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I segreti di Taverner, dottore dell'occulto
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I segreti di Taverner, dottore dell'occulto
E-book294 pagine4 ore

I segreti di Taverner, dottore dell'occulto

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Info su questo ebook

Il dottor Taverner, lo Sherlock Holmes dell’occulto, gestisce una clinica psichiatrica per malattie mentali molto particolari, dove tratta vittime di attacchi di strane entità e nella quale transitano elfi e altre creature sotto sembianze umane. Il suo assistente, Rhodes, lo aiuta a risolvere i casi facendo da ponte al lettore verso queste situazioni soprannaturali. Anche l’autrice fu ricoverata in giovinezza in una clinica simile: gli episodi sono perciò narrati in uno stile molto convincente, senza mai abbandonare lo humour che la contraddistingue.
LinguaItaliano
EditoreVenexia
Data di uscita15 lug 2020
ISBN9788899863401
I segreti di Taverner, dottore dell'occulto

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    Anteprima del libro

    I segreti di Taverner, dottore dell'occulto - Dion Fortune

    DION FORTUNE

    I segreti di Taverner, dottore dell'occulto

    Venexia

    TITOLO ORIGINALE:

    The Secrets of Doctor Taverner

    Traduzione di

    Tamara Topini

    Immagine di copertina di

    Roberto De Gregori

    ©2003 Copyright by Venexia

    Via Erodoto, 36

    00124 Roma

    www.venexia.it

    Introduzione

    I racconti contenuti in questo volume sono interpretabili in due modi diversi, che dipendono dal gusto personale del lettore e dalle sue conoscenze dell’argomento.

     Possono essere considerati semplice narrativa, creata, come sostiene Fat Boy ne Il circolo Pickwick per far accapponare la pelle, oppure possono essere presi per quello che sono: studi reali di aspetti poco conosciuti della psicologia, raccontati come narrativa, perché se io avessi provato a pubblicarli come serio contributo alla scienza non avrebbero avuto alcuna possibilità di essere divulgati.

    Si potrebbe chiedere, a ragione, per quale motivo io desideri garantire un pubblico a storie come quelle narrate in questo volume, se non per un ragionevole interesse nei diritti d’autore che di solito spettano a coloro che soddisfano la predilezione del pubblico per le cose spaventose.

    Tuttavia, chiederò ai miei lettori di attribuirmi un motivo diverso da quello puramente commerciale. Sono stata una delle prime studiose di psicoanalisi di questo paese e ho scoperto, nel corso dei miei studi, che mi erano stati affidati parecchi fili, i quali però scomparivano nelle tenebre che circondavano il piccolo cerchio di luce proiettato dalla conoscenza della scienza esatta.

    È stato seguendo questi fili nelle tenebre dell’Ignoto che mi sono imbattuta nelle esperienze e nei casi che, trasformati in racconti, sono narrati in queste pagine. Con ciò non intendo dire, tuttavia, che queste storie si siano verificate esattamente come le ho raccontate, perché non è così; ma esse sono tutte basate su fatti reali e non c’è un solo episodio che sia unicamente frutto della mia fantasia. In altre parole, anche se nessuna immagine è una vera fotografia, nessuna è uno schizzo basato sull’immaginazione; anzi, si tratta di fotografie composte, ottenute tagliando e incollando innumerevoli istantanee di avvenimenti reali e il risultato, tutt’altro che un prodotto arbitrario dell’immaginazione, costituisce uno studio serio della psicologia della sovracoscienza.

    Presento questi studi di patologia soprannaturale ai lettori perché so per esperienza che casi come quelli trattati in questo libro non sono per niente insoliti, ma, restando sconosciuti, finiscono con non ricevere alcun aiuto. Personalmente mi sono imbattuta in molti casi come quello narrato nella Casa del Potere, alcuni dei quali erano ben noti ai membri delle cerchie ristrette che si interessano a queste cose; Brama sanguinaria è la pura verità, ed entrambe queste storie, lungi dall’essere state arricchite con l’intento di farne dei racconti, sono state ammorbidite per renderle adatte alla stampa.

