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Iniziazione alla psicologia karmica: Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche
Iniziazione alla psicologia karmica: Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche
Iniziazione alla psicologia karmica: Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche
E-book191 pagine2 ore

Iniziazione alla psicologia karmica: Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche

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Info su questo ebook

In un momento di forti quanto repentini cambiamenti ci ritroviamo costantemente dinanzi a scelte che, se non fatte con consapevolezza, possono disorientare la nostra Anima e portarci a vivere le relazioni in modo confuso. La psicologia karmica ci dà un aiuto, orientando ciascuno di noi verso rapporti interpersonali sani e in linea col proprio percorso evolutivo.
LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2018
ISBN9788827228364
Iniziazione alla psicologia karmica: Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche
Autore

Paolo Crimaldi

Dopo la laurea in Filosofia si è specializzato in Psicologia umanistico-esistenziale e in Psicosintesi. Studia e pratica l'astrologia da più di quindici anni, prediligendone il risvolto psicologico e karmico-evolutivo. Dirige una scuola di formazione in Astroterapia e conduce gruppi esperenziali di Age-regression a mediazione astrologica. Ha collaborato con diverse riviste del settore, tra cui Astrodonna dove ha tenuto per lungo tempo la rubrica sull'astrologia di coppia. Nel '96 ha pubblicato una monografia su "Chirone: un viaggio dal passato al futuro" (ed. Capone). Per le edizioni Mediterranee ha pubblicato inoltre "Iniziazione all'Astrologia Karmica", "Iniziazione all'astrologia karmica" e "Iniziazione alla terapia karmica".

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    Anteprima del libro

    Iniziazione alla psicologia karmica - Paolo Crimaldi

    psicologia_karmica_cop.jpg

    Iniziazione

    Collana diretta da Osvaldo Sponzilli

    Paolo Crimaldi

    Iniziazione alla

    Psicologia karmica

    Dinamica delle relazioni affettive, dei sentimenti e delle scelte destiniche

    Paolo Crimaldi

    , dopo la laurea in Filosofia e la specializzazione in Psicologia umanistico-esistenziale e in Psicosintesi, ha intrapreso un suo personale percorso di ricerca che lo ha portato dapprima a conoscere e studiare la cultura orientale attraverso lunghi soggiorni in India e nel Sud-est asiatico, per poi approdare a una nuova visione dell’esistenza che nasce dall’integrazione con tutta la tradizione filosofica, soprattutto rinascimentale, e le psicologie occidentali di tipo non accademico, con l’antropologia culturale e la storia delle religioni e con l’astrologia, il suo primo e autentico interesse: da tutto ciò è nata la terapia karmica. Ha pubblicato diversi libri, anche tradotti in tedesco, olandese, rumeno e spagnolo, tra cui Iniziazione all’astrologia karmica, Iniziazione alla terapia karmica, Iniziazione agli amori karmici, Iniziazione agli amori destinici e Iniziazione agli amori che cambiano la vita. Tutti libri di successo, i più venduti in questa collana. Insegna Filosofia in un liceo romano.

    ISBN 978-88-272-2836-4

    © Copyright 2017 by Edizioni Mediterranee – Via Flaminia, 109 – 00196 Roma

    Ringraziamenti

    Questo libro è il frutto di tanti insegnamenti che ho ricevuto negli anni universitari e in special modo il mio grazie va al grande genio di Alfonso Maria Di Nola, che proprio all’inizio del percorso universitario riuscì ad aprire il mio pensiero su tematiche di frontiera, a farmi vedere il mondo nelle sue varie sfaccettature aiutandomi a liberarmi dai facili entusiasmi legati alle ideologie che da giovani attraggono più dei loro effettivi contenuti. Alfonso ha avuto il merito anche di mettermi in discussione dinanzi a quella che sarebbe poi diventata la mia scelta di studio e fu sicuramente il primo a permettermi di conoscere l’allora nascente etnopsichiatria, imparando a non avere una visione chiusa culturalmente e a relativizzare ogni dato psichico ed emotivo, tenendo conto della specificità e della provenienza etnica e culturale di una determinata persona. Insegnamento che è alla base di questo libro e del mio percorso professionale.

