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La Sala di Musica
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E-book263 pagine3 ore

La Sala di Musica

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Info su questo ebook

1950, Westburn, Scozia. Tim Ronsard sta per terminare il suo percorso di studi alla St. Mary's, una scuola di matrice cattolica.  

Annoiato e svogliato, non vede l'ora di andarsene via. Ma la sua vita cambia di colpo quando conosce la nuova insegnante di musica: Isobel Clieshman, una Protestante. Presto, i sentimenti di Tim andranno ben oltre una semplice cotta scolastica, ma la differenza d'età tra i due sarà fonte di non pochi problemi. 

Cinque anni dopo la loro separazione forzata, Isobel e Tim si incontrano nuovamente per puro caso e ritornano ad assaporare quella sensazione di leggerezza bramata per troppo tempo. Ma, dopo problemi famigliari, guerre e pregiudizi, riusciranno finalmente a trovare la strada per la felicità? 

LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2020
ISBN9781071545904
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    Anteprima del libro

    La Sala di Musica - Jim Ellis

    Ringraziamenti

    Grazie a Cynthia Weiner, Libby Jacobs e Miriam Santana per il continuo supporto ed incoraggiamento; un caloroso ringraziamento anche a Maggie McClure per aver rivisitato il testo. Sono, infine, eternamente grato alla mia amata, Jeannette.

    Bene, l’onore è il soggetto della mia storia.

    Non so dire cosa tu e gli altri

    pensiate di questa vita...

    Shakespeare, Giulio Cesare, atto 1

    Primo Capitolo

    Giorni Di Apprendistato

    Stavo per compiere quindici anni. Nella mia testa si intrecciavano storie fantastiche. Allontanavo l’inesorabile incombenza del futuro sognando avventure nelle terre baltiche, immaginandomi di combattere con soldati e mercenari della Scozia al servizio dell’Esercito tedesco. E quando mi stancavo di questa visione, mi trasformavo in un guerriero bronco, in fuga con l’ultimo superstite della tribù dei Chiricahua.

    Mi stavo annoiando tantissimo, ma ero determinato ad impegnarmi fino a giugno.

    Desideravo essere in qualsiasi posto piuttosto che alla St. Mary’s. Temevo per quello che mi sarebbe successo una volta terminata la scuola: non avrei partecipato ad una crociata nelle terre baltiche, non avrei teso un’imboscata alla Cavalleria; sarei bensì dovuto andare a lavorare alla fonderia Reid, un posto malsano e rumoroso dove si costruivano motori diesel per le navi.

    La St. Mary’s era una scuola per maschi, ma le domeniche mattina, durante la messa, mi incantavo a guardare le ragazze in carne e le loro lentiggini: un ottimo antidoto contro la soporifera voce del prete. Inaspettatamente, la mia vita cambiò quando vidi per la prima volta la nuova insegnante di musica.

    Gennaio 1954; durante il primo giorno di lezione dopo le vacanze di Natale, la porta della sala di musica si aprì, rivelando una giovane donna. Il suo nome era Isobel Clieshman. Era fresca come la primavera. Figurai che dovesse avere più o meno 23 anni. Era molto più carina di Hedy Lamarr, di Joan Leslie e persino di tutte quelle star del cinema per le quali avevo una cotta.

    Isobel Clieshman era reale e io morivo dalla voglia che mi parlasse.

    Mi sentivo così amorevole nei suoi confronti, ma così tremendamente in colpa per il rigonfiamento nei miei pantaloni.

    C’era un senso di esitazione nella sua camminata, gli occhi velati di tristezza stavano ispezionando tutta la stanza. Aveva uno sguardo di rammarico per essere finita ad insegnare alla St. Mary’s e non in una prestigiosa scuola di Glasgow.

    In classe, la chiamavano La professoressa di musica protestante. Il verdetto finale era Piatta come una tavola: per i miserabili ragazzi della St. Mary’s l’ideale di bellezza femminile si concretizzava in un culo grasso e un gran seno; una cintura che andava a strizzare il girovita da vespa per accentuare la forma a clessidra del corpo. I maschi erano attratti dalla signorina O’Hagen, una donna dai capelli corvini, tendente al grassottello. Una volta, durante la sua classe di scienze, parlò del corpo umano invitando un ragazzo a sentire il suo polso e poi a stringergli un seno.