    Alcuni dei miei lettori senza dubbio riconosceranno il dottor Taverner; la sua misteriosa casa di cura era reale, e infinitamente più singolare di quanto si possa descrivere in un racconto.

    È curioso che l’immagine disegnata a fantasia dall’artista che ha illustrato questi racconti per il Royal Magazine gli somigli in modo incredibile, sebbene egli non abbia mai visto una sua fotografia né gli sia stato mai descritto.

     Con il vero dottor Taverner ho il più grande debito della mia vita; senza di lui non ci sarebbe stata Dion Fortune e a lui scelgo di dedicare di queste pagine.

    Dion Fortune, 

    Londra

    Primo racconto

    Brama sanguinaria

    I

    Dopo tutti questi anni non sono ancora riuscito a decidere se il dottor Taverner sia l’eroe o il cattivo di queste storie. 

    Le circostanze del mio incontro con questo strano uomo furono piuttosto semplici. Dopo aver lasciato l’ordine dei medici militari mi recai presso un’agenzia di collocamento di personale sanitario e mi informai sugli impieghi disponibili.

    Sono uscito dall’esercito con i nervi a pezzi. Avrei bisogno di un posto tranquillo finché non mi sarò rimesso in sesto, spiegai.

    Come tutti del resto, rispose l’impiegato guardandomi pensoso. Mi chiedo se vi potrebbe interessare un impiego che abbiamo nei registri da un certo tempo. Ci abbiamo già mandato alcune persone, ma nessuno si è fermato.

    Fu così che mi mandò da uno degli ausiliari di Harley Street, dove feci la conoscenza dell’uomo che, buono o cattivo che fosse, ho sempre considerato la più grande mente mai incontrata.

    Alto, magro, con un volto che sembrava di pergamena, poteva avere un’età qualsiasi tra i trentacinque e i sessantacinque anni. Io l’ho visto dimostrare entrambe le età nell’arco della stessa ora. Quel giorno non perse tempo per venire al dunque.

    Ho bisogno di un supervisore medico per la mia casa di cura, mi informò. Ho saputo che siete specializzato in casi mentali, per quanto sia possibile esserlo nell’Esercito. Temo che troverete i miei metodi piuttosto diversi da quelli ortodossi. Tuttavia, poiché a volte riesco dove gli altri falliscono, penso di essere giustificato nel continuare a sperimentare, cosa che ritengo, dottor Rhodes, sia il massimo che i miei colleghi possano pretendere di fare.

    I modi cinici dell’uomo mi irritarono, per quanto fosse innegabile che in quel periodo la cura delle malattie mentali non rientrasse tra le scienze esatte. Quasi rispondendo ai miei pensieri, continuò: Il mio principale interesse risiede in quelle aree della psicologia ancora inesplorate dalla scienza ortodossa. Se deciderete di lavorare con me vedrete alcune cose strane, ma tutto ciò che vi chiedo è che teniate la mente aperta e la bocca chiusa.

    Questo mi accinsi a fare perché, sebbene rifuggissi istintivamente da quell’uomo, emanava un fascino curioso, un senso di forza e di ricerca audace, che mi spinse a concedergli almeno il beneficio del dubbio per vedere fino a che punto poteva arrivare. La sua personalità straordinariamente stimolante, che sembrava accordare il mio cervello come per un concerto, mi fece capire che poteva essere un buon tonico per un uomo come me, che al momento aveva perso il controllo sulla propria vita.

    Se non ci mettete molto a fare i bagagli, si offrì, vi posso accompagnare in automobile. Venite con me fino alla rimessa e vi condurrò ai vostri alloggi; potete prendere le vostre cose e saremo là prima che faccia notte.

    Procedemmo a velocità sostenuta sulla strada per Portsmouth fino a Thursley; poi, con mia sorpresa, svoltò a destra e portò la grossa automobile su una strada sterrata che costeggiava il bosco.

    Questo è il terreno o campo di Thor, spiegò mentre il paesaggio brullo si spiegava di fronte a noi. Qui si conserva ancora l’antico culto.

    La fede cattolica?, chiesi.

