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L'oracolo degli appuntamenti (eLit): eLit
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E-book235 pagine3 ore

L'oracolo degli appuntamenti (eLit): eLit

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Info su questo ebook

CONSIGLI D'AMORE 1. Nessuno sa che sono io l'Oracolo degli appuntamenti, per tutti sono semplicemente Kayla e preferisco così. Anche perché, diciamocelo, chi si fiderebbe dei consigli d'amore di una che ha avuto solo due appuntamenti nella vita? Temo che, sapendolo, tutti i miei clienti scapperebbero a gambe levate! Eppure, io sono convinta che siano stati quei due appuntamenti ad aprirmi gli occhi sull'amore, al punto che li ho archiviati sotto i nomi di Caso Studio 1 e 2, e poi è stato grazie a loro che ho scoperto il mio talento di oracolo... Ora do consigli d'amore in rete e ho messo in stand by il mio cuore: i ragazzi del liceo sono troppo immaturi per me, ho deciso che è meglio aspettare il college per innamorarmi davvero. A meno che non capiti dalle mie parti qualcuno per cui vale davvero la pena rischiare...

LinguaItaliano
Data di uscita29 feb 2016
ISBN9788858950180
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    Anteprima del libro

    L'oracolo degli appuntamenti (eLit) - Allison Van diepen

    Copertina. «L'oracolo degli appuntamenti - Consigli d'amore (eLit)» di Van diepen Allison

    Immagine di copertina: Finn Hafemann / iStock / Getty Images Plus + Kharchenko_irina7 / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Oracle of Dating

    Harlequin Teen

    © 2010 Allison van Diepen

    Traduzione di Maria Sofia Buccaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-018-0

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Frontespizio. «L'oracolo degli appuntamenti - Consigli d'amore (eLit)» di Van diepen Allison

    Dedicato a tutti i ragazzi con cui sono uscita.

    (Esatto, proprio tu. E anche tu.)

    1

    Buoni propositi per l’anno nuovo:

    -Trovare a Tracey un ragazzo fantastico.

    -Scegliere uno stile per i miei capelli: o lisci o ricci, perché mossi non mi stanno proprio bene.

    -Uscire dalla dipendenza da cereali (possibilmente con l’ipnosi. Vedi Pagine Gialle).

    -Scrivere più post per il sito dell’Oracolo degli Appuntamenti, dare tanti consigli sugli appuntamenti, guadagnare soldi a palate e licenziarmi dal Buco Infernale.

    -Fare il salto di qualità con l’Oracolo degli Appuntamenti!!!

    Magari a voi sembrerà strano stilare la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo a settembre. Be’, mia madre non mi rimprovera mai quando faccio qualcosa per tempo, come riordinare la camera, mettere i piatti in lavastoviglie o spolverare in cucina.

    «Non capisco proprio come l’anno scorso tu sia riuscita ad avere la media dell’otto in pagella» dice la mamma. «Sei sempre attaccata al telefono o a chattare su internet.»

    Con questo intende dire che non combino nulla.

    In realtà lei non lo sa che cosa faccio davvero.

    Driiing! Squilla il telefono.

    Mi schiarisco la voce e rispondo: «Parla l’Oracolo degli Appuntamenti».

    «Sono la cliente numero zero-due-quattro.»

    «Sabrina?»

    «Ti ricordi di me?»

    «Certo. Che cosa può fare l’Oracolo per te?» Mi precipito al computer per accedere al conto PayPal e vedo che ho ricevuto i suoi cinque dollari.

    «È a causa di Shawn, il ragazzo con cui esco. Detesto farmi vedere in pubblico con lui.»

    Sarà un caso di ragazzo brutto come la fame? «Come mai, Sabrina?»

    «Trova sempre un modo per mettermi in imbarazzo. Tipo, venerdì sera: eravamo al ballo della scuola e si è messo a ballare come un pazzo. Lo fissavano tutti.»

    «Balla proprio così male?»

    «Malissimo. Ma non è solo questo. Ovunque andiamo, inizia a comportarsi o a parlare come uno stupido. Però quando siamo soli è dolcissimo!»

    «Mmh mmh.» Mugugnare mentre si ascolta è di cruciale importanza.

    «Secondo te, che cosa dovrei fare?»

    «Gliene hai mai parlato?»

    «Sì, ma non vuole capirlo.»

    «Sabrina, ho un’altra domanda per te: sei innamorata di lui?»

    «Mi pare un po’ esagerato. Stiamo insieme solo da due mesi.»

    «E perché non cerchi un ragazzo che non ti metta in imbarazzo davanti agli altri?»

    «Non è così semplice trovare un fidanzato. Lui è solo il secondo ragazzo con cui esco.»

