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Civiltà Aliene: Le Misteriose Origini delle Grandi Civiltà
Civiltà Aliene: Le Misteriose Origini delle Grandi Civiltà
Civiltà Aliene: Le Misteriose Origini delle Grandi Civiltà
E-book211 pagine2 ore

Civiltà Aliene: Le Misteriose Origini delle Grandi Civiltà

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Info su questo ebook

Uomini e civiltà la cui memoria si perde nella notte dei tempi, terre  mitiche, continenti sommersi, popoli che hanno attraversato la storia lasciandosi dietro una fitta coltre di misteri insoluti.
Questi gli elementi di Civiltà Aliene, il titolo scelto da Roberto La Paglia, eclettico divulgatore siciliano, per concludere la trilogia già avviata con Archeologia Aliena ed Enigmi Sepolti, entrambi editi da Cerchio della Luna.
Ripercorrendo le vicende antecedenti al Diluvio Universale, l'autore traccia i contorni di quella parte della nostra storia che difficilmente viene raccontata e ancora meno studiata, la storia precedente la grande catastrofe che segnò l'inizio di un nuovo mondo; ma quali erano le caratteristiche ed i segreti del periodo antidiluviano?
Dal Giardino dell’Eden a Sodoma e Gomorra, dall’analisi delle nuove scoperte archeologiche alla rivisitazione degli antichi testi religiosi, ripercorrendo antiche tradizioni che oggi ci vengono riportate come racconti fantastici ma che, in realtà, rappresentano le memorie dei sopravvissuti, coloro che, scampati al Diluvio, cercarono di tramandare antiche conoscenze e vennero scambiati per divinità.
Una indagine serrata, appassionante, che niente ha da invidiare ai migliori racconti fantastici pur basandosi esclusivamente su fatti, citazioni e scenari assolutamente reali.
Alla fine di questo viaggio si avvertirà il bisogno di riconsiderare gran parte di quello che credevamo di conoscere; sarà allora che, come spesso dice l'autore, indagando il noto verrà finalmente svelato l'ignoto e avremo la possibilità di riappropriarci di quel sentimento che ha da sempre accompagnato l'evoluzione umana, la curiosità di spingersi oltre, perché la conoscenza non risiede in ciò che sappiamo ma in tutto quello che dobbiamo ancora scoprire.
 
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2017
ISBN9788869371813
Civiltà Aliene: Le Misteriose Origini delle Grandi Civiltà

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    Anteprima del libro

    Civiltà Aliene - Roberto La Paglia

    INDICE

    NOTA INTRODUTTIVA

    Archeologia aliena ed Enigmi sepolti , entrambi editi da Cerchio della Luna, lo stesso editore che cura la diffusione di questo testo e che ormai da anni affianca quasi tutta la mia produzione letteraria, rappresentano le due tappe principali di un percorso di ricerca che proprio in queste pagine vede la sua naturale conclusione.

    Non si tratta certo di una meta definitiva, bensì del completamento di uno scenario all'interno del quale si ritrovano tutti gli elementi utili per iniziare ad intravedere la storia attraverso una diversa prospettiva.

    I misteri relativi alle antiche civiltà, insieme ad una analisi delle civiltà antidiluviane, saranno i temi principali di questo percorso, coadiuvati dall'inserimento di estratti, opportunamente rivisti e aggiornati, tratti dai due titoli citati in apertura.

    Molto spesso nei miei libri ho usato il termine alieno, una definizione che altrettanto spesso troverà spazio in queste pagine e che, in questo specifico caso, costituisce parte integrante del titolo stesso.

    La parola latina Alienus esprimeva vari significati e serviva ad identificare colui che è straniero, estraneo, che appartiene ad altri; nella letteratura ufologica questo termine viene costantemente usato per identificare forme di vita senzienti appartenenti ad altri pianeti, ovvero quelli che comunemente vengono conosciuti come extraterrestri.