    La fede cattolica, mio caro signore, è una novità. Mi stavo riferendo al culto pagano. I contadini della zona praticano ancora alcuni pezzi dell’antico rito, sono convinti che porti loro fortuna, o qualcosa del genere. Non ne conoscono il vero significato. Si fermò un momento, poi si volse verso di me e disse con enfasi straordinaria: Avete mai pensato cosa potrebbe succedere se un uomo che possiede la Conoscenza rimettesse insieme tutto il rituale?.

    Ammisi di non averlo mai fatto. Non ne sapevo niente, ma di certo quell’uomo mi aveva condotto nel punto meno cristiano che avessi mai visto in vita mia.

    La sua casa di cura era meravigliosamente in contrasto con la zona spoglia e selvaggia che la circondava. Il giardino era un tripudio di colori e la casa, vecchia, di forma irregolare e coperta di piante rampicanti era affascinante all’interno come all’esterno; mi fece pensare all’Oriente, al Rinascimento, pur avendo come stile solo quello conferitole da un colore caldo e ricco e da una sensazione di comodità.

    Mi dedicai subito al mio lavoro, che trovai incredibilmente interessante. Come ho già detto, il lavoro di Taverner iniziava là dove finiva la medicina canonica, e io avevo in cura casi che un medico ordinario avrebbe definito adatti a un manicomio, trattandosi di nient’altro che pazzi. Eppure Taverner, con il suo metodo particolare, svelava le cause che operavano nell’anima e nel regno indistinto in cui l’anima dimora, gettando una luce completamente diversa sul problema, e riuscendo spesso a salvare i suoi pazienti dalle oscure influenze che si addensavano intorno a loro.

    Il caso dell’uccisione della pecora fu il primo esempio interessante dei suoi metodi.

    II

    Un pomeriggio piovoso ricevemmo la visita di una vicina, un avvenimento abbastanza raro poiché Taverner e i suoi modi erano guardati con sospetto. La nostra ospite si liberò dell’impermeabile grondante d’acqua, ma rifiutò di togliersi la sciarpa che, nonostante la giornata tiepida, si era avvolta ben stretta attorno al collo.

    So che siete specializzato nella cura di casi mentali, iniziò rivolgendosi al mio collega. Mi piacerebbe molto discutere con voi di una questione che mi preoccupa.

    Taverner annuì, scrutandola con occhi attenti alla ricerca dei sintomi.

    "Riguarda un mio amico, in effetti, penso di poterlo chiamare il mio fidanzato, perché, sebbene mi abbia chiesto di lasciarlo libero dall’impegno preso, mi sono rifiutata di farlo. Non è che io desideri tenere legato a me un uomo che non mi ama più, ma sono convinta che lui tenga ancora a me e che qualcosa di cui lui non mi vuole parlare si sia messo tra di noi.

    L’ho pregato di essere sincero con me e di farmi condividere il problema, perché ciò che può sembrargli un ostacolo insormontabile può non esserlo per me; ma voi sapete come sono gli uomini quando pensano che sia in gioco il loro onore. Ci guardò, prima l’uno poi l’altro, sorridendo. Nessuna donna ritiene che il proprio uomo sia del tutto cresciuto, e forse è proprio così. Poi si piegò in avanti e giunse le mani con fare eccitato. Penso di aver trovato la chiave del mistero. Vorrei che mi diceste se è plausibile oppure no.

    Mi date dei dettagli?, chiese Taverner.

    "Donald e io ci siamo fidanzati quando si trovava di stanza qui per l’addestramento militare (ormai sono trascorsi quasi cinque anni), e siamo sempre stati in perfetta armonia. Quando lasciò l’Esercito tutti iniziammo a notare in lui un cambiamento. In particolare, anche se continuava a tornare a casa spesso, ha iniziato a evitare di restare da solo con me. Avevamo l’abitudine di fare lunghe passeggiate nella brughiera, ma nell’ultimo periodo si è rifiutato categoricamente di farlo. Poi, senza alcun preavviso, mi ha scritto e mi ha detto di non potermi più sposare e di non volermi mai più vedere, aggiungendo una cosa curiosa alla sua lettera. Diceva: ‘Se anche dovessi venire da te e chiederti di vederti, ti prego di non acconsentire.’