    Lo so benissimo. Sono sei mesi che Sabrina mi chiama ogni volta che ha un flirt o si è presa una cotta. «Prova a chiederti questo: stai con lui perché ti piace davvero o perché ti piace avere un ragazzo?»

    «Ehm... forse la seconda.»

    «E come ti sentiresti se a questa domanda lui desse la stessa risposta?»

    «Non mi farebbe piacere» risponde con un sospiro. «Mi sa che devo lasciarlo, vero?»

    Allontano il cellulare dall’orecchio e suono un motivetto con il mio mini xilofono. «L’Oracolo ha parlato.»

    «Grazie, Oracolo. Lo so che è la cosa giusta da fare.»

    «Buonanotte, Sabrina.»

    So che cosa vi state chiedendo: quanti ragazzi avrà avuto per essere così esperta di appuntamenti?

    In realtà non molti.

    Ne ho avuti soltanto due, ed entrambe le volte è stato un disastro. Ma ho imparato dai miei errori e ora ho preso talmente distacco che li definisco Caso studio n. 1 e Caso studio n. 2. A posteriori, ho perfino annotato degli appunti.

    Caso Studio n. 1: novembre della prima superiore.

    Fase precedente alla storia: settimane trascorse a scriversi bigliettini e flirtare. Una leggera toccatina al sedere al ballo della scuola e un bacio nascosti dietro i cellulari.

    Durata della storia: un mese.

    Attività: giocare ai videogiochi, limonare nel suo scantinato, giocare ancora ai videogiochi.

    Motivi di conflitto: spesso non rispondeva alle mie chiamate perché non voleva interrompere le partite ai videogiochi. Questa sua dipendenza ha avuto come effetto collaterale una lesione al pollice che ha richiesto cure mediche, e per via della fasciatura non riusciva a tenermi per mano.

    Esito: non mi vedeva come una vera e propria fidanzata, più che altro come compagna di videogiochi, amica per limonare e insegnante di storia occasionale. Quindi gli ho dato un ultimatum: «Che cosa ti interessa di più, io o i videogiochi?». Risposta: «Ma sono la mia specialità, amore. Mi piace giocare». Amore?

    Caso Studio n. 2: marzo della seconda superiore.

    Fase precedente alla storia: ci siamo conosciuti a una festa. Si è ricordato il mio nome e mi ha chiesto l’amicizia su Facebook. Abbiamo chattato per un paio di settimane prima che mi chiedesse finalmente di uscire insieme.

    Motivi di conflitto: nessuno. Era un vero tesoro. O almeno così pensavo.

    Esito: dopo aver passato tre settimane a limonare e a uscire insieme, ha cambiato la foto del profilo Facebook con una in cui si baciava con un’altra. L’hanno vista TUTTI i suoi amici. L’ho chiamato subito e gli ho chiesto: «Stai forse cercando di dirmi qualcosa?». Risposta: «Scusami, non sapevo come altro dirtelo».

    I miei due fidanzati disastrosi non hanno fatto che confermare quello che già sapevo: gli adolescenti maschi sono meno maturi delle adolescenti femmine. Dunque, per stare con qualcuno del mio stesso calibro, dovrei uscire con un tipo di almeno vent’anni, cosa che non accadrà mai perché quale ventenne vorrebbe uscire con una che va ancora al liceo?

    Nel periodo in cui ho avuto quelle storie mi sarebbe stato di grande aiuto poter parlare con qualcuno, qualcuno che non conosci e non ti giudica, come l’Oracolo degli Appuntamenti. Sarebbe stato perfetto. Io non rido mai dei problemi dei clienti e non faccio nemmeno la predica. Avrei voluto essere in grado di dare a me stessa consigli migliori, ma è difficile vedere le cose con lucidità quando si è emotivamente coinvolti.

    Quindi ho deciso che c’è un’unica soluzione: lasciare in sospeso gli appuntamenti fino al college, quando i livelli di maturità dei due sessi iniziano a equilibrarsi. Al momento non sono abbastanza forte emotivamente per avere a che fare con dei liceali immaturi. Il che non significa che non sarei pronta a cambiare idea nel caso in cui arrivasse il ragazzo dei miei sogni ma, statisticamente parlando, è molto improbabile che accada.

    Per tutte le ragazze che se la sentono di gestire dei ragazzini, e per chiunque altro possa averne bisogno, l’Oracolo degli Appuntamenti è a loro disposizione.

    Faccio un sacco di ricerche così posso dare dei consigli sensati. Quando non so bene che cosa rispondere, dico al cliente che l’Oracolo dovrà meditare sul dilemma. Offro una consulenza seria, anche se sul sito ho scritto Esclusivamente a scopo di svago, così nessuno può farmi causa, casomai uno dei miei consigli non dovesse sortire l’effetto sperato.