    Si tratta ovviamente di un modo per rimarcare il fatto che, a dispetto di molte fonti iconografiche sull’argomento, i nostri ipotetici fratelli dello spazio non vengono visti e percepiti come simili a noi; questo stesso argomento risulta però altrettanto valido se tentiamo di ribaltare la questione.

    Un immaginario esploratore di questo secolo che, con il suo bagaglio di moderne conoscenze, si trovasse ad interagire con una popolazione vissuta completamente all’oscuro dei progressi ottenuti nel mondo moderno, verrebbe da questi identificato come un diverso, uno straniero venuto da una realtà sconosciuta, un alieno.

    Proprio seguendo i passi di questo ipotetico straniero tenteremo, nelle pagine seguenti, di indagare sui tanti misteri che ancora circondano alcune delle più importanti e significative civiltà del nostro passato, provando allo stesso tempo a rispondere a tutte quelle domande che ancora oggi ci impediscono di disegnare uno scenario credibile in merito agli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’umanità.

    Una delle più antiche testimonianze relative a questo argomento risale all’antica Mesopotamia e recita: " All’epoca del diluvio, la Sovranità celeste scese sulla terra, in mezzo agli uomini, e diede loro i suoi doni…"; si tratta ovviamente di una affermazione che non risolve affatto la questione posta in precedenza, eppure queste poche righe contengono un insieme di quesiti e di indicazioni estremamente utili ai fini della ricerca.

    La prima constatazione riguarda l’evento citato dall’ignoro redattore come " epoca del diluvio".

    Questo evento, già ricordato in Mesopotamia, quindi in quello scenario che gli archeologi moderni considerano come la prima espressione storica di una civiltà, verrà in seguito ripreso in quasi tutte le parti del mondo e da tutti riportato come un evento di estrema importanza poiché proprio il diluvio sembra segnare un passaggio, una transizione, la fine di un ciclo.

    Continuando a leggere si presenta ai nostri occhi quello che, insieme al mito del Diluvio Universale, rappresenta il secondo ricordo condiviso da quasi tutti i popoli antichi: " la Sovranità celeste scese sulla terra".

    Il ricordo di strani esseri discesi dal cielo è anch’esso un evento ampiamente condiviso; vedremo in seguito come questi racconti contengano una diversa chiave di lettura, all’interno della quale il termine alieno non necessariamente coincide con extraterrestre.

    Abbiamo a questo punto due indizi: una sia pur imprecisata epoca storica (il diluvio), e l’arrivo di personaggi, paragonabili a divinità, e la loro interazione con coloro che vivevano sulla Terra dopo la grande catastrofe, rimane da chiedersi cosa ci fosse prima del Diluvio, mentre non è difficile immaginare come i doni descritti non siano altro che le varie arti sviluppate dalle grandi civiltà.

    La frammentarietà delle informazioni riguardanti il periodo antecedente la grande inondazione ha sempre giocato un ruolo negativo in seno alle varie ipotesi di ricerca; le notizie riportate nei vari testi oggi consultabili si prestano a diversi livelli di lettura e di interpretazione, questo rende particolarmente difficile formulare delle teorie che, a loro volta, siano ampiamente supportate da prove.

    Dobbiamo infine aggiungere il fatto che la quasi totalità delle fonti rintracciabili appartiene a quella che potremmo definire come letteratura religiosa, ovvero un corpus di opere che unisce storie, leggende e tradizioni tese a supportare un credo che, a sua volta, è stato riscritto nel tempo al fine di mantenere coesa la totalità dei fedeli.

    Se a quanto appena esposto aggiungiamo le ingiurie del tempo, le varie catastrofi e, non certo ultimi, i complici silenzi spesso adottati dalla comunità scientifica, non sarà difficile capire quanto arduo sia il compito di chi crede fermamente che la storia debba essere riscritta.

