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Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo: Diario della prima e unica circumnavigazione della Terra di un vascello da guerra austriaco con il racconto dei luoghi visitati e le culture conosciute.
Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo: Diario della prima e unica circumnavigazione della Terra di un vascello da guerra austriaco con il racconto dei luoghi visitati e le culture conosciute.
Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo: Diario della prima e unica circumnavigazione della Terra di un vascello da guerra austriaco con il racconto dei luoghi visitati e le culture conosciute.
E-book247 pagine3 ore

Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo: Diario della prima e unica circumnavigazione della Terra di un vascello da guerra austriaco con il racconto dei luoghi visitati e le culture conosciute.

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L’avventura della nave Imperial Regia Novara della marina da guerra asburgica compiuta nel 1857-1859 si pose tra le spedizioni navali che tra il XVIII ed il XIX secolo permisero di completare l’apertura di rotte commerciali iniziata con la prima circumnavigazione del globo terrestre intrapresa nel 1519 da Ferdinando Magellano. Insieme alle precedenti imprese britanniche e francesi si volle inserire anche la nascente potenza navale austriaca che, spinta dal suo nuovo comandante l’Arciduca Ferdinando Massimiliano, intendeva ampliarsi e modernizzarsi per uscire dalle ristrette acque dell’Adriatico e far assurgere anche all’Impero Asburgico alla categoria delle grandi potenze mondiali. Perfino la giovane nazione italiana tra il 1865 ed il 1867 invierà per una analoga missione la pirocorvetta Magenta.
Oltre a promuovere l’immagine dell’Austria e aprire nuove vie mercantili il viaggio della Novara ebbe come scopo quello di istruire alle tecniche navali nuovi cadetti della marina e soprattutto di compiere rilievi scientifici di natura geografica, metereologica, naturalistica ed etnografica. La spedizione si rilevò un successo e la Novara riuscì a tornare al porto di partenza di Trieste con una enorme collezione di dati e reperti, l’obiettivo raggiunto però venne offuscato con la sconfitta subita dall’Austria da parte dei franco-piemontesi e all’Armistizio di Villafranca del luglio 1959 che certificò l’inizio del declino dell’Impero e la fine sul nascere delle ambizioni marittime degli Asburgo.
LinguaItaliano
Data di uscita3 apr 2019
ISBN9788899301590
Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo: Diario della prima e unica circumnavigazione della Terra di un vascello da guerra austriaco con il racconto dei luoghi visitati e le culture conosciute.

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    Anteprima del libro

    Lo straordinario viaggio della nave Novara intorno al Mondo - Carlo Scherzer

    globo

    Introduzione

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    La Fregata Novara venne commissionata dall’Arciduca Federico nel 1843 all’Arsenale di Venezia, allora facente parte del Regno Lombardo-Veneto provincia dell’Impero Asburgico, con il nome di Minerva, ma rinominata Italia nel 1848 a seguito della rivoluzione veneziana e poi Novara nel 1849 in onore della vittoria del maresciallo Radetzky contro l’esercito piemontese. Il suo varo avvenne il 4 novembre 1850. La nave stazzava ben 2.107 tonnellate e possedeva tre alberi, sei ponti e quarantadue cannoni.

    Nel settembre del 1854 l’Arciduca Ferdinando Massimiliano, nominato comandante in capo della Marina Austriaca, si pose l’obiettivo di far fiorire militarmente la forza navale asburgica, ma nello stesso tempo anche di ampliare le rotte commerciali dell’Impero dando altresì nuovi impulsi tecnico scientifici alla marina austriaca per condurla ad affermarsi non solo nel Adriatico ma in tutti i mari. A tal scopo venne deciso di intraprendere una crociera scientifica e commerciale intorno al Mondo come già le maggiori marine di altri Paesi avevano compiuto in periodi precedenti. La missione sarebbe stata accompagnata anche da scienziati e studiosi scelti tra gli esponenti dell’Accademia delle Scienze, della Società Geografica, del Regio Istituto di Geologia e della Società di Medicina. Il comando della Novara venne quindi affidato al capitano di fregata Bernhard von Wüllerstorf-Urbair, oceanografo, idrografo, meteorologo e geofisico, già direttore dell’Osservatorio di Marina e professore di astronomia presso l’Accademia Navale di Venezia.