    Il polso batte a ritmo del mio cuore.

    I ragazzi ne andavano completamente matti. Io invece ero contento di avere Isobel Clieshman tutta per me. Ne adoravo i piccoli seni turgidi e delicati, le lunghe gambe slanciate. Arrivò nel momento più caotico della vita scolastica, la fine del quarto anno. Oziavamo sui nostri banchi, pigri e impazienti di andare via dalla St. Mary’s.

    L’insegnante di musica era così differente dai giovani assistenti di matrice cattolica, con volti rosacei e freschi di formazione religiosa, dove le suore riempivano le teste con storie di Gesù Bambino, la Vergine Maria e tutti i Santi. La signorina Clieshman si distingueva dalla massa sobria delle altre insegnanti, avvolte in completi di lana, gonne di tweed e scarpe comode.

    Mi domandavo quale scherzo del destino avesse portato Isobel Clieshman alla St. Mary’s, una tetra scuola professionale cattolica che aveva il solo scopo di gettare i ragazzi in pasto ai cantieri navali, alle fonderie e alle raffinerie di zucchero della città. Qualche volta sembrava così sola, perdendosi con lo sguardo nel vuoto.

    La soprannominai Cliesh ed era diventata ormai parte di me. 

    La maggioranza degli insegnanti alla St. Mary’s squadravano gli alunni dall’alto in basso. Ma fin dall’inizio Cliesh aveva mostrato un reale interesse verso di noi. In quei pochi mesi, ci insegnò che la musica era molto più che intonare inni e canti marinareschi.

    Fummo sorpresi quando un giorno ci chiese di portare i dischi che avevamo a casa. Cliesh voleva sapere dove li avevamo presi e fu così che venne a conoscenza dei nostri sabato pomeriggio spesi alla ricerca di occasioni a poco prezzo.

    Qualcuno propose di ascoltare un’incisione di Cauliga, brano di Hank Williams, e tutta la classe cantò in coro.

    "Cauliga was a wooden Indian standing by the door...". Fu davvero divertente.

    Qualcun altro ha portato un disco? chiese Cliesh.

    Ero arrivato ad un punto in cui o facevo qualcosa o impazzivo. Cliesh aveva rimpiazzato i miei sogni di crociate baltiche e della vita dei Chiricahua alla frontiera.

    La sera prima della lezione di musica, per trovare un po’ di coraggio, camminai fino ad un acquedotto, da tutti chiamato The Cut, incastrato tra le colline che dominavano la città.

    Avevo intenzione di aprire totalmente il mio cuore e al diavolo le derisioni dei bulli nella mia classe, la mia pazzia e l’adulazione; al diavolo la possibilità che Cliesh mi potesse rimproverare e che poi James Malone mi potesse punire per impertinenza. Era un pazzo amore a senso unico.

    Alzai la mano in modo saccente.

    Bessie Smith, Signorina.

    Lei ascoltò l’inizio di Careless Love; era un disco molto vecchio, il suono era ovattato. Cliesh replicò la melodia al pianoforte.

    Tim Ronsard, ti andrebbe di cantare?

    Si, Signorina.

    I bulli ridacchiavano tra di loro.

    Lei suonò e io cantai con una voce pura.

    "Love, oh love, oh careless love,

    You fly to my head like wine,

    You’ve ruined the life of many a poor man, and you nearly wrecked this life of mine...

    Night and day, I weep and moan..."

    Cliesh accennò un cambio di accordi e fermò il grammofono. Mi diede il disco:

    Grazie Tim. Siete stati tutti bravissimi.

    La guardai negli occhi, ma lei si voltò dall’altra parte, terminando la classe in anticipo.

    La lezione successiva, Cliesh ci fece ascoltare la suite orchestrale della Carmen e L’Olandese Volante al grammofono. Mi guardò a malapena. Poi eseguì al pianoforte una selezione di brani tratti dall’Idillio di Sigfrido; fui costretto a spostare lo sguardo altrove.

    Mi chiese di restare con lei, dopo che la classe fu terminata, per aiutarla a mettere via il grammofono. Io non volevo andarmene.