     "La mia famiglia era convinta che si fosse impegnato con qualche altra ragazza, ed erano tutti furibondi con lui perché mi aveva lasciata. Io però ero convinta che la storia fosse un’altra.

    Gli scrissi, ma non ricevetti alcuna risposta, così giunsi alla conclusione che dovevo lasciarmi la cosa alle spalle. Poi improvvisamente si fece vivo di nuovo ed ecco dove inizia la parte strana.

    Una notte udimmo i polli schiamazzare e pensammo che fossero inseguiti da una volpe. I miei fratelli uscirono armati con mazze da golf e io li seguii. Quando arrivammo al pollaio, trovammo alcuni polli con la gola squarciata come se li avesse assaliti un ratto, ma poi i ragazzi scoprirono che la porta del pollaio era stata forzata, una cosa che un ratto non poteva fare. Pensarono che forse uno zingaro aveva cercato di rubarli e mi dissero di tornare a casa. Lo stavo facendo quando all’improvviso qualcuno mi sbucò di fronte. Era abbastanza chiaro, perché la luna era quasi piena, e riconobbi Donald. Tese le braccia e io andai verso di lui, ma, invece di baciarmi, piegò la testa e… guardate!

    Scostò la sciarpa dal collo e ci mostrò un semicerchio di piccoli segni blu sulla pelle, proprio sotto l’orecchio, segno inconfondibile di denti umani.

    Stava cercando la giugulare, commentò Taverner, fortunatamente per voi non ha bucato la pelle.

    Gli chiesi: ‘Donald, ma che cosa stai facendo?’. La mia voce sembrò riportarlo in sé, mi lasciò andare e si gettò tra i cespugli. I ragazzi lo inseguirono, ma non riuscirono a prenderlo, e da allora non lo abbiamo più visto.

    Immagino che abbiate informato la polizia, commentò Taverner.

     Mio padre li ha informati che qualche ignoto aveva tentato di rubare nel pollaio. Vedete, non abbiamo detto loro di aver visto Donald.

    E girate da sola, sapendo che potrebbe nascondersi nei paraggi?

    Annuì.

    Devo raccomandarvi di non farlo, Miss Wynter; con molte probabilità l’uomo è estremamente pericoloso, specialmente per voi. Vi faremo accompagnare da una macchina.

    Pensate che sia diventato matto? Io la vedo proprio così. Penso anche che lui sapesse cosa gli stava accadendo e che per questo abbia troncato il nostro fidanzamento. Dottor Taverner, non c’è niente che si possa fare per lui? Ho la sensazione che Donald non sia impazzito nel modo consueto. Una volta avevamo una cameriera che era uscita di senno e tutto in lei sembrava malato, non so se mi spiego. Nel caso di Donald è come se soltanto una piccola parte di lui fosse diventata folle, come se la pazzia fosse fuori di lui. Riuscite a capire cosa intendo?

    Mi sembra che abbiate dato una descrizione molto precisa di un caso di interferenza psichica, quello che un tempo veniva definito ‘essere posseduti dal diavolo’, rispose Taverner.

    Potete aiutarlo?, chiese ansiosamente la ragazza. Posso senz’altro aiutarlo se riuscirete a portarlo da me.

    La volta seguente che ci recammo all’ambulatorio di Harley Street trovammo un appuntamento per un certo Capitano Donald Craigie. Era una persona dal fascino singolare, uno di quegli uomini sensibili e originali che possiedono tutte le doti per divenire artisti. In condizioni normali doveva essere un compagno delizioso, ma quando ce lo trovammo di fronte alla scrivania dell’ambulatorio era un uomo che stava vivendo una disgrazia.

    Potrei anche confessare la faccenda, iniziò. Suppongo che Beryl vi abbia detto dei polli.

    Ci ha raccontato che avete provato a morderla. Vi ha detto che ho morso i polli? No.

    Beh, l’ho fatto.

    Calò il silenzio per un momento. Poi Taverner lo interruppe.

    Quando è iniziato questo problema?

    Dopo un’esplosione. Sono stato scaraventato fuori da una trincea, e l’esplosione mi ha scosso gravemente. Pensavo di essermela cavata con poco, perché sono stato in ospedale soltanto dieci giorni, ma suppongo che queste siano state le conseguenze.