    Al fine di prepararsi per il viaggio, la Novara, all’inizio del 1857, fu inviata nei cantieri navali di Pola per l’adattamento della nave alla specifica missione, specialmente per migliorarne la navigazione nei mari caldi. Venne così prevista: una migliorata ventilazione dei ponti inferiori, ma anche l’aumento del numero di cabine; la polveriera convertita in una sala di lettura e dotata di biblioteca; le cale per le vele ingrandite in modo da tenere il doppio della quantità normale, ma anche l’istallazione di un apparato di distillazione e le strutture di bagni e docce migliorate per evitare il propagarsi di malattie a bordo. L’equipaggio completo, compresi i marinai, gli artiglieri e la banda della nave, era di 352 persone.

    La spedizione fu un successo sotto tutti i punti di vista. Oltre a compiere il giro del Mondo ed essere tornata al porto di Trieste il 26 Agosto 1859 dopo due anni di navigazione, vennero istruiti come prefisso diversi nuovi cadetti che accompagnarono la missione, compiute numerosissime rilevazioni scientifiche e raccolti una quantità innumerevole di reperti ancora oggi esposti nei musei di Vienna. Non da meno si intrapresero anche molte utili esperienze di natura commerciale per esportare in special modo nell’Impero alcune produzioni che vi si sarebbero potute adattare.

    L’importanza del viaggio per quanto riguarda la sua valenza scientifica venne riconosciuta persino dalla Francia, in quel momento in stato di guerra con l’Austria, dato che i reperti e le annotazioni tecniche raccolte dagli scienziati della Novara sarebbero state fondamentali per tutta l’umanità.

    Nel 1861 la nave entrò nel Cantiere San Rocco di Trieste per la trasformazione in fregata a elica inserendosi anche lei nella nuova epoca della navigazione a vapore. Cinque anni più tardi prese parte attiva così alla battaglia di Lissa dove la flotta austriaca sconfisse una seppur superiore armata navale italiana.

    Nel 1867 raccolse la salma di colui al quale viene indissolubilmente legato il suo nome, infatti, Ferdinando Massimiliano, nominato Imperatore del Messico, venne in quel Paese fucilato dai repubblicani.

    Dopo cinquant’anni di onorato servizio la Novara venne dismessa nel 1899. Tale fu però l’importanza della sua crociera del 1857-59 che l’Austria nel 2004 ha coniato una moneta commemorativa da 20 Euro per celebrarne ancora le gesta.

    Prefazione

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    La presente opera contiene la parte descrittiva del viaggio intorno al globo compiuto dall’I. R. Fregata Novara negli anni 1857-1859. In essa si compendiano gli avvenimenti e le impressioni più importanti d’un viaggio marittimo, durante il quale percorremmo 51.686 miglia, visitammo 25 porti di mare, e passammo 55l giorni facendo via e altri 298 giorni parte all’ancora e parte a terra.

    Gli avvenimenti politici dell’anno 1859, che accorciarono la durata del nostro viaggio obbligandoci tornare in Europa prima del tempo stabilito, non furono, purtroppo, senza conseguenze anche rispetto alla pubblicazione dei risultati della spedizione, sia per quel che è dell’ordinamento della materia raccolta, come per riguardo al tempo della pubblicazione. Non ultimo fra i motivi del ritardo è l’esser io stato richiamato al servizio attivo poco dopo il mio ritorno in patria, per lo che non potei attendere all’opera come avrei desiderato.

    La compilazione della presente descrizione in tedesco e in inglese fu curata dal Dott. Carlo Scherzer, che oltre a quanto esso stesso notò durante il viaggio, poté giovarsi a tale scopo del mio giornale e delle relazioni ufficiali, non meno che delle notizie raccolte dagli scienziati che si trovavano sulla Novara.