    Pulisco la lavagna, Signorina?

    Va bene.

    E così feci, lentamente, in modo impeccabile.

    Da dove viene il tuo cognome, Tim?

    Da Donegal, Signorina.

    Hai mai sentito parlare di Ronsard?

    No, Signorina.

    Fu un poeta francese. Sapevi che il tuo cognome era francese?

    No, Signorina.

    Eravamo in piedi tra la cattedra e il pianoforte. Lei indossava un completo composto da una giacca su misura e una gonna di lana morbida color senape con fili intrecciati di varie sfumature; una camicetta di seta bianca legata al collo con un fiocco a cascata. Camminava leggera come una piuma, gambe sinuose avvolte in calze velate, portate elegantemente. Quel giorno le sue labbra erano rosse e piene, gli occhi resi più intensi da tocchi di blu, le ciglia lunghe e nere.

    Cliesh mi raccontò di quando i Francesi combatterono al fianco dei ribelli irlandesi contro l’Esercito inglese nella rivoluzione del ‘98. Le navi della marina francese al servizio della Legione Nera del Generale Humbert. Dopo la libertà condizionale e il rimpatrio, alcuni Francesi decisero di rimanere.

    Chissà, magari sei discendente di un ufficiale di marina o di un legionario.

    Quanto vorrei che fosse così, Signorina.

    Cliesh sorrise. Mi rese orgoglioso del mio nome.

    Ero duro e pieno di desiderio dopo esserle stato così vicino. Corsi in cortile, pronto ad andarmene a casa, ma i bulli della classe mi tesero un’imboscata: McAllister, Burns e Montague.

    McAllister mi afferrò per la camicia, avvicinando la sua faccia alla mia.

    Che cazzo ci fai con quella bastarda protestante?

    I suoi denti erano macchiati di verde, il suo alito puzzava; la pelle attorno al colletto era piena di chiazze di fango. McAllister strinse forte in mezzo alle mie gambe.

    Ah, e così Ronsard vuole scopare la protestante. Il cretino ha un’erezione per quella senza tette.

    Spinsi via McAllister, ma sopraggiunse Burns.

    Ronsard, che cazzo di nome è? Questo cretino è uno spaccone. Dai, sistemiamolo per bene.

    Iniziammo a lottare. Montague mi spinse a terra. James Malone, il Vicepreside, ci separò e mi mandò a ripulirmi.

    Mi occuperò di te più tardi disse.

    Potevo percepire lo sfregamento del cuoio sul cotone mentre Malone estraeva la sua cintura LochGelly, nascosta sotto la spalla sinistra della sua giacca. La punizione, chiamata tawse, consisteva nel colpire il trasgressore sul palmo delle mani con una cinghia di cuoio spessa mezzo centimetro, larga cinque e con due linguette. Quella di Malone era più flessibile e oleosa a causa dell'uso eccessivo.

    Il cuoio sferzò l’aria mentre lui si esercitava.

    Avanti, McAllister, mani in alto. Sei un perdente, ragazzo. Presto finirai in prigione.

    Me ne andai prima che Malone cambiasse idea e decidesse di picchiare anche me. Conoscevo la procedura. McAllister, mani incrociate, mano destra in alto, in attesa. Lo schiocco del cuoio sulla carne quando Malone gli diede i famosi sei colpi migliori.

    Gli alunni avevano una scelta. Potevano porgere solo una mano e, dopo tre colpi, passare all’altra. Le mani di McAllister sarebbero state intorpidite e inutili per un paio d'ore. I palmi picchiati violentemente, una ragnatela di vesciche di sangue sui polsi. Non avevo tempo per McAllister e i suoi compagni. Erano dei teppisti, ma odiavo quando Malone puniva gli alunni.

    Mi nascosi nella biblioteca della scuola. Avevo una chiave che James Malone mi aveva consegnato quando mi chiese di gestirla.

    Serrai a chiave la porta d’ingresso e aprii invece quella della cucina sul retro della biblioteca: mi lavai il sangue incrostato sul viso e mi presi cura dell’occhio nero e del labbro contuso. Non avrei dovuto essere lì così tardi il venerdì pomeriggio.