    Civiltà Aliene nasce proprio da questo presupposto, ben conscio delle difficoltà finora descritte, e con il preciso intento di approfondire quanto più possibile l’argomento, al fine di dare al lettore un quadro quanto più possibile completo di quanto conosciamo insieme a quello che, a rigor di logica, pensiamo possa essere accaduto.

    Sarà quindi un lungo viaggio, all’interno del quale il termine Alieno ritornerà spesso, e sempre con una diversa sfumatura, un diverso significato, quasi a ricordare che i misteri ancora da scoprire su questo pianeta sono pari, se non addirittura superiori, a quelli che ancora cela il nostro sistema solare.

    Forse, come spesso accade, la verità si trova al centro della questione, ma come altrettanto spesso accade, sarà quasi impossibile svelarla fino a quando non avremo accettato il fatto che bisogna cambiare prospettiva.

    Ciò che è nascosto, prima ancora di iniziare a cercarlo, deve essere accettato come tale.

    Capitolo 1 CIVILTA’ E ANALISI DELLE FONTI

    Con il termine civiltà si identifica una popolazione, più o meno ampia, all’interno della quale vige un certo tipo di organizzazione sociale basata su leggi e regole atte a disciplinare i rapporti tra gli individui, in particolare riguardo alla giustizia, la morale e la civile convivenza; lo status di civiltà viene considerato raggiunto quando ai requisiti appena esposti si unisce un certo grado di benessere materiale.

    Molte delle grandi civiltà sono oggi storicamente abbastanza conosciute, altre le scopriremo nei capitoli seguenti, ma quello che più ci interessa al momento sono le fonti attraverso le quali sono state desunte le varie informazioni.

    Dovendo affrontare un argomento così vasto come quello che riguarda le origini e, in particolar modo, la provenienza di alcune informazioni, tecniche e conoscenze, tralasceremo le fonti iconografiche e, almeno al momento, quelle archeologiche, per concentrarci su quelle scritte.

    Gran parte delle informazioni in nostro possesso provengono dai testi sacri, unitamente ad alcune opere storiche, anch’esse molto spesso di chiara matrice religiosa.

    Si tratta quasi sempre di testi enigmatici, di non sempre facile interpretazione, che prestano il fianco alle più disparate teorie, rispetto ai quali non è sempre facile tradurre e, soprattutto, interpretare correttamente il contenuto, il rischio maggiore è quello di usare i risultati ottenuti al fine di dimostrare le proprie teorie, se non addirittura di usare le convinzioni raggiunte per supportare un sempre più crescente sentimento anti religioso.

    Sia nella Bibbia che in quasi tutti gli altri testi antichi considerati sacri, si è finiti per intravedere qualunque cosa; a partire da enormi astronavi fino al completo stravolgimento delle informazioni storiche.

    L’evidenza di molteplici influenze all’interno dei testi sacri, unita alla presenza di numerosi errori, tagli, omissioni, è già stata ampiamente trattata a partire dai primi anni Cinquanta, lo stesso dicasi per le problematiche inerenti le varie traduzioni; questo però non basta alla ricerca, non possiamo infatti considerare esaurito l’argomento basandoci esclusivamente su una semplice traduzione letterale finalizzata a riportare il tutto a concetti più o meno moderni.

    Il vero problema risiede proprio nell’approccio che si intende avere con questo genere di letteratura.

    I testi antichi non possono essere interpretati semplicemente traducendo la loro lingua d’origine, bisogna anche saper distinguere e isolare i vari archetipi in essi contenuti, ricordando che questi ultimi non parlano alla nostra logica bensì al nostro intuito.

    Questo tipo di doppia, tripla, se non addirittura quadrupla scrittura, ha permesso a questi testi di sopravvivere nel tempo, al riparo dalle folli persecuzioni.