    La parte artistica venne affidata al signor Giuseppe Selleny, pittore della spedizione, il quale ne è solo garante. I risultamenti speciali nei vari rami delle scienze naturali si pubblicheranno quanto più presto si potrà, tosto che i dotti che sulla Novara ne fecero l’oggetto dei loro studi, ne avranno disposto la stampa.

    Le osservazioni scientifiche fatte da me stesso, o sotto la mia direzione, furono trasmesse all’Istituto idrografico dell’I. R. marina in Trieste. Come che siano in buone mani, non è che mio malgrado che rinunziai ad un lavoro, cui mi diedi con grand’amore, e che mi sarebbe stato carissimo di poter condurre a fine. Ma le presenti condizioni vogliono sacrifici, cui ognuno dee piegarsi volonteroso, quand’anche si tratti dei suoi più caldi voti, delle sue più vive speranze! Possa la presente opera essere cosi favorevolmente accolta, come, or sono circa quattro anni, la partenza della Novara venne accompagnata dal più vivo interesse; e nel darne giudizio voglia il lettore aver riguardo alle condizioni in cui se ne fa la pubblicazione, e allo scopo principale propostosi dal Serenissimo Principe, Comandante supremo dell’Imp. marina da guerra, allorché promosse la spedizione della Novara a vantaggio e per l’istruzione della nostra giovane marina.

    Trattandosi d’un’impresa di tanto momento, qual è un viaggio intorno al globo, nel quale i naviganti sono spesso costretti per motivi speciali alla navigazione a misurare strettamente il tempo loro assegnato, sicché è gran fortuna se si possa in alcun luogo indugiare più di pochi giorni, non sarà chi s’aspetti un’esatta e particolareggiata descrizione dei luoghi .visitati e dei loro abitanti; e il compilatore avrà pienamente raggiunto lo scopo, se .con una semplice narrazione di fatti e d’osservazioni avrà posto innanzi al lettore un quadro generale, che piacevolmente lo arricchisca di utili e molteplici cognizioni.

    Pola, nel Marzo del 1861

    Il Commodoro B. de Wüllerstorf

    Preparativi del viaggio

    Torna all’indice

    Nell’autunno del 1856, sulla proposta di S. A. I. il Serenissimo Arciduca Ferdinando Massimiliano, Comandante supremo della marina da guerra austriaca, S. M. l’Imperatore si degnò di approvare un viaggio intorno al globo, e di ordinare, che a ciò si scegliesse la Fregata Novara, ottimo naviglio a vele, della quale si poteva attendere che in condizioni normali fosse per riuscire attissima a tale scopo.

    Scopo principale dell’impresa, da non dimenticarsi, era di porgere agli Ufficiali e Cadetti, che si prenderebbero a bordo, l’occasione di acquistare quelle cognizioni pratiche nella navigazione, che, fondate sugli studi teorici fatti, valessero a far loro conoscere il servizio di marina in tutta la sua estensione, e quindi a guadagnare nuove e valide forze all’incremento della marina da guerra austriaca.

    Riordinata dall’anno 1848, la marina Imperiale vinse a gran pena gli ostacoli, che soglionsi opporre alla riforma d’un istituto tecnico-scientifico. Lo zelo e l’attività dell’Autorità superiore, sostenuta dal favore sovrano, poté accrescere a mano a mano lo stato personale per modo che si potesse riguardare come sicura base della nuova potenza marittima, la cui importanza non è ormai chi disconosca.

    Ogni marina, per piccola che sia, ha bisogno, per mantenersi in forza, di grande operosità; è d’uopo che si trovi in istato di provare la sua utilità, di proporsi e raggiungere alcuno scopo che promuova la cultura nazionale, in una parola, di proteggere e difendere l’interesse della patria sul mare e alle coste di paesi stranieri.