    Fate parte di quelle persone che hanno orrore del sangue?

    Non in modo particolare. Non mi piace, ma riesco a tollerarlo. Dobbiamo imparare a conviverci in trincea; c’è sempre qualcuno che viene ferito, anche nei periodi più tranquilli.

    E ucciso, aggiunse Taverner.

    Sì, e ucciso, concordò il nostro paziente.

    Quindi in voi si è sviluppato un forte desiderio di sangue?

    Proprio così.

    Carne al sangue e tutto il resto, suppongo.

    No, non serve a niente. Sembra una cosa terribile da dire, ma quello che mi attira è il sangue fresco, quello che sgorga dalle vene della mia vittima.

     Ah!, esclamò Taverner. Questo conferisce al caso un aspetto differente.

    Non pensavo che la cosa sarebbe stata senza speranza fino a questo punto.

    Al contrario, ciò che mi avete appena detto rende la prospettiva molto più promettente. La vostra è non tanto una brama di sangue, che avrebbe potuto essere un effetto del subconscio, quanto piuttosto una fame di vitalità, e la cosa è piuttosto diversa.

    Craigie alzò lo sguardo rapidamente. È esattamente così. Fino ad ora non sono mai riuscito a esprimerlo a parole, ma voi avete colpito nel segno.

    Mi accorsi che la perspicacia del mio collega gli aveva dato molta fiducia.

    Vorrei che veniste nella mia casa di cura per un periodo, sotto la mia diretta osservazione, gli propose Taverner.

    Mi piacerebbe molto, ma penso che prima dovreste sapere qualcos’altro di me. Questo problema ha iniziato a influire sul mio carattere. Inizialmente sembrava una cosa esterna a me, ma adesso inizio a soddisfarla, quasi ad aiutarla, a cercare modi per gratificarla senza mettermi nei guai. Ecco perché sono andato a cercare le galline quando mi trovavo a casa dei Wynter. Temevo che avrei perso il controllo e che sarei andato a cercare Beryl. Ma alla fine l’ho fatto ugualmente, quindi non è servito a molto. In effetti, penso che abbia fatto più male che bene, perché sembra quasi che sia entrato in un contatto più intimo con questa ‘cosa’ dopo aver ceduto all’impulso. So che la cosa migliore da farsi sarebbe quella di uccidermi, ma non ne ho il coraggio. Una volta morto temo fortemente di incontrare questa cosa, qualsiasi essa sia, faccia a faccia.

     Non dovete preoccuparvi di venire alla casa di cura, lo rassicurò Taverner. Ci prenderemo cura di voi.

    Dopo che se ne fu andato Taverner mi chiese: Avete mai sentito parlare di vampiri, Rhodes?.

    Sì, certo, risposi. Avevo l’abitudine di leggere Dracula per addormentarmi, tempo fa, quando soffrivo d’insonnia.

    Quello, indicando con un cenno della testa l’uomo che si stava allontanando, ne è un esempio notevole.

    Intendete dire che avete intenzione di portare un caso orribile come quello a Hindhead?

    Non un caso orribile, Rhodes, ma un’anima in pericolo. L’anima può non essere rispettabile, ma si tratta di un nostro simile. Lasciate che esca e ben presto si ripulirà. Spesso mi meravigliavo della tolleranza e della compassione di Taverner per l’umanità che commette errori. Più vedrete della natura umana, mi disse una volta, meno vi sentirete incline a condannarla, perché vi renderete conto di quanto duramente ha combattuto. Nessuno fa del male perché gli piace, ma perché è il minore dei due mali.

    III

    Un paio di giorni dopo fui chiamato nel mio ufficio nella casa di cura per andare a ricevere un nuovo paziente. 

    Era Craigie. Era arrivato fino alla porta, poi si era immobilizzato. Sembrava che si vergognasse così tanto di se stesso che non ebbi il coraggio di propinargli la paternale che di solito si usa in tali circostanze.

    Mi sento come se fossi su un cavallo che si impunta, iniziò. Voglio entrare, ma non posso.

     Chiamai Taverner e la sua vista sembrò calmare il nostro paziente.

    Ah, esclamò, voi mi date sicurezza. Sento che posso sconfiggere questa cosa.

