Riscrivere parte della storia
Reinterpretare il linguaggio della mitologia, tipico di chi possiede un qualche sapere e per tramandarlo dal profondo di civiltà in estinzione elabora appunto il mito, quale idioma dotto e semplice insieme, ideato per essere assimilato nel tempo e divenire comprensibile, perché sempre più compatibile con la crescente capacità di apprendimento dei soggetti in evoluzione cui è rivolto
Leggere con criterio il linguaggio esoterico attraverso il quale nei secoli i cultori del sapere, attraverso i misteri
e forme molteplici di associazionismo riservati a pochi iniziati, hanno forse fatto vivere fino a noi profonde e alte conoscenze, patrimonio di antiche civiltà (forse antidiluviane?)
Valorizzare tutti i dati della ricerca archeologica, anche di quella cosiddetta proibita
perché in contraddizione con le ricostruzioni ufficiali
Non sottovalutare a priori la vastissima e sconvolgente fenomenologia ufologica
Interrogarsi su chi governi veramente il pianeta
Analizzare con obiettività e con mente aperta i fenomeni cosiddetti sovrannaturali.
.
La consapevolezza di dovere, con queste strategie e questi metodi, purificare lo sguardo e liberare il mondo da stratificate incrostazioni può supportare il coraggio di un’indagine anche contro corrente. Così vari ricercatori hanno pubblicato e continuano a pubblicare testi dai contenuti certamente alternativi
che mettono in crisi certezze
storiche, scientifiche, religiose, con argomentazioni forti, attendibili, spesso inattaccabili.
Costoro, senza mezzi e sostegni, considerati i nuovi eretici
da antiscientifici atteggiamenti scientistici troppo imperanti, devono affrontare e superare estreme difficoltà per conquistare spazi di attenzione. Autori non di rado eccezionalmente singolari
offrono così risultati di indagini sicuramente innovative, ma destinate a rimanere vane e infruttuose, se nessuno di loro, o altri, saprà volare ancora più in alto e coglierle in uno sguardo d’insieme, analitico e sintetico a un tempo. Collegare e fondere tali filoni innovativi in una sintesi organica rappresenta la sfida e il presupposto di un diverso e originale percorso conoscitivo.
Tale collegamento e tale fusione sono, in qualche modo, la ragione del presente lavoro, che si estende per tappe successive e progressivamente ampliate fino a coinvolgere tutto ciò che esiste e il senso stesso e ultimo della vita umana.
Chi scrive è consapevole del rischio di essere tacciato di dogmatismo quando andrà a presentare fatti
e teorie
esplicative poco raggiungibili dai criteri della ripetibilità sperimentale e della falsificabilità sperimentale e logica. Ma quando sarà esplicito o implicito che si sposeranno tesi preventivamente inverificabili e presuntivamente non negoziabili, lo si farà non per il gusto di una semplice contrapposizione o di un delirante modus videndi non videndo, ma per dirompere (troppo) consolidate contrapposizioni tra modi di vedere e di sapere al solo fine di recuperare uno sguardo e una mente indagatori veramente politropi.
Ciò che sembra impossibile in una certa fase storica può non esserlo più in un altro periodo. Un tempo la fisica cosiddetta classica poteva apparire una barriera insuperabile che si frapponeva tra la realtà fisica macroscopica e quelle irregolarità
storicamente ineliminabili e misteriosamente
incombenti. Oggi la fisica quantistica, che della classica rappresenta un’evoluzione apparentemente contraddittoria nelle acquisizioni ma coerente nel metodo, può costituire invece una sorta di membrana semipermeabile che consente di guardare non invano oltre il limite (almeno quanto a ipotetica possibilità).
Allora si può non senza ragione ritenere che quei ricercatori non ortodossi
che hanno avviato un processo di crescita culturale complessiva, in un periodo di straordinaria trasformazione globale in essere – planetaria e umana, materiale e spirituale – hanno operato positivamente per un salto dimensionale che trasformerà l’umanità più in sintonia con la grande Mente del Tutto, la Coscienza Cosmica. Questa presenza, infatti, è stata anche avvertita da alcuni cultori - dalla mente più aperta - della stessa Fisica moderna come manifestazione dell’ordine implicito
o implicato
esistente nel Cosmo.