    Grandi viaggi attraverso e al di là dell’oceano, oltre mettono alla prova le forze fisiche degli individui e la bontà dei regolamenti a bordo, formano lo spirito, ampliano le cognizioni, e accrescono il desiderio di istruirsi, né solamente in coloro che vi prendono parte, ma anche nell’intero corpo cui appartengono. L’indipendenza d’azione, alla quale gli Ufficiali s’abituano in siffatti lunghi viaggi, è tal vantaggio, che può in seguito essere di grande utilità allo Stato ed alla marina. Ridotto a contare soltanto su di sé e su le proprie forze, lontano come è da ciò che poteva venirgli in aiuto nella patria, e sapendo rappresentare la sua nazione in paesi stranieri, l’equipaggio forma. un corpo compatto, a propria difesa non meno, che a quella dell’onore e della gloria della bandiera nazionale.

    Congiuntamente a questo scopo se ne ebbe di mira un altro del pari importante, che è a dire, di portare la bandiera austriaca in lontane regioni dove ancora non s’era vista, e, aprendo nuove vie ai prodotti naturali e alle manifatture nazionali, di promuovere l’interesse dell’industria, del commercio, e della navigazione dell’Impero.

    Ma perché la spedizione tornasse a vantaggio anche delle scienze, S. A. I. il Serenissimo Comandante supremo della marina non solamente dispose che gli Ufficiali a bordo dessero diligente opera a tutto ciò che concerne la geografia e la nautica, ma invitò ben anche l’I. R. Accademia delle scienze a scegliere due dotti che durante il viaggio attendessero alle osservazioni e alla collezione di oggetti attinenti alle scienze naturali. Oltre di ciò S. A. I. si degnò di nominare un terzo scienziato, e di concedere che prendessero parte alla spedizione uno zoologo, un pittore, ed un orticoltore. Essendo caduta la scelta dell’Accademia sopra uno zoologo e un geologo, e parendo opportuno d’avere anche un botanico, ai medici che già contava l’equipaggio, se ne aggiunse uno, esperto nella detta scienza.

    Il Comando supremo di marina concesse di più, che uno degli scienziati si recasse a Londra e a Parigi, per provvedere agli istrumenti ed altri oggetti, necessari per praticare le esperienze scientifiche, mentre l’I. R. Accademia delle scienze fece compilare da una giunta speciale, a ciò nominata, un’istruzione per i due membri da lei scelti, e li fornì di vari strumenti ed altri arnesi spettanti alle scienze naturali.

    Questa istruzione, per disposizione dell’I. R. Accademia, venne stampata come manoscritto col titolo "Osservazioni ed istruzioni per gli scienziati che accompagnano la spedizione della Fregata Imperiale Novara, comandata dal signor Capitano di vascello di linea, Barone de Wüllerstorf-Urbair"; e riuscì sommamente utile ai membri della spedizione, congiuntamente alle Memorie presentate dalla I. R. Società geografica, dall’I. R. Istituto geologico dell’Impero, dall’I. R. Società dei medici, e da un gran numero di dotti nazionali e forestieri, primo de’ quali il grande Alessandro Humholdt, fino alla sua morte fervido promotore d’ogni impresa scientifica. Le Memorie fisiche e geografiche, da lui donate ai membri della spedizione, in riguardo al loro interesse generale, si sono stampate alla fine del presente volume in un coll’autografo della lettera diretta al Comandante della Novara; gli altri scritti formeranno altrettante appendici alle relazioni che specialmente concernono le scienze naturali.

    Contemporaneamente molti dotti della Germania e dell’Inghilterra mandarono alla Novara lettere di raccomandazione per persone di alto affare o per cultori delle scienze in vari punti del globo; e il Professore Goodsir di Edimburgo la forniva d’una reticella a tale scopo di raccogliere animaletti esigui di mare. Né vuol essere taciuto, che il Governo e l’Ammiragliato inglese, e l’allora cessato Governo delle Indie, gareggiarono in raccomandare caldamente la spedizione alle Autorità delle varie colonie britanniche.

