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Mamma non gridare: Rimanere equilibrati di fronte allo stress,  alla rabbia e alle emozioni forti
Mamma non gridare: Rimanere equilibrati di fronte allo stress,  alla rabbia e alle emozioni forti
Mamma non gridare: Rimanere equilibrati di fronte allo stress,  alla rabbia e alle emozioni forti
E-book146 pagine1 ora

Mamma non gridare: Rimanere equilibrati di fronte allo stress, alla rabbia e alle emozioni forti

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Info su questo ebook

Mamma non gridare! Come avere ottimi risultati con i tuoi figli senza dove urlare sempre. Ti piacerebbe avere ottimi risultati con poca fatica? Ecco alcuni pratici e utili suggerimento e strategie per gestire con facilità il rapporto con tuo figlio. Se non conosci la teoria dell'80 % dei risultati con il 20% degli sforzi , ti piacerà da subito! Non bastano le teorie, scegli delle strategie facili e pratiche Troverai molte idee e soluzioni concrete che ti aiuteranno nella quotidianità senza usare sgridate o punizioni corporali: vedrai come cambierò in meglio il rapporto con tuo figlio. Non sarebbe tutto più facile se riusciste a comunicare con semplicità e chiarezza? L'autrice di questo libro, Stefania Tesaro, è una come specialista di comunicazione verbale e metalinguistica che lavora in settori dediti alla sociologia. Mamma di tre figli, ha provato nella pratica tutto quello che scrive. Inoltre, ha ampliato a un gruppo di mamme, le teorie proposte e adattate ad una vita quotidiana, trasformandole in vere e proprie strategie di sopravvivenza. In questa guida scoprirai… Come la vedono i genitori e come la vedono i figli, due punti di vista diversi. La differenza tra autoritario e autorevole nell'educazione. L'importanza della resilenza e del problem solving. La utile teoria dell'80% del risultato con il 20% di sforzo. Esercizi pratici nel breve e lungo termine per trovare la calma. Compra questo libro: per avere nuove strategie educazionali che possono renderti la vita più facile e quindi serena. Perché non provarci?
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9791221451337
Mamma non gridare: Rimanere equilibrati di fronte allo stress,  alla rabbia e alle emozioni forti

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    Anteprima del libro

    Mamma non gridare - Stefania Tessaro

    Introduzione

    In questo libro affronteremo uno degli argomenti più

    complessi e spinosi: le reazioni di mamma e papà di fronte

    a comportamenti socialmente scorretti e conflittuali dei

    figli che sfociano spesso in urla.

    Quello che si vuole analizzare insieme è come gestire la

    situazione affinché non sfoci sempre in conflitti. Questi

    sono, gran parte delle volte, non costruttivi.

    Probabilmente abbiamo ereditato un modello educativo

    che ci ha assuefatto a determinate abitudini, fra cui urla e

    sgridate perentorie. Alcuni modelli educativi del passato,

    infatti, privilegiavano percorsi educativi rigidi che

    ammettevano sonore sgridate e addirittura punizioni

    corporali.

    I sistemi educativi si modificano ed evolvono col passare

    del tempo. Prendiamo spunto da metodi educativi del

    passato per tentare di superarli ed eventualmente

    migliorarli, con esiti talvolta soddisfacenti, altre volte

    fallimentari. Di fatto, in tutte le epoche storiche, i genitori

    hanno sempre dovuto affrontare (e gestire) la perdita di

    pazienza durante il difficile compito dell'educare la prole.

    Questo è un aspetto umano da cui nessun genitore è

    realmente esente.

    Ciò che è rimasto immutato nello sviluppo sociale è la

    difficoltà gestionale ed emotiva del rapporto genitori-figli.

    Da un lato, questo rapporto è ricco di amore, affetto,

    accoglienza, collaborazione, dall'altro  esso è

    inevitabilmente complesso e articolato da gestire. Data la

    complessità dell'argomento, non è nostro scopo diventare

    una enciclopedia comportamentale. Desideriamo soltanto

    offrire qualche spunto di riflessione ai genitori affinché  

    possano trovare un sano equilibrio educativo ed emotivo

    con cui gestire al meglio  il rapporto coi loro figli. Fa bene

    da entrambe le parti.

