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Responsabile sì, colpevole no!: Il giusto approccio al senso di responsabilità.
Responsabile sì, colpevole no!: Il giusto approccio al senso di responsabilità.
Responsabile sì, colpevole no!: Il giusto approccio al senso di responsabilità.
E-book84 pagine56 minuti

Responsabile sì, colpevole no!: Il giusto approccio al senso di responsabilità.

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Info su questo ebook

Da 'Non è colpa mia!' a 'Mi sento sempre in colpa', assumersi le proprie responsabilità si rivela spesso un percorso a ostacoli. Infatti, il concetto di responsabilità e quello di colpa vengono regolarmente confusi tra loro.Assumersi le proprie responsabilità, tuttavia, è essenziale per il benessere psicologico: ci atteggiamo a vittime se lo facciamo troppo poco e ci colpevolizziamo se esageriamo. Il delicato equilibrio tra i due estremi si può raggiungere assumendosi le proprie responsabilità, ma solo ed esclusivamente quelle delle nostre azioni, delle nostre parole, di pensieri e sentimenti. Assumersi tutte le proprie responsabilità e solo quelle, al di là di sensi di colpa o di coinvolgimenti in quelle altrui o presunte tali, è la chiave del rispetto e della qualità dei rapporti. di che cosa sono responsabile? di cosa sono responsabili gli altri? dalla responsabilità al senso di colpa quando non mi assumo tutte le responsabilità e quando me ne assumo troppe vittimismo e senso di colpa: una coppia inseparabile le responsabilità emozionali degli altri non lasciarsi manipolare: fare richieste chiare
LinguaItaliano
Data di uscita13 set 2011
ISBN9788880937654
Responsabile sì, colpevole no!: Il giusto approccio al senso di responsabilità.

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    Anteprima del libro

    Responsabile sì, colpevole no! - Yves

    sull'autore

    Introduzione

    Diventare persone responsabili, ecco il conclamato obiettivo dell'educazione impartita dalla maggior parte dei genitori ai figli. Ed è altresì l'ideale di ciascuno di noi. Pur tuttavia, nella realtà della vita questo nobile proposito viene spesso bistrattato. Scarichiamo le nostre responsabilità sugli altri per motivi di praticità e di comodità personale oppure ci addossiamo responsabilità che in definitiva non ci competono. Non mancano esempi che ci ricordano come assumersi le proprie responsabilità sia un esercizio tra i più delicati.

    Vediamo infatti quanti individui cercano di sfuggire alle loro responsabilità. Lo fa il politico che nega di essere stato a conoscenza di certi fatti, il dirigente che non intende portare il fardello di cattivi risultati o licenziamenti, l'imputato che attribuisce ad altri la responsabilità del suo gesto criminale o del suo deplorevole passato nel tentativo di alleggerire la pena, il marito secondo cui è colpa della moglie se lui l'ha tradita ecc. Questa reticenza nei confronti delle responsabilità è facilmente comprensibile, giacché abbastanza spesso queste sono associate a sgradevoli sensi di colpa. I due concetti del resto vengono di frequente confusi: Non è colpa mia! si traduce in Non sono responsabile e viceversa.

    Al contrario, in certi ambienti legati allo sviluppo personale si cerca di convincerci che siamo responsabili di tutto ciò che ci accade: relazioni insoddisfacenti, malattie o persino incidenti. Se ti innamori di partner che ti maltrattano, il responsabile sei tu, Quell'uomo colpito da sclerosi multipla è interamente responsabile della sua malattia (frase udita tale e quale!). È una vera e propria apologia della nostra totale responsabilità nei confronti di tutti gli aspetti dell'esistenza; il caso, la fatalità o il destino non eserciterebbero più nessuna influenza. Non è tuttavia possibile coltivare una credenza del genere senza pagarne il prezzo: essere assaliti dal senso di colpa quando le cose vanno male, cioè quando la vita non ci offre la felicità data per scontata!

    Come vediamo, responsabilità e senso di colpa intrattengono rapporti stretti. Se però la prima è costruttiva, perché garantisce le basi di una società sana, il secondo è invece percepito come negativo, perché fa riferimento proprio al concetto di colpa. Accettare di assumersi le proprie responsabilità denota una qualità, mentre rivelarsi colpevole di un qualunque sbaglio alimenta la critica e il disprezzo. Inoltre, il senso di colpa può emergere anche se non è stato effettivamente commesso alcun errore, anche se la responsabilità del soggetto non è chiamata in causa, cosa che complica singolarmente il quadro.

    Lo scopo di quest'opera è quello di contribuire a distinguere con chiarezza i concetti di responsabilità e senso di colpa. A tale fine, la prima parte è dedicata a tracciare con precisione i confini delle nostre personali responsabilità. Si tratta di determinare con esattezza ciò che spetta a noi e ciò che è a carico degli altri. La seconda parte analizza le conseguenze di una trasgressione a questi limiti, soprattutto in termini di senso di colpa. Infine, l'ultima parte sviluppa tracce concrete per ristabilire l'equilibrio delle responsabilità e attenuare il senso di colpa morboso, cioè quello ingiustificato.

    Se questo libro vi permetterà di sviluppare un atteggiamento responsabile nei confronti delle vostre azioni e delle vostre parole, aiutandovi a scrollarvi di dosso il senso di colpa per sbagli immaginari senza indurvi a farvi carico dei fardelli altrui, allora avrà raggiunto il suo scopo: aiutarvi a diventare responsabili senza sentirvi in colpa!

    Le responsabilità di ciascuno

    La responsabilità è figlia della libertà. Solo un essere libero, infatti, può davvero compiere delle scelte, condizione necessaria all'esercizio della responsabilità. Al contrario, una persona privata della sua libertà e costretta a obbedire a ordini esterni non può assumersi tutta la responsabilità delle azioni compiute sotto costrizione. La responsabilità che deriva dalla libertà riguarda tutti noi, giacché disponiamo di una grande indipendenza in ambiti assai numerosi, soprattutto negli Stati di diritto. Può dunque essere definita naturale, perché intrinsecamente legata allo status di essere umano (secondo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, ad ogni modo).

    Accanto a questa responsabilità naturale esiste anche quella conferita dagli altri, la quale si accompagna a un potere attribuito. Il politico eletto al governo ha a disposizione un potere affidatogli dai cittadini, ma deve in cambio assumersene la responsabilità, cioè rispondere delle sue scelte e di quelle dei suoi subalterni nell'esercizio del mandato. Lo stesso dicasi per il dirigente, che deve rispondere del buon andamento degli affari (e quindi anche del rendimento dei suoi impiegati) davanti al consiglio direttivo o agli azionisti. Non è diverso per i genitori: la società conferisce loro l'autorità sui figli fino alla maggiore età e questo implica che i genitori devono assumersene la responsabilità. Queste responsabilità conferite sono indissociabili dal potere attribuito. Se la responsabilità naturale è figlia della libertà, quella conferita è sorella del potere!

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