    Quanto più vivo si mostrava l’interesse che da ogni lato si prendeva all’impresa, tanto maggiore diventava la responsabilità dei membri della spedizione per la sua buona riuscita; tanto più bisognava che essi raddoppiassero i loro sforzi per corrispondere degnamente le aspettative non solo della patria, ma di tutto il mondo civilizzato.

    La Fregata Novara si trovava, quando venne allestita, nell’arsenale di Pola, dove tutto si mise in opera per renderla atta ai differenti fini, cui doveva servire. Per alloggiare gli scienziati si levarono dal luogo della coperta destinato alla batteria, due cannoni, e vi si eressero al loro luogo due comode cabine: sottocoperta si praticò una migliore ventilazione, e si accrebbe il numero delle cabine secondo il bisogno.

    La cosiddetta stanza cannoniera nella batteria, che di solito fa parte dell’abitazione del Comandante, si converti, per ordine del Serenissimo Arciduca, in un gabinetto di lettura, e venne fornita d’una scelta biblioteca di più centinaia di volumi. In esso, durante tutto il viaggio, si tennero spiegate le carte per uso ed istruzione di chi volesse consultarle, e si eseguirono disegni ed altri lavori scientifici; il che riuscì di somma utilità per l’istruzione degli Ufficiali. A ben giudicare quanto la detta stanza fosse comoda e vantaggiosa, bisogna riflettere come difficilmente cotali studi e lavori si sarebbero potuti fare in una cabina tutto al più di sette piedi di lunghezza e cinque o sei di larghezza, specialmente nelle cabine sottocoperta, dove appena entra un poco d’aria e di luce quando, pel cattivo tempo, sono chiuse le boccaporte, e dove si devono passare più anni talvolta senza toccar terra per lo spazio di ottanta e più giorni.

    Dacché la spedizione doveva farsi sotto al comando d’un Commodoro, assistito da un Comandante per ciò che tocca la direzione e la sorveglianza del servizio interno, bisognò provvedere convenientemente alle loro abitazioni. A quest’effetto si ingrandì e ripartì il cassero per modo, che se ne ottenne una camera da letto pel Commodoro e due stanze pel Comandante, donde essi potessero ad ogni momento sorvegliare ciò che si faceva sopra coperta. In pari tempo si costruì sulla parte posteriore della nave, all’altezza del ponte, una galleria, alla quale mettevano dalla camera da letto del Commodoro due porte invetriate, affine di poter nelle ore calde respirare un po’ d’aria fresca, senza recarsi sulla coperta. Da ultimo si fecero nella stiva i cambiamenti resi necessari dallo scopo del viaggio. Il magazzino delle vele venne ampliato tanto che potesse contenere il doppio delle vele di riserva, perciò bastarono per tutto il viaggio; e in egual modo si raddoppiò la provvisione dei cavi e delle gomene di maniera che essi pure furono sufficienti. Nella batteria si collocò, in comunicazione colla cucina di bordo, un apparato distillatorio costruito dal signor Rocher in Nantes, il quale apparato nelle ore in cui si cuociono i cibi, rendeva potabile l’acqua di mare, che, lasciata in riposo per un mese in recipienti di ferro, diveniva poi consona al gusto e salubre. Lo stato sanitario dell’equipaggio, straordinariamente favorevole durante tutto il viaggio, è da attribuirsi principalmente a ciò che bevette quasi esclusivamente acqua distillata, evitando di bere dell’acqua dei fiumi o di fonte, spesso si dannosa alla salute sotto i tropici. Vero è che quest’apparato non somministrava tant’acqua distillata che bastasse al consumo giornaliero (800 pinte all’incirca); ma si trovò l’ottimo espediente di far uso, per cuocere, delle provvigioni d’acqua, che si caricavano nei porti; e in tal modo non mancò mai per bere l’acqua distillata. Non fu che verso la fine dcl viaggio che l’apparato, nonostante che s’avesse la maggior cura di tenerlo netto, venne meno a tale scopo, perciò solo che alcune sue parti col lungo uso si logorarono. Altro importante vantaggio di quest’apparato consiste in ciò che si è in grado di caricare una quantità molto minore d’acqua potabile, anche riguardo alla possibilità che l’apparato si guasti, sempre che si provveda, come facevasi sulla Novara, a ciò che il naviglio sia sempre fornito di tanta acqua potabile, quanta è necessaria per la maggior durata d’un viaggio non interrotto (sulla Novara a un dipresso per tre mesi).