    Dei passi rimbombarono sulle scale di legno. Il procedere pesante di un uomo, gli scatti svolazzanti dei tacchi di una donna che cercava di seguirlo. La porta della biblioteca si aprì e riconobbi la voce di James Malone, accompagnato da Cliesh. Mi misi a spiare dalla porta della cucina.

    Il Vicepreside, di spalle, allargò le braccia.

    Prego, Signorina Clieshman. Non ha ancora visto la nostra stanza piena di libri.

    James Malone era un omuncolo forte. Aveva meno di vent'anni quando vinse la medaglia militare in Francia nell'ultimo mese della Grande Guerra. Quando abbandonò l'Esercito si iscrisse all'Università di Glasgow, conseguendo il massimo dei voti in inglese e storia.

    Dedicò la sua vita all'insegnamento. Era il professore più intelligente. Il personale lo rispettava; molti provavano soggezione nei suoi confronti, gli alunni lo temevano.

    Si sta ambientando? chiese James Malone.

    Sì, credo proprio di sì. rispose Cliesh.

    Bene. Abbiamo una biblioteca e, finalmente, un insegnante di musica.

    Malone sapeva tutto della St. Mary’s. Gestiva la scuola, perlustrando gli edifici e il perimetro, controllando l'umore del personale e degli alunni. Insegnava inglese e storia.

    In classe, spesso dimenticavo di temerlo. Prima che Cliesh arrivasse a scuola, solo James Malone mostrava interesse per noi. Il suo insegnamento ci stimolava. Sapeva che un piccolo gruppo di ragazzi del quarto anno andava al cinema e ci chiedeva di parlare dei film, aprendo la porta al passato: si ispirò a Furore per discutere della Grande Depressione, del New Deal e dell'ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Quando venne a sapere che avevamo appena visto una pellicola western, ci descrisse i concetti di Frontiera e Destino Manifesto. Un film terribile su Robin Hood lo spinse a parlarci delle Crociate e dei cavalieri e mercenari scozzesi erranti che si vendevano ai tedeschi nelle terre baltiche. Amai ogni minuto di quelle lezioni.

    Come va il quarto anno? È davvero un peccato che non abbiamo più tempo da dedicare a loro. Ci lasciano quando hanno quindici anni. commentò James Malone.

    Sì. È triste. Se ne vanno via così giovani. rispose Cliesh.

    "È Ronsard che si occupa della libreria. Mi fido di lui. L'anno scorso ha svolto tutti gli esami per la scuola con una Gestetner."

    Sì, lo so.

    Si è affezionato a Lei, e quando La vede è contento e imbarazzato. Ma è solo un ragazzo; quando non La può ammirare, è infelice.

    Che cosa intende dire, Signor Malone?

    Mi sentivo sprofondare, avevo un nodo in gola. Lo stomaco mi si rimpicciolì e iniziai a sudare. James Malone la stava portando sulla strada sbagliata. Cliesh mi avrebbe odiato.

    Ah, Signorina Clieshman. Non si arrabbi. Si sta comportando in maniera impeccabile. Immagino sia difficile per Lei, non essere tra i suoi simili e viver lontano da casa.

    È tutto, Signor Malone?

    No, Signorina Clieshman. Ho faticato duramente per averla qui alla St. Mary’s e vorrei che Lei rimanesse. Non tutti all’interno della scuola approvano un’insegnate protestante, non vedono l’ora di cacciarla.

    Capisco.

    Desideravo con tutto me stesso strangolare tutti gli insegnati che odiavano Cliesh.

    Aspetti un attimo. Ronsard si è fatto male al viso. Non gli chieda che cosa sia successo.

    Volevo che James Malone stesse zitto.

    Stava litigando; sta bene?

    Si, e Lei è la causa di tutto ciò.

    Che cosa è successo?

    Si è opposto ai commenti maleducati che i bulli della classe hanno detto su di Lei. L'hanno attaccato. Si è procurato un occhio nero e un labbro rotto, prima di essere stato gettato a terra.  A quel punto li ho fermati.

    È terribile, Signor Malone.

    Signorina Clieshman, l'era della cavalleria non è morta. Vive nel giovane Ronsard; dovete dargli la vostra bella sciarpa di seta e legarla alla tracolla della sua borsa. Lui è il vostro campione.