    In ogni caso, con tutte queste responsabilità, non avrei tempo per l’amore.

    E poi, non sono io ad avere bisogno di un uomo. Quella è mia sorella. Ha dieci anni più di me e mi chiede consigli da quando ne ho dodici, perché quando si tratta di uomini spesso si fida più del mio radar che del suo. Ha addirittura paura di presentarmi certi ragazzi perché sa che io vedrei quello che lei preferirebbe non vedere.

    Tracey abita nell’Upper East Side, a una quarantina di minuti in metro da Brooklyn. Di solito ci vediamo nel week-end per prenderci insieme un cappuccino, che insiste sempre per offrire lei (dice che è giusto così, visto che non le faccio pagare le mie consulenze). Ne ho date tantissime gratis anche alle sue amiche.

    A dire il vero è stata proprio la sua amica Corinne la prima a darmi il soprannome Oracolo, e da quella volta mi è rimasto.

    Niente mi renderebbe più felice che trovarle un ragazzo fantastico. È una sorella meravigliosa e quando la chiamo non mi fa passare per una rompiscatole. È gentile, è una gran lavoratrice ed è altruista – talvolta fin troppo – e non permetterò che si accontenti di qualcuno non alla sua altezza. In qualsiasi altra città, se la sarebbe già accalappiata un ragazzo pazzesco, ma a New York è difficile, visto che ci sono molte più donne che uomini single e che qui la gente ha una concezione tutta sua degli appuntamenti. Adesso ha ventisei anni, quindi immagino che ne abbia ancora un paio per trovarsi un bravo ragazzo, prima che io le suggerisca una soluzione estrema.

    E per soluzione estrema intendo un bel viaggio in Alaska. Non ci vedo niente di male. La gente si trasferisce per lavoro, quindi perché non farlo per trovare il ragazzo? In certe zone dell’Alaska la proporzione tra uomini e donne è di dieci a uno. Mia sorella non ci metterebbe niente a trovarne uno. E credo che un ragazzo dell’Alaska ‒ alto, forte, sprezzante degli insetti e che non si fa problemi a sollevare pesi ‒ andrebbe bene per il suo carattere. L’unico neo è che saremmo lontanissime! Mi sa che dovrebbe convincerlo a trasferirsi in una zona rurale, ad esempio il Vermont, perché con il fuso orario dell’Alaska le cose non funzionerebbero proprio.

    È vero, in California, nella Silicon Valley, c’è ancora un buon rapporto tra uomini e donne, ma preferirei che mia sorella non sposasse un informatico. Anche mio padre lavora in quel ramo, e non voglio che lei finisca con un tizio che gli somigli. I miei hanno divorziato dieci anni fa, e da allora lui è tornato allo stile di vita che avrebbe dovuto avere sempre: quello da scapolo. Ha viaggiato in giro per il mondo con la sua azienda: ha vissuto a Singapore, Johannesburg, Berlino e ora sta a Ottawa, in Canada. Lo vediamo solo un paio di volte all’anno, a Natale e durante le vacanze estive, e a me va bene così.

    Ricordo il giorno che se n’è andato di casa. Mamma e papà si sono seduti e ci hanno spiegato che papà non avrebbe più abitato con noi. Tracey non si è messa a discutere. Penso che fosse arcistufa di sentirli litigare. Ma io no. Pensavo che avrebbero dovuto provare a far funzionare le cose. Sono ricorsa a qualsiasi ragionamento logico che il mio cervello di bambina di sei anni riuscisse a formulare per fare in modo che non si lasciassero. E quando ho capito che nessuno dei miei argomenti aveva fatto presa sono scoppiata a piangere.

    La verità è che i miei genitori non sono mai stati bene insieme. Mi stupisce che la mamma non abbia visto subito che cosa si nascondeva dietro l’apparente fascino di papà, ma immagino che fosse troppo giovane e ingenua, che si fidasse dell’amore. È un peccato che al loro matrimonio, al momento del Chi ha qualcosa da dire contro questa unione, parli ora o taccia per sempre, nessuno abbia avuto il coraggio di alzarsi, visto che le uniche cose che avevano in comune ‒ un bell’aspetto e delle ridicole acconciature anni ‘80 ‒ non sarebbero bastate per il E vissero felici e contenti.