    In tal senso ci ritroveremo facilmente ad affrontare testi che contengono vari livelli di lettura e di interpretazione; parlando ad esempio della Bibbia o dei geroglifici dell’antico Egitto, non basterà una semplice traduzione per dare un senso compiuto a quanto stiamo leggendo, bisognerà superare i vari livelli di lettura, riuscire a distinguere dove finisce il fatto storico e inizia l’archetipo, dove si ferma la questione religiosa e inizia quella politica, quale peso dare all’immagine fideistica rispetto a quella umana.

    Si tratta ovviamente di un lavoro immane, difficile, complicato, spesso pericoloso, ma è anche dell’unico modo per tentare di avvicinarsi alla verità.

    Esposto questo breve pensiero in merito a quelli che dovrebbero essere i presupposti di partenza per ogni tipo di ricerca basata sulla disamina di testi antichi, cerchiamo adesso di predisporre lo scenario che farà da sfondo ai prossimi capitoli.

    Quando si parla di civiltà si è soliti identificare quella dei Sumeri come la più antica; in effetti questo attributo non è del tutto errato, a patto di non cadere nell’errore, come spesso avviene, di scambiarla con la prima civiltà.

    Esiste una vasta letteratura che tende a portare avanti l’idea dei Sumeri come prima civiltà conosciuta; l’assiriologo Samuel Noah Kramer, ad esempio, attribuisce ai Sumeri anche altri primati come quello delle prime leggi, della prima cosmologia, dei primi ricettari medici; pur riconoscendo a questo antico popolo straordinari meriti non bisogna però dimenticare che gli studi più recenti tendono verso diverse conclusioni, all’idea che tale primato spetti in realtà all’antica India.

    Di entrambi questi popoli parleremo molto più ampiamente in seguito; proseguiamo per adesso questa breve panoramica sulle grandi civiltà del passato, basandoci sulle fonti storiche ufficiali.

    In un periodo di tempo identificabile intorno al IV millennio a.C., sia in alcune zone dell’Estremo Oriente che sulle sponde orientali del Mar Mediterraneo, fino all’attuale Iran e alla Penisola Arabica, si verificò un fenomeno abbastanza insolito, ovvero il passaggio dalle comunità espresse in più o meno grandi villaggi alle prime civiltà urbane.

    Anche se, come vedremo tra poco, esistevano i presupposti perché ciò avvenisse, il termine insolito risulta comunque appropriato, sia perché il fenomeno avvenne quasi contemporaneamente, sia perché le aree geografiche interessate sono proprio quelle che, più di altre, conservano storie e ricordi di avvenimenti dalle caratteristiche misteriose, alieni alla loro cultura e alle loro effettive conoscenze.

    Questo processo di trasformazione si verificò in quelle regioni che, per le loro particolari caratteristiche (grandi fiumi e terreni pianeggianti) erano in grado di ospitare lo sviluppo della coltivazione intensiva; parliamo quindi della Mesopotamia, dell’Egitto, della Cina e della valle dell’Indo.

    A questa vera e propria rivoluzione non seguì però uno sviluppo uniforme in seno alle varie civiltà; l’unico popolo che acquistò quasi subito una sua forte connotazione politica e territoriale fu l’antico Egitto, nel quale, da uno scenario composto da varie realtà territoriali, si giunse alla formazione di due regni (Alto e Basso Egitto) che, in seguito, formarono uno stato unitario.

    Molto diversa la storia delle altre civiltà, a partire da quella dei Sumeri ai quali accennavamo prima.

    L’antica Mesopotamia, punto d’incontro della maggior parte dei traffici commerciali, ma anche territorio quasi del tutto privo di difese naturali, fu oggetto nel tempo di numerose visite da parte di popoli nomadi attratti dalla estrema fertilità di quelle terre; fu nella Bassa Mesopotamia, la terra di Sumer, che tra il IV e il III millennio nacquero le prime città stato, caratterizzate dall’essersi sviluppate intorno ad un tempio e dall’essere governate da un re sacerdote.

