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Figli di un Dio Alieno: Cronache cosmiche e riflessioni metafisiche alla luce delle evidenze del passato
Figli di un Dio Alieno: Cronache cosmiche e riflessioni metafisiche alla luce delle evidenze del passato
Figli di un Dio Alieno: Cronache cosmiche e riflessioni metafisiche alla luce delle evidenze del passato
E-book340 pagine3 ore

Figli di un Dio Alieno: Cronache cosmiche e riflessioni metafisiche alla luce delle evidenze del passato

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Info su questo ebook

Sulla scia di Mauro Biglino, una nuova voce alla ricerca della verità!

Un percorso lungo il quale saranno analizzate tracce ed evidenze del passato e nuove scoperte della Fisica e della Metafisica, che ci sveleranno l’esistenza di mondi invisibili, che esistono al di là del fatto che noi non li vediamo. Una volta tolto il velo delle false verità, apparirà evidente un fatto: la vera storia del nostro pianeta non è scritta nei libri di storia scolastici!

Nelle più antiche scritture del mondo, si parla di esseri superiori che abitavano sulla Terra in epoca remotissima. Nei testi indiani sono chiamati DEVA, nelle tavolette sumere ANUNNAKI, nella Bibbia ELOHIM, gli antichi egizi li chiamavano NETERU, i greci THEOI. Questi esseri superiori, dopo aver creato una nuova specie di creature intelligenti, gettarono sulla Terra le basi della civiltà. Costruirono basi strategiche, torri per comunicare con il “cielo” e strade per andare e venire sulla Terra.

Grazie alla fisica quantistica e alla metafisica si apre finalmente la porta a una nuova consapevolezza in cui il vero protagonista è l’Essere. E in questa nuova visione emerge una possibile verità inattesa che si coniuga con l’antica sapienza vedica e con le nuove interpretazioni dei testi più antichi.

Da questa prospettiva, completamente nuova, ci appare una storia molto diversa da quella che ci avevano insegnato.. eppure l’avevamo sempre avuta davanti agli occhi!

Questo è un libro da leggere con mente aperta, perché.. come diceva Einstein:
“La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre!”

Punti chiave del libro
  • La sudditanza psicologica nasce sempre dall’ignoranza e dalla paura, specialmente quando è provocata da integralismi e dogmi religiosi.
  • La maggioranza della gente è convinta che la Terra sia l’unico pianeta abitato e che l’uomo sia l’unica specie intelligente dell’universo.
  • Quante volte abbiamo saputo riconoscere, nelle cronache degli antichi redattori, lo sforzo con cui tentavano di descrivere gli dèi che venivano dal cielo a bordo di carri di fuoco, barche volanti e uccelli artificiali?
  • Da ogni antica scrittura emerge un pantheon di divinità antropomorfe dotate di un’intelligenza e una conoscenza talmente superiori a quella umana, da essere considerati dèi.
LinguaItaliano
EditoreOne Books
Data di uscita26 lug 2021
ISBN9788833801162
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    Anteprima del libro

    Figli di un Dio Alieno - Daniela Bertoluzzi

    Ringraziamenti

    Grazie a tutti coloro che mi stanno illuminando durante il mio percorso di conoscenza. Al mio Maestro, in primis. La mia ricerca di spiritualità, dopo aver molto viaggiato, un giorno mi ha condotto in India e in seguito ho scoperto che era stato Lui a chiamarmi…

    Un ringraziamento particolare va al Dr. Giancarlo Rosati, divulgatore della metafisica che aveva appreso dal grande mistico indiano che è stato anche il nostro comune Maestro.

    Ringrazio molto anche il compianto Zecharia Sitchin, che conoscevo, stimavo e di cui sono tuttora una fan. La mia ricerca di verità sulle origini dell’uomo, dopo avermi fatto transitare per molti altri sumerologi, mi ha condotto a lui, ai suoi libri e alle sue conferenze.