    È una domenica ventosa e scendo dal treno della linea sei all’incrocio tra la Lexington e la Sessantaseiesima Strada, per vedermi con Tracey da Starbucks. In giro è pieno di coppiette della domenica che passeggiano mano nella mano. Le coppiette della domenica sono quelle formate da ragazzi che passano insieme la notte del sabato (se capite che cosa intendo dire) e che la domenica abbinano con cura felpe firmate, sneakers e berretti da baseball. Sembrano sempre appena usciti dalla doccia e li incroci nelle tavole calde sulla Seconda Avenue, mentre ordinano colazioni piene di grassi per smaltire i leggeri postumi da sbornia, prima di trascorrere il pomeriggio a curiosare per negozi, comprare opere d’arte per i loro appartamenti minuscoli e affollare i bar del quartiere, creando problemi a me per trovare un posto a sedere.

    Oggi Tracey è bellissima, anche se ha gli occhi un po’ gonfi, il che significa che ha dormito troppo oppure troppo poco. L’intenso colore scuro dei capelli, simile a quello di una torta super cioccolatosa, si intona con gli occhi castani e brillanti. Ha una pelle di porcellana, ma il vento le dona un leggero rossore sulle guance. Con il suo metro e settantacinque è alta dieci centimetri più di me, e ha la figura slanciata che molte ragazze ucciderebbero per avere.

    Io invece ho ereditato i capelli color frumento integrale di mio padre e gli occhi nocciola della mamma che, a seconda dei giorni, della luce o dell’umore, sembrano verdi o castani.

    Mia sorella indossa delle sneakers impeccabili. L’unico giorno in cui non le vedi addosso tacchi di almeno cinque centimetri è la domenica, un errore di valutazione, per come la vedo io, visto che restringe il ventaglio di potenziali fidanzati ai ragazzi alti come minimo un metro e ottanta. Immagino che lo faccia volutamente, vista la sua predilezione per gli uomini che superano il metro e novantacinque, ma non capita spesso di trovarne uno, a meno che tu non viva in Norvegia o in Danimarca.

    Tracey mi abbraccia forte e mi dà due baci sulla guancia, come fanno gli europei, e so già che mi toccherà tirare fuori il portacipria per vedere se mi ha lasciato i segni del rossetto.

    Al bancone veniamo servite da un tizio mingherlino che tra di noi chiamiamo Smilzo. Parla come Topolino e lavora lì ogni fine settimana.

    «Bevanda grande al tè nero e latte di soia, fredda» dice lo smilzo al gigante dietro la macchina dell’espresso.

    «Bevanda grande al tè nero e latte di soia, fredda» ripete ad alta voce il gigante.

    «Ah, e senza schiuma, grazie» aggiunge Tracey.

    Smilzo si volta verso di me: «E per lei?».

    «Prendo un cappuccino grande con latte di soia.» (Se ancora non l’avete capito, in famiglia siamo intolleranti al lattosio.)

    Troviamo un tavolino al piano di sopra, in mezzo a ventenni attaccati al computer. Un vecchio sta schiacciando un pisolino con la bocca aperta seduto su una sedia comoda. Sposto la mia, così, casomai una mosca andasse a ficcarsi lì dentro, non sarei costretta ad assistere allo spettacolo.

    «Sei uscita ieri sera?» chiedo a mia sorella.

    Le labbra si allargano in un sorriso. «È stato fantastico.»

    «Su, raccontami!»

    Fa una risatina. «Si chiama Miguel.»

    «Il tuo insegnante di salsa?»

    «Sì. Siamo andati a berci una cosa al Bar Nine. Mi ha detto che fa un’ora e mezza di yoga al giorno: che autodisciplina! Insomma, poi siamo andati in un locale dove si balla la salsa. Continuavo a pestargli i piedi, e quando mi ha fatto fare le piroette mi girava tantissimo la testa, ma non mi andava di dirglielo.» Si china per avvicinarsi e mi sussurra all’orecchio: «Era sexy da morire».

    Inarco le sopracciglia.

    «So già che cosa pensi, Kayla. Credi che un insegnante di salsa vada a letto con metà delle sue studentesse. Ma lui non è proprio il tipo. Non dà neanche lezioni di bachata, perché è un ballo troppo intimo.»

    «Mi sembra un ragazzo da favola.»

    Mi guarda sorpresa e fa: «Davvero?».

    «Certo» rispondo, mentre sorseggio il cappuccino. «Ti do solo un consiglio.»

    «Oh oh.»

    «Aspetta almeno un mese prima di andare a letto con lui.»

    «Sapevo che l’avresti detto.»

    Io e Tracey parliamo abbastanza apertamente di sesso (be’, del fatto che lei lo faccia). Mi ha promesso di raccontarmi tutto quello che voglio sapere sull’argomento, a patto che resti vergine fino ai diciotto anni. E per me va bene. Non ho comunque

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