    Un grazie va anche a Marino Freschi, che attraverso le sue lezioni di letteratura tedesca, le quali finivano per spaziare nei campi più disparati del sapere umano, mi diede modo di avvicinarmi alle vere radici del pensiero del Novecento, soprattutto di stampo mitteleuropeo, e di riflesso alla corrente esoterica che l’ha pervaso. E proprio grazie a una serie d’incontri aperti ad altre discipline ebbi modo di conoscere Antonio Vitolo, psicologo analista e docente di psicologia, che per la prima volta mi fece veramente conoscere, e innamorare, del pensiero di Carl Gustav Jung.

    Conservare ancora oggi la loro amicizia è per me un dono prezioso che la vita mi ha riservato, perché nel confronto ne sono uscito ogni volta arricchito. E non è un caso se lungo il percorso formativo s’incontrano insegnanti che finiscono col diventare veri e propri maestri di vita.

    L’astrologia, l’ambito con il quale ho sempre mantenuto un forte legame, l’unica disciplina che non mi ha mai tradito, e che sen­z’om­bra di dubbio è conditio sine qua non di tutti i miei lavori, idee e concretizzazioni, mi ha dato modo di conoscere tantissime persone, ma in particolare grande è l’affetto e la stima che mi lega a Rosanna Zerilli, grande maestra di vita, nonché prima vera insegnante di astrologia, e a Grazia Bordoni, mamma astrologica adottiva.

    Ma il grazie più riconoscente è per i miei allievi che ho avuto in questi anni, tutti, dico tutti, anche quelli con cui ho litigato o poco interagito, perché mi hanno dato modo di mettere continuamente in discussione le mie idee, le certezze (che poi tali non erano) e quant’altro veniva fuori nelle lezioni.

    Sono convinto che insegnare sia una delle professioni più belle da poter svolgere, a patto che non venga mai a mancare la curiosità e la voglia di crescere quotidianamente assieme a ogni singolo studente.

    Ed è uno di essi, Francesco Ivan Dionisi, che è entrato nella mia vita solo qualche anno fa e con il quale da subito ho stretto un forte legame di amicizia, ma anche di genitorialità. Con lui ho potuto ripercorrere molte tappe della mia adolescenza perfettamente sovrapponibili alle sue, sia pur nella nostra diversità esistenziale. Ho una grande riconoscenza emotiva verso di lui perché ha saputo accompagnarmi nella rivisitazione di parti di me che ritenevo perdute, ma abbiamo anche discusso a lungo, spesso divergendo animosamente, su temi della vita cari a entrambi. È un incontro che viene da lontano, e l’esserci ritrovati è stato sicuramente per me motivo di grande gioia, ma anche di stimolo a rimettermi in discussione su tante tematiche e a sperimentare una genitorialità acquisita che mi ha fatto un gran bene.

    E non posso non ringraziare, anche se finisco coll’apparire lezioso, il mio editore, Gianni Canonico, che da sempre mi ha dato la massima libertà di espressione, pubblicando sulla fiducia più assoluta ciò che scrivo. Dopo questo libro, così diverso da quelli passati, non so se manterrà intatto lo stesso entusiasmo e inalterata la fiducia mostrata finora, ma spero non verrà meno l’affetto paterno con cui mi ha onorato in questi lustri.

    Ultimo, ma non in senso cronologico, è il grazie che va a Ivan Cattaneo, amico di una vita, nella buona e nella cattiva sorte, che con ironia e lunghe chiacchierate serali, mi ha aiutato a rivedere molte mie posizioni, pur lasciandomi nell’attesa di un suo, pare imminente, libro, composto da più di tremila aforismi, alcuni dei quali particolarmente illuminanti nella stesura di quanto vi apprestate a leggere.

    Introduzione

    Per chi è abituato a leggermi, questo è sicuramente un libro molto diverso da quelli passati, direi che non ha pizzi né merletti, ma una trama dura e tutto sommato in alcuni tratti fastidiosa, poco piacevole se siamo abituati a pensare al karma come a qualcosa di consolatorio e tutto sommato giustificante una serie di comportamenti poco congruenti con la nostra esistenza e con delle scelte che pensiamo etiche, ma che lo sono solo all’apparenza.

    Forse perderò alcuni di voi lettori, a qualcuno darò fastidio, e ad altri farò venire un senso di forte insofferenza verso le parole che andrete a leggere, perché è la stessa sensazione che ho provato io in questi anni in cui, attraverso la mia ricerca, sono giunto a queste considerazioni.