    Infine, "last but not least"… un grazie davvero speciale a Mauro Biglino, che mi ha tolto gli ultimi dubbi! Il suo lavoro è la chiave di volta che tiene in piedi le mie certezze.

    Prefazione

    Scrive l’autrice che:

    «Il profondo divario tra l’umana comprensione e la verità sulle origini umane è da secoli causa di discussioni tra le classi: scientifica, religiosa, teosofica e investigativa. Siamo però in vista di scoperte che metteranno a dura prova i nervi dei dogmatici».

    È inevitabile che ciò avvenga. Gli studi, i progressi della scienza, le nuove forme di divulgazione della conoscenza consentono, e garantiscono, una libertà di analisi autonoma non ipotizzabile anche solo alla metà del secolo scorso.

    Questo libro rappresenta uno dei prodotti di questa libertà che – indipendentemente dalla possibilità di condividerne o meno il contenuto – fornisce a ogni individuo la possibilità e gli strumenti per condurre riflessioni autonome che costituiscono la base irrinunciabile per ogni cammino capace di portare a una qualche forma di liberazione da quei condizionamenti dogmatici che, teologici o scientifici che siano, risultano essere sempre forieri di conseguenze e situazioni fortemente negative, se non addirittura drammatiche.

    La visione di insieme, quasi sinottica, presentata da questo lavoro, è fonte di riflessione e consente al lettore un approccio utile per delineare la prima visione di un quadro i cui elementi si richiamano con notevole e semplice evidenza. Ne deriva una rappresentazione del passato non più sezionata e frammentaria bensì unitaria nel suo racconto coerente.

    Medio Oriente, estremo Oriente, civiltà mediterranee, continente americano, tutto appare come prodotto da un unicum: cadono le distinzioni che la storia ufficiale ha elaborato per creare e mantenere l’illusione di una divisione che genera gerarchie e contrasti.

    L’immagine che scaturisce da un lavoro comparativo è invece quella di un’umanità che ha vissuto ovunque le stesse esperienze in quanto prodotto di una storia unitaria, originata da un evento sostanzialmente unico che ne ha dettato le linee e gli sviluppi.

    Siamo sicuri che ciò che credevamo di sapere sul passato corrisponda davvero a ciò che è avvenuto?

    Il libro di Daniela Bortoluzzi è utile anche come stimolo per cominciare a nutrire quei dubbi che sono il sale della curiosità e la garanzia di libertà dai condizionamenti di cui l’umanità è da sempre vittima spesso inconsapevole.

    Riflettere su questo rappresenta un primo passo per tentare di ipotizzare una personale risposta alle domande fondamentali che affascinano, e al contempo travagliano, l’umanità pensante: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo?

    Gli elementi per condurre analisi autonome ci sono: a ciascuno la risposta.

    MAURO BIGLINO

    Introduzione

    «La verità vi renderà liberi».

    (Gv 8, 32)

    Dice il saggio: «Esistono almeno tre tipi di verità: la mia verità, la tua verità e la mezza verità». Ma la verità è una sola.

    Nei primi due casi ognuno, dal suo punto di vista personale, è sinceramente convinto di conoscere l’unica verità e spesso la vorrà imporre agli altri insieme al suo modo di ragionare: darà, di conseguenza, con lo scopo di convincere (e contagiare con le proprie ragioni), risposte e chiarimenti – qualora ci fossero obiezioni o dubbi – a supporto della propria idea (e per dissuadere da quella altrui). Poiché è di un’idea che si tratta, è evidente che la mente non conosce la verità, ma tenta di crearla usando l’intuizione.

    Le mezze verità, invece, sono infide mine vaganti atte a fuorviare il ricercatore durante il percorso – depistaggi per confondere o far perdere le tracce della verità, senza tuttavia nasconderle del tutto. Anche queste hanno lo scopo di convincere, ma sono subdole: si tratta di versioni incomplete o volutamente ritoccate in modo da mettere fuori strada e far cadere nella trappola. E anche se spesso sono frutto della paura e dell’ignoranza, è soprattutto l’Ego¹ il soggetto censore delle notizie. In una società corrotta e falsa come la nostra, fatta di apparenze e di falsi modelli, mentire è oramai un’abitudine diffusa.