    In questo rapporto tanto complesso quanto amorevole è

    fondamentale investire, dal momento che non solo si

    formerà un futuro cittadino, che è nato dall'amore di due

    persone, ma è anche un rapporto che sarà sempre in

    costante evoluzione e, nel contempo, resterà duraturo da

    ambedue le parti. I genitori, infatti, impronteranno stili

    educativi volti a rispettare i talenti, le inclinazioni naturali

    dei figli, aiutandoli anche ad accrescere la loro autonomia

    che è fondamentale per la costruzione della loro futura

    identità personale.

    Approfondiamo quindi l’argomento e vediamo insieme

    passo per passo gli aspetti legati alla conflittualità e alla

    gestione dei momenti critici con il proprio figlio o figlia.  

    Il difficile mestiere del genitore

    È proprio vero! Si dice (e non a torto) che il mestiere del

    genitore sia in assoluto il più difficile di tutti! Il mestiere

    genitoriale racchiude una immensa responsabilità, poiché

    inizialmente si accudisce il neonato in tutte le sue

    necessità primarie: il bambino dipende dai genitori in tutto

    e per tutto. Soprattutto tra madre e figlio c’è una simbiosi

    forte: il bambino ha come punto di riferimento la mamma

    in un mondo nuovo. Il solo suo odore lo rassicura.

    In seguito, conformemente alla crescita fisica e sviluppo

    caratteriale del bambino; la piccola creatura iniziale

    diventerà un adulto indipendente e autonomo, in grado di

    integrarsi con la società in cui vive e rapportarsi sia con

    essa che col mondo che lo circonda.    

    Certamente rientra nel compito dei genitori quello di

    trasmettere al bambino una serie di principi, valori e idee

    esattamente come un tempo li ricevettero dai loro genitori.

    Importante è tuttavia rispettare il carattere, l'indole e

    l'inclinazione naturale del bambino, accettando il fatto che

    possono essere differenti dalle loro aspettative. Vulgata

    vuole infatti che il figlio non è una appendice dei genitori,

    ma una creatura indipendente che, coerentemente con le

    sue scelte personali e il suo modo di essere, si relazionerà

    con l'ambiente familiare e sociale. Questo è un concetto

    basilare che i genitori devono tenere presente per creare il

    giusto equilibrio a livello di rapporto: sin dalla nascita fino

    all’età adulta.

    Alla luce di tutto ciò, appare chiaro che il ruolo del

    genitore non sia una passeggiata: bisogna trovare

    costantemente il giusto equilibrio fra la trasmissione di

    valori, insegnamenti, idee secondo personali modalità

    educative, e nel contempo essere in grado di rispettare la

    diversità dell'individuo-figlio. Potrebbe sorgere una banale

    domanda: perché complicarsi la vita diventando genitori?

    La risposta è semplice ed esaustiva: perché essa è una

    delle esperienze più coinvolgenti e significative della vita di

    un uomo e di una donna.

    Un antico proverbio orientale afferma che l'essere umano,

    per essere davvero completo, ha bisogno di realizzare tre

    cose nella vita: piantare un albero, dare alla luce un figlio,

    scrivere un libro.  

    Tralasciamo volutamente il terzo punto, non essendo

    scontato e non essendo nelle abilità di tutti.  

    Potrebbe invece risultare soddisfacente chi sceglie di

    piantare un albero (o coltivare una pianta) perché  offre

    una opportunità di crescita a una vita, come pure che

    decide di mettere al mondo un figlio. Sono due esperienze

    di crescita sebbene completamente diverse.  

    Ovviamente non è nostra intenzione discriminare chi

    effettua scelte differenti. Vogliamo solo evidenziare che per

    diventare genitori  infatti, è sempre meglio effettuare  una

    scelta consapevole e guidata dalla certezza di che cosa si

    vuole essere.

    Diventare genitori perché ce lo impone la società, i

    costumi, o la famiglia, o per soddisfare le insistenze di chi

    abbiamo intorno, o perché lo fanno tutti, non sono

    motivazioni  appaganti per intraprendere questa scelta,

    assolutamente gratificante ma altrettanto ardua. Bisogna

    volerlo profondamente. Ci saranno momenti molto belli e

    altri duri: in ogni caso il gioco vale sempre la candela.  