    Provate a prenderle inizialmente non come assiomi o giudizi, perché non lo sono, ma come un percorso iniziatico per prendere consapevolezza di un nuovo modo di essere, che si distacca dalle mode e dalla massificazione e aiuta ad andare verso se stessi, all’individuazione di quella parte di sé che ci rende unici e dà un senso profondo alla nostra esistenza.

    È un libro di psicologia karmica, quindi eretica in senso accademico, che non è interessata all’analisi dell’Io e dei suoi meccanismi, come alle dinamiche dell’inconscio, anche perché ci sono già testi validissimi, ma ha come scopo, pretenzioso probabilmente, lo studio dell’Anima, la grande assente di questa nostra epoca che sempre più chiede di essere (ri)conosciuta, attivata e portata nella vita quotidiana.

    La terapia karmica, che non è una psicoterapia, né una sua nuova forma, è alla base di questo libro, visto che il fine che si propone è un percorso iniziatico alla ricerca del vero scopo spirituale ed esistenziale della nostra vita. In altre parole, non è un approccio per chi ha una sofferenza psichica, ambito della psicologia, ma per coloro che sono alla ricerca di un senso da dare al loro essere in questo mondo.

    Per cui la psicologia karmica è lo studio del percorso esistenziale di un individuo e delle sue tappe, cadenzato da scelte e sfide che possono a volte richiedere una grande risolutezza e sacrificio, proprio perché ha come fine, e ambizione, l’iniziare al senso della vita, a tentare di trovare la motivazione che possa spiegare il perché ci siamo incarnati nuovamente proprio in questo particolare momento storico, la ragione della scelta di un certo tipo di percorso che, pur sembrando rigido e obbligante, alla fine viene riconosciuto come l’unico davvero in armonia con noi stessi.

    È chiaro che in tutto ciò si presume l’idea di reincarnazione, naturalmente non tanto nella banalizzazione da supermercato new-age, ma come riflessione profonda sul significato della scelta e del destino che trae le sue origini da una certa filosofia occidentale e naturalmente dal pensiero orientale, in primis tibetano, che è quello che a mio avviso si avvicina di più a ciò che personalmente intendo come psicologia karmica.

    Da quanto detto è chiaro quindi che c’è una forte riflessione circa il pensiero filosofico occidentale come orientale, metafisico come razionale, esoterico come accademico, anzi si può senz’altro dire che la psicologia karmica affonda gran parte del suo essere proprio all’interno della filosofia, senza naturalmente ignorare l’apporto di un certo tipo di psicologia e dell’astrologia.

    Si può dire che c’è un ritorno allo studio e alla conoscenza dell’individuo attraverso la filosofia, mantenendo molto a margine l’interesse per la scienza accademica, ambito della psicologia ufficiale, visto che nel parlare di Anima, scelte, etica è molto difficile poter pensare a un parametro scientifico, razionale, che ne misuri la portata o l’incidenza sulla vita di una persona.

    La psicologia karmica è la psicologia dell’Uno, ovvero trattando dell’Anima non può avere schemi, modelli e quant’altro possa fungere da schema di riferimento.

    L’unico strumento in suo possesso è la singolarità e la non duplicabilità dell’Anima, nonostante ci possa essere in parte la pretesa d’in­dividuare, ed eventualmente indirizzare, l’individuo verso quel­lo che è il suo cammino esistenziale, evolutivo, spirituale, che na­turalmente è soltanto suo e non di altri, neppure attraverso un’even­tuale sovrapposizione.

    In questo libro c’è molto del mio percorso come insegnante di filosofia e psicologia, ma anche come terapeuta, astrologo e soprattutto come uomo, che dinanzi alle varie difficoltà della vita si è posto in modo aperto, cercando di capire, pur subendo le inevitabili esperienze che il destino mi aveva messo, e a cui mi mette continuamente, dinanzi.

    Sono inquieto per natura, per cui queste idee sono un work in progress, suscettibili di rivisitazioni e nuove considerazioni, e aperte a sempre diverse sperimentazioni, sia in ambito pratico che teorico.

    A volte mi dico che vorrei avere le certezze granitiche di alcuni colleghi che riescono a non mutare opinione per l’intera vita, rendendo sempre più importanti e fondamentali alcune loro teorie, tanto da farle diventare veri e propri assiomi, ma sarebbe un tradimento alla mia natura e piuttosto che essere un caposcuola preferisco essere un viandante, uno Zarathustra alla continua ricerca di un qualcosa che per me è il senso stesso della vita e la più intima essenza del libro che vi state apprestando a leggere e della psicologia karmica più in generale.