    La menzogna non esisterebbe senza la dualità (che la rende opposta alla verità) e l’Ego; nella dualità siamo diventati attori di una commedia cosmica in cui crediamo di essere noi a decidere le azioni. Dalla dualità nasce l’identificazione del Sé con il corpo – il Mentale² – e quindi l’Ego… per cui siamo intrappolati in questa capsula multi sfaccettata di realtà illusoria (in quanto manifestazione fenomenica del Mentale) che la maggior parte delle persone crede sia quella vera. Come se questo non bastasse, ci è stata propinata a piccole dosi una verità verosimile e facile da assimilare. Così facile e subliminale che l’abbiamo accettata anche quando era talmente assurda da offendere la nostra intelligenza. E come potevamo riconoscerla come non-verità? Siamo sempre stati a contatto con le menzogne degli uomini! Come potevamo combattere in noi stessi lo spirito di falsità e di vigliaccheria? Siamo sempre stati immersi in un male che si è generato a causa di credenze e di falsi miti imposti da uomini, affamati di potere, che hanno sempre voluto dominare sugli altri imponendo se stessi e non la verità. Solo facendo crollare questi falsi miti saremo in grado di eliminare definitivamente il male e intravedere la verità.

    La verità di cui stiamo parlando è la verità esistenziale, la verità unica, quella ricercata da sempre da filosofi, scienziati, religiosi, credenti, atei… quella su cui si è sempre interrogato ogni individuo dalla notte dei tempi: Chi sono? Da dove vengo? Dove andrò?. Questioni legate al mistero della vita e, ovviamente, della morte. E quindi al trascendente, al concetto di Dio, all’invisibile a cui si è spesso tentato di dare forma nella propria mente creando pensieri – cioè una realtà ipotetica o illusoria.

    L’uomo può accedere alla verità tramite le sincronicità che la vita gli offre e che lui stesso attrae, come l’incontro con letture e persone che stimoleranno la sua intelligenza, le sue intuizioni e le sue percezioni, che lo porteranno allo stato emozionale della certezza; all’inizio della sua ricerca spirituale avrà molti insegnanti, ma al momento opportuno incontrerà un maestro di verità, il guru, che lo accompagnerà verso l’evoluzione della coscienza secondo lo stadio raggiunto.

    Gli insegnanti hanno allievi, mentre i guru hanno discepoli. A causa del karma e delle reincarnazioni, infatti, non tutti si trovano allo stesso livello evolutivo; alcune persone sono più avanti di altre e chi ha già raggiunto la meta può aiutare coloro che si trovano più in basso nella scala evolutiva.

    Un maestro di verità ha trasceso il Dio delle religioni e lo percepisce come stato di consapevolezza e UNITÀ di tutto ciò che esiste, ovunque e in ogni forma, perché tutte le forme gli appartengono. Tutto è UNO e, di conseguenza, anche ognuno di noi fa parte di quell’UNO, che è la Coscienza Cosmica e il Sé superiore. La strada per la verità passa per l’evoluzione della coscienza, ma non ci può essere evoluzione senza prima riconoscere Dio nella Coscienza Cosmica riflessa nel proprio Sé interiore.

    Il maestro di verità si rifletterà nel Sé del suo discepolo che, attraverso di lui, sperimenterà l’autorealizzazione. Solo allora, consapevole finalmente di essere il veicolo del Sé, l’uomo percepisce la vita come stato di coscienza diverso dalla morte e dal sonno e si riconosce nella Coscienza Cosmica.