    Raddrizzò le spalle e attraversò la soglia. Una volta entrato, sembrò essersi tolto un peso dalla mente e si adattò serenamente alla routine del posto. Beryl Wynter prese l’abitudine di passare a confortarlo ogni pomeriggio, di nascosto dalla sua famiglia; in effetti, sembrava che fosse sulla strada della guarigione.

    Una mattina passeggiavo nei paraggi con il capo giardiniere, progettando dei piccoli miglioramenti, quando egli fece un’osservazione che avrei avuto modo di ricordare in seguito.

    Eravate convinto che a quest’ora tutti i prigionieri tedeschi fossero rientrati in patria, non è vero signore? Ma non è così. L’altra notte, ne ho incontrato uno nel viottolo fuori dalla porta sul retro. Pensavo che non avrei più rivisto quel loro lurido grigio-verde.

    Comprendevo la sua antipatia, era stato loro prigioniero, e il ricordo non era di quelli che svaniscono.

    Non pensai più alla sua osservazione, ma alcuni giorni dopo mi tornò alla mente quando una delle nostre pazienti venne da me dicendo:

    Dottor Rhodes, penso che dimostriate poco patriottismo impiegando prigionieri tedeschi nel giardino quando così tanti soldati congedati non riescono a trovare lavoro.

    Le assicurai che non era così, e che non c’era nessun prigioniero tedesco che fosse in grado di sopravvivere a una giornata di lavoro sotto la sorveglianza del nostro capo giardiniere e loro ex-prigioniero.

     Ma ho visto chiaramente l’uomo aggirarsi nei pressi delle serre all’ora di chiusura la sera scorsa, affermò. L’ho riconosciuto dal berretto e dalla divisa grigia.

    Lo riferii a Taverner.

    Dite a Craigie che non deve uscire per nessun motivo dopo il tramonto, rispose, e a Miss Wynter che è meglio che per il momento si tenga alla larga.

    Una o due sere dopo, mentre passeggiavo fumando una sigaretta dopo cena, incontrai Craigie che si affrettava verso il boschetto.

    Vi ritroverete dietro il dottor Taverner, gli gridai. Ho fatto tardi per la consegna al sacco della posta, rispose, e sto andando alla cassetta postale.

    La sera dopo trovai nuovamente Craigie in giro dopo il tramonto. Mi avvicinai a lui rapidamente.

    Ascoltate Craigie, iniziai, se volete stare in questo posto dovete rispettare le regole, e il dottor Taverner vuole che voi restiate in casa dopo il tramonto.

    Craigie scoprì i denti e ringhiò come fosse stato un cane. Lo afferrai per il braccio e lo condussi dentro, raccontando l’accaduto a Taverner.

    La creatura ha ristabilito la sua influenza su di lui, concluse. Evidentemente non possiamo farla morire tenendola lontana da lui, dovremo usare altri metodi. Dov’è adesso Craigie?

    Sta suonando il pianoforte in salotto, risposi. Allora saliremo in camera sua e toglieremo i sigilli. Mentre seguivo Taverner al piano di sopra aggiunse:

    Vi siete mai chiesto per quale motivo Craigie si è rifiutato di entrare quando è arrivato alla porta?.

    Non ci ho fatto molto caso, risposi. Una cosa del genere è piuttosto comune nei casi mentali.

     Sopra questa casa è stata posta una sfera d’influenza, una sorta di campana protettiva, per tenere lontane le entità maligne, quello che nel linguaggio popolare può essere chiamato incantesimo. Il demone di Craigie non poteva entrare, e non voleva essere lasciato fuori. Pensavo che saremmo riusciti a stancarlo tenendo Craigie lontano dalla sua influenza, ma ha un controllo molto forte su di lui, al punto che lui collabora deliberatamente. Le cattive compagnie corrompono le buone maniere e non si può frequentare una cosa come quella senza venirne corrotto, soprattutto essendo un Celta sensibile come lo è Craigie.

    Quando raggiungemmo la stanza Taverner si avvicinò alla finestra e passò la mano sul davanzale, come se stesse spostando qualcosa.

    Ecco, affermò. "Adesso può entrare

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