La sfida consiste nel riuscire a trasmettere gli stimoli giusti.
Buona lettura
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Gianni Basso
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IL MISTERO CHE CI AVVOLGE
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INDICE interattivo
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LA PORTA DEL CIELO
GIZA
IL MISTERO DELLE PIRAMIDI
IMPIEGO D’ENERGIA SONICA!?
STRANI OROLOGI AI POLSI DEGLI DÈI
IL DISEGNO PLANETARIO
IL RUOLO DELLA SFINGE
ENTRA IN SCENA SIRIO
QUANDO IL CIELO
CADDE E IL SOLE SI
FERMO’
SIRIO
DAI PELASGI AD ATLANTIDE
L’ATLANTIDE DI PLATONE AD OCCIDENTE
L’ATLANTIDE DEI VEDA AD ORIENTE
DA ATLANTIDE AGLI ATLANTIDEI
L’INIZIAZIONE
DAL MITO ALLA STORIA
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L’antichità è piena di glorie di un passato ancora più lontano
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Voltaire
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RIEPILOGO ARGOMENTI GIA’ TRATTATI
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Volume 1
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IL MISTERO DELLA NOSTRA ORIGINE
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Prefaz: Dal Mito alla Storia di I. Zapp e G. Erikson
Cap. 1: Alla scoperta delle origini
Archeoastronomia, mappe e civiltà perdute
Anche geologia e ridatazioni
Cap. 2: Catastrofismo ed evoluzionismo
Universo elettrico
Amnesia planetaria?
Cap. 3: Mitologia
Nuova cronologia
Il linguaggio del mito
Cap. 4: Quando gli dèi scesero dal cielo sulla terra
Al principio, gli Anunnaki?
Cap. 5: L’inizio della civilizzazione
Le Americhe
Il calendario
Cap. 6: L’America riscoperta, la casa pintada e il Vecchio Testamento
La casa pintada, graffiti e altro
Il Vecchio Testamento è originale?
Cap. 7: Finalmente in Egitto
Decifrazione dei geroglifici
Cap. 8: Bussammo alle porte d’Egitto
La Regina del sud
Cap. 9: Dendera: Hathor, zodiaco e lampade
Abydos e l’Osireion
Cap.10: Sotto il cielo stellato sul Nilo
Costellazioni e numeri cosmici
Cap.11: Astronomia, astrologia e calendari
Cap.12: La battaglia celeste
Antico scenario celeste
Cap.13: Il Cielo in Terra lungo lo sguardo planetario della Sfinge
In America, Asia ed Europa
Cap.14: Verso Abu Simbel
Cap.15: Verso Giza: Meydum, Dashur, Saqqara, Abusir, Tel El-Amarna
Cap.16: Akhenaton e la Città del sole più vicini a noi
Cronologie da risincronizzare
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Prefazione
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COME IN CIELO COSI’ IN TERRA
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"La visione del mondo degli Antichi Egizi, che sembrano averla ereditata intatta e già completa all’inizio della loro civiltà storica, circa 5000 anni fa, era profondamente dualistica (su questo saremo meno generici più avanti nel La cerca del vero. N.d.A.) e cosmologica. La fondazione della teocrazia faraonica, l’unificazione delle Due Terre, dell’Alto e Basso Egitto, le nozioni che avevano del proprio passato e degli avi, le leggi e il sistema del calendario, l’architettura dei complessi costituiti da templi e Piramidi e persino dello stesso Egitto e il Nilo – tutti questi elementi erano per loro concetti cosmologici. Consideravano infatti il proprio ambiente cosmico (il cielo, la Via Lattea, il sole e le stelle, la luna e i pianeti, e tutti i loro cicli) legato in un perfetto dualismo con l’ambiente terreno (la loro terra e il Nilo, il re vivente e i suoi avi, i cicli delle stagioni e delle epoche).