    Dopo alterne vicende e aspre guerre di potere, la regione conobbe un periodo di stabilità politica, interrotto dall’arrivo di Sargon, re della popolazione semita degli Accadi.

    Ancora una volta l’instabilità caratterizzò l’intera regione, e soltanto nel 2100 a.C. i Sumeri riunificarono il paese sotto la terza dinastia di Ur, conferendo alla Mesopotamia il suo ruolo di guida.

    Anche in questo caso si trattò di un periodo transitorio; l’arrivo degli Amorrei sancì la caduta di Ur, il territorio si frammentò in vari stati e centri politici; fu il periodo di Hammurabi, delle invasioni dei Popoli dei Monti, dei Mitanni e degli Ittiti, culminando in seguito con l’arrivo degli Assiri, il regno di Assurbanipal e la definitiva conquista dell’Egitto.

    Mentre accadeva tutto questo, nella Valle dell’Indo, iniziavano a sorgere i primi villaggi, composti nella maggior parte dei casi da piccole comunità; queste realtà avrebbero assunto ben presto forme statali e si sarebbero trasformate in vere e proprie città.

    Gli anni che seguirono il IV millennio a.C. videro diffondersi numerosi centri che, ben presto, sarebbero diventati veri e propri raggruppamenti urbani posti lungo le principali vie di comunicazione; man mano che le culture regionali si fondevano tra loro nascevano i primi sistemi basati su strategie economiche e politiche; da questi scenari nacquero due città particolarmente care a chi si interessa di archeologia eretica; Mohenjio Daro e Harappa.

    Una situazione abbastanza simile, sia pur maggiormente diluita nel tempo, è quella che caratterizza l'antica Cina, all'interno della quale, a partire dal IV millennio a.C., iniziarono a prendere forma stanziale molte comunità dedite all'agricoltura.

    Le varie dinastie che si susseguirono subito dopo il XXI secolo a.C. segnarono allo stesso tempo le tappe fondamentali della civiltà: la dinastia Xia inaugurò il sistema di potere centralizzato, sotto gli Shang sorse la scrittura, inizialmente soltanto pittografica e successivamente ideografica.

    Questa, in larga sintesi, la storia riguardante la nascita delle civiltà, o comunque di quelle che vengono ricordate come tali in virtù del significato che universalmente viene dato a questo aggettivo; esiste però una storia più antica, che può essere narrata soltanto tentando di seguire e interpretare le tradizioni orali, i miti, le credenze religiose e le verità celate dietro le leggende; parliamo delle civiltà antidiluviane, di imperi mitici e di misteriosi viaggiatori, tutte figure non ufficialmente riconosciute dalla storia ortodossa ma che rimangono ad oggi le uniche spiegazioni per poter definitivamente incastrare i vari pezzi di un puzzle che, nonostante i continui sforzi, non si riesce ancora a risolvere.

    Capitolo 2 LE CIVILTA' ANTIDILUVIANE

    L'archeologia ufficiale ci insegna che l’Homo Sapiens iniziò ad evolversi in un periodo di tempo stimabile in circa 130 millenni fa; tale evoluzione avvenne in Africa, quindi la specie si diffuse in Eurasia.

    In seguito, circa 40 mila anni fa, fece la sua apparizione in Australia, per poi attraversare la Beringia (attuale Stretto di Bering) e arrivare (14 millenni fa) nel Nuovo Mondo.

    Leggendo i testi accademici apprendiamo, inoltre, che per trovare tracce di un assetto stanziale dobbiamo tornare indietro a circa 10 mila anni fa, quando inizia a svilupparsi l'agricoltura e sorgono i primi centri abitati... ma se le cose non fossero andate esattamente così? Se ancor prima del 9500 A.C. fosse possibile ipotizzare l'esistenza di altre civiltà?

    D'altra parte, accettando il dato ufficiale di 130 millenni attribuito all'Homo Sapiens, si potrebbe benissimo ipotizzare

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