    Capitolo I

    La scelta

    È l’inalterabile natura di ciascuno a determinare le scelte di vita, e ciò che deve accadere accade, si era detto restando in attesa.

    V.R. Anantha Murthy

    La psicologia karmica non ha la pretesa di curare, come fa la psicologia accademica, ma attiva semplicemente il nostro maestro interiore. Non si occupa del disagio psichico, ambito per l’appunto della psicoterapia nelle sue varie forme, e della psichiatria, ma del disagio esistenziale che non è assolutamente qualcosa di patologico, bensì di creativo se compreso e utilizzato in modo consapevole e cosciente.

    La psicologia karmica è iniziazione all’Anima, non (psico)terapia, è un dare senso all’esistenza, e ha come suo fondamento la scelta.

    L’uomo è solo dinanzi ad essa, può sicuramente evitarla in modo consapevole, finendo poi col subirla, ma non può assolutamente sottrarsi, ed è questo il motivo per cui spesso viene a crearsi il dolore, il disagio esistenziale, la difficoltà del vivere.

    Si sta male quando si evitano le scelte a cui il destino ci mette dinanzi, quando si cerca di demandarle a un futuro fumoso, o quando si pensa di poter fare un’altra strada: pur sempre di scelta si tratta, ma atta non alla propria crescita, quanto piuttosto all’evi­tare la responsabilità del proprio cammino evolutivo, quello che abbiamo scelto al momento dell’attuale incarnazione.

    Immediatamente mi si può obiettare che se la strada è una, la scelta non c’è, è un obbligo, un sottomettersi alle trame del destino tessute dalle Moire che in alcuni momenti sembrano volersi incattivire nei nostri riguardi.

    Probabilmente secondo un approccio scientifico può essere così, mettendo nelle mani dell’uomo la possibilità di essere totale artefice della propria vita, regalando l’illusione che sia lui a gestirla e non il fato, il destino o un dio obbligante.

    Personalmente ritengo tutto ciò la più grande delle illusioni scientiste della nostra epoca, e quando qualcuno afferma che pensare di essere intrappolati nelle maglie di un destino già predeterminato è una rinuncia alla libertà, rispondo sempre nello stesso modo: Puoi davvero determinare la tua vita con delle scelte libere?. Può una madre scegliere di non veder morire il proprio figlio a causa di una malattia?. Può un uomo decidere davvero quale sarà il suo futuro professionale?.

    Sono convinto di no! Siamo guidati da uno strano fil rouge, un qualcosa che c’immette su un sentiero che porta alla realizzazione di noi stessi, ma naturalmente richiede una scelta iniziale, ovvero lo scegliere di seguire questa strada, di essere davvero disposti a sacrificarsi, a sentire dentro che è l’unica possibile da percorrere. Da un certo punto di vista si può anche dire che è una scelta non scelta, o meglio uno scegliere semplicemente qualcosa che è già definito e che richiede una grande dose di dedizione e responsabilità per poter giungere alla meta finale.

    È chiaro che nel corso della vita ci sono molte scelte da fare, ma ce n’è una che è basilare, quella profondamente legata a una passione, all’ascolto del daimon di socratica memoria, che si manifesta in moltissime persone sin dalla più tenera età e viene difesa, protetta anche a costo di duri sacrifici, di umiliazioni, schernimento, ma che se realmente in sintonia col proprio essere porta alla realizzazione dell’unico percorso esistenziale possibile.

    La scelta da fare è quella dell’ascolto, il prestare orecchio a ciò che brucia in noi come una passione, un qualcosa di cui si avverte l’urgenza di vivere, di fare propria, di sperimentare. Se è ciò che davvero ci appartiene, che è parte del nostro essere, nonostante gli inevitabili sacrifici iniziali, tutto si prepara come fosse una cosa naturale, le porte che s’incontrano, magari pesanti e richiedenti uno sforzo maggiore del normale, poi si aprono, e il percorso è costellato di conoscenze che sembrano facilitare il tutto, favorendo l’individuazione della porta giusta da aprire, o semplicemente aiutandoci nello sforzo di farlo.

    Questa scelta iniziale spesso si presenta da giovanissimi sotto forma di una forte passione, ma non sempre è per tutti così.

    Per alcune persone può manifestarsi a seguito di eventi drammatici della propria vita, come ad esempio la morte di una persona cara, o con la fine di una storia d’amore importante, o semplicemente a seguito di un evento

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