    Ma la strada della conoscenza è disseminata di trappole! Ogni cultura antica, dai quattro angoli del mondo, ci ha sempre trasmesso la sua versione (una verità locale, parto di mitologia e religione) dando vita alle antiche tradizioni, quindi anche alle leggende e alle profezie…

    In effetti la verità è sempre una sola, ma spesso è nascosta da falsi indizi o mimetizzata e, per trovarla e/o riconoscerla, bisogna ricercarla investigando. Non bisogna temere i nostri dubbi ma usarli come stimoli. I dubbi sono sincronicità che fanno collassare la funzione d’onda³ e ci inducono a prendere coscienza (indossando occhiali speciali in grado di correggere la cecità cronica di una mente chiusa). La mente umana non conosce la verità, ma tenta di crearla usando l’intuizione. A volte il cuore la intuisce, ma è sempre la mente a elaborarla. Una mente ingenua crea una verità ingenua.

    Le ipotesi di un ricercatore di verità sono quindi speculazioni della sua mente, suggerite da percezioni, e intuizioni inviate al cuore per essere sentite e viste. Il dubbio, benché agente di disturbo mentale, nasce nella mente di chi è libero di pensare. Voltaire, il padre dell’illuminismo, diceva che solo gli imbecilli non hanno dubbi. E io aggiungo che i dubbi sono fondamentali nella ricerca della verità.

    Secondo il filosofo Karl Popper, «anche se la scienza è ricerca della verità, in fondo la verità non è verità certa», mentre per Henry David Thoreau «bisogna essere in due perché la verità nasca: uno per dirla e l’altro per ascoltarla». Quindi, la verità è un’idea!

    Democrito diceva addirittura che la verità è nell’abisso in quanto non la conosce nessuno e in queste parole c’è da riflettere, specialmente quando la verità è stata dimenticata, perché inghiottita dal tempo. In questo caso la verità è un’ipotesi!

    Servono lenti rivelatrici che consentano di vedere con gli occhi del cuore, oltre i pregiudizi e l’offuscamento creato dai dogmi religiosi, scientifici, storici e perfino filosofici. E infatti, a questo proposito, Osho diceva:

    «Solo chi ha abbandonato ogni credo si trova sul sentiero della verità; invece chi ha pregiudizi e un credo stabilito non può rivendicare alcuna verità. I credo sono una creazione della mente dell’uomo. La verità non conosce scissioni. Pertanto, solo chi è libero da pregiudizi e imparziale, è il padrone della verità».

    Siddhārtha Gautama, il Buddha, così esortava:

    «Non credere a quanto ti viene annunciato come verità dottrinale solo per la forza carismatica di chi lo fa; né devi credere per un fatto di religione, di cultura, di casta, o di razza; né per un’imposizione qualunque, sia pure manifestata in buona fede. Credi solo se quanto ti viene indicato trova corrispondenza nella tua anima e nel sano giudizio che alberga in te. Solo così sarai un uomo libero e capace di promulgare, a tua volta, la Verità agli altri».

    Innanzitutto, sia chiaro che la visione che abbiamo della realtà non ha nulla a che fare con la verità. La nostra interpretazione della realtà è relativa, trattandosi di un elaborato dalla mente, frutto a sua volta della percezione dei nostri organi di senso. E di conseguenza al ruolo umano nel contesto cosmico, cioè in quel mare di lunghezze d’onda/vibrazioni con cui l’uomo interagisce come soggetto e oggetto, in grado di modificare la realtà circostante e allo stesso tempo di venirne assorbito. È un concetto straordinario che impone di abbandonare l’immagine materiale che conosciamo e acquisirne un’altra, completamente diversa.

    Il Cosmo non è regolato dal caos, ma da leggi e ha un ordine⁴ perfetto. Nella sua straordinaria armonia, dove tutto vibra, noi siamo le note musicali.

    E infatti, come aveva scoperto lo scienziato americano John Worrell Keely⁵, viviamo in un Universo musicale le cui vibrazioni producono una forma di musica. E le ottave di questa musica, opportunamente accordate, sono in grado di liberare un’energia inesauribile⁶. Scrisse un trattato su questo argomento in cui definì e ordinò le 40 leggi dell’armonia, che aveva scoperto, lasciandovi trasparire un Universo perfettamente armonico e dunque mai caotico, in cui tutto (anche l’uomo) consta di onde elettromagnetiche ognuna delle quali vibra connessa a tutte le altre.