La nostra impressione è che la storia dell’Antico Egitto – non a caso completamente scritta su papiri e tavolette o affidata ad iscrizioni – fosse frequentemente espressa in una sorta di codice cosmico ritualisticamente e simbolicamente collegato, come le stesse Piramidi, a tutti gli schemi sempre mutevoli del cielo. Da questo consegue che dobbiamo guardare il cielo, proprio come facevano gli Egizi, se vogliamo capire le idee che cercavano di comunicarci nei loro (a giudicare dalle apparenze) incredibilmente strani e problematici scritti religiosi".
[ …]
Questi straordinari documenti ci sono pervenuti sotto forma di una profusione di iscrizioni geroglifiche sulle pareti delle tombe di un certo numero di Piramidi della quinta e della sesta dinastia di Saqqara, situata una quindicina di chilometri a sud della necropoli di Giza, e ci offrono una chiave fino a questo momento trascurata per mezzo della quale i segreti delle grandi Piramidi e della Sfinge possono essere svelati
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Robert Bauval e Graham Hancock
Custode della Genesi (pp.172-173)
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17
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Rostau
LA PORTA DEL CIELO
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"L’uomo teme il tempo,
ma il tempo teme le piramidi".
(Proverbio arabo)
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Quella sera, Bauval era in forma e il suo italiano particolarmente sciolto. Sembrava uscito da una risciacquatura in Arno
alla maniera manzoniana, quando, prima di pubblicare I Promessi Sposi, Manzoni andò a pulire il suo italiano lombardo a Firenze, dove soggiornò per quattro mesi; lì incontrò e conobbe anche il marchigiano recanatese Giacomo Leopardi. Ci piace supporre che il grande poeta abbia contribuito, anche lui in qualche modo, alla ripulitura di quel romanzo storico, un testo tanto proposto in ogni corso di studi della letteratura italiana.
Insolitamente scorreva con meno... come si dice? Al solito eravamo tutti pronti, comunque, ad imbeccare immediatamente la parola che si riteneva appropriata e che subito faceva sua con un... "ah, sì!" E Robert proseguiva rassicurato. Altre volte... "no, no!" E allora piovevano sinonimi o perifrasi diverse, secondo le più ragionevoli intuizioni – tra le possibili interpretazioni di ciascuno del suo pensiero – o sulla base dell’individuazione del corrispondente termine in italiano, che si supponeva stesse cercando, quando ne usava uno in inglese e si sospendeva... in attesa dell’imbeccata.
Cominciò, con vari suoi saggi a fianco e con una certa enfasi:
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Nei secoli precedenti la nascita di Cristo, quando Alessandria primeggiava tra le città del mondo greco e i suoi cittadini erano grandi viaggiatori, esistevano sette meraviglie che superavano per fama qualunque monumento. Di quei prodigi, mete ambite da chiunque, ben sei sono scomparsi: i giardini pensili di Semiramide a Babilonia, la statua di Zeus a Olimpia, il tempio di Artemide a Efeso, il mausoleo di Alicarnasso, il colosso di Rodi e il faro della stessa Alessandria. Solo uno rimane ancora sotto i nostri occhi: le Piramidi d’Egitto.¹
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Osservate dalla finestra della camera d’albergo, erano proprio lì, sotto i nostri occhi! Più in alto, però, sulla piana di Giza. E il giorno dopo, invasa Giza e superato il recinto della Sfinge – operazione non possibile per i comuni turisti – le avremmo conquistate, Sfinge e Piramidi! Dalle ore quattro del mattino, fino alla loro apertura al pubblico! Solo per noi e per ore, grazie ad Adriano e alla sua organizzazione.
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Queste straordinarie costruzioni, che fanno apparire Stonehenge un lavoro compiuto nel giro di un mattino, hanno ispirato, per secoli e secoli, un rispetto reverenziale in virtù della sola mole, per non dire della perfezione geometrica. Ma il sistema usato per edificarle rimane un mistero e, ancora oggi, avremmo gravi difficoltà a erigerne di eguali, nonostante tutti i vantaggi della moderna tecnologia.