    Di sicuro se si ragionasse ossessivamente su tutti i pro e i

    contro del diventare genitori, non si partirebbe più per

    questa meravigliosa avventura; per cui quando un

    individuo decide consapevolmente di assumersi questa

    responsabilità dovrà annoverare nel suo compito

    genitoriale il fatto che dedicherà la sua vita a una nuova

    creatura offrendole il meglio che potrà in termini materiali

    e affettivi.

    Quando il comportamento dei genitori può definirsi

    giusto o sbagliato? Tralasciando volutamente casistiche

    estreme legate a casi di cronaca, non possiamo giudicare

    quando un genitore agisce in maniera giusta o

    sbagliata. Non esistono infatti parametri rigidi in cui

    classificare con una sorta di pagella comportamentale il

    genitore stesso.  Bisogna valutare caso per caso.  

    Ovvio che i genitori saranno pronti ad affrontare

    qualunque difficoltà pur di gioire nel constatare  che il loro

    difficile lavoro ha dato i suoi frutti, che i loro figli sono

    diventati adulti autonomi, in grado di autodeterminarsi

    integrandosi nella società cui appartengono.  

    Quando si diventa genitori si viene letteralmente sommersi

    di suggerimenti da chiunque. Sembra che tutti possano

    insegnarci questa difficile professione e che siano più bravi

    di noi in ogni aspetto. In realtà non esistono, come

    abbiamo detto, delle regole prefissate per stabilire se un

    genitore sia buono o cattivo. Ognuno fa del suo meglio,

    per cui è inutile giudicare o continuare a chiedere consigli

    sul da farsi, altrimenti si ricavano solo informazioni

    fuorvianti.  

    Sarà sufficiente, per il genitore, informarsi sulle varie

    tappe di crescita del bambino, selezionando  la moltitudine

    di informazione che reperirà durante la ricerca, eliminando

    il superfluo.

    Uno degli aspetti più difficile da gestire quando si diventa

    genitori è certamente quello legato all'inevitabile

    cambiamento  della vita privata. Cambia infatti l'equilibrio

    di coppia, si fatica a trovare tempo libero da dedicare a sé

    stessi.  

    Un altro aspetto importante che cambia è quello

    economico. Le entrate di denaro sono spesso invariate, ma

    aumentano considerevolmente le spese in uscita per il

    mantenimento del bambino, proporzionalmente al suo

    percorso  di crescita e alle sue esigenze.   

    Cosa significa tutto ciò? Significa che la modalità

    comunicativa dei genitori deve essere flessibile,

    adattandosi progressivamente alla crescita del figlio. È

    fisiologico che, durante la gravidanza, si vengano a creare

    delle aspettative. Fissarsi però su queste aspettative

    sarebbe completamente sbagliato: non conosciamo ancora

    il carattere o i desideri dell'individuo che nascerà, poiché

    tutto ciò fa parte del DNA della persona stessa , a  

    prescindere da quello che sarà il processo educativo e dai

    valori che noi gli daremo.

    Detto questo, sono fondamentali nel percorso di crescita

    del bambino i capisaldi del processo educativo, ossia la

    trasmissione di idee, regole e valori da parte dei genitori,

    senza mai dimenticare che essi devono rispettarne il

    carattere e il talento naturale affinché  possa diventare un

    domani un adulto sano ed equilibrato, non una persona

    insicura, infelice e non autosufficiente.  Da qui emerge la

    difficoltà genitoriale nel trovare un punto di incontro tra la

    somministrazione di strumenti educativi (derivati a loro

    volta  dall'eredità educativa precedentemente

    interiorizzata), e il rispetto degli obiettivi educativi che si

    sono preposti i genitori stessi.     

    Un bambino diventa individuo a partire dai due anni.

    Prima di questa età, infatti, egli costituisce una entità

    unica e preferenziale con la madre, da cui dipende

    totalmente per la soddisfazione di tutti i bisogni primari

    legati alla somministrazione del cibo, accudimento,

    accettazione.  

    Dopo i due anni (cosiddetti terribili due) , il bambino

    infatti realizza consapevolmente che egli è una entità fisica

    separata dalla madre, riconoscendo la propria  identità.  

    Per questo motivo inizia a interessarsi anche ad altre

    figure intorno a sè che diventeranno affettivamente

    importanti nel suo percorso di crescita: il papà, i fratelli e

    sorelle, i nonni, gli amici.  

    Questa è un'età molto delicata e complessa sia per i

    genitori che per i bambini, proprio perché inizia il

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