    Tra queste onde ci sono quelle sonore e visive. L’uomo è in grado di udire unicamente suoni con frequenza compresa tra 20 e 20.000 Hz; sotto questa gamma udibile, ci sono gli infrasuoni e sopra, invece, gli ultrasuoni. Pur non percependo questi suoni, ne avvertiamo inconsapevolmente gli effetti (stanchezza, nervosismo, ansia, perfino sete), mentre molti animali possiedono un udito in grado di sentirli benissimo. Inoltre l’uomo è praticamente cieco, perché la magnetosfera terrestre gli permette di vedere solo il 4% di quello che c’è.

    Il sistema visivo umano è sensibile a una minima parte dello spettro elettromagnetico; per fare un esempio, se fosse sensibile allo spettro dei raggi X il nostro aspetto sarebbe quello di uno scheletro e a quello degli infrarossi sarebbe un ammasso di macchie rossastre. La Terra, vista con lo spettro dei raggi gamma, sarebbe simile a una specie di brutta spugna fossile marrone (altro che pianeta azzurro, l’acqua sarebbe sparita!). Noi crediamo ingenuamente di vedere tutto quello che c’è da vedere, ma non è così: esiste un 96% che non vediamo, ma anche se è non-visibile non significa che non esista. Ne ignoriamo semplicemente l’esistenza!

    La percentuale del 4% è piuttosto ricorrente: conosciamo solo il 4% anche della cellula e del cervello. Probabilmente c’è un nesso. E in quel 96% cosmico invisibile e sconosciuto c’è anche il flusso delle forze energetiche del campo eterico in cui siamo immersi e che pullula di vita sconosciuta ai nostri sensi. La nostra essenza è multidimensionale: il nostro corpo eterico è vivo e vibra in un suo proprio contesto con uno scopo che ci sfugge.

    La fisica quantistica relativistica dei campi teorizza che una particella non esiste di per se stessa, ma per gli effetti che produce – il cui insieme prende il nome di campo. Quindi è l’incessante interazione di questi campi (elettromagnetico, gravitazionale, ecc.) a produrre la realtà che conosciamo. Il campo eterico cosmico è a sua volta un luogo esoterico, perché il nostro 4% non ci consente di comprendere ciò che va oltre la nostra realtà. Il corpo eterico vive nel mondo eterico, nel campo eterico cosmico, dunque siamo esseri dotati di ubiquità dimensionale. È forse questo è il luogo dove le intelligenze, i pensieri e le memorie sopravvivono al corpo fisico? Allora questo è il Regno esoterico di Akasha! Potremmo osare l’ipotesi che sia un aldilà opposto all’aldiquà, una regione mentale dove la non-incarnazione è opposta all’incarnazione e la spiritualità è opposta alla fisicità, insomma una specie di altra Terra.

    Osservando le cose da questo promontorio abbiamo una visione ben diversa da quella a cui eravamo abituati! Da questo luogo mentale gli occhi del cuore hanno una vista a 360°: l’Essere⁷ non è o vivo o morto; non esiste o in un luogo o in un altro, in un tempo o in un altro. Semplicemente è. L’Essere assume l’identità di essere umano finché fa l’esperienza terrena, poi ritorna Essere. E l’Essere è non-locale⁸ e a-temporale. È uno nell’UNO. E l’UNO è l’Assoluto metafisico, la fonte trascendente che ha originato tutto e alla quale tutto deve ritornare.

    Ci hanno sempre impedito di salire sul promontorio, limitandoci la vista. Ci hanno fatto credere che la morte è la fine della vita, ma non è così: si tratta di una convinzione distorta dall’ignoranza e dalla paura, che ha creato una serie di forme-pensiero negative che si nutrono delle nostre paure come dei cancri.

    Questa visione mentale nasce anche dalle conseguenze psicologiche dell’imprinting ricevuto centinaia di migliaia di anni fa, agli arbori della creazione dell’UOMO/ADAM, e che continua a condizionarci, creando la nostra idea della verità sulle origini della vita.