    James Malone soffocò una risata. Era difficile ascoltare lui e Cliesh. Il retro della mia camicia era completamente madido di sudore. Divenni paonazzo, il mio viso si stava incendiando; mi sentivo uno sciocco. Il cuore mi stava battendo all’impazzata e mi rimbombava nelle orecchie come un cannone automatico. Cliesh e James Malone dovevano averlo sentito. Non me ne fregava un cazzo di Malone, ma come potevo affrontare Cliesh dopo questo?

    Rimasi in cucina per un'altra mezz'ora per essere sicuro che avessero lasciato la scuola. Ci sarebbero stati dei problemi quando mia madre avrebbe visto i segni della lotta. Tornai a casa a piedi con il viso dolorante e il cuore a pezzi.

    Il Preside invitò Cliesh a formare un piccolo coro per cantare alla cerimonia di premiazione. Io vi presi parte insieme a pochi altri. Le settimane prima delle vacanze passarono velocemente mentre provavamo il piccolo spettacolo. Il coro si riuniva quasi tutti i giorni e alcune domeniche. Volevo cantare per lei e vederla.

    Cliesh cambiò con la nuova stagione. In estate sbocciò come un fiore: indossava abiti leggeri di un rosso e giallo pastello, i suoi capelli fluenti lasciati liberi o legati morbidamente con un nastro di seta. Era a suo agio, i suoi lineamenti splendidi e delicati. Era una gioia starle vicino.

    L'amore per Cliesh mi aveva distratto. La sognavo ogni giorno. Non mi impegnavo nel corso di falegnameria, giocando per settimane a fare un crocifisso di legno, fissando il vuoto e pensando ai vestiti che indossava, alle giacche e alle gonne fatte su misura, alle calze velate, alle sue gambe così armoniose e alle scarpe eleganti. Entrai in territori proibiti pensando ai suoi seni delicati e altro ancora. La lussuria cancellava il senso di colpa.

    Una mano dura mi colpì due volte sulla nuca.

    Sei inutile, Ronsard. Razza di pigrone. Mani in alto. disse l'insegnante di falegnameria.

    Il bastardo mi diede i sei colpi migliori con la sua cintura Loch Gelly. Le mie mani erano scorticate e intorpidite. Voleva che piangessi, ma io continuavo a fissarlo, mandandolo a quel paese con il pensiero.

    Sparisci dalla mia vista. disse.

    Tornai a casa, patendo pene d’amore, prendendomi cura delle mie mani doloranti, cercando di riattivare la circolazione tra le dita intorpidite, i palmi e i polsi tumefatti.

    Sussurrai: L’ho fatto per lei.

    Ero impazzito.

    Mi sedetti al tavolo della cucina e scrissi Cliesh in lettere gotiche sul mio quaderno. Disegnai un cuore attorno al suo nome e lo trafissi con delle frecce. Mia madre prese il foglio e scosse la testa.

    Chi è? Spero sia cattolica. Sei un rammollito, Tim Ronsard. Vedi di comportarti bene.

    Cercavo di non pensare alla fine della scuola a giugno. Mi dedicai completamente alle prove. Il pubblico apprezzò le canzoni. L'entusiasmo per Where're you Walk di Handel fu inaspettato. A tutti piacque I Met Her In The Garden Where The Praties Grow. Il ritornello mi rimase impresso.

    "She was just the sort of creature, boys,

    That nature did intend

    To walk right through the world, me boys,

    Without a Grecian Bend.

    Nor did she wear a chignon,

    I’d have you all to know.

    And I met her in the garden

    Where the praties grow."

    ––––––––

    Cantai per Cliesh dal mio cuore. L'ultimo giorno strinse la mano a ciascuno dei suoi alunni e disse addio. Le tenni la mano e vidi l'affetto nei suoi occhi. L’amorevolezza di Cliesh mi aveva sopraffatto; avevo sprecato il mio amore, i miei sogni infranti come vetri rotti. I giorni di scuola erano finiti.

    Lasciai la St. Mary’s e iniziai a lavorare alla fonderia Reid. I miei genitori erano molto contenti. Io no. Il senso di inappagamento iniziò durante

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