    Il vantaggio di poter caricare una minor quantità d’acqua permise di caricare tanto più carbone per la cucina, e destinare un certo spazio per riporvi carne bovina conservata in recipienti ermeticamente chiusi, e legumi ed erbaggi compressi, preparati da Chollet in Parigi, ad uso dell’equipaggio.

    Per ciò che è della predetta carne non crediamo utile cosa il far avvertire, che ai nostri marinai non andava a genio, perché cocendosi perde quasi ogni sapore, mentre il brodo che se ne ottiene è gustoso e buono. Ed anche pare che l’usarne non aiuti gran fatto la salute, perché quando, verso la fine del viaggio, la detta carne mancò, e si diede a mangiare all’equipaggio sola carne salata o affumicata, lo stato sanitario per questo non peggiorò, e non s’accrebbe di molto il numero degli ammalati di scorbuto.

    È invece utile ed importante per l’igiene l’uso di cibarie ed erbaggi compressi, che non si può raccomandare abbastanza. Il mélange d’équipage di Chollet, il cavolacido, le patate, i legumi, e gli erbaggi, sono gradevoli al palato, rendono saporita la minestra, e si conservano facilmente quando si guardino dall’umidità; per lo che sarebbe bene di tenerli in recipienti di latta ermeticamente chiusi, ognuno dei quali contenesse a un dipresso la provvisione di due o più settimane. Il prezzo di queste vettovaglie è così tenue, che fa sorpresa il vedere che non se ne faccia maggior uso.

    Affine di evitare le coliche cagionate frequentemente dalle stoviglie di cucina male stagnate, si fece uso a bordo unicamente delle pignatte e cazzeruole della fabbrica Pleischl e Figlio in Vienna, le quali durante tutto il viaggio soddisfecero pienamente.

    Al buono stato sanitario dell’equipaggio della Novara cooperarono non poco anche i bagni a doccia. Tanto nella coperta che nel castello a prora si praticarono a quest’effetto nelle tavole piccoli buchi, di tre quarti di pollice di diametro, e vi si applicarono per di sotto altrettante bocche d’innaffiatoi, e per di sopra una botte d’acqua con un’apertura praticabile. Per tal modo ognuno poteva rinfrescarsi la mattina o la sera con un bagno a doccia; e nei giorni di maggior caldo quando il bisogno d’un bagno diventava generale, si faceva uso delle pompe a mano, che si dirigevano sui marinai riuniti in gruppi. Quest’ultima maniera divertiva molto i marinai, come quella che dava luogo a molti spassi.

    Per guadagnare spazio si abolì la camera per la polvere da cannone, posta a prora; si adattò quella pel deposito delle granate alla custodia degli strumenti ed apparati scientifici; si diminuirono le munizioni; e per ripartire equamente il peso, si levarono da prora altri quattro cannoni; quindi in tutto dodici.

    La costruzione della Fregata Novara cominciò nel cantiere dell’Arsenale di Venezia nel Febbraio del 1843; ma la Fregata venne varata solo nell’Aprile del 1850. I disegni erano stati forniti dal Colonello Parisi. Il suo armamento era di 42 cannoni, dei quali 4 alla Paixhans del calibro di sessanta libbre, e 36 di trenta: ma nella spedizione non ebbe che 30 cannoni da 30 libbre, cioè: 12 sul ponte,

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