    Quando 200.000/300.000 anni fa, senza la benché minima spiegazione scientifica che convalidi la teoria evoluzionistica darwiniana (infatti si continua ancora a cercare invano un inesistente anello mancante), apparve improvvisamente su questo pianeta (!) l’Homo sapiens⁹ (l’ADAM, un essere abbastanza intelligente e fisicamente resistente creato per servire, obbedire e rispettare), gli dèi vivevano sulla Terra, come confermano tutte le cronache che ci sono pervenute.

    Con il tempo, però, avvenne un fatto imprevisto che lo avrebbe trasformato in Homo sapiens sapiens¹⁰ – cioè una creatura MOLTO più intelligente, più abile, più alta e forte, ma anche curiosa e in grado di ribellarsi… insomma, il nostro futuro antenato!

    L’ADAM sapiens sapiens apparve quindi sulla Terra 35.000 anni fa con un corredo genetico arricchito di nuovi mattoni che avevano modificato il cervello e l’organismo dell’Homo sapiens facendolo evolvere. Stravolgendo il progetto genetico iniziale, l’ominide terrestre stava diventando una creatura sempre più sapiens/intelligente e, di conseguenza, incontrollabile e pericolosa, e questo indusse i suoi creatori a un drastico provvedimento. Avendo previsto un’inevitabile catastrofe geologica che avrebbe scatenato un’inondazione apocalittica sul nostro pianeta, decisero di sfruttarla per cancellare dalla faccia della Terra tutto quello che avevano creato. Fallito, seppur in parte, lo spietato piano messo in atto per sterminare la specie umana, l’imprinting di sudditanza psicologica seguitò quindi con la generazione superstite.

    Questo nostro antenato era molto longevo e aveva raggiunto un potenziale evolutivo notevole che non doveva assolutamente sospettare, perché altrimenti sarebbe stato impossibile tenerlo sotto controllo. Ecco perché la sua mente fu condizionata allo scopo di essere succube anche in futuro, dopo che avrebbero lasciato il pianeta. E, affinché questa suggestione perdurasse ad perpetuum, fu concepito un corpus di informazioni orali e scritte, un sapere da tramandare alla sua discendenza (noi) attraverso una cerchia ristretta di iniziati, una storia in cui le mezze verità (l’ordito) furono intessute ad arte assieme alla verità criptata (la trama), così che l’umanità (noi) non la potesse mai scoprire e il potere restasse a chi possedeva la chiave per la decodifica.

    La verità è ancora sotto chiave. Abbiamo ereditato la scatola nera, possiamo ammirarla, studiarla, restaurarla, perfino venerarla, ma non riusciamo ad aprirla. Senza la chiave per poter conoscere il contenuto proibito delle antiche scritture siamo ciechi, tanto più che sono state tradotte e ritradotte (e rivedute e corrette) molte volte focalizzandosi sulle mezze verità e sui falsi indizi!

    Per iniziare a capire bisogna riprendere in mano i testi originali e ri-tradurli oggi interpretandoli ex novo senza i pregiudizi di ieri. Ci sono testi scritti su tavolette d’argilla, su rotoli di papiro, su foglie di palma. Quelli su foglie di palma furono scritti in India e rappresentano la dottrina metafisica per eccellenza, lontana da quella sumera, egizia ed ebraica, tradotte da sumerologi, egittologi e biblisti, che offrono a loro volta una gamma d’informazioni legate alle origini della vita e dell’uomo. C’è un sottile fil rouge che lega queste dottrine e solo le giuste interpretazioni di questi antichi scritti saranno in grado di arrivare al cuore portando luce nel buio dell’ignoranza umana, restituendoci la vista e il tanto atteso risveglio nella consapevolezza e nella dignità. Grazie a chi lo sta facendo negli ultimi anni, i ricercatori di verità hanno avuto finalmente conferma di tutta una serie di scoperte e conclusioni

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